giovedì 31 gennaio 2013
lunedì 28 gennaio 2013
A CENA CON "RICCARDO NENCINI" - HOTEL SAN CRISPINO TRODICA DI MORROVALLE (MC) 31/01/2013 ORE 20,00
IL COMPAGNO "RICCARDO NENCINI"
SEGRETARIO NAZIONALE DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO INCONTRA AMICI,
COMPAGNI E SIMPATIZZANTI DELLA COALIZIONE DI CENTRO SINISTRA "ITALIA BENE COMUNE" PRESSO L'HOTEL SAN CRISPINO A TRODICA DI MORROVALLE (MC) GIOVEDI' 31 GENNAIO ALLE ORE 20,00 .
E'
INVITATO CHIUNQUE VOGLIA PARTECIPARE E CENARE (ALLA MODICA CIFRA DI EUR
18,00) INSIEME AL CANDIDATO SOCIALISTA DEL CENTRO SINISTRA AL SENATO
DELLA REPUBBLICA.
Comunicato stampa - Tour elettorale "Riccardo Nencini" Segretario Nazionale PSI.
Alle redazioni Regionali
delle testate giornalistiche del:
Corriere Adriatico
Il Resto del Carlino
Il Messaggero
L’ANSA
COMUNICATO
STAMPA
Il Segretario Nazionale del PSI
Riccardo Nencini, candidato nelle Marche al secondo posto della
lista per il Senato della Republica ,giovedì 31 gennaio p.v.
inizierà il suo tour elettorale nelle Marche e toccherà tutte le
più importanti località delle cinque province secondo il seguente
programma :
31/Gennaio
: dalle 16,00 alle 18,00 visita in varie aziende della provincia di
Ancona alle 18,30 Hotel Miramare
di Civitanova Marche
conferenza stampa alle 20,00 ristorante
S.Crispino di Trodica di Morrovalle
incontro con gli elettori del centro sinistra
parteciperà il candidato del PD al Senato, Morgoni
5/Febbraio:
alle 11,00 Ancona
incontro istituzionale con il Governatore Gianmario Spacca
alle 12,00 -13,30
Senigallia
incontro pubblico.parteciperà la senatrice Amati PD
alle 14,00 -14,45
Falconara Marittima
alle 15,00 -16,45 Riviera
del Conero- Sirolo, Numana, incontro
operatori tur.
alle 17,00 – 19,00
Ancona
Convegno su lavoro e impresa .Parteciperanno: Lodolini candidato
PD alla Camera, l’ass. reg. Luchetti e l’ass. Prov. di Pesaro
Seri.
15/Febbraio: alle
12,00 – 14,00 visita aziende comuni del Fermano alle 15,00 –18,00
Ascoli Piceno Convegno proposta di legge sulla tutela dei Beni Culturali.
Parteciperà il candidato PD, on. Agostini.
18/Febbraio:
alle 15,00 – 16,30 al Kursaal di
Grottammare incontro operatori turistici e rapprsentanti
associazioni di categoria.
alle 17,30 - 20,00
Camerino iniziativa congiunta con il PD.
alle 21,00 – 22,30
Fermo incontro pubblico-parteciperà l’on. Verducci del PD
22/Febbraio:
alle 11,00 – 12,30 Urbino incontro pubblico sui temi dell’economia
urbinate
alle 14,00 -15,00 Cagli
incontro con rappresentanti di categoria e visite aziende
alle 16,00 – 18,00
Pesaro incontro pubblico.partecipera la candidata del PD
al Senato Fabbri.
alle 18,30 – 20,00 Fano
incontro publico sui temi dell’economia Fanese
domenica 27 gennaio 2013
sabato 26 gennaio 2013
domenica 20 gennaio 2013
ELEZIONI. NENCINI: L'IMPEGNO DEL PSI DELLE MARCHE. UN IMPORTANTE CONTRIBUTO ALLA VITTORIA DEL CSX
20/01/2013 - "L'impegno
e la mobilitazione del partito socialista nelle Marche darà certamente
un importante contributo alla vittoria della sinistra riformista in
Italia". Lo dice Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, che
ieri ha partecipato ad una riunione con i dirigenti regionali socialisti
nelle Marche, ad Ancona, per organizzare la campagna elettorale in
vista delle prossime elezioni politiche 2013. Il segretario socialista
si è detto compiaciuto perché "con i due capilista del Pd alla Camera e
al Senato, il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, e una donna
impegnata nel mondo delle piccole e medie imprese, Camilla Fabbri,
svolgeremo una campagna elettorale sobria, fatta di valori condivisi,
per dare all'Italia più diritti e più libertà e per riportare il
centrosinistra al governo". "L'obiettivo - conclude Nencini - è quello di
dare forza al binomio marchigiano bellezza - creatività, da sempre
patrimonio di questa meravigliosa terra".
domenica 13 gennaio 2013
Voglio dire anch'io una cosa ad... "OTTAVINO" !
Voglio dire anch'io una cosa ad... "OTTAVINO"
visto che ha così tanta fretta di "denunciare" gli autori del manifesto
che "osa" parlare di lui, CRITICANDOLO.....! Invece di denunciare "mezzo
mondo" (i responsabili cittadini di 5 Liste e 10 Partiti/Associazioni + 5 Capigruppo Consiliari) faccia una cosa: DENUNCI SOLO ME !
Così chiudiamo, definitivamente, un "ciclo" iniziato con una.... "lettera" del 21 Aprile 1993 (RICORDI ?) ed in tal modo BRINI si aggiungerebbe alle 13 denuncie che ho dovuto subire dai suoi "colleghi" del Centro-Destra sulla vicenda PARENTOPOLI !
