sabato 31 gennaio 2009

IL SILENZIO È UN COMPORTAMENTO MAFIOSO


Antonio Di Pietrodi Anna Germoni*

31/01/2009 - In passato i presidenti della Repubblica sono stati accusati di golpismo (Segni), stragismo (Saragat), corruzione (Leone), attentato alla Costituzione (Cossiga), parzialità politica (Scalfaro). Criticare il capo dello Stato, dunque, è possibile. Basta volerlo. E Di Pietro l’ha voluto. E’ dubbio che abbia inteso accostare il nome di Napolitano a quello della mafia, mentre è certo che l’abbia accusato di essere “poco arbitro” e molto sbilanciato verso il governo. Insinuazione coerente con quanto sostenuto in novembre da Beppe Grillo, l’altra faccia del dipietrismo. La novità non è nell’attacco al Quirinale, ma nei suoi effetti. Era già tutto calcolato. Di Pietro si prenderà una denuncia per l’ipotesi di vilipendio al capo dello Stato (art. 278 del codice penale), ci sarà un fuggi fuggi di qualche colonnello ma essendo un populista, Di Pietro non potrà che scegliere i militanti. Anche perché quanto più si dimostrerà politicamente scorretto tanto più sottrarrà voti al Pd. E lui da buon giustizialista vuole questo. In un’intervista all’Unità l’ex simbolo di Mani Pulite ha dichiarato: “Questa è L’Italia dei valori e guai a chi prova a giocare con le mie parole”. “Il silenzio è un comportamento mafioso”, ha detto Di Pietro in piazza Farnese “e lo ribadisco, ma non tiriamo per la giacchetta il Presidente della Repubblica. Io non ho offeso Napoletano bensì ho ritenuto il sacrosanto appello dell’Associazione vittime di mafia che vedono con dolore e preoccupazione il silenzio che c’è nella lotta alla mafia”. Di Pietro, non solo sta corrodendo i voti all’interno del Pd, ma usa l’antimafia come suo slogan elettorale e come cartina tornasole acchiappavoti dell’Italia dei valori. Poco importa se alcuni suoi colonnelli decideranno di andarsene. Ha già calcolato tutto, ne fagociterà altri. In fondo sappiamo tutti che il 6 e 7 giugno prossimi ci sarà l’election day: europee e amministrative insieme. E l’Idv non è immune da questa data. Quindi il discorso a Piazza Farnese era autentico o finalizzato a cogliere nella rete da pesca qualche voto? Il professionista dell’antimafia non dovrebbe cadere nel tranello…a meno che non sogni di combattere la mafia dalla poltrone di rue Wiertz a Bruxelles. Ma c’è una tegola in agguato: lo sbarramento al parlamento europeo del 4 %. E questo Di Pietro lo sa bene per questo si è rimboccato le maniche.

IMG PRESS*


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