lunedì 24 ottobre 2011

Costamagna pungola il centrosinistra: “Primarie entro il 15 dicembre”


L'ex sindaco di Civitanova parla al comitato direttivo della lista "La Nostra Civitanova" (PSI, Verdi, Lista Centioni) . Area Ceccotti, cavalcavia, urbanistica , sanità e trasparenza amministrativa sono i cinque temi caldi toccati dall'esponente del Psi

Cinque punti programmatici attorno ai quali cercare alleanze e coalizioni, le più ampie possibili e di opposizione all’attuale governo della città. Questo chiede Ivo Costamagna dopo che ieri sera ha riunito il comitato direttivo della lista la Nuova Civitanova per discutere delle priorità e delle tappe di avvicinamento all’individuazione dei programmi e del prossimo candidato sindaco del centrosinistra. “C’è preoccupazione per lo stato di questo centrosinistra che ancora non si è riunito attorno ad un tavolo – dice - segnale di una sofferenza politica che non può essere protratta ulteriormente”. Nel corso dell’assemblea di ieri sera le forze politiche aderenti hanno riconfermato il percorso delle primarie di coalizione per la scelta del candidato sindaco “da decidere entro il 15 dicembre – afferma Costamagna - oltre sarebbe fuori luogo, occorre inoltre che entro questo mese si definiscano i punti programmatici attorno ai quali poi stringere alleanze, senza preclusioni, ma orientate all’attuale opposizione di governo”. E 4 sono i temi caldi che animeranno la campagna elettorale ed il programma della coalizione. Primo fra tutti la Ceccotti: “noi ribadiamo l’opzione zero edificazione – dichiara – questo perchè le aree residenziali e dirigenziali abbondano nella città e non ne occorrono di altre, l’esempio Cecchetti insegna. Per quanto riguarda la proprietà occorre un accordo di programma che salvaguardi gli interessi della proprietà, ma che consenta di costruire altrove. La Ceccotti deve essere destinata a parcheggi, metropolitana di superficie, verde e servizi”. Il secondo punto riguarda invece l’urbanistica e l’edilizia popolare: “questa città ha raschiato il fondo del barile, servono piste ciclabili, verde attrezzato ed edilizia pubblica popolare economica e dignitosa perchè siamo al collasso della tensione abitativa”.


Il terzo punto riguarda il cavalcavia: “deve essere il meno impattante possibile – continua- questo progetto è un pugno sugli occhi, spaventoso e che viene realizzato con la medesima ottica speculativa che regna nell’urbanistica”. Infine la sanità: “l’ospedale di Civitanova rischia di tornare ad essere poco più che un’infermeria, vogliamo sapere perchè questi sei ospedali, quali sono i programmi? E’ vero che il Comune non ha competenze dirette in materia ma porremo l’attenzione sulle decisioni amministrative e politiche”. Intanto è convocata per martedì sera ,25 Ottobre ore 21,15 presso l'Hotel Miramare una riunione dei partiti e movimenti aderenti al "Comitato per le Primarie" (Federazione della Sinistra , Sinistra Ecologia e Liberta, Partito Socialista Italiano , Verdi, La Nostra Civitanova, Democrazia e Legalità e l' Associazione Civita Nova) .

INDIGNATI. DEL BUE: SPERO CHE IL SETTARISMO LASCI LA SINISTRA.



"Considero il movimento dei giovani una risposta giusta ad una società costruita all’incontrario, dove sono gli anziani a dover mantenere i più giovani e non viceversa. E penso che alla crisi finanziaria mondiale occorra dare anche una risposta politica e non solo monetaria, direi anche culturale sul modello di società e di sistema economico verso il quale ci dobbiamo orientare"