Così farebbero 14 denuncie per diffamazione di cui 12 già ARCHIVIATE e la 13 (l'ultima) si discuterà al "Palazzaccio" di ROMA (sede de il Messaggero, denunciato anch'esso) da parte di.... TROIANI il 7/3/13.
Così chiudiamo, definitivamente, un "ciclo" iniziato con una.... "lettera" del 21 Aprile 1993 (RICORDI ?) ed in tal modo BRINI si aggiungerebbe alle 13 denuncie che ho dovuto subire dai suoi "colleghi" del Centro-Destra sulla vicenda PARENTOPOLI !
Così farebbero 14 denuncie per diffamazione di cui 12 già ARCHIVIATE e la 13 (l'ultima) si discuterà al "Palazzaccio" di ROMA (sede de il Messaggero, denunciato anch'esso) da parte di.... TROIANI il 7/3/13.
DAI OTTAVINO AGGIUNGI LA TUA COSI' LA "FINALE" SARA' CON "COPPIA" BRINI &TROIANI.
Però ti avverto: a differenza delle 12 archiviazioni precedenti dove
non l'ho fatto con i tuoi colleghi (e molti amici e compagni mi hanno
rimproverato per questo) A TE, SE PERDI, CHIEDERO' IL RISARCIMENTO DEI
DANNI MORALI E MATERIALI !
Ne riparleremo i prossimi giorni........!!
Ne riparleremo i prossimi giorni........!!
venerdì 11 gennaio 2013
DALLE AGENZIE DI STAMPA. NENCINI: I SOCIALISTI FORTI COME ALLE ORIGINI. E’ NUOVO INIZIO.
11/01/2013 - “Ci
sarà una delegazione socialista in parlamento forte come quella che
ebbero i socialisti delle origini. Anche per questo mi piace parlare di
‘nuovo inizio”. Lo dice Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi,
che ha confermato, stamane in conferenza stampa alla Camera dei
Deputati, l’accordo raggiunto con il Partito Democratico per le prossime
elezioni politiche 2013. Torna alle origini il Partito socialista
italiano, a 120 anni fa quando entrò in parlamento. Si riparte dal 1892 e
1895.
Liste socialiste apparentate con quelle del Pd in Lazio, Campania e Calabria al Senato e una quota dei rimborsi elettorali del Pd da definire tra tesorieri. Sono alcuni punti dell’accordo firmato stamattina tra il Pd e Psi. Oltre al “Patto di consultazione”, che il Pd stringe con il Psi a suggello della piena sovranità di entrambi i partiti, l’accordo fissa nero su bianco i 5 seggi sicuri e i 3 in aggiunta in caso di vittoria del premio di maggioranza. I 5 candidati socialisti sono stati indicati nelle Marche (Senato, 2° capolista), in Basilicata (Senato numero 4); Campania 1 (6° postazione); Veneto 2 (8° postazione); Sardegna (4° postazione). In caso di premio di maggioranza, altri tre seggi sono indicati in Lombardia, Piemonte e Calabria. Il Pd si impegna “nell’ipotesi di rinunce di propri candidati nell’area del completamento delle liste, a ricercare prioritariamente la possibilità di inserire candidature socialiste”. Il Psi presenterà le proprie liste apparentate per il Senato in: Lazio, Campania e Calabria. Il Pd si impegna a riconoscere una quota del rimborso elettorale da concordare tra i rispettivi tesorieri. E’ prevedibile una presenza dei socialisti al governo.
Liste socialiste apparentate con quelle del Pd in Lazio, Campania e Calabria al Senato e una quota dei rimborsi elettorali del Pd da definire tra tesorieri. Sono alcuni punti dell’accordo firmato stamattina tra il Pd e Psi. Oltre al “Patto di consultazione”, che il Pd stringe con il Psi a suggello della piena sovranità di entrambi i partiti, l’accordo fissa nero su bianco i 5 seggi sicuri e i 3 in aggiunta in caso di vittoria del premio di maggioranza. I 5 candidati socialisti sono stati indicati nelle Marche (Senato, 2° capolista), in Basilicata (Senato numero 4); Campania 1 (6° postazione); Veneto 2 (8° postazione); Sardegna (4° postazione). In caso di premio di maggioranza, altri tre seggi sono indicati in Lombardia, Piemonte e Calabria. Il Pd si impegna “nell’ipotesi di rinunce di propri candidati nell’area del completamento delle liste, a ricercare prioritariamente la possibilità di inserire candidature socialiste”. Il Psi presenterà le proprie liste apparentate per il Senato in: Lazio, Campania e Calabria. Il Pd si impegna a riconoscere una quota del rimborso elettorale da concordare tra i rispettivi tesorieri. E’ prevedibile una presenza dei socialisti al governo.
LETTERA APERTA AI SOCIALISTI E AGLI ITALIANI CHE CI SONO VICINI
di Riccardo Nencini
11/01/2013 - Carissime compagne, cari compagni,
quando una storia è al punto di svolta conviene fermarsi a
riflettere. Mai decisioni affrettate. Coinvolgere chi è stato con te per
poi assumersi tutte le responsabilità pensando al futuro della
comunità. Questo si deve fare. Per questo motivo c’è stato ritardo nelle
comunicazioni. E me ne scuso.
