martedì 30 dicembre 2008

Regione Marche. Rocchi nominato Assessore Regionale.


www.sdiancona.it - 30/12/2008

Lidio RocchiANCONA. "Lidio Rocchi" è il nuovo Assessore Regionale del Partito Socialista. Con decreto del 30 dicembre 08 il Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca ha nominato tre nuovi assessori: Rocchi, Badiali, Benatti al posto degli uscenti Pistelli, Ascoli, Giaccaglia. A Rocchi sono state assegnate le seguenti deleghe: viabilità, porti ed aeroporti, governo del territorio, e in collaborazione con l’Assessore Donati impianti e infrastrutture sportive. “Per me un ritorno in Giunta – afferma Rocchi – Do atto che anche se in ritardo, il presidente ha posto fine ad una situazione che per il PS era precaria. L’Assessorato ci consente di dare visibilità al nostro partito”. La nomina ad assessore regionale rappresenta il riconoscimento per i 5.100 voti di preferenza ottenuti nelle ultime elezioni regionali. Ora toccherà al Consigliere Regionale "Antonio D’Isidoro" ricoprire l’importante ruolo di capogruppo del PS in seno al Consiglio Regionale.



lunedì 29 dicembre 2008

RICCARDO NENCINI: APELLO ALLA SINISTRA



29/12/2008 - “Mi rivolgo a quanti – circoli, associazioni, fondazioni, partiti della sinistra non antagonista e non comunista -, condividono il Manifesto del Partito del Socialismo Europeo approvato a Madrid il 1 dicembre scorso perché si metta fine a divisioni nocive per la presenza in Italia di una sinistra riformista fondata sui valori del merito, della inclusione, del rigore, della libertà”. Inizia così la lettera- appello del segretario del Partito Socialista, Riccardo Nencini, in vista delle elezioni europee del giugno 2009. “Mi rivolgo - prosegue l’appello - a quanti ritengono colpevole non agire per definire un progetto della sinistra del futuro i cui eletti al Parlamento Europeo siedano accanto ai rappresentanti laburisti, socialisti e socialdemocratici. Mi rivolgo a quanti pensano che sia necessario rinunciare a parte della propria sovranità per concorrere alla costruzione di liste elettorali condivise nei cinque collegi elettorali italiani. Candidati che condividano un programma minimo per il governo dell’Europa in questo tempo di crisi e che, grazie alla loro scelta, riescano a favorire nuovi processi di aggregazione anche solo finalizzati a quella importante scadenza politica. Mi rivolgo a quanti ritengono possibile unire le forze sotto il simbolo del Socialismo Europeo per presentare un’unica lista alle elezioni europee del giugno 2009. Non singole bandiere, dunque, ma l’accettazione del Manifesto del PSE quale segno di laicità, innovazione, investimento sulle giovani generazioni, valorizzazione dell’ambiente, parità di genere, ruolo dell’Europa per costruire la pace nel mondo. I socialisti sono pronti a lavorare in questa direzione fino dai prossimi giorni. Per aiutare questo orientamento a compiersi, i socialisti – conclude l’appello di Nencini - avanzeranno richiesta al leader del PSE Rasmussen perché venga consentito l’uso del simbolo del Partito del Socialismo Europeo nelle circoscrizioni italiane nelle elezioni europee del prossimo giugno”.



PRECARI: NENCINI,
SINDACATI SUONANO COME DISCO ROTTO


29/12/2008 - "Risuonano come voci da un disco rotto le parole dei sindacati sul precariato''. Lo afferma, in una dichiarazione, il segretario del Partito socialista, Riccardo Nencini. ''All' improvviso, dopo le parole del Papa sul lavoro più dignitoso, sono passati – osserva il segretario socialista - da elencazioni di dati e denunce generiche, alla richiesta di confronti, apertura di tavoli e quant' altro. Ma – sottolinea Nencini - cosa hanno fatto finora di concreto? Da mesi stiamo raccogliendo firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare sulla tutela del lavoro precario e il sostegno all' occupazione stabile, al centro di una delle quattro campagne che il partito ha lanciato nel settembre scorso. Sono migliaia le firme raccolte ma di sindacalisti nemmeno l' ombra''. ''Anzi, se vogliamo dirla tutta, per esempio a proposito del settore scuola, nel contratto firmato alla chetichella presso l' Aran da Cisl, Uil, Gilda, - conclude Nencini - non ci sono parole sulla tutela dei precari: quando si dice voci da un disco rotto….''


Di Lello riforma giustizia, dalle parole ai fatti!


30/12/2008 - Dopo il tormentone estivo anche le vacanze natalizie sono contrassegnate dal dibattito sulla riforma della giustizia che rischia di trasformarsi in un tormentone: e' ora che dalle parole si passi ai fatti! Così Marco Di Lello, coordinatore della segreteria nazionale del Partito Socialista interviene sul dibattito sulla giustizia. Il 2 e 3 settembre il Ps, insieme all'Udc, , - continua Di Lello - organizzò una due giorni seminariale con tutti i protagonisti della Giustizia, politici, magistrati, avvocati, accademici, offrendo al Ministro Alfano una serie di proposte largamente condivise: dalla separazione delle carriere dei magistrati, all'accelerazione del procedimento civile, anche attraverso la riduzione della sospensione feriale dei termini alla responsabilità erariale e civile dei magistrati alla riforma della legge Gozzini. Sono proposte che da mesi attendono una risposta concreta dal Governo: si faccia subito la riforma andando incontro alle esigenze dei cittadini anzichè a quelle di chi governa, che sul punto e8 gie0 stato accontentato, o più in generale della classe politica. L'opposizione - conclude Di Lello - ha il dovere di dare il proprio contributo alla creazione di un nuovo sistema giudiziario autenticamente garantista che non faccia pagare ai cittadini le inefficienze della pubblica amministrazione.


La Giunta PD-PDL del Comune di Corridonia
ed il Partito Socialista


Comunicato stampa
della Federazione Provinciale
del Partito Socialista di Macerata.

L'intervento del Consigliere Regionale Francesco Massi, relativo alla situazione del Comune di Corridonia, puo' essere piu' o meno condivisibile nelle argomentazioni ma non e' accettabile che sia il PDL a... "lamentarsi".

Gli amici del centrodestra, che oggi rivendicano la pari dignità, la condivisione delle responsabilità, etc., dove stavano quando il Sindaco Calvigioni, nella formazione della Giunta, lasciava fuori due partiti politici, ed, in primo luogo, il Partito Socialista?

Dove stavano quando la Calvigioni usava il manuale Cancelli nella spartizione degli incarichi 3+1 al PD e 3+1 al PDL?

