sabato 31 gennaio 2009

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"Gruppo contro ordinanza antielemosina"
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IL SILENZIO È UN COMPORTAMENTO MAFIOSO


Antonio Di Pietrodi Anna Germoni*

31/01/2009 - In passato i presidenti della Repubblica sono stati accusati di golpismo (Segni), stragismo (Saragat), corruzione (Leone), attentato alla Costituzione (Cossiga), parzialità politica (Scalfaro). Criticare il capo dello Stato, dunque, è possibile. Basta volerlo. E Di Pietro l’ha voluto. E’ dubbio che abbia inteso accostare il nome di Napolitano a quello della mafia, mentre è certo che l’abbia accusato di essere “poco arbitro” e molto sbilanciato verso il governo. Insinuazione coerente con quanto sostenuto in novembre da Beppe Grillo, l’altra faccia del dipietrismo. La novità non è nell’attacco al Quirinale, ma nei suoi effetti. Era già tutto calcolato. Di Pietro si prenderà una denuncia per l’ipotesi di vilipendio al capo dello Stato (art. 278 del codice penale), ci sarà un fuggi fuggi di qualche colonnello ma essendo un populista, Di Pietro non potrà che scegliere i militanti. Anche perché quanto più si dimostrerà politicamente scorretto tanto più sottrarrà voti al Pd. E lui da buon giustizialista vuole questo. In un’intervista all’Unità l’ex simbolo di Mani Pulite ha dichiarato: “Questa è L’Italia dei valori e guai a chi prova a giocare con le mie parole”. “Il silenzio è un comportamento mafioso”, ha detto Di Pietro in piazza Farnese “e lo ribadisco, ma non tiriamo per la giacchetta il Presidente della Repubblica. Io non ho offeso Napoletano bensì ho ritenuto il sacrosanto appello dell’Associazione vittime di mafia che vedono con dolore e preoccupazione il silenzio che c’è nella lotta alla mafia”. Di Pietro, non solo sta corrodendo i voti all’interno del Pd, ma usa l’antimafia come suo slogan elettorale e come cartina tornasole acchiappavoti dell’Italia dei valori. Poco importa se alcuni suoi colonnelli decideranno di andarsene. Ha già calcolato tutto, ne fagociterà altri. In fondo sappiamo tutti che il 6 e 7 giugno prossimi ci sarà l’election day: europee e amministrative insieme. E l’Idv non è immune da questa data. Quindi il discorso a Piazza Farnese era autentico o finalizzato a cogliere nella rete da pesca qualche voto? Il professionista dell’antimafia non dovrebbe cadere nel tranello…a meno che non sogni di combattere la mafia dalla poltrone di rue Wiertz a Bruxelles. Ma c’è una tegola in agguato: lo sbarramento al parlamento europeo del 4 %. E questo Di Pietro lo sa bene per questo si è rimboccato le maniche.

IMG PRESS*


venerdì 30 gennaio 2009

Legge Europee. Costamagna*:
Costituire anche in Provincia di Macerata,

*IL COMITATO PER LA DEMOCRAZIA*


UN GRAVE ATTENTATO
ALLA DEMOCRAZIA!!!


30/01/2009 - IL PARTITO SOCIALISTA della Provincia di Macerata, al fine di meglio coordinare le iniziative di tutte le forze che si oppongono alla proposta LIBERTICIDA di modifica della legge elettorale per le Europee, PROPONE, PUBBLICAMENTE, L'IMMEDIATA COSTITUZIONE, anche nella nostra Provincia, del "COMITATO PER LA DEMOCRAZIA". Invitiamo a raccogliere questa sollecitazione, innanzittutto, i rappresentanti delle Forze che compongono il Comitato stesso a livello nazionale e cioe': Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica, Radicali italiani, Pri, Psdi, Verdi, Partito d'Azione, Pli, Udeur, Liberaldemocratici, I Socialisti. Come base di discussione, APERTA A TUTTE LE FORZE ED ASSOCIAZIONI CHE, PRESENTI NEL NOSTRO TERRITORIO, VOGLIANO ADERIRE, si propone il seguente DOCUMENTO:
1) Il Parlamento si appresta a iniziare l'iter di approvazione di una legge per le elezioni europee che contrasta non tanto con le pur legittime aspirazioni di esistenza di partiti politici che vivono di tradizioni storiche e di progetti politici di interesse nazionale, ma con i diritti di democrazia sanciti dalla Carta Costituzionale. Cambiare la legge elettorale e le norme di accesso al Parlamento Europeo mentre e' gia' da tempo in corso la preparazione delle liste e in qualche caso, dopo aver definito le stesse, anche nella raccolta delle firme, caso unico in tutta Europa, rappresenta un grave attentato alla Democrazia.
2) Questo avviene non alla luce di una esigenza di maggior equilibrio democratico e di minor frammentazione politica al Parlamento di Strasburgo, che, peraltro, non deve eleggere alcun governo, ma come esigenza dei due partiti maggiori del nostro Paese che vogliono costruire un sistema fondato sulla loro assoluta supremazia forzando l'interpretazione delle norme come e'
avvenuto nelle elezioni politiche dell'aprile scorso, o cambiando improvvisamente, come sta avvenendo oggi, la legge elettorale europea. La responsabilita' maggiore cade sul Pd e sul suo
segretario Veltroni che tenta, con lo sbarramento elettorale al 4%, di frenare la sua caduta libera di consensi registrata in tutti i sondaggi. Questo cambiamento di legge avviene nel contesto di un "GRANDE BARATTO" tra Pd e Pdl che investe anche altri questioni che sono attualmente al vaglio del Parlamento e varie spartizioni di potere (Nomine RAI, Riforma Giustizia, Intercettazioni, Federalismo, ecc.)
3) Si consolida cosi' quel regime antidemocratico fondato sul falso bipartitismo all'italiana che tenta di spartirsi il finanziamento pubblico con denari degli italiani che non risparmieranno un euro, mentre i protagonisti sono forze politiche oligarchiche, con vertici non eletti democraticamente attraverso Congressi e senza vita democratica al loro interno, che si pongono in netto contrasto con i principi stabiliti dall'articolo 49 della Costituzione.
4) PARTECIPARE, CON UNA RAPPRESENTANZA DELLA PROVINCIA DI MACERATA, ALLE MANIFESTAZIONI GIA' INDETTE dal "Comitato per la Democrazia", a livello nazionale, e cioe', per la giornata di Martedi 3 Febbraio, a Roma, a DUE INIZIATIVE DI LOTTA. L'una con inizio alle ore 12 dinanzi al Quirinale e l'altra con inizio alle ore 14 a Montecitorio. Sono state, inoltre, promosse, al termine della riunione nazionale di ieri, iniziative di protesta in tutte le citta' capoluogo e nei Consigli Regionali, Provinciali e Comunali. Sono, infine, sottoposte a verifica tutte le alleanze locali.

Segretario Provinciale PS Macerata*


Il bipolarismo imposto dall'alto richiama una legge dei militari brasiliani



30/01/2009 - ''Per battere i fautori dello sbarramento elettorale alle Europee servono coesione dei partiti che siedono nel Comitato per la Democrazia ed un progetto politico da contrapporre ad un bipolarismo imposto dall'alto che richiama una 'bella' legge imposta dai militari brasiliani nell'ultima fase del loro regime. I militari stabilirono con decreto che ci fossero due soli partiti: Arena e Mdb. Decisero anche di indire le elezioni ma il partito di maggioranza – Arena – sarebbe comunque rimasto tale. Per legge''. Lo afferma il segretario nazionale del Partito Riccardo Nencini. Se l' ipotesi del C.L.N. non trovasse tutti d' accordo-aggiunge Nencini- sarà necessario promuovere una alleanza che vada dai Radicali al movimento di Vendola, dai Verdi a Sinistra Democratica. Una alleanza fra riformisti- sottolinea Nencini- da riproporre nelle elezioni amministrative del prossimo giugno. Un 'Patto per il futuro'-conclude il leader- del Partito Socialista-che si opponga alle violenze fatte alla Costituzione ed alla democrazia italiana e che dia voce alla sinistra delle libertà''.
EUROPEE. PASTORELLI: MENTE CHI SOSTIENE CHE CON LEGGE TRUFFA LO STATO RISPARMIERA'

30/01/2009 - "C'è chi sostiene che con la riforma elettorale per le europee si risparmieranno denari dei cittadini perché anche il finanziamento pubblico beneficierà della semplificazione politica dello sbarramento stabilito da Pd e Pdl. Chi lo dice è un bugiardo dal momento che sarà sempre rimborsato un euro per elettore, e la cifra confluirà solo nelle tasche dei partiti che hanno apparecchiato la legge e si preparano a votarla la prossima settimana. In pratica: per dividersi una cifra più alta i due Superpartiti passeranno con la schiacciasassi di una legge truffa sull'asfalto della democrazia italiana". Lo ha dichiarato il Tesoriere del Partito Socialista Oreste Pastorelli.