‘Chi è stato con te’ ha vestito diversi cappotti: quelli che hanno
costruito la memoria di un secolo, noti ed ignoti, dai 'morti di Bava' -
così li chiamavano gli avi – al Nenni che legge l'Avanti nel poster
gigante incorniciato sopra la mia scrivania, alla foto di Bettino con un
pugno di garofani in mano in non so quale congresso fino a chi, ieri
mattina, ti ha salutato per strada dicendo: 'Ci sono' oppure ti ha
criticato ma c’è e c’è stato. E’ a loro che dobbiamo una risposta. Compreso chi ti offende, chi si
dichiara socialista ma vota stabilmente a destra, chi impartisce lezioni
faticando in rete ma avendo smarrito anche l’indirizzo della sezione. E
infine a quanti hanno dimenticato che il 1992 non è stata un’annata da
conservare e che il 2008 è un fantasma che ancora ci insegue.
Vent'anni buttati.
Abbiamo vissuto anni difficili. E' tramontata la repubblica dei
partiti e si è affermata la repubblica del populismo e degli uomini soli
al comando. Un'Italia trafitta da crisi profonde, ai margini
dell'Europa che decide, fragile e senza la certezza di una missione
condivisa è la nazione che ci è stata consegnata.
Un nuovo inizio è possibile purchè prevalga il bene comune e il
quadrilatero chiamato a presidiare la Terza Repubblica venga costruito
attorno a inclusione, libertà, etica della responsabilità, coraggio.
Sono questi i temi cari alla cultura e alle azioni che hanno
consentito al socialismo italiano di rendere il nostro Paese più civile e
più libero. Roba vecchia, leggo dietro ad alcune affermazioni del
professor Monti. Sarà! ma nel mondo, ovunque nell'universo mondo, il
confine tra destra e sinistra passa proprio lungo quella linea.
Celebrando i centoventi anni dalla nostra nascita, anche agli
avversari è apparso evidente il contributo scritto dai socialisti nella
trasformazione dello stato e nel progresso italiano. Nessuna rilevante
riforma del XX secolo è diventata legge senza di noi. Le tutele nel
lavoro, l'allargamento dell'istruzione, le fondamenta del welfare e la
valorizzazione dei diritti individuali sono alla testa di un processo di
rinnovamento che senza l'attività politica e la caparbietà parlamentare
del PSI non si sarebbe affermato.
Vale per noi quanto Voltaire scrisse per sé: 'Ho fatto un po' di bene. E' la mia opera migliore'.
La fine del ciclo berlusconiano e la dura lezione imposta dalla
globalizzazione hanno creato le condizioni per voltare pagina anche in
Italia. Era l'ora!
Ogni fine coincide con un inizio. A condizione che un orgoglio smisurato non ti faccia compiere errori irreparabili.
Siamo stati assenti per un'intera legislatura dalle due Camere. E' lì
che dobbiamo tornare. In omaggio alla buona storia d'Italia che abbiamo
fatto e soprattutto per dare corpo a proposte che potrebbero renderla
migliore.
Cinque anni fa, il PSI rischiava di morire.
Senza un manipolo di parlamentari, senza finanziamento pubblico,
senza linea politica dopo la sconfitta della 'Costituente Socialista',
senza un organo di stampa, senza alleanze.
Abbiamo trovato il deserto. Abbandonati pressochè dall'intero gruppo
dirigente, il tesseramento non ancora avviato, un bilancio economico che
ci dava ossigeno soltanto per quattro mesi.
Una vita intera impressa sull'etichetta di uno yogurt. A scadenza.
Restare in piedi non è stato facile, eppure siamo vivi. Tesseramento in regola (Nenni ricordava spesso che 'chi non è iscritto non è socialista')
e bilancio trasparente, il primo ad essere stato certificato da una
società esterna; Mondoperaio e l'Avanti della Domenica pubblicano,
l'Avanti on line sta crescendo con il suo salvadanaio di lettori; la
linea politica che ci siamo dati nei Congressi di Montecatini, di
Perugia e di Fiuggi è risultata vincente per l'intera sinistra
riformista: fuori dalla coalizione Di Pietro e la sinistra radicale,
apertura ai moderati; un accordo a tre siglato con la 'Carta d'Intenti'
attorno a cui nascerà il governo dell'Italia.
Ragione e passione nei momenti decisivi.
So bene che la strada maestra si identificava con la presentazione di
una lista socialista. Era già stata imboccata con decisione.
L’arrivo di Monti e la tendenza della variegata area cattolica di
centro a mantenere le mani libere hanno modificato d'un tratto il quadro
politico.
Ho sempre pensato che per i partiti piccoli il rischio possa
nascondersi nell'ultimo miglio. Temibile. Per una ragione: se cambiano
le regole del gioco oppure se a cambiare è il gioco, non hanno la forza
necessaria ad opporvisi. E' già successo. Poche settimane prima delle
elezioni europee 2009 la legge elettorale è stata modificata. In un
colpo i partiti medio-piccoli sono stati privati della possibilità di
eleggere e, assenti dalle due Camere com'erano, non hanno potuto
organizzare nessuna difesa.
Noi non abbiamo santi né in paradiso né altrove.
Siamo noi e basta. Con i calli di un secolo.
La nostra valutazione l’hanno fatta anche altri. Rifondazione,
Comunisti Italiani, Verdi, Italia dei Valori, Api, Mpa non si
presenteranno con le loro insegne ma saranno ospiti di partiti nuovi o,
peggio, ospitati da singoli protagonisti alla ribalta.
Non me lo auguro ma potremmo essere gli unici tra tutti questi ad eleggere.
Abbiamo iniziato a percorrere il nostro ultimo miglio una ventina di
giorni fa quando, formatasi la lista 'Centro Democratico' (Tabacci, API,
Mpa, ex Idv, alcune liste civiche) apparentata al PD, ci siamo posti la
domanda: lista socialista o alleanza elettorale col PD. Centro Democratico, nei sondaggi, ha una forza simile alla nostra. La
legge elettorale prevede che solo una delle due possa avere accesso al
parlamento.
