LA REPUBBLICA PRESIDENZIALE - di Roberto Vezzoso
Sui quotidiani di oggi, domenica 21 dicembre 2008, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è tornato a parlare ancora una volta della sua proposta di elezione diretta del Presidente della Repubblica italiana da parte dei cittadini. Volendo meglio capire e farmi un'opinione su questa proposta sono andato a verificare come questo tipo di elezione avvenga in altre parti del mondo, limitando la mia ricerca dalla più vicina, e non solo geograficamente parlando, Francia e agli Stati Uniti d'America. -----------------------------------------------------------------------------------------------
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Presidente della Repubblica francese
Il presidente viene eletto a
suffragio universale diretto con eventuale turno di
ballottaggio 15 giorni dopo il primo turno, qualora nessun candidato, al primo scrutinio, abbia ottenuto la maggioranza assoluta. Dal
2002 la sua durata è stata abbreviata da 7 a 5 anni, in modo da ridurre i casi di
coabitazione tra un presidente appartenente ad uno schieramento politico e maggioranza dell'
Assemblea nazionale di segno opposto.
Il Capo dello Stato è:
· il detentore del potere esecutivo
· il capo delle forze armate francesi
· la più alta carica della magistratura
Poteri presidenziali
Diversamente dagli altri presidenti europei, l'ufficio del Presidente della Repubblica Francese detiene un vero potere, specialmente nel campo della politica estera. Benché il Primo Ministro e il parlamento detengano la maggior parte del potere legislativo ed esecutivo, il presidente francese mantiene una forte influenza.
Il potere più importante esercitato dal presidente è la nomina del Primo Ministro.
Poiché è prerogativa dell'
Assemblea Nazionale votare la fiducia al governo, spesso il presidente è forzato a nominare un primo ministro rappresentativo della maggioranza dell'Assemblea. Quando la maggioranza dell'Assemblea è di un partito politico differente a quello del presidente si ha la cosiddetta
coabitazione. Ciò diminuisce i poteri presidenziali, ed aumenta quelli del Primo Ministro e quelli dell'Assemblea Nazionale.
La costituzione indica che è il presidente a dirigere gli Affari Esteri, benché la maggior parte del lavoro ricada nelle competenza del Ministro degli Affari Esteri.
I poteri principali del Presidente della Repubblica:
· Promulga leggi;
· Una limitata forma di veto: può chiedere al
Consiglio Costituzionale (
Conseil constitutionnel) un ulteriore controllo di costituzionalità di una legge;
· Indice
Referendum, su proposta del Governo o proposta congiunta delle due assemblee, relativo ad una legge o alla ratifica di un trattato;
· Scioglimento dell'assemblea Nazionale;
· Può inviare messaggi alle assemblee;
· Nomina tre membri e il presidente del Consiglio costituzionale;
· Nomina e revoca i membri del Governo su proposta del Primo Ministro;
· Nomina alcuni alti funzionari;
· È a capo della diplomazia: riceve gli ambasciatori stranieri;
· È comandante delle forze armate e presidente del consiglio superiore della Difes
nazionale;
· Negozia e ratifica dei trattati internazionali;
· Presidenza del Consiglio superiore della magistratura;
· Iniziativa della revisione della Costituzione su proposta del Primo Ministro;
· Può concedere
indulti (non l'
amnistia), ed anticamente poteva commutare pene di morte in ergastolo. C'è la tradizione di offrire indulti per piccoli reati dopo l'elezione presidenziale. Ultimamente è stato molto criticata questa abitudine, perché incita la gente a commettere reati durante i mesi prima delle elezioni, ma è anche certo che riduce il sovraffollamento delle prigioni. L'ultimo indulto è stato concesso nel
2002, e probabilmente ne sarà concesso un altro nel
2008
Elezione
Dal
1958 al
2000, la durata del mandato del Presidente della Repubblica è stata di 7 anni. Dal
2000 il mandato presidenziale è stato accorciato a 5 anni. L'attuale Presidente della Repubblica Francese è
Nicolas Sarkozy, eletto nel
2007. Il suo mandato scade nel
2012. Non c'è un numero massimo di mandati per presidente.
François Mitterrand e
Jacques Chirac sono stati sino ad ora gli unici presidenti che hanno portato a termine due mandati presidenziali, anche se il primo per un totale di 14 anni e il secondo di 12. Mitterrand è il Presidente francese che più è rimasto in carica nella storia.
In caso di impossibilità, constatata dal Consiglio costituzionale, di esercitare le funzioni presidenziali, l'interim, è preso dal presidente del Senato. Finora, solo
Alain Poher ha assunto due volte questo compito.