E quanto afferma mauro Del Bue, della segreteria nazionale del Psi. " Peraltro - prosegue Del Bue - rispetto al primo problema, vedo limiti ed errori non solo a destra, ma anche a sinistra. Clamoroso quello del governo Prodi e del sindacato sull’eliminazione dello scalone previdenziale, che costò allo Stato 10 miliardi di euro che potevano invece essere utilizzati per gli amortizzatori sociali per i giovani. Però - puntualizza l'esponente socialista - resto di stucco di fronte, non solo agli atti di violenza perpetrati dal corteo di sabato a Roma, dagli incendi, dalle aggressioni fisiche, della devastazione dei negozi, dall’assalto ai ministeri e alle banche, ma resto di stucco anche rispetto all’aggressione di un uomo come Marco Pannella, che potrà anche avere sbagliato tattica parlamentare per i suoi sei deputati, ma che resta certo un esempio di pratica non violenta e di pensiero liberalsocialista. A Pannella e ai socialisti - continua Del Bue - in primis Loris Fortuna, sono storicamente legate le più belle lotte per l’affermazione dei diritti civili in Italia e in questo momento a lui e ai radicali si deve la sensibilizzazione sulla drammatica e insopportabile situazione delle carceri italiane. Ebbene, Marco Pannella è stato aggredito a suon di offese e di sputi in faccia. Qualcuno gli ha perfino voluto ricordare, come una colpa, la sua amicizia con Craxi. Costoro, e sono persone generalmente adulte più che giovani arrabbiati, assiepati dietro simboli con falce e martello, non si accorgono che finiscono per dare motivi a chi, pur sentendosi intimamente di sinistra e di cultura liberalsocialista, continua a votare a destra. Magari a questi personaggi così carichi di odio non interessa. Anzi costoro sono più che mai contenti che i socialisti e i radicali si allontanino dalla sinistra. Io spero che si allontanino loro, perchè - conclude Del Bue - è ben difficile che il settarismo sia un buon viatico per convincere gli italiani che il governo di domani, per parafrasare il vecchio venditore di almanacchi leopardiano, sia meglio di quello di ieri…"

giovedì 20 ottobre 2011

*PER UNA CORRETTA INFORMAZIONE: PSI PORTO RECANATI*





PARTITO SOCIALISTA ITALIANO






Federazione Provinciale di Macerata



In relazione agli articoli comparsi sulla stampa locale da parte di un fantomatico PSI di Porto Recanati,che dopo aver fatto parte della maggioranza del Consiglio Comunale e che oggi renderebbe nota la propria deteminazione di uscire per collocarsi all'opposizione,per CORRETTEZZA d'informazione verso i SOCIALISTI e tutti gli elettori di Porto Recanati riteniamo doveroso precisare quanto segue :


1) Gli iscritti al PSI di Porto Recanati nell'ultimo anno ed attualmente risultano quelli appartenenti alla Sezione" BETTINO CRAXI " che sono all'opposizione dell Giunta di Centro Destra sin dal momento della sua nascita essendosi sempre collocati nello schieramento naturale per un PARTITO SOCIALISTA e coiè nel centro SINISTRA.


Questo è valso nelle varie consultazioni elettorali a tutti i livelli,PROVINCIALI e REGIONALI, a partire dall'aperto e pubblico sostegno alla lista


" UNITI PER PORTO RECANATI "


che aveva come candidato Sindaco LORENZO RICCETTI


2) Se la nota dovesse essere espressione di EX iscritti al partito che si erano collocati in una posizione DIVERSA ed ANOMALA per la storia del PARTITO SOCIALISTA ITALIANO e Portorecanatese,la stessa non può che farci piacere ma,allo stato non può essere firmata a nome e per conto del PARTITO SOCIALISTA ITALIANO.


3) Se gli stessi intendonno riprendere una militanza attiva nel PSI, nell'ambito e nei limiti previsti dallo Statuto del Partiro,la questione pur con tutta la disponibilità che riconfermiamo vista la nuova posizione politica,recentemente assunta,deve però essere discussa e vagliata dagli organismi esistenti a livello Locale e Provinciale del PSI stesso.


E' chiaro che si tratta comunque di un importante fatto positivo che può far riprendere una strada unitaria a tutti i SOCIALISTI di Porto Recanati e che può riportare il PSI a svolgere quel ruolo determinante che ha avuto in passato per la crescita e lo sviluppo della Città.


La Federazione Provinciale non lascerà nulla di intentato in tale direzione.


Tanto si doveva per una corretta informazione.