Hic Rodhus, hic salta.
Tutti gli organi di partito chiamati a decidere, compagni che sono
stati ministro, direttore dell’Avanti, dirigenti del vecchio partito con
cui mi sono confrontato, a larghissima maggioranza hanno valutato il
rischio troppo alto e si sono espressi per un accordo elettorale. Perchè
fallire la prova avrebbe significato chiudere il libro iniziato a
Genova in un mese d'agosto di fine ottocento.
E' il libro che io non intendo chiudere.
Troppe pagine ancora da leggere, troppe pagine ancora da scrivere.
Il futuro è in una missione.
Capisco chi ha cuore e non si piega all’Italia che cambia. Ma non
possiamo comportarci come i reduci di Salò, naufraghi in un mare di cui
avevano smarrito la bussola. La maggioranza dei nostri militanti ha vissuto gli anni che, ragazzo,
ho vissuto anch’io. Autonomismo socialista, riformismo di Craxi capo
del governo e di Pertini capo dello stato, meriti e bisogni, una
sinistra moderna, europea. Ci siamo innamorati di una storia bella.
Bella perché eravamo dalla parte giusta. Non tolleriamo che l’aver avuto
ragione sia oggi testimoniato da un piccolo partito. Giudichiamo
inaccettabile questa verità, un torto della storia che abbiamo sempre
servito dalla parte giusta. La presentazione di una lista comune è il timbro su una alleanza. Punto e basta. Alleati col PD ma con la nostra libertà politica.
Con una frontiera comune in Europa, quella del socialismo e della socialdemocrazia.
Con un leader socialista condiviso da eleggere, nel 2014, ai vertici dell'Unione.
Ci sarà una nutrita delegazione socialista alle Camere. Altre energie le utilizzeremo al governo e al partito fino dalla prossima primavera.
Autonomia organizzativa nell’attività parlamentare e indipendenza nelle iniziative politiche. Un ‘patto di consultazione’ a significare la piena libertà dei due partiti.
La richiesta di battezzare il gruppo ‘Democratici e Socialisti’ come al Parlamento Europeo. In alcuni collegi senatoriali, liste socialiste per aiutare la sinistra a battere la destra. Liste socialiste anche nelle regioni al voto (Lazio, Lombardia, Molise).
L’intesa elettorale con il PD nasce dalla spinta del PSE ed è
favorita dal cammino intrapreso da Bersani. Dal partito a vocazione
maggioritaria con il pantheon ambiguo di Veltroni a un rapporto stretto
con la casa socialista europea nel rispetto reciproco.
La presenza in Parlamento è l’ultimo mattone nella ricostruzione del partito.
Qualcuno ha scritto che abbiamo fatto un accordo per le seggiole.
Già, ma senza ‘seggiole’ le idee non diventano leggi. E abbiamo preteso
quanto ci spettava, nulla di meno. Il giudizio si dà alla fine. Sul
lavoro che verrà fatto. Sui risultati.
Nel 2008 dissi ‘no’ alla proposta di fare il capolista in Toscana. La
proposta veniva dal PD. Ho fatto il candidato nella nostra lista.
Sconfitto. Bene così.
In ogni altra elezione ho sostenuto candidati socialisti imposti dalla Segreteria Nazionale.
Il parlamento l’ho conosciuto solo con i miei voti di preferenza, in Italia e in Europa.
So bene quanto contino i numeri ma il valore più grande consiste
nell’opportunità che la nostra delegazione avrà di far conoscere ai
cittadini idee per anni avvolte dal silenzio. Dunque, un patto con i
socialisti e un patto con gli italiani. Pronto a spiegare a chi sostiene
la tesi dell’ammainabandiera. Come e quando vorrà. Mai temuto il
confronto con chi si impegna, con chi è mosso da una passione. Mi
spaventano invece il velleitarismo e i chiacchieroni di mestiere, quelli
dell’ “armiamoci e partite”, quelli che cinque anni fa inneggiavano
alla lista socialista e poi non la votarono ( in alcuni comuni, più alto
il numero degli iscritti rispetto ai votanti!).
Rappresenteremo la cultura laica, altrimenti assente, e legheremo il
nostro nome a leggi che valorizzino i diritti della persona. Ci
impegneremo a riformare il finanziamento ai partiti vincolandolo al
rispetto dell’art. 49 della Carta: chi è in regola si, chi non è in
regola no. Presenteremo come primo atto una proposta di legge che istituisca una
‘patrimoniale’ sulle grandi ricchezze tale da abbattere la pressione
fiscale sui redditi medio bassi e da abrogare l’Imu sulla prima casa.
Queste le priorità. Le altre ci sono state indicate dalle nostre ‘Primarie delle idee’ di sabato scorso.
Dopo le elezioni si terrà il congresso. All’insegna di un profondo rinnovamento locale e nazionale. Solo una condizione. La ricordo a ciascuno di noi citando una frase
scritta da Anna Kuliscioff nel 1926, un commento alla crisi socialista
dei quattro anni precedenti: ‘ Vi voglio confidare un segreto. Sapete
perché le folle non ci hanno più seguito? Non date retta a tante
spiegazioni storiche o economiche. C’è una sola ragione. Abbiamo
sofferto troppo poco. Un partito non può vivere di usufrutto su qualche
anno di prigionia accantonato prima del 1900’.
Analisi fredda, spietata e in larga parte giusta. Valida anche per noi.