Che cosa hanno detto e fatto quando i problemi concreti rimanevano irrisolti e la comunicazione interna alla maggioranza e' praticamente inesistente?

Quale opportunita' di partecipazione l'Amministrazione Calvigioni da' ai Partiti esclusi dalla Giunta se nemmeno le riunioni di maggioranza sono di reale confronto, ma tutte... "preconfezionate"?

"Corridonia Insieme" e' nata come una lista civica, dove le appartenenze politiche dovevano essere messe da parte. Cosi' non è stato.

Il Sindaco puo' avere le sue simpatie politiche (PD?) ma non può piu' dire, anche alla luce dei riscontri giornalistici, che la sua è una lista civica.

A Corridonia, ormai e' chiaro a tutti, c'e' forse l'unica Giunta PD-PDL d'Italia (almeno in un Comune di 15.000 abitanti) con i socialisti ed altri partiti che vengono tenuti fuori, a questo punto occorre dirlo, per una chiara scelta politica.

Il mattatoio, la viabilità, il piano antenne, il disagio giovanile, i centri di aggregazione sociale, il recupero del centro storico, sono argomenti che necessitano di una urgente risposta risolutiva, rivedendo, se necessario, anche le posizioni fin qui assunte.

I Socialisti sono pronti a continuare a collaborare con quest'Amministrazione soltanto fino a quando ci saranno, almeno, condizioni praticabili e rispondenti alle linee programmatiche con cui ci si e' presentati alle Elezioni.

Il banco di prova sarà il prossimo Bilancio di Previsione.

In quel momento si valuteranno, proprio come dice Massi, attraverso le scelte prioritarie, la chiarezza nei rapporti ed una vera pari dignita' e visibilita' di TUTTE le forze politiche che hanno dato vita alla Lista Civica, se restare in maggioranza, dare l'appoggio esterno o passare all'opposizione. I socialisti lo faranno d'intesa con il loro Consigliere Comunale, Sandro Scipioni, tornando a porre, al tavolo provinciale del centrosinistra, il problema della necessaria chiarezza politica nel quinto Comune, per popolazione e non solo, dell'intera Provincia di Macerata.

Macerata, li 29/12/2008

Ivo Costamagna

(Segretario Provinciale PS Macerata)



domenica 28 dicembre 2008


IL PRESIDENTE SILENZI E' IN SINTONIA

CON I SENTIMENTI DELLA CIVITANOVA
"LAICA E CATTOLICA"
"SOCIALISTA E SOLIDALE"


di Ivo Costamagna*


Giulio Silenzi, con la sua dichiarazione al Corriere Adriatico in cui chiede al Sindaco di Civitanova di revocare l'ordinanza contro i mendicanti della nostra citta', compie un gesto che, come socialisti, riteniamo di grande importanza politica e, prima ancora, culturale. Lo fa', infatti, sulla base di argomentazioni che condividiamo e che dimostrano la sua sensibilita' personale ed istituzionale per una vicenda dove in molti, anche dall'opposizione, si sono limitati a... balbettare che i problemi erano "altri". Le condizioni di vita dei poveri non miglioreranno con la semplice revoca di quella ordinanza,e' sicuramente vero che occorrono interventi strutturali come i centri di accoglienza, le mense ed i dormitori per ridurre i fenomeni di emarginazione e le sacche di nuove poverta' sempre piu' evidenti a Civitanova. Il Presidente della Provincia ha, pero', il merito di non confondere le due questioni. Prima degli interventi di struttura va' rimossa un'ordinanza "razziale" che offende la storia migliore delle istituzioni democratiche di Civitanova unitamente a quella di tutte le culture, laiche e cattoliche, socialiste e liberali, che hannoconsentito lo sviluppo solidale della citta'. Silenzi lo dice con chiarezza, senza far "calcoli" sulla possibile impopolarita' di una posizione cosi' netta, parlando di "autoritarismo inconcludente", di "fini populistici" e di "decisioni coercitive e molto strumentali" diquell'atto del Sindaco Mobili, sapendo bene come la pseudocultura dominante e', oggi, purtroppo, quella dei "Sindaci Sceriffo" (di destra e di sinistra) e quella della... "Tolleranza Zero". Il Presidente della Provincia dimostra di essere consapevole che, pero', tutto cio' e' solo propaganda che non centra nulla con la VERA SICUREZZA DEI CITTADINI. Quello che piu' apprezziamo, come socialisti, e che Silenzi e' intervenuto, su questa vicenda, proprio mentre sta' per essere ufficialmente ricandidato, dalle forze politiche del Centrosinistra, alla Presidenza della Provincia e, quindi, all'inizio di una lunga campagna elettorale. Ci auguriamo che questo autorevole intervento serva a far riprendere un po' di... "coraggio" alle forze del Centrosinistra di Civitanova, non lasciando soli i Socialisti nella battaglia politica e, se indispensabile, legale (RICORSO AL TAR) PER LA REVOCA DI TALE ORDINANZA. Concludo con la stessa franchezza che ho avuto, con lui, nei momenti di dissenso e contrasto:
COMPLIMENTI, COMPAGNO SILENZI!

Civitanova M., li 28/12/2008
Segretario Provinciale PS Macerata
*


“UN'ORDINANZA DA REVOCARE”

http://www.corriereadriatico.it - 28/12/2008

“E' inconcepibile la decisione presa a Civitanova perché assunta da un ente che dovrebbe porsi i problemi degli ultimi Il provvedimento appare privo di qualunque efficacia”

Il presidente Silenzi contesta il provvedimento contro gli accattoni.