Si è riunito il Comitato per la democrazia con la presenza dei rappresentanti di Rifondazione comunista, Partito socialista, Sinistra democratica, Radicali italiani, Pri, Psdi, Verdi, Partito d’Azione, Pli, Udeur, Liberaldemocratici, I socialisti. Il Comitato ha approvato questo documento:

1) Il Parlamento si appresta a iniziare l’iter di approvazione di una legge per le elezioni europee che contrasta non tanto con le pur legittime aspirazioni di esistenza di partiti politici che vivono di tradizioni storiche e di progetti politici di interesse nazionale, ma con i diritti di democrazia sanciti dalla Carta costituzionale. Cambiare la legge elettorale e le norme di accesso al Parlamento europeo mentre è già da tempo in corso la preparazione delle liste e in qualche caso, dopo aver definito le stesse, anche la raccolta delle firme, caso unico in tutta Europa, rappresenta un grave attentato alla democrazia.

2) Questo avviene non alla luce di una esigenza di maggior equilibrio democratico e di minor frammentazione politica al Parlamento di Strasburgo, che peraltro non deve eleggere alcun governo, ma come esigenza dei due partiti maggiori del nostro paese che vogliono costruire un sistema fondato sulla loro assoluta supremazia forzando l’interpretazione delle norme come è avvenuto ad aprile, o cambiando improvvisamente, come sta avvenendo oggi, la legge elettorale europea. La responsabilità maggiore cade sul Pd e sul suo segretario Veltroni che tenta, con lo sbarramento elettorale al 4%, di frenare la sua caduta libera di consensi registrata in tutti i sondaggi. Questo cambiamento di legge avviene nel contesto di un grande baratto tra Pd e Pdl che investe anche altri atteggiamenti parlamentari e spartizioni di potere.

3) Si consolida così quel regime antidemocratico fondato sul falso bipartitismo all’italiana che tenta di spartirsi il finanziamento pubblico con denari degli italiani che non risparmieranno un euro, mentre i protagonisti sono forze politiche oligarchiche, con vertici non eletti democraticamente attraverso congressi e senza vita democratica al loro interno, che si pongono in netto contrasto con i principi stabiliti dall’articolo 49 della Costituzione.

4) Il Comitato per la democrazia indice dunque per la giornata di martedì due iniziative di lotta. L’una con inizio alle ore 12 dinanzi al Quirinale e l’altra con inizio alle ore 14 a Montecitorio. Promuove nel contempo iniziative di protesta in tutte le città capoluogo e nei consigli regionali, provinciali e comunali. E sottopone a verifica tutte le alleanze locali.

www.comitatoperlademocrazia.com
adesioni@comitatoperlademocrazia.com




Commenti sul Direttivo Provinciale
di Roberto Vezzoso - 30/01/2009


Grande partecipazione al Direttivo Provinciale che si è tenuto ieri sera dalle ore 18 presso la sede del partito a Civitanova.

Questo l'ordine del giorno:

1) Comunicazioni del Segretario Provinciale;
2) Discussione ed approvazione del Documento Politico-Programmatico proposto dall'Esecutivo Provinciale;
3) Esame Documento inviato da componenti del Direttivo Provinciale;
4) Situazione Amministrativa Comune di Macerata;
5) Tesseramento, Raccolta Firme e Situazione Finanziaria;
6) Convocazione Prima Conferenza Programmatica Provinciale del Partito Socialista Macerata;
7) Varie ed Eventuali.

Alla riunione erano presenti il nostro Segretario Regionale Massimo Seri e l'On. Lello Di Gioia Responsabile Nazionale Organizzazione PS.

Dopo la relazione del Segretario Provinciale Ivo Costamagna, a cui personalmente non ho assistito essendo arrivato un po' in ritardo, si è aperto il dibattito fra i presenti.

La prima osservazione che desidero fare è di carattere anagrafico. L'età dei presenti alla riunione era infatti un po' alta, diciamo che si attestava su una media dei 50 anni. Non siamo un partito di giovani e tranne qualche brillante presenza come il nostro Morelli, quasi tutti i militanti di questo partito nelle Marche si vantano di avere una storia di militanza socialista più che ventennale.

Già questo punto ci dovrebbe stimolare una riflessione sul perché il nostro partito non riesca ad attirare al proprio interno nuove e fresche adesioni.

Questo tema è stato trattato da alcuni compagni nei loro interventi – cito per esempio quello del compagno Scipioni – ed è un tema che rimanda ad un altro importantissimo: quale è la nostra presenza sul territorio e come si qualifica la nostra azione politica?

La risposta a queste domande va forse ricercata nelle responsabilità della direzione del partito a tutti i livelli – nazionale, regionale e provinciale - ma anche nelle singole persone dei militanti. Resto dell'idea che un buon partito dovrebbe avere, per crescere, prima di tutto un buon capo. Ci vuole una direzione ferma, precisa ed autorevole.

Al secondo punto dell'ordine del giorno era posta la discussione ed eventuale approvazione del Documento Politico-Programmatico proposto dal Esecutivo Provinciale.

In questo documento si prospetta una nostra partecipazione alle prossime elezioni Provinciali a sostegno della candidatura di Giulio Silenzi.

E' bene ricordare che quasi un anno fa ci siamo spesi in una campagna di affissioni pubbliche chiedendo le dimissioni di Silenzi, di cui abbiamo anche contestato alcuni programmi e progetti relativi al territorio maceratese come, per esempio, la ventilata costruzione della Superstrada nella vallata del Potenza. Il nostro rapporto con l'attuale Presidenza della Provincia è sempre stato caratterizzato da un certo nervosismo. Credo che andare a sostenere la sua elezione ci comporterà qualche problema, a meno che…

A meno che, siccome siamo un partito politico, non si faccia questo passo concordando e chiarendo bene, anticipatamente, quali siano le nostre posizioni su alcuni problemi e quale funzione avrà il nostro partito all'interno dell'alleanza. Ma questa è una cosa che va discussa con onestà e serietà prima all'interno del nostro partito. Proprio per questo ieri sera il documento non è stato votato per dare la possibilità ai compagni di discuterne con maggiore calma. Speriamo che questo confronto avvenga al più presto.

Sempre all'ordine del giorno c'era un documento presentato da alcuni compagni del Direttivo Provinciale. Mi sembra di aver capito che a base di quel documento vi sia la richiesta di una maggiore e diversa partecipazione alle scelte che vengono fatte dalla dirigenza.

Trovo molto interessante la proposta della convocazione di una Prima Conferenza Programmatica. Sarà un momento di confronto costruttivo sulle tematiche che riguardano il nostro territorio in una particolare fase di grande crisi economica; una buona occasione per far conoscere alla gente come noi socialisti viviamo i problemi di tutti e quali rimedi siamo in grado di proporre.