La Segreteria Provinciale del PARTITO SOCIALISTA ITALIANO di Macerata









mercoledì 19 ottobre 2011

*IL PSI CONTRO L'INIQUO BALZELLO DEL CONSORZIO DI BONIFICA MUSONE CHIENTI ASOLA ED ALTO TENNA*
















GRUPPO CONSILIARE PSI



Al Presidente Assemblea Legislativa delle Marche



INTERROGAZIONE a risposta orale urgente


Oggetto: Tributo richiesto dal “Consorzio di Bonifica del Musone, Potenza, Chienti, Asola ed Alto Nera”.



PREMESSO


che a seguito degli avvisi di pagamento emessi da Equitalia Marche Spa per conto del "Consorzio di Bonifica Musone Potenza Chienti Asola Alto Nera",pervenuti in questi giorni a migliaia di famiglie, dopo circa dieci anni, si è ripristinato un tributo che ha suscitato, tra i cittadini interessati, sorpresa, dubbi e malcontento.
Un tributo "sospetto" perché in passato i Consorzi hanno spesso erogato servizi poco efficienti tanto che la Giunta Regionale nel 2001, a seguito di una petizione, con D.G.R.n. 2994 del 11/12/2001 e successivamente con D.G.R.1226/2002 ha definitivamente sottratto agli stessi la possibilità di emettere ruoli ridefinendo i criteri di contribuenza.



VISTO



che sulla base di un articolato e controverso percorso giuridico-amministrativo il "Consorzio di Bonifica del Musone Potenza Chienti Asola ed Alto Nera", unico tra tutti quelli della Regione, ha ripristinato un tributo con la finalità della tutela ambientale del territorio e delle sue risorse.


CONSIDERATO



che tale tributo, attivato attraverso gli Atti della Provincia di Macerata ( DGP n.237/2010 e Deliberazione Commissario Prefettizio n, 89/2011)ed il Decreto del Commissario Straordinario del Consorzio stesso n. 27 del 20/06/2011, va ad aggravare una pressione fiscale già altissima, per molti versi ingiusta ed inaccettabile nonostante il periodo di crisi che stiamo attraversando, ed ha provocato una vera indignazione da nei cittadini interessati dovuta anche al fatto che in passato i Consorzi non hanno quasi mai erogato servizi di qualità almeno sufficienti e comunque complessivamente erano poco efficienti.





TUTTO CI0' PREMESSO E CONSIDERATO SI INTERROGA


il Presidente, la Giunta Regionale e, per essi, l'Assessore competente per materia, per sapere:


- attraverso quale meccanismo, è stato possibile estendere il pagamento di tale tributo a tante famiglie che hanno i loro terreni lontani dai corsi dei fiumi e che, quindi, non possono essere coinvolti neanche nella presunta attività di mitigazione del rischio idraulico e di regimazione dei corsi d'acqua naturali che il Consorzio pone alla base di una sua presunta attività;


- come il Consorzio intende utilizzare, nello specifico, gli 850.000 euro che lo stesso ricaverà da tale tributo così come risulta dal Decreto del Commissario Straordinario n. 27 del 20/06/2011;


- quali iniziative, amministrative e legislative, la Giunta Regionale intende adottare nei confronti della Provincia e del Consorzio affinché tale tributo che, comunque, non può che essere considerato iniquo, venga soppresso.


Ancona,lì 13 ottobre 2011


Moreno Pieroni - Presidente Gruppo Psi Regione Marche

martedì 18 ottobre 2011

REGIONALI MOLISE. IL PSI VICINO AL 5%. NENCINI: UNA BELLA GIORNATA PER I SOCIALISTI.



Ottima performance del Psi che nelle elezioni regionali in Molise, nonostante la lista socialista non concorresse nella circoscrizione di Isernia per un disguido, ha ottenuto il 4.6% dei voti, conquistando un seggio nel nuovo Consiglio regionale molisano nel quale siederà Gennaro Chierchia che ha raccolto oltre 1800 voti di preferenza.