Riposare sul passato fa inaugurare i musei. E basta.
martedì 8 gennaio 2013
Documento approvato dal Direttivo Regionale del PSI delle Marche, riunitosi ad Ancona il 4 gennaio 2013.
Il
Direttivo Regionale del PSI delle Marche, riunitosi ad Ancona il 4
gennaio 2013, considerato
il documento deliberato il 12 dicembre 2012 dal Consiglio Nazionale
del PSI
APPROVA
Il
seguente documento politico:
1. La crisi del PDL, conclamata e paradossale nel suo ritorno al passato, e le scelte del suo leader rischiano di avere effetti drammatici per l’Italia, a cominciare dalla reazione dei mercati finanziari. L'accelerazione della crisi di governo produce incertezze e destabilizzazione sia per la mancata trasformazione in legge di significativi D.L. (tra questi, il decreto relativo ai costi della politica) che per il nostro ruolo all'interno dell'Unione Europea. L’Italia risolverà nelle urne le incognite nate dalla sfiducia di fatto al governo Monti da parte dello schieramento che fa capo a Berlusconi.
Assistiamo
infatti al tentativo di riproporre schemi e slogan usurati, nella
convinzione che
gli italiani non ricordino e possano ancora essere convinti da un
canovaccio populista.
Per chi, come noi, ha sempre richiamato la necessità di avere
partiti trasparenti
e dotati di forte legittimazione per sostenere una democrazia libera
e autorevole,
questa è anche la riprova che per rafforzare la credibilità e
l’efficacia delle istituzioni
serve la buona politica. Le primarie di coalizione sono state un
successo. La sinistra
riformista ha potuto contare sull’energia gratuita di tanti
militanti, su una organizzazione
seria e disseminata sull'intero territorio nazionale e prima ancora
su di una
cultura ispirata ai valori della partecipazione e della libertà.
2.
La Carta d'Intenti traccia la meta che un esecutivo riformista si
propone di raggiungere:
efficaci politiche per lo sviluppo, una più equa distribuzione della ricchezza,
politiche
del lavoro,soprattutto giovanili e femminili,
un argine alla speculazione finanziaria,
diritti e sussidiarietà,
la promozione di una maggiore solidarietà europea in una Europa
politicamente più unita. Pur
riconoscendo i meriti del governo Monti nell’aver affrontato una
delicata fase emergenziale, rimaniamo convinti che dalla crisi
l'Italia potrà uscire solo con una salda maggioranza democratica e
con un programma politico che sappia andare oltre la più rigorosa
delle austerità. Una
coalizione riformista guidata dal candidato vincitore delle primarie
(Pierluigi Bersani),
che sappia dialogare, senza esserne prigioniera, con le culture
moderate e cattolico-democratiche
e che non confonda la propria strada con massimalismo e radicalismo;
un progetto che si configuri come un “Patto con gli Italiani”; la
certezza di priorità
definite per allontanare il Paese dalla recessione più grave dal
secondo dopoguerra. Sarebbe
stato auspicabile la presentazione dei firmatari della Carta
d'Intenti sotto un unico
simbolo, poiché avremmo consegnato agli italiani un'idea di forte
coesione, una concreta
speranza di governabilità e un riferimento puntuale alla casa
socialista europea. Prima
ancora che per ragioni legate alla legge elettorale, per motivi di
ordine politico. Tuttavia,
la scelta identitaria di SEL ha vanificato il progetto originario. Pertanto,
in relazione alle elezioni per il rinnovo della Camera dei Deputati, auspichiamo
la formazione di una lista socialista, che garantisca una chiara
visione della nostra
identità, della nostra storia e della nostra cultura (riformista e
laica). Questa lista dovrà
essere, inoltre, caratterizzata dalla presenza di Compagne e Compagni
espressione esclusiva
del territorio,
ma aperta alle esperienze del mondo produttivo, delle associazioni
dei lavoratori, della cultura e del volontariato.
I
socialisti delle Marche ritengono,in subordine alla formazione delle
liste socialiste, che sia
comunque preferibile anche per la Camera dei Deputati ove fosse
possibile, ed il Segretario Nazionale e la Segreteria Nazionale lo
ritenessero opportuno, perseguire il tentativo di costituzione di una
lista riformista, ispirata ai valori ed all’organizzazione del
socialismo europeo, seppure senza la partecipazione di SEL.
3.
Una nuova stagione legata ai diritti di cittadinanza, alla
centralità delle tematiche “del lavoro e della conoscenza”,
alla ridefinizione della cornice dello stato sociale, ed alla
patrimoniale sulle grandi ricchezze, costituiscono i cardini del
decalogo socialista. Con
le “Primarie delle Idee” abbiamo chiamato i cittadini a definire
le priorità del programma
di governo vincolanti per la delegazione socialista in parlamento. I
Socialisti delle Marche ribadiscono la grande capacità del Partito
Regionale di essere riuscito
sempre e con continuità, negli ultimi venti anni, a garantire la
presenza di eletti ed
amministratori in tutti i più significativi enti locali, Regione
Marche in primis, ma anche
Province, Comuni Capoluogo e grandi Comuni (Fano, Civitanova Marche,
San Benedetto
del Tronto, Camerino), nonché un forte radicamento organizzativo, e rivendicano,
pertanto, un ruolo centrale nella geografia politica e parlamentare
del PSI.