A proposito di partecipazione mi duole notare come questo blog non venga usato mai da persone che nella nostra realtà maceratese contano politicamente qualche cosa. Mi riferisco, per esempio al compagno Francesco Acquaroli, al compagno Federico Valori e ed altri. Su molti argomenti trattati su questo foglio elettronico potevano e possono far sentire la loro voce, partecipare dei loro pensieri politici la comunità socialista. Perché non cogliere questa opportunità?


Roberto Vezzoso


giovedì 29 gennaio 2009

29 GENNAIO 2008 - 29 GENNAIO 2009:

FESTEGGIAMO IL NOSTRO SITO E RINGRAZIAMO TUTTI I COMPAGNI ED UTENTI: IN UN ANNO ESATTO SONO STATE SUPERATE, PROPRIO OGGI, LE VENTIMILA VISITE!!

GRAZIE RIC, GRAZIE PEPPE (...SANDOKAN), PER IL VOSTRO DIFFICILE MA, INTELLIGENTE E QUOTIDIANO, LAVORO PER IL NOSTRO SITO! VI RINGRAZIO A NOME DI TUTTI I SOCIALISTI, DI TUTTI I LAICI, DI TUTTI I LIBERALI E DI TUTTI I RADICALI!

AD MAIORA! IVO



mercoledì 28 gennaio 2009

NENCINI:
PRONTO AD AZIONI ECLATANTI


28/01/2009 - "Sono pronto a iniziative pubbliche, ad azioni politiche e giuridiche eccezionali ed eclatanti. E certamente chi pensa di cambiare le regole del gioco democratico a meno di cinque mesi dal voto amministrativo ed europeo non dimenticherà facilmente la battaglia dei socialisti contro questo patto bestiale". Lo ha affermato il segretario del PS, Riccardo Nencini conversando con i giornalisti a proposito del possibile accordo tra Veltroni e Berlusconi sulla riforma della legge elettorale per le europee. "So bene, per cultura e appartenenza politica, che le emergenze democratiche richiedono azioni forti e decise e, prima di metterle in atto - ha aggiunto Nencini - parlerò personalmente anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a cui ho chiesto un incontro, per cercare di evitare un errore politico e istituzionale grave e irreparabile".



Comunisti e Socialisti:
*Una guerra civile di soli sconfitti*


La violenza della discussione che si è aperta su un mio ricordo di Craxi mi ha fatto molto riflettere. Pensavo che la guerra civile che ha distrutto la sinistra in Italia si fosse oramai conclusa, e che non ci restasse che gironzolare tra le macerie con una qualche condivisa pietà. Invece continuiamo ad accapigliarci con furia, sebbene intorno a noi non si vedano che rovine, soldati in rotta, e generali senza esercito.

Mi sono venuti in mente altri ricordi: ciò che segue non è una spiegazione, ma un racconto (frammentario) della nostra brutta guerra civile.

Proprio nel giorno in cui Achille Occhetto era a Barcellona con Claudio Martelli per partecipare ad una riunione dell’Internazionale socialista, a Rimini, su un camper trasformato in ufficio e parcheggiato dietro il palazzo dei congressi, Bettino Craxi amabilmente chiacchierava con Massimo D’Alema e Walter Veltroni. Era il 22 marzo 1990, il Pci non era ancora diventato Pds e il segretario del Psi aveva appena terminato la sua relazione alla Conferenza programmatica. Volle incontrare D’Alema e Veltroni, che non conosceva personalmente, perché gli sembravano i migliori della nuova generazione, e i più promettenti. Craxi avrà avuto molti difetti, ma non gli mancava il fiuto politico.

C’è però un doppio retroscena che merita di essere ricordato. Il camper di Craxi era un luogo-simbolo della Prima repubblica ormai al tramonto, perché l’anno prima, all’Ansaldo di Milano, proprio in quel camper Craxi e Forlani avevano siglato l’accordo di pentapartito in seguito noto come “Caf”. Occhetto, invitato da Craxi alla Conferenza di Rimini, subodorò una qualche trappola: “Mi farà salire sicuramente sul camper, ma io non voglio”. Trovò così la scusa della riunione di Barcellona, dove la sua presenza non era inizialmente prevista, e declinò l’invito, nonostante Craxi giungesse ad offrirgli un volo privato. Il buffo è che anche Martelli non avrebbe dovuto essere a Barcellona quel giorno: Craxi non vedeva di buon occhio la diplomazia parallela del suo delfino, e aveva riservato a sé ogni decisione riguardante l’Internazionale (fu in effetti lui, alla fine del ’91, a dare il via libera all’ingresso del Pds). L’aneddoto aiuta a capire quale groviglio politico, psicologico e umano governasse in quegli anni i rapporti fra il Pci-Pds e il Psi.

Ma è nel passato, nell’incomprensione radicale fra Berlinguer e Craxi che si trova la ragione dell’antisocialismo di Botteghe Oscure e dell’anticomunismo di via del Corso.

Berlinguer e Craxi non si amavano; probabilmente si detestavano. Ma non è (soltanto) con la psicologia che si spiega la politica, e il dissenso fra il ‘berlinguerismo’, cioè quella particolare declinazione del togliattismo che aveva nell’unità nazionale (il “compromesso storico”) e nel conservatorismo costituzionale il proprio baricentro, e il ‘craxismo’, che si proponeva invece come modernizzazione istituzionale (il presidenzialismo e la “Grande riforma”) e innovazione politica (l’alternativa), è un dissenso autentico e incolmabile, perché mette in campo due sinistre culturalmente, prima che politicamente, diverse.

Paradossalmente ma non troppo, il Pci di Berlinguer incarnava in quello scontro non il ‘comunismo’ ma la tradizione socialdemocratica classica (al netto, s’intende, dei suoi legami internazionali), mentre il Psi di Craxi rappresentava piuttosto il socialismo liberale che sarà poi la bandiera di Blair. Craxi, insomma, era oggettivamente “più avanti” di Berlinguer: ma la ferocia dello scontro che, dopo un anno di guerriglia ideologica a base di Proudhon e Gramsci, esplode violento nei giorni del rapimento Moro (marzo ’78), quando Craxi gioca la carta umanitaria in polemica aperta con l’asse Pci-Dc venutosi a cementare intorno al secondo governo Andreotti, e che si conclude con i fischi del congresso socialista di Verona a Berlinguer, un mese prima della sua morte (giugno ’84), lasciò ben poco spazio al dibattito culturale e alla discussione politica. Con la sola, breve eccezione del “patto di Frattocchie” (nel luglio del ’79 Craxi e Berlinguer tennero un lungo vertice nella scuola di partito del Pci), fra socialisti e comunisti la battaglia fu sempre cruenta e senza risparmio di colpi.

È vero: Craxi aveva esplicitamente dichiarato di voler fare come Mitterrand, cioè riequilibrare i rapporti di forza elettorali a favore del Psi, perché soltanto con una guida socialista – sosteneva – l’alternativa alla Dc sarebbe stata possibile. Ma il Pci non considerò mai la posizione di Craxi una semplice, ancorché impegnativa, sfida politica e culturale: la visse subito, e fino alla fine dei suoi giorni, come una minaccia reale alla propria stessa esistenza.

Gli appunti riservati di Tonino Tatò, braccio destro di Berlinguer, sono da questo punto di vista impressionanti: Craxi “è un avventuriero, anzi un avventurista, uno spregiudicato calcolatore del proprio esclusivo tornaconto, un abile maneggione e ricattatore, un figuro moralmente miserevole e squallido, un bandito politico di alto livello” (luglio ’78), ha un modo di vedere la politica “di chiaro stampo mussolinesco, cioè narcisistico e intimidatorio” (marzo ’81), in lui c’è “un’assoluta mancanza di senso dello Stato” (maggio ’84).