CIVITANOVA - Lontano dagli occhi, lontano dal fastidio. Ma il problema resta. L'ordinanza anti accattonaggio che vieta l'elemosina, pena una multa, torna al centro del dibattito. A nulla sono servite le richieste di revoca da parte del mondo cattolico, laico e del volontariato. L'appello, questa volta arriva dal Presidente della Provincia di Macerata, Giulio Silenzi. Appare sempre più assurda - spiega Silenzi - la scelta del comune di Civitanova Marche di colpire, con un ordinanza del Sindaco, particolarmente dura, i mendicanti. L'ordinanza, oltre che inaccettabile da un punto di vista umano, civile e culturale appare anche del tutto priva di efficacia. E' evidente che il problema esiste. Ma credo che occorre fare il massimo sforzo quotidiano di assistenza, prevenzione, informazione come è stato sollecitato dalle tante associazioni di volontariato che operano a Civitanova, creando le condizioni per ridurre il più possibile il fenomeno che, all'interno della crisi economica che viviamo, potrà manifestarsi in forma ancora più grave. Affrontare il problema, quindi, e non allontanarlo in una città carente di strutture. Nessuno - ha continuato Silenzi - può nascondere che a Civitanova mancano dei servizi sociali essenziali, come i centri di accoglienza, le mense, i dormitori, per ridurre e affrontare fenomeni di emarginazione come anche l'accattonaggio: è da lì che bisogna partire per riconoscere i diritti di tutte le persone e non da provvedimenti autoritari. E' inconcepibile quindi la decisione assunta a Civitanova perché assunta da un ente pubblico che dovrebbe porsi i problemi della sua città, dei bisogni degli ultimi. Solo un'autoritarismo inconcludente, per fini di populismo, fa finta di togliere i mendicanti dalle strade, magari, un domani, ipotizzando di rinchiuderli, per non appannare lo splendore delle vetrine, la carta patinata del benessere. Diverse sono state le proposte dal mondo del volontariato, tutte importanti e ragionevoli, a iniziare dal centro di accoglienza della Caritas per il quale dobbiamo trovare strumenti e finanziamenti affinchè venga attivato al più presto. Ma per iniziare ad affrontare serenamente e concretamente questi problemi - ha concluso Silenzi - mi sento di chiedere al Sindaco e alla sua giunta il ritiro dell'ordinanza che ha creato sconcerto e amarezza in tanti ambienti della città che, purtroppo, si è divisa, su di una questione che deve essere riservata esclusivamente alla solidarietà civile, religiosa e sociale, al sostegno pubblico e certamente non a decisioni coercitive e molto strumentali.

Paola Verolini



ELEZIONI SARDEGNA: NENCINI;
NO A CORSE SOLITARIE, NECESSARIA COLLEGIALITA'


28/12/2008 - ''La vicenda politica sarda ha assunto da tempo un profilo tale da non rendere stabile il quadro delle alleanze future. Lo scioglimento anticipato e la crisi economica richiedono il recupero della collegialità e un programma incentrato soprattutto sulle misure di sostegno a imprese e famiglie'' . Lo ha detto, parlando con i giornalisti a proposito delle prossime elezioni in Sardegna, il segretario del Partito socialista, Riccardo Nencini. Nencini ha anche sottolineato che ''corse solitarie e programmi personalizzati non sarebbero di nessuna utilità''.


sabato 27 dicembre 2008

IL PARTITO SOCIALISTA
SI ORGANIZZA
NELLA CITTA' DI MACERATA




macerata@partitosocialista-mc.it



Si e' svolta, nei giorni scorsi, una riunione con lo scopo di organizzare, anche nella citta' di Macerata, il Partito Socialista che, pur avendo il nome del piu' antico Partito italiano, e' nato, ufficialmente, solo nello scorso mese di Luglio, dopo il Primo Congresso Nazionale di Montecatini. Confluiscono nel PS vari "tronconi" della, ormai decennale, diaspora socialista a partire dallo SDI, al Nuovo PSI, a Socialismo e' Liberta', sino ai Circoli riuniti intorno all'Associazione per la Rosa nel Pugno ed al Movimento Liberal Sgarbi. Una fase si chiude: tanti si autodefiniscono "socialisti", a destra ed a sinistra, ma chi vuole esserlo davvero oggi ha lo strumento per farlo iscrivendosi e militando nel Partito Socialista, UNICO Partito italiano aderente all'Internazionale Socialista ed al Partito Socialista Europeo. Un'assemblea, quella di Macerata, partecipata da socialisti "storici" e da giovani che non erano mai stati iscritti al "vecchio" PSI e, dalla quale, sono scaturite alcune importanti decisioni politico-organizzative relative a questo periodo di transizione, sino al Congresso Cittadino. Si e' deciso, unanimente, di concentrare gli sforzi su alcune questioni prioritarie:1) Definizione della campagna di Tesseramento che scade il 31 DICEMBRE. Si coglie l'occasione per informare che chi volesse farlo puo' iscriversi, direttamente e personalmente, versando la quota di 30 (trenta) euro sul Conto Corrente Postale n.91345454 intestato a: PARTITO SOCIALISTA e specificando nella causale, oltre a - Quota Adesione 2008 - , i propri dati, completi di LUOGO E DATA DI NASCITA;2) Raccolta delle firme per 4 Proposte di Legge di iniziativa popolare (Elezione Assemblea Costituente, Norme per riduzione del precariato, Pacs e Norme per riduzione tariffe telefonia ed energia elettrica);3) Prosecuzione della consultazione di tutti gli iscritti per stabilire criteri oggettivi relativi alla formulazione della TERNA di nominativi da presentare al Sindaco Meschini per la nomina di un ASSESSORE espressione del Partito Socialista come concordato nell'incontro di Lunedi 22 Dicembre u.s. La presentazione della terna stessa avverra' dopo l'incontro con tutte le forze di maggioranza e nell'ambito di una manifestazione che sara' organizzata, entro meta' Gennaio, con la partecipazione del Coordinatore della Segreteria Nazionale PS, Marco Di Lello. Al termine della riunione sono stati eletti, con voto unanime, sia il COORDINATORE CITTADINO PS, nella persona di FERDINANDO DE STEPHANIS, e sia il COORDINAMENTO che e' cosi' composto: ADELIO BRAVI, CHIARA CAMPAGNOLI, SIMONE MENGHINI, GRAZIA MILAZZO, GIANLUIGI PACE, TIZIANO PATRASSI, PIERALBERTO TULLI, FEDERICO VALORI e FRANCO ZAZZETTA.
Macerata, li 27/12/2008

Ivo Costamagna
(Consiglio Nazionale PS e Segretario Provinciale Macerata)
Federico Valori
(Segreteria Regionale PS e Capogruppo Comune di Macerata)




TANGENTOPOLI 2 NON ESISTE !!!

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DI ANDREA PISAURO

Ci sono due almeno due motivi per i quali non ci si può aspettare molto, nè di buono nè di cattivo, dall’ondata di indagini che sta riguardando numerose amministrazioni locali, prevalentemente in mano ad esponenti del PD, sommariamente ribattezzata "tangentopoli due".

Il primo aspetto riguarda la debolezza della politica e dei politici oggetto delle indagini: al di là dei rilievi penali dei fatti in esame, le intercettazioni riguardanti gli appalti alla ditta Romeo a Napoli così come la vicenda Castello a Firenze, rivelano come siano molto più influenti gli imprenditori nelle scelte di interesse collettivo di quanto non lo siano i rappresentanti del popolo.

E’ un’ormai cronica debolezza di una classe politica distante anni luce da quella che nella Prima Repubblica esercitava le proprie prerogative di guida della comunità anche a costo di taglieggiare a forza di tangenti la comunità stessa.

