mercoledì 8 ottobre 2008

*Pressing sulla crisi*

Alessandro Chiappetta, 08 ottobre 2008 www.aprileonline.info
Presentate le 5 proposte del Pd per combattere la crisi. Difesa di salari, pensioni e stipendi, protezioni alle piccole e medie imprese, misure antispeculazione. Bersani invoca un'Autorità di vigilanza bancaria europea. Il segretario conferma la disponibilità a collaborare col governo, e si dice pronto ad annullare la manifestazione del 25 ottobre se la situazione dovesse precipitare. Le Banche centrali contro la crisi Tremonti si appresta a copiare il piano del governo inglese. Tra le misure allo studio del Cdm, l'innalzamento della soglia di garanzia dello Stato ai depositi dei risparmiatori, una "ciambella di salvataggio" per le imprese. Non sarebbe previsto il Fondo anti-crisi.

La faccia impietrita di Veltroni a Ballarò, ieri sera, era la sintesi perfetta dell'incomunicabilità tra maggioranza e opposizione. Ma pur dovendo fare i conti col poco british "non me ne frega niente" di Berlusconi, il leader del Pd è deciso a far passar la sua linea di unità nazionale. Di fronte alla crisi veramente drammatica che si sta trasformando da crisi finanziaria a crisi economica e sociale" con una prospettiva di "vera recessione", il governo ombra dà la sua "piena disponibilità" a collaborare. E non si tratta solo del tanto osannato "dialogo", ma della ricerca di un vero e proprio gioco di squadra. Forse troppo, se è vero che in serata, il leader dell'opposizione si è detto pronto a "ripensare" la manifestazione del 25 ottobre, quantomeno "se la situazione precipita".

La mobilitazione contro il governo, a cui si lavora da mesi, era diventato il pomo della discordia già dalla mattinata, dopo le perplessità suscitate da Marco Follini al Corriere della Sera. "Con tutto quello che succede in Borsa, con i risparmiatori che tremano, con un modello economico da reinventare, mi chiedo se la piazza sia la risposta più giusta", aveva detto Follini, sottolineando che il Pd dovrebbe "aggiornare la manifestazione, organizzata in ben altro contesto, e inchiodare la maggioranza al confronto parlamentare, affrontando le domande che ci pone questa crisi e fornendo le risposte". Il senatore del Pd aveva sottoscritto l'editoriale del Riformista che invitava i Democratici a sposare una politica di unità nazionale di fronte all'emergenza economica, evitando la piazza. Il primo no è arrivato dall'ala sinistra del Pd, la neonata associazione "A Sinistra", che con i suoi tre esponenti, Vincenzo Vita, Famiano Crucianelli e Paolo Nerozzi, si è detta pronta a scendere in piazza per "una sola opposizione". "Quando la gente scende in piazza - spiega Crucianelli - è sempre un elemento di democrazia e di speranza rispetto alle paure su cui la destra costruisce le sue fortune". E nerozzi torna a puntualizzare in serata come "proprio in un momento di crisi, quando cresce il rischio che le persone più deboli vengano attratte dalle promesse della destra, è necessario che le forze riformiste scendano in piazza".

A Largo del Nazareno sono allo studio da giorni cinque proposte di intervento per quello che è stato definito "il piano per l'Italia": si tratta della parte italiana di un quadro di provvedimenti che ha come secondo e certo non secondario capitolo una serie di proposte riguardanti l'Unione europea.
A cominciare dalla tutela di salari, stipendi e pensioni, continuando con la protezione delle micro, piccole e medie imprese. Al terzo punto si parla di garanzie a difesa dei risparmiatori, senza dimenticare il proposito di una serie di misure antispeculazione e in ultimo il coinvolgimento del Parlamento sulle scelte che verranno fatte dal governo sia di carattere generale sia specifico. "La gravità, e a questo punto direi la drammaticità della situazione è sotto gli occhi di tutti - ha premesso Veltroni presentando il piano del Pd - La preoccupazione è che da finanziaria, la crisi si trasformi in economica e sociale".

I timori si addensano anche sul settore dei consumi già in trend negativo da tempo, e il rischio che si profila, secondo Veltroni, è quello di una "spirale recessiva che potrebbe diventare drammatica e noi vogliamo evitare che si diffonda questo stato d'animo". Sono "preoccupazioni assolutamente legittime a cui bisogna dare ascolto e di fronte alle quali e' necessario evitare risposte facili", ha detto. "Spero si evitino di utilizzare toni e affermazioni che, in genere, si usano in campagna elettorale. Dalla crisi si esce con un sistema di mercato e con elementi di controllo da parte delle autorità pubbliche", ha aggiunto l'ex sindaco di Roma. Di fronte alla deregolazione a cui sono stati lasciati i mercati finanziari occorre riacquistare la "funzione regolatrice dello Stato", ha concluso il leader del Pd. Un manifesto programmatico di prim'ordine, che trova concorde lo zoccolo duro del partito, e incassa anche l'appoggio dell'Italia dei Valori, espresso dal capogruppo Massimo Donadi. "La situazione è molto grave - spiega Massimo D'Alema, presidente di ItalianiEuropei - e appare evidente la debolezza dei governi europei e del nostro. In un momento come questo "maggioranza e opposizione dovrebbero parlarsi, perchè "in un paese democratico è un buon modo di procedere". Critico verso il premier è Enrico Letta, che definisce "brusche" le sue parole, che "svelano il rifiuto del contributo dell'opposizione in questo momento di avvitamento della finanza". Più conciliante Pierluigi Bersani, che in un'intervista al Corriere della sera si è detto che per affrontare la crisi dei mercati servirebbe "subito un luogo di incontro con le opposizioni, per seguire gli sviluppi della situazione. Una task force, anche per rassicurare il paese che si sta lavorando tutti, senza creare allarmismi". Anche per questo, Bersani invoca un'Autorità di vigilanza bancaria europea, in grado di rafforzare il ruolo della Bce e rendere più flessibili i criteri di Maastricht, facendo sua una proposta di Padoa Schioppa che fu bocciata da Londra, ma anche dall'ex opposizione.

Durante la conferenza stampa, Tremonti ha telefonato a Bersani, e i due hanno parlato qualche minuto, senza che il ministro ombra dell'economia si sbottonasse troppo sulla presunta "disponibilità" del titolare di via XX settembre. Una linea, quella del dialogo, che a suo dire non cozza con i toni accesi di Veltroni, anzi. "Veltroni ha perfettamente ragione. Non ci informano, non ci ascoltano. Abbiamo chiesto di informare il Parlamento, hanno rifiutato in modo sprezzante. Oggi Angela Merkel è andata al Bundestag e qui non si è visto neanche un sottosegretario". Per vederlo occorre attendere domani mattina.

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