Si tratta di un risultato di assoluta rilevanza poichè segnala che il Psi, a fronte di un sensibile calo dell'affluenza alle urne, ha ottenuto più di 2000 voti rispetto al risultato che nel 2006 conseguì lo Sdi e che, nel centrosinistra, di cui diventa la quarta forza, è l'unico partito ad avere sensibilmente guadagnato voti mentre l'Idv del molisano Di Pietro flette con una perdita secca rispetto alle scorse regionali di oltre 1000 voti e un partito come Sel, indicato in tutti i sondaggi in costante crescita, in presenza di una consultazione dove i voti non sono virtuali ma vengono espressi nell'urna, non riesce a raggiungere la soglia del 4%.





Riccardo Nencini, appreso il risultato delle elezioni molisane ha affermato che: “Con le regionali del Molise il Partito Socialista Italiano ha confermato la sua straordinaria vitalità e la sua radicata presenza nel territorio.
Il Psi si attesta tra i primi partiti del centrosinistra con un risultato di gran lunga superiore a quello di altre forze politiche della coalizione che godono di ben altra considerazione da parte dei media nazionali.





Il quasi 5% dei voti andati al Psi -ha proseguito il leader socialista- è un risultato superiore di quattro volte alla media dei sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani. La percentuale avrebbe potuto essere anche sensibilmente maggiore, se la nostra lista e il nostro simbolo avessero concorso anche ad Isernia, dove a causa di un disguido tecnico non sono stati presentati.





Quella di oggi - ha osservato ancora Nencini - è per tutti i socialisti italiani una bella giornata grazie ad un risultato tutt'altro che sorprendente, perchè in linea con le nostre aspettative, che supera il dato già positivo delle amministrative dello scorso mese di giugno."





"Alla luce di queste considerazioni - ha concluso Nencini - il Psi, nell' Assemblea congressuale nazionale convocata per il 2, 3 e 4 Dicembre prossimi, valuterà la possibilità di presentare un candidato socialista alle annunciate elezioni primarie del centrosinistra".





L'ottimo risultato del Psi tuttavia non è stato sufficiente per scalzare l'ultra decennale egemonia di Michele Iorio e del centro destra. Infatti, per poche centinaia di voti, portato del deludente risultato delle altre liste della coalizione collocatesi ben al di sotto delle aspettative, Paolo Di Laura Frattura, candidato presidente del centro sinistra, è uscito sconfitto.

MOLISE. SOLLAZZO: SUCCESSO DEL SOCIALISMO IDENTITARIO



"La forte connotazione identitaria del PSI - ha dichiarato Angelo Sollazzo, della Segreteria Nazionale del PSI - ha spinto il partito a risultati particolarmente significativi.


L'aver confermato il seggio al Consiglio regionale, con il compagno Gennaro Chierchia, il raddoppio dei voti, il successo nell' intera provincia di Campobasso, nonostante l'assenza della lista ad Isernia, dimostrano la vitalità di un partito rafforzato che ha riunificato tutte le sue anime ed ha potuto indubbiamente contare su una parte determinante del vecchio elettorato del PSI. Tutti i candidati - ha ossetrvato Sollazzo - nessuno escluso, hanno raccolto ampi consensi e successi personali, con risultati inimmaginabili alla vigilia del voto.
Vi è stato uno sforzo corale, senza scorrettezze di alcun genere e con il fine ultimo di portare consensi al partito.





Un partito unito, quello molisano - dottolinea l'esponente socialista - che potrà riservare nel futuro significative ed importanti sorprese.
Pur nella sconfitta del centrosinistra, il Psi in termini di percentuali e di numeri assoluti ha superato altre forze della sinistra, tra le altre Sel e Federazione dell sinistra, collocandosi tra i partiti più forti della coalizione.





Un particolare ringraziamento- ha concluso Sollazzo- va agli elettori ed ai magnifici candidati che hanno aperto un nuovo orizzonte al socialismo molisano".

