mercoledì 28 gennaio 2009

Sinistra, non distruggiamo il poco che resta


Felice Besostri* - 26 gennaio 2009 - www.aprileonline.info

Il bipartitismo non può nascere con le stampelle di una legge elettorale fatta su misura perchè il PDL vinca e il PD si mantenga artificialmente in vita. Ora in questa fase difficile che i democratici stanno attraversando, le forze d'opposizione che si riconoscono nel socialismo europeo devono dare una risposta unitaria.

Insegno all'Università Diritto Pubblico Comparato e conosco un solo esempio analogo a quello della ventilata riforma della legge elettorale per le europee. I militari brasiliani, dopo un golpe che diede vita ad una sostanziale dittatura, per darsi una parvenza di democraticità, decretarono per legge l'esistenza di due soli partiti l'ARENA (Alleanza per il Rinnovamento Nazionale) governativo di maggioranza e lo MDB (Movimento Democratico Brasiliano) minoritario di opposizione. Le elezioni si facevano ma la minoranza non poteva vincerle.

Se nell'imminenza delle elezioni si dovesse approvare la riforma elettorale trattata sottobanco da PD e PDL, tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità a cominciare da D'Alema e da chi si definisce di sinistra o a sinistra nel PD, fino al Presidente della Repubblica, Napolitano, che non dovrà stupirsi se sarà investito in prima persona dalle polemiche, altro che tirato per la giacchetta!

Il bipartitismo non può nascere con le stampelle di una legge elettorale fatta su misura per il PDL per vincere e per il PD per mantenersi artificialmente in vita.

La progressiva paralisi involutiva del PD apre obiettivi e spazi politici, ma non facciamoci illusioni perché gli spazi se non ci sono forze soggettivamente in grado di occuparli diventano vuoti che ingoiano tutti.

Lo abbiamo già sperimentato alla nascita del PD: lo spazio lasciato libero a sinistra non è stato occupato, anzi c'è stata la grave sconfitta della Sinistra Arcobaleno (e la Costituente Socialista non è decollata).

Ora nella fase preagonica del PD, se non si riesce a dare una risposta unitaria di tutte le forze che si riconoscono nel socialismo europeo- come richiesto da iniziative di base del tipo degli appelli di Volpedo e della Garbatella o dal manifesto Salvi-Tamburrano-, c'è il rischio che quel poco che è rimasto a sinistra sia ingoiato da un buco nero.

Una settimana fa si è votato nel Land dell'Assia e da quanto è successo dobbiamo trarre delle lezioni, pur tenendo conto delle differenze del sistema politico ed elettorale tedesco ed italiano. La SPD ha perso un quarto dei suoi voti, che non sono stati assorbiti dalla Linke, che ha perso voti in assoluto: gli astenuti in più, rispetto al 2008, sono soprattutto della Linke. In Germania non c'è alternativa a sinistra della SPD, ma la SPD non è più un'alternativa credibile alla CDU.

Lo stesso sta avvenendo in Italia, se non si riesce a ricostituire e rinnovare una sinistra socialista ed europeista: la sinistra esistente non è alternativa al PD ed il PD non è, non può e, neppure, vuole essere alternativa al PDL, il suo interessato rianimatore.

Chi è all'opposizione e non è alternativa oggi, non potrà mai diventare maggioranza domani.

Intervento tenuto al Consiglio Nazionale del PS, organizzato a Roma il 24 gennaio*



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