Il partito che eredita Occhetto – di Natta non c’è molto da dire – ha dunque una pancia, prima ancora che una testa, violentemente anticraxiana. Tanto più che, quando Occhetto nel novembre ’89 avvia la “svolta” che porterà allo scioglimento del Pci, con una mano Craxi sembra aiutare i ‘cugini’ di Botteghe Oscure, ma con l’altra, direi per mancanza di coraggio politico più che per convinzione o per necessità, si tiene saldamente all’interno del bunker del pentapartito agonizzante.

La proposta dell’“unità socialista”, che Craxi lancia al Pci, in un contesto normale sarebbe apparsa la scelta più ovvia: poiché la scissione di Livorno era nata dalla Rivoluzione d’Ottobre, conclusasi l’esperienza sovietica poteva (e doveva) concludersi anche l’esperienza dei partiti comunisti europei. Finito il comunismo, si tornava tutti socialisti.

Ma il contesto dell’Italia post-’89 non è affatto normale: Craxi governa con Forlani e Andreotti, e la sua proposta non viene nemmeno presa in considerazione. “Unità socialista”, a Botteghe Oscure, significa annessione. Nessuno, neppure i “miglioristi” di Napolitano e Chiaromonte, ha il coraggio o la possibilità di andare a vedere le carte di Craxi.

Accade così che mentre in tutta l’Europa ex sovietica i partiti comunisti diventano “socialisti”, in Italia il Pci deve reinventarsi come Partito democratico, seppur “della sinistra”. Questa assurda contorsione linguistica e politica segna profondamente le origini della Quercia – il simbolo stesso, omaggio all’“albero della libertà” della Rivoluzione francese, cancella intenzionalmente ogni riferimento a centocinquant’anni di storia del socialismo –, e ne segnerà ogni giorno il destino sempre più affannato, fino alla fusione fredda nel gelido Partito democratico.

Ma torniamo al 1992. Tangentopoli – qualunque ne sia stata l’origine – fa precipitare definitivamente la situazione. Occhetto cavalca l’ondata giustizialista, sebbene anche il Pci sia lambito dalle inchieste, perché è convinto di trarne un vantaggio politico e perché non può, semplicemente non può, andare contro un’opinione pubblica di sinistra profondamente intrisa di berlinguerismo e venutasi distillando in un quindicennio di anticraxismo militante. Craxi invece, arroccato nella cittadella del Caf, di Tangentopoli è la vittima sacrificale, il ‘bersaglio grosso’.

Il 29 aprile del ’93 la Camera respinge l’autorizzazione a procedere per Craxi (da due mesi non più segretario del Psi) chiesta dalla Procura di Milano. Scoppia il finimondo. I ministri indicati da Occhetto (Augusto Barbera e Vincenzo Visco) si dimettono immediatamente dal neonato governo Ciampi, mentre a piazza Navona si svolge una manifestazione di protesta organizzata dal Pds. Craxi è al Raphael, la sua residenza romana: e qui affluiscono alcuni manifestanti. Intorno alle otto di sera il leader socialista esce dall’albergo e sale in macchina, investito da una pioggia di insulti e di monetine. Per qualcuno dei presenti, è la giusta vendetta dei fischi ricevuti da Berlinguer a Verona nove anni prima. Per altri, è il punto di non ritorno, oltrepassato il quale non ci sarebbe mai più stata, in Italia, una sinistra riformista unita e vincente.

Un anno dopo Craxi prende la strada di Hammamet. Morirà in esilio il 19 gennaio 2000. Tre giorni dopo, nella cattedrale di Tunisi, c’è anche Marco Minniti, braccio destro e sottosegretario dell’allora presidente del Consiglio, Massimo D’Alema. La famiglia non voleva rappresentanti del governo, e al termine di una lunga mediazione dell’ambasciatore d’Italia Minniti viene fatto sedere in settima fila. All’uscita dalla chiesa, di nuovo fischi e monetine. Ma il Pci e il Psi, oramai, da tempo non c’erano più.

Fabrizio Rondolino

Sinistra, non distruggiamo il poco che resta


Felice Besostri* - 26 gennaio 2009 - www.aprileonline.info

Il bipartitismo non può nascere con le stampelle di una legge elettorale fatta su misura perchè il PDL vinca e il PD si mantenga artificialmente in vita. Ora in questa fase difficile che i democratici stanno attraversando, le forze d'opposizione che si riconoscono nel socialismo europeo devono dare una risposta unitaria.

Insegno all'Università Diritto Pubblico Comparato e conosco un solo esempio analogo a quello della ventilata riforma della legge elettorale per le europee. I militari brasiliani, dopo un golpe che diede vita ad una sostanziale dittatura, per darsi una parvenza di democraticità, decretarono per legge l'esistenza di due soli partiti l'ARENA (Alleanza per il Rinnovamento Nazionale) governativo di maggioranza e lo MDB (Movimento Democratico Brasiliano) minoritario di opposizione. Le elezioni si facevano ma la minoranza non poteva vincerle.

Se nell'imminenza delle elezioni si dovesse approvare la riforma elettorale trattata sottobanco da PD e PDL, tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità a cominciare da D'Alema e da chi si definisce di sinistra o a sinistra nel PD, fino al Presidente della Repubblica, Napolitano, che non dovrà stupirsi se sarà investito in prima persona dalle polemiche, altro che tirato per la giacchetta!

Il bipartitismo non può nascere con le stampelle di una legge elettorale fatta su misura per il PDL per vincere e per il PD per mantenersi artificialmente in vita.

La progressiva paralisi involutiva del PD apre obiettivi e spazi politici, ma non facciamoci illusioni perché gli spazi se non ci sono forze soggettivamente in grado di occuparli diventano vuoti che ingoiano tutti.

Lo abbiamo già sperimentato alla nascita del PD: lo spazio lasciato libero a sinistra non è stato occupato, anzi c'è stata la grave sconfitta della Sinistra Arcobaleno (e la Costituente Socialista non è decollata).

Ora nella fase preagonica del PD, se non si riesce a dare una risposta unitaria di tutte le forze che si riconoscono nel socialismo europeo- come richiesto da iniziative di base del tipo degli appelli di Volpedo e della Garbatella o dal manifesto Salvi-Tamburrano-, c'è il rischio che quel poco che è rimasto a sinistra sia ingoiato da un buco nero.

Una settimana fa si è votato nel Land dell'Assia e da quanto è successo dobbiamo trarre delle lezioni, pur tenendo conto delle differenze del sistema politico ed elettorale tedesco ed italiano. La SPD ha perso un quarto dei suoi voti, che non sono stati assorbiti dalla Linke, che ha perso voti in assoluto: gli astenuti in più, rispetto al 2008, sono soprattutto della Linke. In Germania non c'è alternativa a sinistra della SPD, ma la SPD non è più un'alternativa credibile alla CDU.

Lo stesso sta avvenendo in Italia, se non si riesce a ricostituire e rinnovare una sinistra socialista ed europeista: la sinistra esistente non è alternativa al PD ed il PD non è, non può e, neppure, vuole essere alternativa al PDL, il suo interessato rianimatore.

Chi è all'opposizione e non è alternativa oggi, non potrà mai diventare maggioranza domani.