SONDAGGIO DIGIS. IL PSI SALE ALL'1.7%



Prosegue il trend positivo del Psi nelle rilevazioni dell'Istituto Digis che SkyTg24 ha trasmesso nell'edizione odierna delle ore 14.00.
Le interviste, effettuate tra giovedì e sabato scorsi, stimano il Psi l'1.7% delle intenzioni di voto con una crescita di due decimali rispetto all'ultima rilevazione di settembre del medesimo istituto e ben al di sopra di alcune forze politiche i cui rappresentanti godono di attenzioni da parte del circuito televisivo sicuramente maggiori di quelle che (non) vengono riservate ai socialisti italiani.

CRAXI: DI PIETRO E L'IDV IMBARAZZANTI PER QUALSIASI SINISTRA



“La mentalità dell’Italia dei Valori di Di Pietro è imbarazzante per qualsiasi sinistra al mondo”.



E’ quanto afferma in una nota Bobo Craxi, del Partito socialista italiano.
Prima incita alla ribellione dopo aver vaticinato sinistre disgrazie”, aggiunge, “poi si mette alla testa della reazione invocando leggi di Polizia: legge Reale per una politica surreale”, commenta Craxi coniando uno ‘slogan’.





“In ogni caso, una sinistra che ingloba il reazionario ed espelle il garantista”, conclude l’esponente socialista, “non è certo degna di questo nome”.

domenica 16 ottobre 2011

SOCIALISMO O BARBARIE !

di Carlo Felici

Lo sappiamo fin troppo bene, quello che è accaduto ieri 15 Ottobre 2011 era ampiamente previsto e uno di noi lo aveva profeticamente prefigurato con molta lucidità: Norberto Fragiacomo scriveva pochi giorni fa: «C’è bisogno, quindi, che a Roma alziamo tutti la voce, nessuno le mani – e che il nostro messaggio arrivi a destinazione. Se riusciremo nell’intento, la prossima volta saremo il doppio, e per Natale sfileremo a milioni; se invece si cadrà nella trappola dei provocatori e dello sterile spontaneismo, ci toccherà tornare a casa malconci, screditati, sconfitti."

Siamo stati sconfitti e vari sono effettivamente tornati un po' malconci, ma possiamo ancora non essere screditati

Alcuni hanno confrontato le vicende di ieri con quelle di dieci anni fa, svoltesi a Genova, ma per chi, come me, ha vissuto di persona gli eventi, non è difficile rilevare alcune sostanziali differenze. Non soltanto, per fortuna, non è morto nessuno, ma è accaduta una cosa straordinara: persino un sindaco di destra, come quello della capitale, ha dovuto ammettere che i provocatori neri sono stati isolati, che gli stessi manifestanti li hanno costretti ad agire allo scoperto, inveendo contro di loro, in certi casi sporadici, persino aggredendoli fisicamente e, in altri, sostenendo l'opera delle forze di polizia indaffarate a contrastarli.

Non c'è stato nemmeno da parte delle forze dell'ordine alcun pestaggio indiscriminato contro i manifestanti, a larghissima maggioranza pacifici, e «armati» solo di bandiere multicolori. Le scene del massacro di manifestanti inermi per terra, che furono assai frequenti a Genova, ieri non si sono viste, anche se c'è da rilevare che il cordone di polizia è stato fin troppo stretto intorno al corteo, e piuttosto «lontano» durante il percorso. Nessun drappello di polizia o di carabinieri c'è stato ai lati del tragitto in zone che potevano ritenersi «a rischio». Solo quelle intorno alle entrate delle metropolitane, per altro chiuse, sono state presidiate, spesso addirittura bloccate, impedendo anche a soli semplici pedoni di poter passare uno alla volta, e dunque con il rischio di imbottigliare tutti in caso di improvvisi addensamenti di folla o di fughe indiscriminate verso i varchi.

Sembrava dunque quasi la «cronaca di un casino annunciato» quella che si è andata prefigurando fino circa a metà percorso, rilevando che il corteo è partito in maniera molto ordinata, festosa e sicuramente senza alcun incidente, dalla stazione Temini e da Piazza Esedra.

Evidentemente, era già stato «studiato» come «spezzarlo» in tre tronconi quando si fosse già dispiegato tutto: un taglio alla fine, uno in mezzo e uno in testa.