Una politica che più che indignazione e rabbia verso gli abusi di potere commessi da chi al potere ci era arrivato per meriti propri genera nei cittadini frustrazione se non voglia di espatriare nel constatare come la classe politica sia palesemente inadeguata ai compiti che le competono.

Ma vi è un’altra, forse meno evidenziata, differenza tra i fatti di oggi e quelli di allora.

Ed è l’estrema debolezza anche dell’altro fronte dell’ormai quasi ventennale guerra tra politica e magistratura. I magistrati infatti non sembrano disporre della stessa capacità di allora di avere la meglio sul potere politico. Non dispongono più dell’appoggio incondizionato dei media e dell’opinione pubblica, come quando 16 anni fa le televisioni berlusconiane soffiavano sul fuoco del giustizialismo popolare. Soprattutto però, a differenza del biennio 1992-1994, gli manca una sponda forte e organizzata nel mondo politico. Il ruolo che esercitò il PDS in quegli anni, infatti, non sembra poter essere appannaggio del partito di Di Pietro, come dimostra la diffusione delle intercettazioni riguardanti il figlio Cristiano. Al contrario appare sempre più evidente come diverse frange della magistratura agiscano perseguendo disegni diversi e anche contrastanti. Sotto questa chiave di lettura si possono leggere la mortificante battaglia sul caso “De Magistris” tra le procure di Salerno e Catanzaro, situazione esemplare dell’ennesima guerra tra bande che sta contagiando progressivamente tutti i campi del vivere civile.

Ma con una magistratura divisa al suo interno non è pensabile riprodurre fino in fondo e con la medesima efficacia il meccanismo del tritacarne mediatico che ha annientato in due anni i partiti che avevano retto le sorti del governo della Repubblica per oltre 50 anni, e la mancanza di un riferimento politico chiaro che faccia da sponda in parlamento e dia uno sbocco politico ad una questione morale strumentalizzandola come allora ad uso e consumo di una parte non permetterà come allora di avere un'alternativa bella e pronta per sostituire i partiti di governo, a destra come a sinistra.

Al più potremo assistere, come già sta accadendo, ad una gigantesca confusione, in cui i fatti sfumano nel gossip e le accuse penalmente rilevanti poggiano su elementi approssimativi o del tutto inconsistenti, dando però conto della bassezza di una politica dedita alla distribuzione di favori ai propri e all’asservimento ai poteri forti, meno forti e anche debolucci che popolano la penisola.

Si illude dunque tanto chi ipotizza un nuovo stravolgimento del sistema politico così come chi intravedeva l’opportunità di rendere finalmente pan per focaccia 16 anni dopo al gruppo dirigente del PD. Ancora una volta la classe dirigente nel suo complesso (politica, magistratura, imprenditoria etc) si dimostrerà incapace di fornire risposte adeguate ad un paese ormai da tempo sfiduciato e attonito.

La strada da percorrere dunque resta sempre la stessa. La politica deve trovare il coraggio e le capacità di autoriformarsi. Per quanto riguarda il primo ci permettiamo di offrire ai leader dei vari partiti un suggerimento forse pure abusato da parte di un loro collega di un partito che ormai non c'è più:

Craxi - intervento alla camera '1993



Per quanto riguarda le seconde, facciamo un appello di parte, la nostra. Si terranno in primavera a Firenze delle elezioni primarie per la scelta del candidato del centrosinistra alla guida della provincia. Uno dei candidati si chiama Tommaso Ciuffoletti, forse il nome vi dice qualcosa. E’ il segretario provinciale del Partito Socialista fiorentino.

Per adesso ci limitiamo a darvi il link al suo blog.

Presto, molto presto, ne saprete di più.


venerdì 26 dicembre 2008

*VITTORIO SGARBI ATTACCA VELTRONI E DI PIETRO*


*E Sgarbi attacca Walter* "Troppo comodo, caro Veltroni, indignarsi solo dopo che la magistratura ha dato bollino verde a D'Alfonso. Solo io all'inizio ho avuto il coraggio di difenderlo. In politica essere pusillanimi non è una dote. Con questa vicenda Veltroni si dichiara del tutto inadeguato a fare il segretario del Pd: non può difenderli solo quando fa comodo. Non può dissociarsi da tutti i suoi dirigenti così come ha fatto in questi giorni. Un continuo atto di sfiducia rispetto alla sua classe dirigente. Rispetto a forme di prepotenza giudiziaria il suo silenzio, da capo di partito, è stato devastante. Provocatoriamente: mi candido io, che ho difeso D'Alfonso, a fare il segretario del Pd". Lo afferma Vittorio Sgarbi che così prosegue: "L'opposizione è stretta tra la pusillanimità di Veltroni e la prepotenza di Di Pietro che nei fatti si sta dimostrando, a familismo, peggio della peggiore Dc che lui contesta. Di Pietro è un grande "corruttore" perché ha distrutto i partiti. Almeno con Gava c'era un avvicendamento di generazioni, con Di Pietro c'é l'elezione del figlio. Quali valori porta in politica? Che senso ha candidare nelle proprie liste figlio e amanti e poi pretendere di fare la morale agli altri? Ci spieghi il senso di quelle candidature e del nome Italia dei Valori che ha dato al suo partito, conclude il neo iscritto Socialista Vittorio Sgarbi.


giovedì 25 dicembre 2008

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Partito Socialista - Federazione Provinciale di Macerata

mercoledì 24 dicembre 2008

LETTERA DI RICCARDO NENCINI A BENEDETTO XVI


24/12/2008

Santità,
ho deciso di scriverLe una lettera di Natale, come molti bambini hanno fatto e spero ancora facciano, per chiederLe un regalo: il rispetto degli uomini e delle loro libertà. La riscoperta di Galileo Galilei e delle sue verità a quattro secoli dai fatti che lo videro protagonista la considero un atto doveroso ancorché tardivo. Il prossimo anno si terranno le celebrazioni per ricordarlo e sarebbe quanto mai opportuno - glieLo chiedo da toscano e da uomo delle Istituzioni - che la Chiesa vi partecipasse in modo attivo. Si tratta del più grande scienziato moderno costretto all'abiura e condannato dalla Santa Inquisizione al carcere e all'isolamento.
Ho un ultimo desiderio da esprimere. Lo esprimo da ateo cristiano attento alle questioni che travagliano il nostro tempo e inducono a riflettere sulla frontiera dei diritti di terza generazione che altrove, in Europa, sono già diventati legge. Mi riferisco alla diversità sessuale, all'uso dei contraccettivi, alla non discriminazione dell'omosessualità, al riconoscimento delle coppie di fatto, alla libertà della scienza e della ricerca, al testamento biologico. E mi riferisco infine all'invito contenuto nella Istruzione "Dignitas Personae" a violare le leggi di un Paese quando queste prevedano l'utilizzo di linee cellulare embrionali per la ricerca o la sperimentazione. Le leggi, come è noto, investono tutti i cittadini del medesimo Stato e ciascuno di noi è tenuto ad osservarle.
Il cammino rutilante della scienza pone a ciascuno di noi nuove ed inquietanti domande. Noi scegliemmo allora la scienza dell'eretico pisano e uguale scelta facciamo oggi. Il pentimento della Chiesa fra quattro secoli sulle questioni ora ricordate sarebbe imbarazzante. Ma soprattutto un atteggiamento di negazione della verità scientifica e delle emergenze sociali renderebbe, oggi, più ostica la risoluzione di innumerevoli problemi.