Dopo un
referendum del
1962, il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto con sistema uninominale a doppio turno. Per essere eletti al primo turno serve la
maggioranza assoluta dei voti. Se nessuno dei candidati ottiene la maggioranza assoluta, vanno al ballottaggio i due candidati che al primo turno hanno ricevuto il maggior numero di consensi. Con questo sistema si assicura sempre la maggioranza assoluta al presidente eletto. All'elezione del presidente segue una solenne cerimonia di investitura.
A causa della frammentazione politica presente in Francia, nessun presidente è stato eletto al primo turno; in particolare, difficilmente i candidati al ballottaggio raggiungono insieme il 40% delle preferenze.
Elezioni Presidenziali degli Stati Uniti d'America
Concretamente, l'elezione viene effettuata con un
metodo indiretto: i cittadini scelgono, con metodi stabiliti dai singoli stati federali, gli elettori i quali formano l'
United States Electoral College. Gli elettori possono assegnare il proprio voto a chiunque, tuttavia, salvo rare eccezioni, votano i candidati designati e le loro preferenze vengono confermate dal
Congresso agli inizi di gennaio. Il Congresso è il giudice inappellabile degli elettori; l'ultima disputa seria risale al
1877.
Svolgimento delle elezioni
Come detto, le elezioni si svolgono ogni quattro anni, il martedì che segue il primo lunedì di
novembre (anche se in molti Stati le elezioni si aprono con un anticipo di diverse settimane per permettere il voto anche agli assenti). Le procedure di voto sono gestite da consigli elettorali locali, che garantiscono lo svolgimento equo e imparziale dell'elezione e impediscono
brogli e manomissioni dei risultati.
L'elezione avviene in due fasi: una prima, non prevista esplicitamente dalla Costituzione, in cui la popolazione partecipa attivamente alla designazione dei candidati dei due principali partiti, e una seconda che invece è costituzionalmente regolata. La prima fase, o fase delle
Elezioni Primarie, consiste nella elezione dei candidati alle cariche di Presidente e di Vice Presidente, e avviene nelle Convenzioni Nazionali dei due maggiori partiti, quello democratico e quello repubblicano. Può avvenire o attraverso elezioni primarie chiuse, o attraverso elezioni primarie aperte: in ogni caso sono così medesimo stato. Sono costoro coloro che voteranno a scrutinio segreto Presidente e Vice Presidente, che a seguito dello spoglio effettuato dal Presidente del Senato, verrà proclamato Presidente degli Stati Uniti d'America.
Ballottaggio
Tutti i cittadini con diritto di voto sono chiamati alle urne per scegliere il candidato che preferiscono. Il
ballottaggio presidenziale di fatto è un voto per eleggere
gli elettori di un candidato, ovvero il cittadino votante non sceglie direttamente il
Presidente.
In numerose occasioni, il
ballottaggio consente all'elettore o di votare globalmente la lista di un particolare partito politico, oppure di definire le sue preferenze per i singoli candidati. L'elenco dei candidati per le liste elettorali è stabilito attraverso un processo legale di selezione chiamato
accesso al ballottaggio. Solitamente, le liste per il
ballottaggio presidenziale si costituiscono attraverso una procedura di pre-selezione su cui influiscono sia il peso numerico del
partito politico dei singoli candidati, sia i risultati delle principali convenzioni per la loro nomina. In questo modo, la lista per le elezioni presidenziali non conterrà i nomi di tutti i concorrenti all'elezione, ma solamente quelli dei candidati che abbiano ottenuto una solida nomina da parte del loro partito durante le convenzioni elettorali o il cui partito sia numericamente abbastanza forte da garantirne per legge l'inserimento nella lista. La
legge elettorale prevede la possibilità per altri candidati — al di fuori dei due partiti principali — di formare una propria lista raccogliendo un numero sufficiente di firme a loro sostegno. Tuttavia, nel corso dell'intera
storia degli Stati Uniti, non si è mai dato il caso che un candidato presidenziale indipendente sia riuscito ad assicurarsi un posto sulla lista elettorale presidenziale secondo questa procedura.
Un ultimo sistema per potersi presentare alle elezioni presidenziali consiste nel fare iscrivere il proprio nome
[1] nella lista al momento del voto elettorale. Questa opzione viene utilizzata dai votanti per esprimere il proprio dissenso verso i candidati ufficiali, scrivendo nomi ridicoli come Topolino o Darth Vader. In ogni caso, nessun candidato
write-in ha mai vinto un'elezione presidenziale negli Stati Uniti.