Intervento tenuto al Consiglio Nazionale del PS, organizzato a Roma il 24 gennaio*



martedì 27 gennaio 2009

GIORNO DELLA MEMORIA:
NENCINI,
RICORDARE CHI DETTE ESEMPIO DI CORAGGIO E DIALOGO

Battilocchio: una tragedia
che deve continuare a scuotere le coscienze


27/01/2009 - ''Ebrei e cattolici, rabbini e sacerdoti, suore di clausura e tipografie dentro conventi: nella giornata che ricorda gli orrori dell' Olocausto tornano alla mente storie di uomini di fedi diverse che dedicarono e rischiarono la loro vita per salvare la vita di altri uomini.- E' quanto ha affermato oggi, giorno della memoria il Segretario del partito- Sarà il caso di ricordarlo anche di questi tempi in cui si stanno infiammando di nuovo i rapporti fra ebraismo e cattolicesimo''. ''Erano eroi nascosti e silenziosi - ha proseguito Nencini - ai quali sentiamo il dovere di rendere omaggio proprio in questa giornata, dedicata ad una delle più grandi tragedie dell' umanità.E'pure necessario- ha concluso Nencini-sottolineare l' importanza di un atteggiamento 'laico', di tolleranza, dialogo e memoria, per evitare che anche in una giornata come quella odierna le ragioni dello scontro e dell' incomprensione riprendano vigore e forza''. "Con immutato coinvolgimento ricordiamo il sacrificio di oltre sei milioni di ebrei uccisi dalla follia omicida di Hitler e dei suoi alleati. Troppo spesso sentiamo nel dibattito voci tese a rivedere quanto asserito dalle immagini e dai documenti: è compito di ogni persona democratica e libera contribuire a mantenere viva la memoria di quella immane tragedia che deve continuare a scuotere le coscienze dell'umanità". E' quanto ha affermato l'eurodeputato del Partito Socialista, Alessandro Battilocchio. "La Shoah è stato un evento drammatico per le sue proporzioni, ed il fatto che ancora oggi, nel 2009, in decine di paesi del mondo si perpetuino persecuzioni in nome dell'appartenenza etnica, ideologica e religiosa, è un'ulteriore tragedia che i paesi democratici devono condannare con forza" Che le istituzioni diano sempre più strumenti ai giovani per non dimenticare gli orrori che durante la storia hanno provocato razzismo ed antisemitismo: le nuove generazioni devono essere consapevoli degli errori e degli orrori del passato, per costruire un avvenire migliore".
Per Maria Grazia Caligaris, della Direzione del partito,"ricordare il passato recente aiuta a riflettere sul presente e il futuro della nostra comunità peraltro caratterizzata da una marcata presenza multietnica”.

Documento dell'Esecutivo Provinciale
Partito Socialista Macerata



L'ESECUTIVO del Partito Socialista della Provincia di Macerata, riunitosi Mercoledi' 14 Gennaio u.s., ha deciso di CONVOCARE IL DIRETTIVO PROVINCIALE E DI SOTTOPORRE ALLA APPROVAZIONE DELLO STESSO LE SEGUENTI PROPOSTE:
1)
*SCELTA POLITICA DELLE ALLEANZE A LIVELLO PROVINCIALE E NEI COMUNI* Il continuo susseguirsi, sugli organi di informazione locale, di notizie riguardanti scelte di "gruppi" o di singole personalita' in qualche modo riconducibili al mondo socialista, spesso anche in contrasto tra loro, impone all'unico Partito, autonomo ed organizzato, che, a livello nazionale e locale, si richiama direttamente agli ideali ed ai programmi del Socialismo Liberale e Riformista, cioe', il PS (Partito Socialista) di assumere un'iniziativa per rendere chiara, a tutti gli elettori socialisti, la linea politica del Partito Socialista della Provincia di Macerata. I Socialisti danno un giudizio articolato su questi 5 anni di esperienza di governo di centrosinistra. Nessuno dimentica la sottovalutazione del nostro ruolo avvenuta dopo il positivo risultato elettorale che abbiamo conseguito nelle ultime elezioni provinciali, la scarsa attenzione rispetto alle proposte programmatiche da noi avanzate, la lacerante vicenda, comunque la si voglia leggere, del ritiro della delega all'assessore Conti che ha portato i socialisti fuori dalla Giunta Provinciale per quasi due anni ed un atteggiamento troppo ondivago rispetto al governo reale del territorio e della nostra economia dove, troppo spesso, alle affermazioni di principio del Presidente Silenzi non hanno fatto seguito atti, politici ed amministrativi, conseguenti. Troppe volte e su troppe questioni, dalle infrastrutture prioritarie agli interventi nei settori dell'ambiente e della cultura, dalle politiche di sostegno alle fasce piu' deboli della nostra societa' alla gestione dei rapporti con le istituzioni nazionali e comunitarie, si e' lasciato che la Confindustria, la Camera di Commercio, Banca Marche ed, addirittura, lobby e "cordate" private, indicassero loro la "linea" svolgendo, cosi', un ruolo di sostanziale supplenza rispetto a funzioni che sono, invece, di competenza di un Ente Provincia costretto a "rincorrere". Non puo' certo essere sufficente aver tentato di colmare questi vuoti con la grande capacita' mediatica del suo Presidente. Occorreva costruire una "squadra" di governo e tenere un rapporto diverso con le forze politiche che sostenevano la Giunta Provinciale, non solo con i socialisti. A tutto questo fa da contrappeso amministrativo, in senso positivo, una serie di opere pubbliche brillantemente realizzate, una gestione efficace della formazione professionale ed un tentativo lodevole di arginare le politiche speculative di utilizzo del territorio che possono essere la base per arrivare a proporre un nuovo modello di sviluppo dell'intera realta' provinciale. Il contrappeso piu' grande lo fa, pero', per una forza Socialista e Riformista con una solida cultura di governo, l'assenza di una qualsiasi volonta' di andare nella direzione da noi auspicata da parte della coalizione del "Popolo delle Liberta'". Tante volte ci siamo detti, giustamente, che la rottura della solidarieta' della coalizione di centrosinistra, pervicacemente ed in modo autolesionistico, operata dal PD di Veltroni alle scorse elezioni politiche ci dava la possibilita' di compiere le nostre scelte, specie a livello locale, in assoluta liberta', senza schemi preconcetti ed esaminando le situazioni volta per volta, caso per caso. Proprio per questo il coacervo di interessi che, sperimentati nei Comuni che amministrano, costituiscono l'unico vero collante della coalizione di centrodestra, l'assenza di una qualsiasi, reale, apertura ad esperienze civiche che potessero provenire da aree politiche diverse da quelle dominanti nel centrodestra stesso, l'essere, gia' in partenza, non "ondivaghi" verso i cosidetti "poteri forti", di cui prima parlavamo in modo critico, ma, addirittura, strutturalmente diretti dagli stessi, per concludere anche con il mero antagonismo personale al Presidente su cui stanno basando il tentativo di alleanza con l'UdC, rendono impossibile l'allenza con "LOR SIGNORI" e ci portano a formulare, al Direttivo Provinciale una proposta che guarda, tra luci ed ombre, alla nostra realta' provinciale e non a "collocazioni" politicamente pregiudiziali. Certo i socialisti sono una forza di sinistra ed in tutta Europa, per la quale voteremo lo stesso giorno delle Provinciali, sono, addirittura, LA sinistra. Questa premessa non puo' essere completamente dimenticata ma LA PROPOSTA, CHE SOTTOPONIAMO AL DIRETTIVO, DI PARTECIPARE, COME PARTITO SOCIALISTA, A LIVELLO PROVINCIALE, ALLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA, SI BASA ESSENZIALMENTE SULL'ANALISI CHE QUI ABBIAMO SVILUPPATO GUARDANDO AGLI INTERESSI DELLA COLLETTIVITA' MACERATESE ED ALLE SUE PROSPETTIVE DI SVILUPPO FUTURO. La volonta' di superare tutte le criticita' che abbiamo evidenziato nell'attivita' della Giunta Provinciale in questi ultimi 5 anni diventano, naturalmente, la base del nostro confronto politico con le altre forze di centrosinistra e, soprattutto, la condizione di chiarezza, necessaria e preventiva, per dare il nostro "via libera" alla riproposizione del Presidente uscente, Giulio Silenzi. A cio' uniamo l'accoglimento, perlomeno sostanziale, delle PRIORITA' PROGRAMMATICHE che abbiamo individuato per la prossima legislatura e che alleghiamo al presente documento, quale parte integrante dello stesso. Identico criterio di valutazione delle singole SPECIFICITA' LOCALI PROPONIAMO CHE DEBBA ESSERE ALLA BASE DELLE SCELTE NEI COMUNI, TUTTI INFERIORI A 15 MILA ABITANTI, DOVE SARANNO RINNOVATI I CONSIGLI COMUNALI. Tali scelte vengono delegate alle realta' territoriali del Partito auspicando un quadro il piu' possibile omogeneo alla linea politica provinciale.
2)*CONVOCAZIONE DELLA PRIMA CONFERENZA PROGRAMMATICA DEL PARTITO SOCIALISTA DELLA PROVINCIA DI MACERATA* Qualora approvate, le stesse PRIORITA' PROGRAMMATICHE saranno alla base del pubblico approfondimento che organizzeremo con LA CONFERENZA PROGRAMMATICA CHE PROPONIAMO DI CONVOCARE PER LA SECONDA META' DI FEBBRAIO ED ALLA QUALE INVITEREMO SIA IL SEGRETARIO NAZIONALE, COMPAGNO ON.RICCARDO NENCINI, E SIA IL COMPAGNO ON.ALESSANDRO BATTILOCCHIO.
3)*SIMBOLO ELETTORALE E CRITERI INDIVIDUAZIONE DELLE CANDIDATURE* In logica continuita' con l'azione politica portata avanti in questi ultimi anni a livello provinciale PROPONIAMO CHE LA LISTA DEL PARTITO SOCIALISTA SIA APERTA, ANCHE CON APPOSITO RICHIAMO NEL SIMBOLO CHE SARA' COMUNQUE, DI BASE, SIMILE A QUELLO CHE VERRA' UTILIZZATO, A LIVELLO NAZIONALE, PER LE ELEZIONI EUROPEE, A CANDIDATURE CHE SIANO CHIARA ESPRESSIONE TUTTA L'AREA, POLITICO-CULTURALE, LAICA, LIBERALE E RADICALE. Facciamo, inoltre, completamente nostro L'APPELLO ALLA SINISTRA formulato, a livello nazionale, dal Segretario Nencini, ed opereremo, anche per la lista provinciale, in quella direzione. Un cenno conclusivo merita il rapporto, SANCITO A LIVELLO NAZIONALE, con il Movimento Liberal SGARBI. Vittorio Sgarbi, ISCRITTO DA QUEST'ANNO AL PS, ha iniziato la sua attivita' politico-amministrativa candidandosi, nel 1990, ed essendo ELETTO SINDACO, NELLE LISTE DEL PSI E NEL COMUNE DI SAN SEVERINO MARCHE. Questo fatto lo ha portato ad avere un rapporto da allora continuo con il nostro territorio provinciale. Per questo riteniamo utile sottoporre al Direttivo la proposta di INVITARE VITTORIO SGARBI A CANDIDARSI, NELLA LISTA SOCIALISTA, IN UNO O PIU' COLLEGI DELLA PROVINCIA DI MACERATA.