Riccardo Nencini


L’ALTRO NATALE: GLI ANZIANI IN OSPEDALE


di Anna Germoni*
Società

(24/12/2008) - C’è in ognuno di noi, un cassetto ben chiuso, in cui si raccolgono i ricordi preziosi. In questi scrigni, nostalgia d’infanzia, legata ai nostri vecchi, con i capelli candidi come neve, che ci hanno accompagnato nel cammino della vita. Gli anziani sono custodi della memoria e fonte di saggezza. Un patrimonio umano e culturale racchiuso in case di riposo, ospizi, cliniche. Vere miniere della società, nell’attesa del risveglio dalla nostra miopia. A San Ginesio, nell’entroterra marchigiano ci sono quindici anziani nella Rsa. L’età media è di 86 anni. Vivono tranquilli ma, sono dimenticati da tutti. Nel corridoio d'ingresso dell’ex ospedale civico, si respira un’aria di varechina. Salgo fino al secondo piano. Le stanze, lucidate e in ordine. La luce del mattino irradia le camere dei degenti. Un raggio di sole illumina la fine della corsia. Quattro vecchine in sedia a rotelle, con le spalle curve e in testa, il velo nero, ascoltano in silenzio la messa. Non si sente un lamento. Attraversando il reparto, tanti letti, con anziani distesi con flebo e ossigeno. Basta un cenno, un saluto, un sorriso. Ti stringono la mano. Le loro dita sono piccole, avvizzite ma trasmettono calore, energia. Chissà, quanto hanno lavorato quelle mani. Esprimono fatica e forza insieme. Gli occhi lucidi, sentimentali e malinconici, appannati dall’età si ravvivano. Per un attimo brillano. Sguardi lucenti, profondi e innocenti come quelli dei bimbi. Poi, un grande sorriso. Un ringraziamento per esser lì, per aver domandato di loro. Nei volti, scavati dal tempo, tracce indelebili degli anni passati via. Ogni ruga è un segno, un ricordo, una vittoria, una sconfitta. Lucrezia, 94 anni, avvolta in un grande scialle verde, è sulla sedia a rotelle a causa di un ictus. ”Sto bene – racconta con lucidità- I miei figli lavorano in azienda. Faticano tanto. Lavorano la terra. Ah, la terra è dura da lavorare. Quando possono, vengono qui. Ho anche due nipoti. Fanno la terza elementare. Sono nonna. Anzi, no…come si dice. Mmm, due volte nonna”. Accanto al comodino, un bicchiere di acqua e due fotografie. Lei, con una torta sorridente. L’altra con la famiglia attorno. Sempre solare. Pietro, 84 anni, occhi neri e sopracciglia come nuvole bianche, prova ad alzare la testa dal cuscino per sussurrare qualcosa. Non ci riesce. Avvicino il mio orecchio alla sua bocca. Mi stringe la mano in segno di riconoscenza e mi bisbiglia: “Ho due figlie. Una è in Sicilia, l’altra è qui. Mi viene a trovare spesso. Ma sono vecchio e sono d’impiccio”. In un altra stanza, da sola, c’è Maria, 87 anni, minuta come una bambolina di porcellana. Testa china sul tavolo. Senza espressione nel volto. Occhi lucidi, offuscati dall’età. Vive ormai in un altro “luogo”. Forse quello della memoria, dei ricordi preziosi della sua vita. Alza il viso lentamente e si gira. Lo sguardo è fisso. Sembra non vedermi. Provo a parlargli. Ma rimane impassibile. Aspetta solo Maurizio, il figlio. Solo con lui, riscopre il suo mondo e il sorriso. Ma il figlio, viene a trovarla solo una volta l’anno. Nella camera accanto, Alfredo, 83 anni, colpito da ischemia. Vive in quel letto da trentasei mesi. Non riesce a parlare. Prova ma, invano. Ha una figlia a Roma, che si ricorda di lui solo nelle festività. In fondo al corridoio, Alberta, 85 anni, capelli lunghi, color cenere, raccolti in una crocchia. “La mensa è buona – dice- Tutti sono buoni qui. Sto bene”. Quando gli anziani non ricevono visite dai familiari, i volontari dell’Unitalsi portano il sogno del Natale e del calore umano nelle stanze dell’ospedale. Piccoli alberi di Natale, caramelle, ninnoli. Qualche volontario il 6 gennaio si vestirà da befana e porterà il carbone ai più brontoloni….Ma tanto amore e rispetto, per coloro che hanno lavorato una vita, affrontando sacrifici e disagi per allevare figli, a volte distratti, ottusi e miopi. Non dimentichiamoli, saremo vecchi anche noi un domani.

Consiglio Nazionale PS*

Direzione Provinciale PS-MC*



martedì 23 dicembre 2008

Le aziende di Ercoli detassano la tredicesima


Ida Rotano - 19 dicembre 2008

da www.aprileonline.info

Le aziende di Ercoli detassano la tredicesima Dopo Enzo Rossi, il pastaio di Campofilone e Diego della Valle, ora è lavolta del presidente della Confindustria di Macerata che ha deciso di"fare da solo" detassando la tredicesima mensilità dei 260 dipendentidelle sue due aziende calzaturiere. "Un aiuto a lavoratori e famigliead arrivare a fine mese rafforzando il legame con l'azienda",spiegano dallo staff dell'imprenditore. "Una concezione padronaleantica, simile a quella di fine '800-primi '900" ribattono Cgil, Cisl eUil

In principio fu il pastaio di Campofilone Enzo Rossi che concesseunilateralmente l'aumento di 200 euro ai suoi dipendenti), poi è statala volta di Mister Tod's (Diego della Valle ha rimpinguato le bustepaga con 1400 euro all'anno), e adesso tocca a Germano Ercoli,produttore di suole per le scarpe e presidente di ConfindustriaMacerata che fino all'ultimo ha sperato fosse il Governo adefiscalizzare le tredicesime, ma visto che il provvedimento non èarrivato, ha deciso di fare da solo: detassando la tredicesimamensilità dei 260 dipendenti delle sue due aziende calzaturiere, laEurosuole di Civitanova Marche e la Golden Plast di Potenza Picena, dicui è fondatore, amministratore unico e titolare.