Lo scenario 1824
Il cosiddetto
scenario 1824 si presenta quando nessuno dei candidati ottiene un numero di voti sufficiente per vincere le elezioni. In questo caso, presidente e vicepresidente vengono scelti in base ai dettami del
XII Emendamento. La scelta del presidente è decisa attraverso un ballottaggio della
Camera dei Rappresentanti. Per la sua elezione, ciascuno Stato ha un solo voto. Un secondo ballottaggio per la scelta del vicepresidente si tiene al
Senato. Ciascun senatore ha un solo voto. Il nome
scenario 1824 deriva dalle elezioni presidenziali di quell'anno, quando
Andrew Jackson ricevette la pluralità, ma non la maggioranza, dei voti espressi. Il
1824 rappresenta l'unico esempio di applicazione del
XII Emendamento per le elezioni presidenziali. In tutte le altre elezioni presidenziali, vi è sempre stato un candidato che ha raggiunto la maggioranza dei voti espressi.
Tendenze elettorali
Negli ultimi decenni, uno dei candidati presidenziali nominati dai partiti
democratico e
repubblicano è quasi sempre stato un presidente in carica oppure un precedente o attuale vicepresidente. Di fatto, le
elezioni del 2008 sono state una competizione aperta: per la prima volta dal 1952 e per la seconda volta soltanto dal 1928, né un vicepresidente, né il presidente in carica sono stati i candidati nominati dai due partiti principali.
Negli anni in cui i candidati nominati dai tre partiti principali non rientravano nelle file dei presidenti o vicepresidenti, la scelta è ricaduta su
governatori o membri del
Senato. L'ultimo candidato dei partiti a non avere ricoperto tale incarico fu il
generale Dwight D. Eisenhower, che vinse la nomina per il
partito repubblicano e divenne presidente nel
1952.
Il successo elettorale degli anni più recenti ha favorito i governatori degli
stati federali. Tra gli ultimi cinque presidenti (
Carter,
Reagan,
George H.W. Bush,
Bill Clinton,
George W. Bush), soltanto Bush padre non era mai stato governatore. Geograficamente, tutti questi presidenti provenivano o da uno stato molto grande (
California,
Texas), o da uno stato a
sud della
linea Mason-Dixon[2] e a
est del
Texas. Prima della vittoria di
Barack Obama nel
2008, l'ultimo senatore in carica a essere eletto presidente degli Stati Uniti era stato
John F. Kennedy del
Massachusetts, nel
1960. Oltre a Obama e Kennedy, l'unico altro senatore in carica in grado di vincere un'elezione presidenziale è stato
Warren G. Harding nel
1920, mentre i candidati del partito di maggioranza, senatori
Andrew Jackson (
1824),
Lewis Cass (
1848),
Stephen A. Douglas (
1860),
Barry Goldwater (
1964),
George McGovern (
1972),
Walter Mondale (
1984) e
Bob Dole persero tutti quanti la competizione elettorale.
Note
1. ^ Si parla di candidato
write-in, quando il suo nome non appare nella scheda elettorale, ma può essere ugualmente votato scrivendo il suo nominativo direttamente sulla scheda all'atto del voto. Alcuni Stati e giurisdizioni locali consentono agli elettori di incollare sulla scheda un adesivo con il nome del candidato invece di scriverlo a mano. I candidati
write-in difficilmente vincono e spesso vengono inseriti nelle schede nomi fittizi o di persone non eleggibili. Numerose giurisdizioni richiedono ai candidati di farsi registrare come tali prima delle operazioni di voto per evitare casi di omonimia, frequenti nelle elezioni con un elevato numero di concorrenti. Cfr.
(EN) Write-in 2. ^ La Linea Mason-Dixon è una linea di demarcazione tra quattro stati degli Stati Uniti. Rappresenta parte dei confini di Pennsylvania, West Virginia, Delaware e Maryland, il cui rilevamento topografico risale a quando questi territori erano ancora colonie inglesi. Quando la Pennsylvania iniziò ad abolire la schiavitù all'interno del Commonwealth, nel 1781, il versante ovest di questa linea e il fiume Ohio divennero il confine quasi completo tra gli stati abolizionisti e quelli schiavisti (il Delaware, tuttavia, sebbene a est della linea Mason-Dixon, rimase schiavista). Nel linguaggio popolare, soprattutto a partire dal Compromesso del Missouri nel 1820, la Linea Mason-Dixon è venuta a rappresentare simbolicamente lo spartiacque culturale tra gli Stati Uniti del nord e quelli del sud. I topografi che tracciarono il confine si chiamavano Charles Mason e Jeremiah Dixon. Cfr.
(EN) Linea Mason-Dixon
Comunque si vada a fare l'analisi di questi due esempi – e spero che qualcuno di voi più preparato di me ci metta mano – la cosa che più mi sta a cuore è che, indipendentemente da come venga eletto il suo presidente, sia la nazione in generale ad avere una sana e democratica vita politica con regole e comportamenti chiari e condivisi al fine di evitare che questa delicata carica istituzionale possa essere pericolosa per la sua democrazia.
In Italia c'è ancora molto da fare.
Montecosaro, 21/12/08
Roberto Vezzoso.