*ESECUTIVO PROVINCIALE PS MACERATA*


Documento del Coordinamento Cittadino
Partito Socialista Macerata



Venerdi 23 Gennaio u.s. si e' svolta la riunione del Coordinamento Cittadino del PS di Macerata presente il Capogruppo in Consiglio Comunale, Federico Valori, e la Segreteria Provinciale del Partito,nelle persone di Ivo Costamagna, Luca Cabascia e Riccardo Morelli.
La riunione e' stata convocata per assumere una posizione in relazione alla vicenda politico - amministrativa del Comune di Macerata ed alla richiesta, avanzata dal Partito Socialista, di tornare ad avere un proprio rappresentante all'interno della Giunta come previsto dagli accordi firmati in occasione delle ultime elezioni amministrative. Dopo un approfondito dibattito che ha fatto seguito alle relazioni introduttive del Coordinatore Cittadino, Fernando De Stephanis, e del Segretario Provinciale, Ivo Costamagna, ed in cui sono intervenuti: Pace, Tulli, Patrassi, Campagnoli, Milazzo, Cerasi, Zazzetta, Bravi e Valori, si e' deciso, con voto unanime, quanto segue:

1) il senso di responsabilita' dei socialisti non puo' essere scambiato per debolezza. La fuoriuscita di alcuni esponenti, verso il PD, ha creato dei problemi ma il Partito Socialista li sta superando riorganizzandosi attraverso tutta una serie di nuove adesioni che sono particolarmente importanti ed incoraggianti se unite alla conferma della loro iscrizione al PS di gran parte dei militanti "storici" ed al rafforzarsi del rapporto, divenuto organico, con l'intero mondo radicale. La presenza una forza Liberalsocialista dovrebbe essere considerata una risorsa, anche elettorale, da parte di tutto il centrosinistra maceratese. Da qui nasce la richiesta di una visibilita' reale per i socialisti come, tra l'altro, previsto dagli accordi pre-elettorali e, soprattutto, come riconosciuto legittimo, senza alcuna esitazione, dal Sindaco Meschini nell'incontro di meta' Dicembre con una delegazione ufficiale del PS, composta da Costamagna, De Stephanis e Valori. Va dato atto al Sindaco che, in quell'incontro, oltre all'aver definito legittima la richiesta socialista, ha ritenuto, in seguito a cio', fisiologico che la sostituzione doveva avvenire con chi, l'assessore Di Pietro, era stato inserito in Giunta in rappresentanza dei Socialisti. Al tal fine ha richiesto una terna di nominativi su cui operare la scelta del nuovo assessore;
2)
l'intervento, quasi pregiudiziale, di alcuni partiti maceratesi, oltre a dimostrare la loro miopia politica, non deve, pero', produrre altri guasti che, aldila' delle decisioni del gruppo dirigente, inizierebbero con la, comprensibile, reazione degli elettori socialisti, a partire dalle prossime elezioni amministrative. Ipotesi di... rimpasti piu' ampi non interessano i Socialisti che tornano, quindi, a richiedere al Sindaco, loro unico interlocutore istituzionale in questa fase, la risoluzione preventiva dell'impegno assunto di GARANTIRE UNA LEGITTIMA PRESENZA SOCIALISTA ALL'INTERNO DELLA GIUNTA COMUNALE;
3) a tal fine, come concordato, e' stato deciso di presentare al Sindaco, subito dopo la riunione del Direttivo Provinciale PS di Giovedi' 29 Gennaio, una TERNA DI NOMINATIVI per la scelta dell'assessore socialista. Il Coordinamento Cittadino PS ha individuato e proposto, con voto unanime, tale terna nelle persone dell'Avv. FEDERICO VALORI, dell'Avv. GIAN LUIGI PACE e del Dott.ADELIO BRAVI.

Macerata, li 27/1/2009


Fernando De Stephanis (Coordinatore Cittadino PS)

Ivo Costamagna (Segretario Provinciale PS)
Federico Valori (Capogruppo PS Consiglio Comunale Macerata)



sabato 24 gennaio 2009

CONSIGLIO NAZIONALE: NENCINI
*ABBATTEREMO IL PATTO DEL MINOTAURO*

Il parlamentino del partito ha approvato lo Statuto

24/01/2009 - Esiste un gran connubio tra maggioranza e opposizione. Ma è un fatto che non ha precedenti nelle sue modalità, perché questo 'patto del Minotauro', questa alimentazione assistita del Partito Democratico da parte del Pdl non avviene per dare risposte alla grave crisi economica ed istituzionale del paese, bensì perché chi sta al governo ha deciso di scegliersi il più conveniente competitore possibile dentro l'opposizione". Lo ha affermato il segretario del Partito, Riccardo Nencini, affrontando il tema della possibile riforma elettorale europea nel passaggio della relazione con cui ha aperto i lavori del C.N. "L'accordo tra Pdl e Partito Democratico - ha aggiunto - si è realizzato anche su Federalismo, Rai, Regolamenti per velocizzare il Parlamento, Lesioni costituzionali sul caso Villari, contribuendo ad aggravare la crisi di un sistema democratico che attua ormai riforme per decreto legge". Davanti a questo stato di cose, ha proseguito il segretario , che ha ricordato di aver già chiesto un nuovo incontro con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e aver saldato l'intesa con i partiti non presenti in Parlamento, attraverso il 'Comitato per la Democrazia', "ci prepariamo alle primarie delle idee per radicarci sul territorio in vista delle amministrative". "Riempiremo le grandi città con i manifesti del Socialismo Europeo - ha concluso Nencini - e terremo entro aprile una grande Conferenza Programmatica dei socialisti riformisti. Sul piano elettorale ci presenteremo con il nostro simbolo e con le nostre liste, mentre sul piano della battaglia politica quotidiana ci batteremo per abbattere il Minotauro metà Pd metà Pdl con tutti i partiti che vorranno unirsi a noi. Ma - ha poi aggiunto il segretario - a conclusione della sua relazione in Cn - approviamo noi oggi l'odg Follini in materia di rapporti con Di Pietro, che è lontano dai disegni riformisti per il suo giustizialismo e per il suo radicalismo ideologico e saremo a sinistra con la nostra autonomia lavorando a un'alleanza tra riformisti dentro e fuori del Parlamento. Ma se la legge elettorale sarà modificata interverremo pesantemente sul piano giuridico e su quello degli accordi politici nelle amministrazioni locali".