In busta paga,operai e impiegati hanno trovato 350 euro in più, sotto la voce "premioper l'incremento di produttività". Ma fatto un rapido calcolo, si ècapito che la somma corrisponde quasi al centesimo all'importo dellatassazione della tredicesima. Una misura anticrisi invocata da piùparti (Viale dell'Astronomia compreso), che alle casse dello Statosarebbe costata circa cinque miliardi ma che alla fine il ministerodell'Economia ha deciso di non adottare.

Ercoli, 61 anni, un selfmade man considerato politicamente vicino al centro destra, non haalcuna intenzione di criticare l'esecutivo o la Confindustrianazionale, tant'è che non è stato lui a dare la notizia, anticipata per lettera ai dipendenti. Ma dal suo staff si fa sapere che l'idea "èpartita dalla constatazione che i salari attuali sono insufficienti asostenere il peso della crisi che attanaglia le famiglie. Va intesacome un atto di sprone, di coraggio, e di fiducia verso un futuro checi appartiene".

Una "boccata d'ossigeno", un aiuto a lavoratorie famiglie ad arrivare a fine mese "rafforzando il legame" conl'azienda, "una scommessa sul futuro", secondo gli imprenditoriprotagonisti di queste scelte.
"Una concezione padronale antica,simile a quella di fine '800-primi '900" per Cgil, Cisl e Uil, se aelargire il bonus come una liberalità personale, senza alcunatrattativa sindacale, sono grandi aziende come la Tod's".
Il 28gennaio scorso, Della Valle annunciò una gratifica da 1.400 euro ailavoratori, perché "un imprenditore che sente la responsabilità socialedell'impresa deve fare qualcosa in una situazione in cui la gentestenta ad arrivare alla quarta settimana". Filtea-Cgil e Femca-Cislbollarono l'iniziativa come "uno spartiacque tra un sistema direlazioni sindacali corrette e un atteggiamento paternalistico nellagestione della fabbrica". Tornando a rivendicare il contratto aziendaleinvocato da anni, con tanto di sciopero "bianco" di due ore, devolutein beneficenza.

Il dibattito è aperto, e la materia caldissima,soprattutto ora che la crisi è diventata drammatica e investe ancheaziende e distretti fino a ieri in buona salute come, nelle Marche, ilsettore metalmeccanico.



CRISI ECONOMICA. NENCINI:
URGENTI PIANI STRAORDINARI
DELLE GIUNTE COMUNALI



Urgono piani straordinari delle giunte comunali per far fronte alla crisi economica che si sta abbattendo sulle famiglie italiane.

Agli amministratori degli enti locali suggerisco sei linee di azione a sostegno del reddito di persone e/o famiglie da attuare attraverso un mix di investimenti pubblici e agevolazioni a investimenti privati:

1. Interventi immediati nel settore delle manutenzioni e delle infrastrutture, in particolare quelle scolastiche e di servizio.

2. Interventi di coesione sociale:
- incremento fondi per borse di studio;

- fondi per anziani per pagamento utenze domestiche;
- fondo a vantaggio di
studenti universitari per contributo alle spese di trasporto, acquisto libri, tasse;
- intervento per dilazione del pagamento dei mutui per
acquisto prima casa previo accordo-quadro tra amministrazione locale e
istituto di credito.

3. Incentivi economici per imprese operanti nel commercio al minuto finalizzati a investimenti

4. Variazione delle rette per nidi, materne, mense e trasporti scolastici

5. Fruizione allargata delle esenzioni sulle rette dei servizi educativi.

6. Accordi con istituti bancari per agevolare lo smobilizzo dei crediti vantati dai fornitori di beni e servizi comunali attraverso anticipi su fatture.


domenica 21 dicembre 2008

*...Caro Babbo Natale...*


Il clima natalizio ci spinge a lanciare, tra il serio ed il faceto, l'angolo della
Letterina a Babbo Natale.

Molti indizi, del resto, depongono per la sua appartenenza al movimento socialista: veste di rosso, vive in un paese di SocialDemocrazia avanzata, è generoso...chissà che non riesca ad esaudire i desideri dei nostri militanti. Cosa chiedete dunque a Babbo Natale? Quali regali per il PS, per la nostra Federazione Provinciale? Attendiamo ansiosi i vostri contributi in forma di commento a questo post.


LA REPUBBLICA PRESIDENZIALE - di Roberto Vezzoso

Sui quotidiani di oggi, domenica 21 dicembre 2008, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è tornato a parlare ancora una volta della sua proposta di elezione diretta del Presidente della Repubblica italiana da parte dei cittadini. Volendo meglio capire e farmi un'opinione su questa proposta sono andato a verificare come questo tipo di elezione avvenga in altre parti del mondo, limitando la mia ricerca dalla più vicina, e non solo geograficamente parlando, Francia e agli Stati Uniti d'America.

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Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Presidente della Repubblica francese


Il Presidente della Repubblica (Président de la République in francese) è la più alta carica della Repubblica Francese. La carica di Presidente della Repubblica venne istituita a partire dal 1848, anno della costituzione della seconda Repubblica Francese.
Il presidente viene eletto a suffragio universale diretto con eventuale turno di ballottaggio 15 giorni dopo il primo turno, qualora nessun candidato, al primo scrutinio, abbia ottenuto la maggioranza assoluta. Dal 2002 la sua durata è stata abbreviata da 7 a 5 anni, in modo da ridurre i casi di coabitazione tra un presidente appartenente ad uno schieramento politico e maggioranza dell'Assemblea nazionale di segno opposto.
L'attuale presidente della Repubblica è Nicolas Sarkozy, successore di Jacques Chirac
Il Capo dello Stato è:
· il detentore del potere esecutivo
· il capo delle forze armate francesi
· la più alta carica della magistratura
· la più alta autorità della Legione d'Onore
· il co-principe di Andorra