Chi ha agito per seminare caos e distruzione, lo ha fatto secondo un piano premeditato e non certo in maniera spontaneistica. I cosiddetti «black block» che molti pensavano dovessero addirittura giungere dall'estero, in realtà avevano un netto accento «meridionale» ed usavano come arma micidiale le «bombe carta», già ampiamente note per le loro fabbriche clandestine controllate dalla camorra in Campania, e per i frequenti incidenti di Capodanno con relativi morti e feriti. Le bombe carta, che producono un effetto esplosivo ed incendiario anche peggiore delle molotov, hanno bisogno di una fabbricazione molto più meticolosa di queste ultime, devono quindi essere preparate da specialisti, altrimenti rischiano di scoppiare in mano, di conseguenza, tali famigerati «provocatori in nero» avevano l'aria di essere un prodotto assai «casareccio».

Non c'è dubbio quindi che chi ha messo ieri a ferro e fuoco Roma avesse un preciso mandato, che poi si fossero aggiunti ad essi dei ragazzini pieni di rabbia e sostanzialmente allo sbaraglio, faceva parte del copione, purtroppo la violenza è contagiosa e attecchisce soprattutto in chi ha ancora una scarsa consapevolezza della vita.

Quando dunque ci si trova in una situazione di tale caos, o si ha un'arma in mano e la si sa usare nella maniera giusta, essendo «giustificati» a farlo, per porre fine rapidamente al caos e raggiungere gli obiettivi necessari, oppure si deve solo ripiegare in buon ordine e lasciare tale compito a chi di dovere.

E questo avrebbe dovuto fare una seria organizzazione di un serio coordinamento, in una seituazione serissima come quella di ieri, al primo accenno di devastazioni o di incendi dolosi.

Il corteo avrebbe dovuto arrestarsi nella zona più larga: probabilmente il Colosseo e attendere che i disordini cessassero, isolando i provocatori invece di avanzare ulteriormente per arrivare a tutti i costi alla meta e, al limite, disperdersi lì. Proseguire, purtroppo, non ha fatto che da «copertura» ulteriore ai «mercenari neri».

Questo, in ordine alla tattica sul campo, per ciò che invece attiene alla strategia generale, si rileva che questa manifestazione segna inevitabilmente il fallimento del movimentismo spontaneista, buono solo, di fatto, a costruire una copertura agli atti violenti, al vandalismo strumentale che alimenta poi i «media» padronali e li rivolge contro un'opinione pubblica sempre più disorientata ed imparurita.

Il coordinamento della protesta del 15 marzo si è fatto trovare impreparato per questa sfida globale, non ha saputo agire all'unisono con una organizzazione tale da saper prevenire e contrastare efficacemente il rischio degli infiltrati. Ha messo a disposizione un numero verde per assistenza legale, ma non ha saputo allestire un vero e proprio servizio d'ordine come quelli che un tempo sapevano organizzare, non solo i sindacati, ma i veri partiti di massa di una sinistra che adesso è polverizzata sotto le sue macerie.

Chi ricorda le manifestazioni del 77 sa bene che le code e i fianchi dei cortei erano «sorvegliati» da file di volontari con i famigerati «stalin» (nome alquanto lugubre ma efficacissimo per designare dei lunghi bastoni) spesso usati per impedire che le direzioni imboccate non fossero quelle giuste, oppure che i manifestanti avessero obiettivi non consoni a quelli stabiliti. C'è pure da dire che i «casini» accadevano lo stesso, ma sovente più perché dall'altra parte c'era chi sparava (pallottole vere) nel mucchio, che non per una degenerazione interna dei cortei.

Ovviamente le realtà di allora, già ampiamente concluse e implose per cause che tutti conosciamo (infiltrazioni ideologicamente strumentali, terrorismo, mancanza di assunzione di una guida e di una responsabilità da parte di un partito comunista allora in cerca di una spasmodica via d'ordine verso il potere, polverizzazione in movimenti conflittuali tra loro e via dicendo), non sono più né ipotizzabili né proponibili, perché le sfide attuali sono profondamente diverse.