Il Consiglio Nazionale si è concluso con l'approvazione all'unanimità della relazione di Riccardo Nencini e con l'approvazione dello Statuto del partito.
BETTINO CRAXI. BOBO:
LE VICENDE DI OGGI CI CONSEGNANO
INTATTE LE SUE PREVISIONI
Nencini: innovazione e sfida riformista la sua eredità

24/01/2009 - Merito e bisogni, Grande Riforma, attenzione alla piccola e media impresa restano centrali anche in questa Italia. Non c' è che da raccogliere il senso vero della eredità politica di Craxi: l' innovazione e la sfida riformista. Ingredienti che mancano alla sinistra italiana per essere competitiva e costituire un blocco credibile alternativo al centro destra'. E' stato questo il filo conduttore dell' intervento di Riccardo Nencini, segretario del Ps, alla commemorazione di Bettino Craxi, svoltasi all'inizio dei lavori del CN del partito, a pochi giorni dal nono anniversario della sua scomparsa. Nel corso dell'iniziativa è stato mostrato un video in gran parte inedito, "Craxi Il Socialista", il cui montaggio è stato curato da Bobo Craxi. "Le vicende di oggi ci consegnano tutte intatte - ha detto Bobo ricordando il padre e il politico in un intervento commovente - le previsioni e gli ammonimenti di Bettino Craxi sulla natura politica delle indagini dell'epoca e di quelle che le seguirono, sull'incapacità di rinnovamento di un sistema politico che avrebbe finito per generare illusioni 'noviste' e proporre nuovi modelli di riferimento e nuovi eroi che, guarda caso, calcano ancora la scena quotidiana della politica italiana, anzi ne sono protagonisti".
“Nel ricordare Bettino Craxi, voglio ricordare che noi fummo ‘craxiani’ perché socialisti e non il contrario”.
Con queste parole Pia Locatelli, presidente del CN del, ha aperta questa mattina la commemorazione di Bettino Craxi per il nono anniversario della sua morte.
“L’idea che il Partito socialista fosse il partito di Craxi, e non dei socialisti e delle socialiste – ha proseguito Locatelli - sarebbe parsa strana soprattutto a Bettino. Chi sostiene di essere ‘craxiano’ senza essere più socialista propone un’idea della vicenda socialista degli anni ’80 implausibile, legata al ruolo demiurgico di un leader svincolato dalla vicenda collettiva di cui ha fatto parte. Un sofisma per giustificare carriere e collocazioni, per lo più nel centrodestra, che non hanno giustificazione alcuna con la nostra storia.
Fu anche, il Psi ha detto ancora la Presidente dell'IS donne - un potente anticorpo contro certe tendenze moderate e persino reazionarie che paradossalmente nascevano proprio dalla cultura comunista, attraverso le vicende del compromesso storico, della legislazione di emergenza, del rifiuto dell’alternanza di governo. Fummo socialisti, europei, garantisti, moderni. Fummo e siamo socialisti.

Dal Consiglio Nazionale,
Francesco, Ivo & C.


Una buona relazione di Nencini, un bel dibattito, al termine del quale e' stata approvata, con voto unanime, sia LA RELAZIONE - DOCUMENTO POLITICO e sia lo STATUTO NAZIONALE DEL PARTITO SOCIALISTA A CUI ABBIAMO DATO, CON ORGOGLIO, IL NOSTRO VOTO FAVOREVOLE.
L 'andamento del dibattito, a partire dal POSSIBILE SBARRAMENTO DEL 4% ALLE ELEZIONI EUROPEE, lo relazioneremo durante la riunione del DIRETTIVO PROVINCIALE di GIOVEDI' 29 GENNAIO a cui invitiamo i compagni a partecipare essendo questo un momento molto difficile per il Partito Socialista.


Roma, li 24 Gennaio 2009

Ivo Costamagna
(Consiglio Nazionale PS - Segretario Provinciale PS Macerata)
Francesco Acquaroli
(Consiglio Nazionale PS - Capogruppo PS Provicia di Macerata)

DOCUMENTO PER IL CONSIGLIO NAZIONALE
DEL PARTITO SOCIALISTA


TRA I FIRMATARI, ANCHE I NOSTRI CONSIGLIERI NAZIONALI DELLA FEDERAZIONE PROVINCIALE PS - MC.


24/01/2009 - L’Italia è un Paese in crisi; le distanze economiche e sociali aumentano progressivamente tra la popolazione; se fino a qualche anno fa si poteva parlare della società dei 2/3 – con il restante terzo escluso completamente dalle dinamiche sociali, economiche e produttive – ora la proporzione si è invertita e la società nella quale viviamo è diventata quella dei 2/3 esclusi. Questa fascia di popolazione è violentata dal dramma della precarietà, dell’espulsione dal lavoro in età ancora pienamente attiva e dall’indifferenza del governo per i più elementari diritti sociali: il diritto, appunto, al lavoro, alla casa, alla salute. La totale assenza di mobilità sociale costringe questi cittadini ai margini dei processi decisionali, spettatori inermi - per ora - dei continui fallimenti di una classe politica più adatta all’avanspettacolo che a governare un Paese che si voglia definire civile. Il problema della casta non riguarda solo la politica. Caste e consorterie di ogni tipo negano di fatto le aspirazioni e le opportunità di coloro che si affacciano al mondo del lavoro dopo anni di studi. Nessuno ha più avuto il coraggio e la fantasia per tornare all’orizzonte riformista delineato più di 25 anni fa, quando i socialisti a Rimini individuarono nell’alleanza riformatrice tra il merito ed il bisogno la strada maestra per il rilancio del sistema Paese.

Abbiamo la classe dirigente più vecchia d’Europa, sia anagraficamente che per permanenza sulla scena politica. La sconfitta, le sconfitte politiche non rappresentano – solo in Italia - un buon motivo per lasciare ad altri la responsabilità di direzione politica.
Intanto, la corruzione e il malaffare dilagano, portando alla luce fenomeni rispetto a cui gli avvenimenti degli anni ’90 rischiano di impallidire.

Tutto questo ha molte ragioni.
Una ci sentiamo di affermarla, senza tentennamenti né infingimenti:
in Italia manca una forte sinistra di governo, che si faccia carico di difendere gli interessi dei più deboli e dei meno garantiti; che si faccia carico di difendere le ragioni dell’intervento dello Stato in economia, nella erogazione dei servizi pubblici essenziali, dalla sanità, alla scuola; che garantisca la libera concorrenza e l’apertura dei mercati ma allo stesso tempo e prioritariamente tuteli i diritti del cittadino consumatore.
Oggi non è più possibile continuare a sostenere che una mano invisibile coordinerà le esigenze economiche con il benessere sociale, perché la realtà ha dimostrato che la mano invisibile del mercato necessita della mano ben visibile dello Stato, garante e salvaguardia non solo della stabilità economica, ma anche della giustizia sociale.