Poteri presidenziali

Diversamente dagli altri presidenti europei, l'ufficio del Presidente della Repubblica Francese detiene un vero potere, specialmente nel campo della politica estera. Benché il Primo Ministro e il parlamento detengano la maggior parte del potere legislativo ed esecutivo, il presidente francese mantiene una forte influenza.
Il potere più importante esercitato dal presidente è la nomina del Primo Ministro.
Poiché è prerogativa dell'Assemblea Nazionale votare la fiducia al governo, spesso il presidente è forzato a nominare un primo ministro rappresentativo della maggioranza dell'Assemblea. Quando la maggioranza dell'Assemblea è di un partito politico differente a quello del presidente si ha la cosiddetta coabitazione. Ciò diminuisce i poteri presidenziali, ed aumenta quelli del Primo Ministro e quelli dell'Assemblea Nazionale.
La costituzione indica che è il presidente a dirigere gli Affari Esteri, benché la maggior parte del lavoro ricada nelle competenza del Ministro degli Affari Esteri.
I poteri principali del Presidente della Repubblica:
· Promulga leggi;
· Una limitata forma di veto: può chiedere al Consiglio Costituzionale (Conseil constitutionnel) un ulteriore controllo di costituzionalità di una legge;
· Indice Referendum, su proposta del Governo o proposta congiunta delle due assemblee, relativo ad una legge o alla ratifica di un trattato;
· Scioglimento dell'assemblea Nazionale;
· Può inviare messaggi alle assemblee;
· Nomina tre membri e il presidente del Consiglio costituzionale;
· Nomina e revoca i membri del Governo su proposta del Primo Ministro;
· Nomina alcuni alti funzionari;
· È a capo della diplomazia: riceve gli ambasciatori stranieri;
· È comandante delle forze armate e presidente del consiglio superiore della Difes
nazionale;
· Negozia e ratifica dei trattati internazionali;
· Presidenza del Consiglio superiore della magistratura;
· Iniziativa della revisione della Costituzione su proposta del Primo Ministro;
· Può concedere indulti (non l'amnistia), ed anticamente poteva commutare pene di morte in ergastolo. C'è la tradizione di offrire indulti per piccoli reati dopo l'elezione presidenziale. Ultimamente è stato molto criticata questa abitudine, perché incita la gente a commettere reati durante i mesi prima delle elezioni, ma è anche certo che riduce il sovraffollamento delle prigioni. L'ultimo indulto è stato concesso nel 2002, e probabilmente ne sarà concesso un altro nel 2008

Elezione

Dal 1958 al 2000, la durata del mandato del Presidente della Repubblica è stata di 7 anni. Dal 2000 il mandato presidenziale è stato accorciato a 5 anni. L'attuale Presidente della Repubblica Francese è Nicolas Sarkozy, eletto nel 2007. Il suo mandato scade nel 2012. Non c'è un numero massimo di mandati per presidente.François Mitterrand e Jacques Chirac sono stati sino ad ora gli unici presidenti che hanno portato a termine due mandati presidenziali, anche se il primo per un totale di 14 anni e il secondo di 12. Mitterrand è il Presidente francese che più è rimasto in carica nella storia.
In caso di impossibilità, constatata dal Consiglio costituzionale, di esercitare le funzioni presidenziali, l'interim, è preso dal presidente del Senato. Finora, solo Alain Poher ha assunto due volte questo compito.
Dopo un referendum del 1962, il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto con sistema uninominale a doppio turno. Per essere eletti al primo turno serve la maggioranza assoluta dei voti. Se nessuno dei candidati ottiene la maggioranza assoluta, vanno al ballottaggio i due candidati che al primo turno hanno ricevuto il maggior numero di consensi. Con questo sistema si assicura sempre la maggioranza assoluta al presidente eletto. All'elezione del presidente segue una solenne cerimonia di investitura.
A causa della frammentazione politica presente in Francia, nessun presidente è stato eletto al primo turno; in particolare, difficilmente i candidati al ballottaggio raggiungono insieme il 40% delle preferenze.
Elezioni Presidenziali degli Stati Uniti d'America
Le Elezioni Presidenziali degli Stati Uniti d'America sono una procedura elettorale degli Stati Uniti d'America col la quale vengono eletti i presidenti e i vicepresidenti di tale repubblica federale per un mandato di quattro anni che inizia cioè il 20 gennaio (detto pertanto Inauguration Day) dell'anno successivo a quello delle elezioni.
La più recente elezione si è svolta il 4 novembre 2008 (Elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2008), la prossima è prevista per il 6 novembre 2012. Le elezioni si svolgono nel cosiddetto Election Day — ovvero il martedì successivo al primo lunedì di novembre di ogni quarto anno, questo per evitare che il giorno delle elezioni cada il 1 Novembre, che è un giorno festivo.
Concretamente, l'elezione viene effettuata con un metodo indiretto: i cittadini scelgono, con metodi stabiliti dai singoli stati federali, gli elettori i quali formano l'United States Electoral College. Gli elettori possono assegnare il proprio voto a chiunque, tuttavia, salvo rare eccezioni, votano i candidati designati e le loro preferenze vengono confermate dal Congresso agli inizi di gennaio. Il Congresso è il giudice inappellabile degli elettori; l'ultima disputa seria risale al 1877.

Svolgimento delle elezioni

Le modalità di elezione del presidente sono fissate dalla Sezione I dell'Articolo Due della Costituzione degli Stati Uniti, modificato secondo gli Emendamenti XII, XXII e XXIII. Presidente e vicepresidente appartengono alla medesima lista e vengono eletti dal Collegio Elettorale statunitense, i cui membri a loro volta sono eletti direttamente da ciascuno Stato dell'Unione. Il mandato del presidente e del vicepresidente dura quattro anni.
Come detto, le elezioni si svolgono ogni quattro anni, il martedì che segue il primo lunedì di novembre (anche se in molti Stati le elezioni si aprono con un anticipo di diverse settimane per permettere il voto anche agli assenti). Le procedure di voto sono gestite da consigli elettorali locali, che garantiscono lo svolgimento equo e imparziale dell'elezione e impediscono brogli e manomissioni dei risultati.
L'elezione avviene in due fasi: una prima, non prevista esplicitamente dalla Costituzione, in cui la popolazione partecipa attivamente alla designazione dei candidati dei due principali partiti, e una seconda che invece è costituzionalmente regolata. La prima fase, o fase delle Elezioni Primarie, consiste nella elezione dei candidati alle cariche di Presidente e di Vice Presidente, e avviene nelle Convenzioni Nazionali dei due maggiori partiti, quello democratico e quello repubblicano. Può avvenire o attraverso elezioni primarie chiuse, o attraverso elezioni primarie aperte: in ogni caso sono così medesimo stato. Sono costoro coloro che voteranno a scrutinio segreto Presidente e Vice Presidente, che a seguito dello spoglio effettuato dal Presidente del Senato, verrà proclamato Presidente degli Stati Uniti d'America.