La
scadenza elettorale per i socialisti delle Marche, viene a coincidere
anche con un altro importante appuntamento; quello della (come prassi
consuetudinaria)verifica di metà legislatura del Governo Regionale,
in cui si dovrebbe procedere ad un rimpasto di giunta . Dopo
tanti rinvii è giunto il momento di far valere, oggi più che mai il
rispetto degli impegni presi nei confronti del Partito Socialista
delle Marche. Chiediamo
pertanto al Governatore Spacca di riconoscere al PSI quella pari
dignità da sempre rivendicata, e nominare un proprio rappresentante
nell’esecutivo regionale. Il
Direttivo Regionale del PSI delle Marche dà mandato alla Segreteria
Nazionale di sostenere le richieste sopra evidenziate e di
sottoscrivere, nell’ambito del centrosinistra, gli accordi
programmatici ed elettorali tesi a garantire all'Italia un governo di
svolta.
lunedì 7 gennaio 2013
Elezioni, Pd: per i socialisti non c’è più spazio. Rometti: «Se è così riconsidereremo le nostre scelte»
di Ivano Porfiri
Nella vita niente è sicuro tranne la morte, figuriamoci in politica. A
due giorni dalla chiusura delle liste del Pd per le elezioni, i posti
sono sempre meno rispetto agli appetiti crescenti, alle recriminazioni. E
a rischiare fortemente ora è uno che, fino a adesso, nessuno aveva mai
messo in discussione nelle previsioni: l’assessore socialista Silvano
Rometti. Il diktat viene da Roma, direttamente dalla segreteria
nazionale: per il Psi solo 6 posti, di cui tre «esterni». Ergo, niente
spazio ai territori. E a questo Rometti non ci sta: «Se non viene
riconosciuta la nostra dignità, a questo punto riconsidereremo il ruolo
politico tenuto finora in questa regione». E per il Pd umbro, dopo la tregua interna rischia di aprirsi un altro fronte.
Il quadro La brutta notizia l’ha portata Nencini
alla segreteria nazionale: nonostante gli accordi dal Pd ci danno sei
posti in tutta Italia, di cui tre riservati a donne ed «esterni» (di cui
uno già assegnato a Pia Locatelli). Gli altri tre destinati allo stesso
Nencini, al suo vice Marco Di Lello e al tesoriere nazionale Oreste
Pastorelli. Nencini, in quel frangente, avrebbe definito «umiliante» la
proposta che azzera le candidature dai territori, tra cui quella in
Umbria, proponendo di rifiutare la candidatura. Idea, però, respinta
dalla segreteria. Si continua a trattare ma i nervi sono tesi.
Assolutamente inaccettabile «Se queste indicazioni nazionali dovessero essere rispettate – spiega Rometti a Umbria24
– l’Umbria rischia di rimanere penalizzata. Significherebbe che il Pd
decide di privilegiare le proprie questioni interne, l’appagamento delle
correnti, l’allungamento delle liste delle primarie rispetto
all’accordo con una forza politica seria e leale, che fin dall’inizio ha
sostenuto il progetto politico di Bersani». Tutto questo, per Rometti e
i socialisti umbri sarebbe «assolutamente inaccettabile« perché «qui
non conta più il sostegno all’azione di governo diffusa ma altre logiche
stimolate da una legge elettorale verticistica».
Dignità va riconosciuta Il Psi ne fa una questione
di principio. «Anzi – puntualizza Rometti – di dignità politica, che
viene prima delle giunte e delle maggioranze. Oggi il Pd ha 212
deputati, se vince ne avrà 340: nei 120 parlamentari in più non trovare 9
posti per noi è incredibile. Anche considerando che noi avessimo l’1%
sarebbero, su 900 parlamentari, comunque 9 posti, gli stessi avuti dai
Radicali che fra l’altro non ci saranno più. E l’accordo era questo».
Riconsiderare linea politica In questa situazione
secondo Rometti «il Pd regionale sembra essere consapevole del nostro
ruolo, da loro mai ci sono stati posti ostacoli. Però ora le logiche
nazionali rischiano di penalizzarci nell’unica regione dove siamo
veramente determinanti per tante giunte». Ripercussioni? «Beh, se
davvero non ci si riconoscerà la dignità di una rappresentanza
parlamentare sarà difficile continuare a tenere la linea tenuta in
questi anni nel centrosinistra. Si badi bene, non è una minaccia ma
bisognerà riconsiderare un po’ tutto nell’azione politica. Di certo, la
nostra base non capirebbe».
domenica 6 gennaio 2013
Lombardi e la profezia dell’84: Un Psi cosi’ non ha motivo di esistere !
di Carlo Patrignani - 06/01/2013
La
sala ammutoli’ al suo ingresso. Sorretto da quattro ‘amici compagni’
che su pressante richiesta lo avevano accompagnato dalla modesta casa di
Monteverde all’Ergife, riusci’ a sedersi al tavolo della presidenza
solo grazie a Giorgio Ruffolo che gli lascio’ il posto. Lo speaker
imbarazzato, tanto quanto Bettino Craxi, chiese sommessamente a Riccardo
se volesse intervenire. L’Ingegnere con un largo sorriso, ringrazio’,
si rivolse verso Craxi, poi verso la platea che accenno’ timidamente
all’applauso. Con la mano tremante impugno’ il microfono e aiutandosi
con l’altra mano se lo appoggio’ quasi alle labbra ed inizio’ il suo
ultimo intervento al Comitato Centrale del Psi che da quel giorno, il 30
giugno 1984, non gli apparteneva piu’ a differenza del socialismo. Il
tono basso della voce improvvisamente, man mano che parlava, si alzo’,
al pari dell’analisi spietata, sullo smarrimento totale dei valori
fondamentali del socialismo: in particolare le condizioni di vita della
‘povera gente’, l’unita’ della sinistra. “Ci siamo isolati da tutti”. Lo
ripete’ ben tre volte e concluse: “Un Psi così non ha motivo di
esistere”. Saluto’ con lo sguardo sorridente il gotha schierato dietro
il tavolo, strinse la mano all’amico e compagno Ruffolo ringraziadolo
del nobile gesto e sorretto dai quattro ‘amici compagni’ se ne torno’
dalla sua Ena a Monteverde. Da quel giorno, il Psi scomparve dalla scena
politica: Tangentopoli confermo’ l’analisi spietata, ma ancora di piu’
la confermarono tutti i tentativi falliti di rigenerarlo, compresa
l’attuale gestione di Riccardo Nencini. “Noi non ci battiamo per il Psi,
noi ci battiamo per il socialismo: il principio del partito vale per il
Pci, il nostro è il popolo-lavoratore”, ripete’ anche quel giorno. Da
Craxi in avanti, tutti coloro che, nessuno escluso, si sono impossessati
del Psi, fatto esattemente il contrario: anche un Psi all1% per qualche
misero posto in Parlamento, ma poco, pochissimo spazio al socialismo.