Una sinistra che non abbia il timore di scontrarsi con le gerarchie ecclesiastiche per affermare il principio della libertà di ricerca, il principio del rispetto e della tutela dei diritti delle coppie di fatto, il principio della laicità dello Stato, che non è parola vuota, ma è il fondamento stesso di tutti i diritti, e la garanzia di rispetto e accoglienza di qualsivoglia opinione, culto, esperienza.

C’è bisogno dunque di una sinistra che proponga non solo una diversa prospettiva di sviluppo ma più in generale un’offerta di società alternativa all’attuale. Dove i valori materiali non siano anteposti ad altri valori quali per esempio la tutela dell’ambiente o della vita stessa, troppo spesso – in modo drammatico ed insopportabile per le nostre coscienze - messa in pericolo sui luoghi di lavoro da chi subordina la sicurezza dei lavoratori al proprio profitto.

Una moderna sinistra di governo non può che essere espressione di una sinistra larga, dove possano trovarsi e ritrovarsi sia i socialisti provenienti dalle due esperienze fondamentali della sinistra storica, che le moderne espressioni della sinistra ambientalista.

Una Sinistra ampia ed inclusiva che si riconosca formalmente e sostanzialmente nel Partito del Socialismo Europeo (PSE), sotto il cui simbolo debba presentarsi unita sin dalle prossime elezioni europee.

Per far questo occorre che in tutte le formazioni che intendono collaborare al rinnovamento ed alla riorganizzazione della sinistra si abbandonino una volta per tutte atteggiamenti di supremazia e di supposta centralità della propria organizzazione rispetto alle altre.
In tal senso va letto l’appello di Riccardo Nencini, adottato dalla segreteria nazionale il 7 gennaio.
Un documento che, se promosso con decisione nei confronti degli altri partiti e movimenti della sinistra, avrebbe enormi potenzialità.
L’appello presenta però un fattore di debolezza, che consiste nel proiettare questa ipotesi di coalizione solo nel breve termine. Le elezioni europee sono l'appuntamento fondamentale; è proprio per questo che la coalizione che si prospetta deve necessariamente avere delle ricadute anche sul piano locale. Ciò vuol dire che in occasione delle amministrative che si svolgeranno negli stessi giorni delle europee, sarà necessario presentare - almeno nelle realtà più significative - liste analoghe a quella che verrà presentata per le europee.
Pensare alle elezioni europee esclusivamente come occasione per avere rappresentanti italiani nel PSE è francamente riduttivo e di ben scarso interesse.
Obiettivamente avere ben 4 parlamentari europei non pare abbia in alcun modo inciso sulle "meravigliose sorti e progressive" del socialismo italiano.

La coalizione può e deve diventare il fattore decisivo nella riorganizzazione della sinistra.
Di fronte a noi c'è un bivio.
Da un lato, far rimanere l’appello una semplice dichiarazione di principio e ritenere che la strada da percorrere sia quella di privilegiare – anche in virtù dell’attuale sistema elettorale – la centralità del PS – peraltro tutta da dimostrare – e procedere in direzione della difesa assolutista della identità.
Dall'altro c'è l'assunzione di una responsabilità più impegnativa.
Farsi carico non dell'attuale 0,9 del PS ma del bacino di voti, attuali e potenziali, della sinistra, di una sinistra che aspira ad essere forza di governo, socialista e riformista.
“Tutti i socialisti insieme” non è solo uno slogan: è l’unica, a nostro avviso irrinunciabile e definitiva, possibilità di offrire a questo Paese la chanche, come disse – forse incautamente – qualcuno, di essere finalmente un “Paese normale”.
Tutti i socialisti insieme, perché ha ragione Macaluso quando afferma che un partito, un movimento socialista o è di massa o non è, non esiste!
Per far questo è doveroso uno slancio di generosità che nella storia recente della sinistra non si è mai esplicitato.
E' necessario quindi, porre in questa risoluzione tutta la determinazione e la disponibilità, senza alcuna riserva mentale, e che gli altri compagni della sinistra non antagonista e non tenacemente comunista, ci mettano altrettanta buona volontà.
Ci rivolgiamo, quindi, ai compagni di Sinistra Democratica, ai compagni – come Vendola, Migliore, Giordano - che ritengono ormai Rifondazione Comunista uno strumento non più adeguato per affrontare le sfide che i cambiamenti sociali, economici, culturali pongono alla sinistra ed a chi vuole essere socialista nel XXI° secolo, ai compagni della sinistra ambientalista.
Dobbiamo stare insieme, ragionare insieme, ricostruire insieme la sinistra italiana che vuole candidarsi alla guida del Paese. A partire dalle prossime elezioni europee, che devono rappresentare – però – la prima tappa di questo processo di ricomposizione.
Non dobbiamo, inoltre, dimenticare che i nostri interlocutori – presenti e soprattutto futuri – sono anche nel PD. Sono i compagni che non si rassegnano a perdere la propria identità di socialisti in un contenitore indistinto quale è il PD, un partito senza anima, senza riferimenti politici e culturali condivisi al proprio interno, e senza alcun rapporto organico con chi rappresenta le forze riformatrici a livello europeo, vale a dire il PSE.
A questi compagni dobbiamo lanciare un forte segnale di unità, di unità politica e di unità di intenti. Dobbiamo dir loro, dimostrandolo con i fatti, che la sinistra italiana non si rassegna ad un inesorabile declino ma è in grado di trovare al proprio interno la forza e le motivazioni per rinnovarsi.

Dobbiamo perseguire l'obiettivo con coerenza e tenacia. Fino all'ultimo secondo utile. Nella consapevolezza che rinunce, anche dolorose, nell’ eroica difesa delle identità possono essere il viatico necessario e forse imprevedibile per la riorganizzazione della sinistra.
Di una sinistra che trovi, ovviamente, nel movimento socialista europeo il suo chiaro e indiscutibile ancoraggio politico, culturale ed ideale.

venerdì 23 gennaio 2009

RIFORMA ELETTORALE.
COMUNICATO DEL COMITATO PER LA DEMOCRAZIA

23/01/2009 - Il Comitato per la democrazia, alla luce della notizia diffusa secondo la quale sarebbe stato sancito un accordo tra Pd e Pdl per riformare la legge elettorale delle Europee, introducendo uno sbarramento al 4%, manifesta stupore e sconcerto. Il fatto che a tre mesi dall’inizio della campagna elettorale, quando già le forze politiche hanno cominciato la raccolta delle firme per la presentazione delle liste, così come previsto dall’attuale normativa, prenda corpo la tentazione di por mano a rivedere sostanzialmente la legge elettorale, non può che suscitare forte preoccupazione e ferma protesta. Piegare la legge elettorale all’interesse dei due partiti maggiori e soprattutto alla necessità del Pd di porre un freno alla caduta di consenso registrata nel Paese, altro non è che attentare alle regole di una civile convivenza democratica nel rispetto delle idee e delle posizioni di tutti. Uno sbarramento elettorale al 4%, che è il doppio rispetto a quello previsto per le liste apparentate alle elezioni politiche, non ha ragione di essere nel contesto europeo, dove le singole identità vanno a rappresentare storie e tradizioni politiche e non a formare un esecutivo, e non sono perciò passibili nemmeno delle assurde critiche rivolte durante la recente campagna elettorale, di “voto inutile” ai fini degli equilibri di governo. Qualora la notizia del tentativo di un colpo di mano dell’ultima ora sulla legge elettorale fosse confermata il Comitato per la democrazia annuncia fin d’ora che penserà a produrre forme di protesta e azioni politiche clamorose.


Mauro Del Bue (Partito socialista) Franco Russo (Rifondazione comunista) Carlo Leoni (Sinistra democratica) Paola Balducci (Verdi) Pino Quartana (Partito d’azione) Nicola Cariglia (Comitato dei 101) Mimmo Magistro (Psdi) Clemente Mastella (Udeur) Stefano De Luca (Pli)