Ballottaggio

Tutti i cittadini con diritto di voto sono chiamati alle urne per scegliere il candidato che preferiscono. Il ballottaggio presidenziale di fatto è un voto per eleggere gli elettori di un candidato, ovvero il cittadino votante non sceglie direttamente il Presidente.
In numerose occasioni, il ballottaggio consente all'elettore o di votare globalmente la lista di un particolare partito politico, oppure di definire le sue preferenze per i singoli candidati. L'elenco dei candidati per le liste elettorali è stabilito attraverso un processo legale di selezione chiamato accesso al ballottaggio. Solitamente, le liste per il ballottaggio presidenziale si costituiscono attraverso una procedura di pre-selezione su cui influiscono sia il peso numerico del partito politico dei singoli candidati, sia i risultati delle principali convenzioni per la loro nomina. In questo modo, la lista per le elezioni presidenziali non conterrà i nomi di tutti i concorrenti all'elezione, ma solamente quelli dei candidati che abbiano ottenuto una solida nomina da parte del loro partito durante le convenzioni elettorali o il cui partito sia numericamente abbastanza forte da garantirne per legge l'inserimento nella lista. La legge elettorale prevede la possibilità per altri candidati — al di fuori dei due partiti principali — di formare una propria lista raccogliendo un numero sufficiente di firme a loro sostegno. Tuttavia, nel corso dell'intera storia degli Stati Uniti, non si è mai dato il caso che un candidato presidenziale indipendente sia riuscito ad assicurarsi un posto sulla lista elettorale presidenziale secondo questa procedura.
Un ultimo sistema per potersi presentare alle elezioni presidenziali consiste nel fare iscrivere il proprio nome[1] nella lista al momento del voto elettorale. Questa opzione viene utilizzata dai votanti per esprimere il proprio dissenso verso i candidati ufficiali, scrivendo nomi ridicoli come Topolino o Darth Vader. In ogni caso, nessun candidato write-in ha mai vinto un'elezione presidenziale negli Stati Uniti.

Lo scenario 1824

Il cosiddetto scenario 1824 si presenta quando nessuno dei candidati ottiene un numero di voti sufficiente per vincere le elezioni. In questo caso, presidente e vicepresidente vengono scelti in base ai dettami del XII Emendamento. La scelta del presidente è decisa attraverso un ballottaggio della Camera dei Rappresentanti. Per la sua elezione, ciascuno Stato ha un solo voto. Un secondo ballottaggio per la scelta del vicepresidente si tiene al Senato. Ciascun senatore ha un solo voto. Il nome scenario 1824 deriva dalle elezioni presidenziali di quell'anno, quando Andrew Jackson ricevette la pluralità, ma non la maggioranza, dei voti espressi. Il 1824 rappresenta l'unico esempio di applicazione del XII Emendamento per le elezioni presidenziali. In tutte le altre elezioni presidenziali, vi è sempre stato un candidato che ha raggiunto la maggioranza dei voti espressi.

Tendenze elettorali

Negli ultimi decenni, uno dei candidati presidenziali nominati dai partiti democratico e repubblicano è quasi sempre stato un presidente in carica oppure un precedente o attuale vicepresidente. Di fatto, le elezioni del 2008 sono state una competizione aperta: per la prima volta dal 1952 e per la seconda volta soltanto dal 1928, né un vicepresidente, né il presidente in carica sono stati i candidati nominati dai due partiti principali.
Negli anni in cui i candidati nominati dai tre partiti principali non rientravano nelle file dei presidenti o vicepresidenti, la scelta è ricaduta su governatori o membri del Senato. L'ultimo candidato dei partiti a non avere ricoperto tale incarico fu il generale Dwight D. Eisenhower, che vinse la nomina per il partito repubblicano e divenne presidente nel 1952.
Il successo elettorale degli anni più recenti ha favorito i governatori degli stati federali. Tra gli ultimi cinque presidenti (Carter, Reagan, George H.W. Bush, Bill Clinton, George W. Bush), soltanto Bush padre non era mai stato governatore. Geograficamente, tutti questi presidenti provenivano o da uno stato molto grande (California, Texas), o da uno stato a sud della linea Mason-Dixon[2] e a est del Texas. Prima della vittoria di Barack Obama nel 2008, l'ultimo senatore in carica a essere eletto presidente degli Stati Uniti era stato John F. Kennedy del Massachusetts, nel 1960. Oltre a Obama e Kennedy, l'unico altro senatore in carica in grado di vincere un'elezione presidenziale è stato Warren G. Harding nel 1920, mentre i candidati del partito di maggioranza, senatori Andrew Jackson (1824), Lewis Cass (1848), Stephen A. Douglas (1860), Barry Goldwater (1964), George McGovern (1972), Walter Mondale (1984) e Bob Dole persero tutti quanti la competizione elettorale.

Note

1. ^ Si parla di candidato write-in, quando il suo nome non appare nella scheda elettorale, ma può essere ugualmente votato scrivendo il suo nominativo direttamente sulla scheda all'atto del voto. Alcuni Stati e giurisdizioni locali consentono agli elettori di incollare sulla scheda un adesivo con il nome del candidato invece di scriverlo a mano. I candidati write-in difficilmente vincono e spesso vengono inseriti nelle schede nomi fittizi o di persone non eleggibili. Numerose giurisdizioni richiedono ai candidati di farsi registrare come tali prima delle operazioni di voto per evitare casi di omonimia, frequenti nelle elezioni con un elevato numero di concorrenti. Cfr. (EN) Write-in
2. ^ La Linea Mason-Dixon è una linea di demarcazione tra quattro stati degli Stati Uniti. Rappresenta parte dei confini di Pennsylvania, West Virginia, Delaware e Maryland, il cui rilevamento topografico risale a quando questi territori erano ancora colonie inglesi. Quando la Pennsylvania iniziò ad abolire la schiavitù all'interno del Commonwealth, nel 1781, il versante ovest di questa linea e il fiume Ohio divennero il confine quasi completo tra gli stati abolizionisti e quelli schiavisti (il Delaware, tuttavia, sebbene a est della linea Mason-Dixon, rimase schiavista). Nel linguaggio popolare, soprattutto a partire dal Compromesso del Missouri nel 1820, la Linea Mason-Dixon è venuta a rappresentare simbolicamente lo spartiacque culturale tra gli Stati Uniti del nord e quelli del sud. I topografi che tracciarono il confine si chiamavano Charles Mason e Jeremiah Dixon. Cfr. (EN) Linea Mason-Dixon

Comunque si vada a fare l'analisi di questi due esempi – e spero che qualcuno di voi più preparato di me ci metta mano – la cosa che più mi sta a cuore è che, indipendentemente da come venga eletto il suo presidente, sia la nazione in generale ad avere una sana e democratica vita politica con regole e comportamenti chiari e condivisi al fine di evitare che questa delicata carica istituzionale possa essere pericolosa per la sua democrazia.
In Italia c'è ancora molto da fare.

Montecosaro, 21/12/08
Roberto Vezzoso.