Ed e’ quel che sta accadendo in queste ultime ore nella trattativa tra
Pd e Psi per la composizione delle liste. Snobbata e saltata la
candidatura alle Primarie, il Psi sicuramente non presenterà una sua
lista autonoma apparentata al Pd ma avra’ qualche posto, non più di sei,
nelle liste del Pd. Ma chi sono i magnifici sei, di cui tre interni e
tre esterni, oppure quattro interni e due esterni? Intanto tutti graditi
e alcuni suggeriti direttamente dal Pd! Tra gli interni, Nencini di
certo. Poi gradita e suggerita, pare proprio da Bersani, Pia Locatelli,
Presidente dell’Internazionale Socialista donne; quindi Bobo Craxi, pare
sia stato suggerito da Massimo D’Alema. E se dovessero esser quattro:
il tesoriere Oreste Pastorelli. Tra gli esterni, presi da una lista di
personalità che appoggiano il Psi, i papabili sono: Claudio Martelli,
già vice di Craxi, nel 1991 da Ministro della Giustizia affido’ a
Giovanni Falcone la Direzione Generale degli Affari Penali e con lui
lavoro’ alla Superprocura antimafia e di recente sulla spinosa e
controversa trattativa Stato-mafia, ha accusato l’ex-presidente della
Repubblica Oscar Luigi Scalfaro di esser: “Lui il dominus, colui che
regnava”; di aver lui scelto “Conso, Amato, Mancino e Capriotti”,
insomma di esser stato il protagonista di una “regia che ci fu per la
‘normalizzazione’ del rapporto con la mafia”, con l’obiettivo di fermare
le stragi. Insieme a Martelli, l’ex-portavoce del Psi e direttore
dell’Avanti! Ugo Intini. In un’improbabile ipotesi del terzo esterno,
c’e’ lo storico Mario Gervasoni. La partita insomma è chiusa nonostante
sia in programma una ennesima segreteria domani: con Bobo Craxi, Claudio
Martelli e Ugo Intini, Bersani si assicura ‘la tradizione’ e con la
Locatelli un ottimo viatico nell’Internazionale socialista, mentre
Nencini con Pastorelli l’uomo di fiducia. Tra gli interni, nessun posto
per i colonnelli. E il socialismo? Inutile cercare, in Italia non c’e’
piu’ dal 30 giugno 1984. La base, ossia quanti ancora ci credono, si sta
rivoltando e chiede liste autonome del Psi. Difficilmente questa pur
legittima rivendicazione sarà accolta. Non aver candidato un socialista
alle Primarie; avervi partecipato con 20, forse 30 mila presenze e non
tutti per Bersani, molti voti sono andati a Renzi e Vendola; essersi
limitati alle primarie delle idee ‘confezionate’, senza cioè la
possibilità per il singolo di esprimere le proprie idee ma solo di
scegliere per ogni idea tra due o tre opzioni; sono tutte tappe di una
scelta che era prevedibilissima: non presentare liste autonome di
partito per il timore alquanto concreto di non superare il 2% ed essere
battutti dalle liste ‘Centro Democratico’ di Bruno Tabacci. Adesso il
rischio è che l’accordo che si profila a livello nazionale, si ripeta
nelle singole regioni, ossia che nelle liste del Pd figureranno solo i
graditi e suggeriti dal Pd in accordo con il Psi. Poi la base in
rivolta, delusa e amareggiata, si rivolgera’ altrove: ma dove? Si
oscilla dal ‘M5S’ di Beppe Grillo a ‘Rivoluzione civile’ del magistrato
Antonio Ingroia che è pronta ad accoglierli: del resto ha gia’ fatto suo
il famoso quadro di Pellizza da Volpedo, “Quarto stato”, non senza
significative rimostranze. Il sindaco di Volpedo – il paese dell’icona
socialista – Giancarlo Filippo Pio Caldone, in una lettera al magistrato
si dice “veramente disgustato dell’utilizzo indebito” e constata,
amaramente, che “il Comune e il paese che rappresento forse legalmente
non possono proibire l’uso ma moralmente si!”. Il portavoce del Gruppo
di Volpedo, Dario Dallamano: “Il Quarto Stato non è solo l’immagine di
un gruppo di contadini che si reca a rivendicare quanto giusto a Palazzo
Malaspina di Volpedo, è la rappresentazione di un movimento più ampio
che in quegli anni nasceva: il movimento socialista. [...] Ridurre il
tutto a simbolo di parte è un pessimo errore”. Il vecchio Lombardi
nonostante questa ripetuta deriva culturale e politica, pare comunque
godere ancora di buona considerazione, come altri protagonisti di quella
sinistra ‘eretica’, ‘riformatrice’ e ‘laica’, come Giuseppe Di
Vittorio, Bruno Trentin, Vittorio Foa, Antonio Giolitti, Giacomo
Brodolini, Gino Giugni, che tra gli anni sessanta e settanta doto’ il
Paese di grandi riforme che cambiarono le condizioni di vita della
‘povera gente’ e che oggi vengono rimesse in discussione, per una sorta
di rivincita, dalle forze moderate e liberiste raggruppate attorno al
prof. Mario Monti. Strano destino questo: a difendere lo Statuto dei
Diritti dei Lavoratori, la legge 300/70, la concertazione, l’Welfare –
conquiste dovute a quel nucleo di sei eretici riformatori e laici – sono
gli eredi del vecchio Pci che a quel tempo si astenne sullo Statuto
perchè lo ritenne troppo favorevole agli imprenditori e osteggio’
l’Welfare per un sentimentimento ostile alla socialdemocrazia. Così come
in maniera velata e ‘politica’, sono ancora gli eredi del vecchio Pci,
in particolare ‘i giovani turchi’, a rifarsi all’idea lombardiana di
‘una societa’ piu’ ricca perche’ diversamente ricca’.
sabato 5 gennaio 2013
LISTE SOCIALISTE SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE !
IL
DIRETTIVO REGIONALE DEL PSI - MARCHE, RIUNITOSI STRAORDINARIAMENTE IERI
04/01/2013 HA APPROVATO AD UNANIMITA' UN DOCUMENTO DI RICHIESTA
INCONDIZIONATA A PRESENTARE LISTE SOCIALISTE IN TUTTA ITALIA, CON
COMUNICAZIONE TEMPESTIVA ALLA SEGRETERIA NAZIONALE IN RIUNIONE NELLE
STESSE ORE.
giovedì 3 gennaio 2013
LA STORIA SIAMO NOI.....I SOCIALISTI !
di Webmaster
Carissimo Dott. INGROIA, perche' ingannare gli elettori e i VERI COMPAGNI, con un simbolo che scimmiotta il CAPOLAVORO DI PELLIZZA DA VOLPEDO. "Quando PELLIZZA dipinse il celebre "QUARTO STATO", lo fece pensando alle prime battaglie di civiltà e libertà vinte dai SOCIALISTI a fine '800". Oggi lei con una sorta di Rivoluzione senza aggettivi e con DI PIETRO, tenta di raccontare una storia che non e' stata mai scritta e nessuno scrivera' mai !
Dott. INGROIA abbia un minimo di pudore e cambi simbolo.....
Anche perche' la STORIA SIAMO NOI ....I SOCIALISTI !
mercoledì 2 gennaio 2013
*Il Dott. Formica ed il futuro dell'Ente Fiera di Civitanova Marche*
di Ivo Costamagna
Meraviglia che il dott. Formica abbia, di fatto, risposto alla presa di posizione sull'Ente Fiera dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale di Civitanova Marche, costituito da esponenti della maggioranza e della minoranza, e dei Presidenti delle Commissioni che sono anche Capigruppo Consiliari, senza tenere in alcun conto quanto affermato, unanimemente, dal massimo Organo del Consiglio Comunale di Civitanova Marche durante la sua recente Conferenza Stampa.
Meraviglia che il dott. Formica abbia, di fatto, risposto alla presa di posizione sull'Ente Fiera dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale di Civitanova Marche, costituito da esponenti della maggioranza e della minoranza, e dei Presidenti delle Commissioni che sono anche Capigruppo Consiliari, senza tenere in alcun conto quanto affermato, unanimemente, dal massimo Organo del Consiglio Comunale di Civitanova Marche durante la sua recente Conferenza Stampa.
Dispiace perchè così si imposta molto male un possibile, anche limitato e parziale, dialogo futuro e, tra l'altro, quanto detto da Formica mi impone una replica.
Il Comune di Civitanova aveva aderito ad un Progetto Fieristico Regionale, guidato dallo stesso dott. Formica, che è, però, naufragato. Oggi lo stesso Formica ripropone una versione "mignon" che si dovrebbe basare esclusivamente sulle Fiere di Ancona (o forse no) e di Civitanova Marche. Insomma la nuova struttura dell'Ente Fiera di Civitanova, di esclusiva proprietà del Comune, dovrebbe essere gestita, praticamente essa soltanto nell'intera regione, dal Dott. Formica quale "fulcro" di un progetto ancora inesistente anzi, purtroppo, fallito e di "speranze", ad oggi, aleatorie. Questo, dice Formica, d'intesa con la Regione e con il Comune come se tutto fosse già stato deciso.
Non mi risulta, invece, che il Sindaco Corvatta abbia preso impegni riguardo alla nuova struttura dell'Ente Fiera, peraltro ancora in costruzione, e che per il confronto con la Regione, a partire dall'assessore Giannini sino al Presidente Spacca, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale ha, unanimemente, convenuto sulla necessità di dar vita ad un Tavolo Istituzionale che partirà, però, dalla assoluta autonomia operativa ed anche gestionale della nuova Fiera e dalla esclusiva titolarità dell'Amministrazione Comunale di Civitanova di elaborare, proporre e/o condividere Progetti, utili interazioni e governance.
Formica su di una cosa ha ragione: il nuovo polo fieristico di Civitanova è troppo importante per l'economia della zona perché si pensi di poterlo gestire scavalcando, di fatto, la nostra città ! Insomma un "recidivo" scivolone di San Silvestro che poteva essere evitato !
Civitanova Marche, li 01 Gennaio 2013
Ivo Costamagna
(Presidente Consiglio Comunale)
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