Esse infatti oggi sono, contrariamente ad allora, globali e globalmente vanno affrontate e risolte. Ma può farlo un coordinamento che, prima ancora che riuscire a rapportarsi con quello di altre nazioni, non riesce a farlo efficacemente al suo interno? E' questo il punto fondamentale.

Un movimento del genere fa paura più dei partiti o dei sindacati, perché è destinato a raccogliere un consenso crescente e dunque chi vuole screditarlo deve farlo sul nascere, dimostrando che esso non esiste e, se c'è, è costituito solo da gente che non ha altro obiettivo che «spaccare tutto», e che quindi non dimostra di possedere né progettualità e tanto meno capacità di alternativa al sistema vigente. Solo questa è l'arma disperata di un potere che sta in piedi con la corruzione e non esita ad «arruolare» per i suoi sporchi fini anche le truppe di una criminalità organizzata che, da sempre, ha come unico obiettivo i propri affari e il controllo del proprio territorio (con tutti quelli che, volenti o nolenti, sono costretti a viverci dentro).

L'Italia è l'unico Paese al mondo in cui la protesta è degenerata in violenza indiscriminata, questo per noi è un tristissimo primato di inciviltà, che, nell'epoca dei media globali, si paga immediatamente.

Dimostrare di essere un paese con servizi di sicurezza incapaci di prevenire, prima ancora che di combattere, sul campo fenomeni eversivi e mostrare a tutto il mondo di non avere un movimento di protesta in grado di autoproteggersi e di organizzarsi, al punto da rendere impossibili, con adeguati servizi d'ordine e di sorveglianza, fenomeni strumentali violenti e degenerativi, è la cosa peggiore che ci possa capitare in un momento di crisi generale, istituzionale, morale, civile e politica.

Il nostro striscione «socialismo o barbarie» è stato però, in tutto questo, un faro che abbiamo portato lungo tutto il percorso, finché ci è stato possibile, come monito e come soluzione verso quella stessa barbarie che ha aggredito al cuore la città che, per antonomasia ed eternamente, si è sempre eretta a baluardo di civiltà e di spiritualità contro ogni barbarie.

Esso dunque va preso molto sul serio, perché il Socialismo che oggi noi invochiamo e testimoniamo è quello della civiltà che si oppone ai grandi potentati che hanno continuamente lucrato nel «divide et impera», perché hanno da sempre cercato di dividere ogni movimento di protesta, seminando in esso odio, violenza ed ignoranza allo stato puro, ed in modo puramente distruttivo, con il solo fine di autoconservarsi.

E' quel Socialismo che invoca il diritto al dissenso ma sa, allo stesso tempo, costruire anche la valida ed efficace alternativa dell'assenso: democratica, libera e non violenta, europea, globale, e che, infine sa combattere, senza esclusione di colpi, chiunque minacci la civiltà, in tutte le sue forme.

Noi dunque continueremo ad illuminare il nostro faro, portando la «civiltà del Socialismo» anche in altre manifestazioni ed in altri contesti, augurandoci che il consenso intorno a noi cresca e si rafforzi. E cercheremo di fare in modo che questa possa essere la vera bandiera di civiltà condivisa da tutto il movimento di protesta per un mondo migliore, possibile e necessario.

Se, di conseguenza, faremo parte di un prossimo coordinamento di una futura manifestazione che abbia gli stessi obiettivi di quella di ieri, esigeremo che ci sia un adeguato servizio d'ordine interno ai manifestanti e che, con poliziotti e carabinieri che hanno subito un taglio alle loro risorse di ben 60 milioni di euro, si raggiunga una sinergia di intenti, per una causa che interessa anche loro. E soprattutto porteremo in piazza non solo sterile protesta, ma concrete alternative.

In quanto i veri antagonisti che incarnano oggi la barbarie sono i «manovali» della violenza al servizio dell'assolutismo dei sacerdoti del profitto fine a se stesso, con chirichetti ben nascosti nei partiti che esercitano il potere o stanno perfino in una falsa opposizione.

Noi piuttosto vogliamo costruire una società in cui i meriti e i profitti siano equamente condivisi e da ciascuno possa provenire il meglio delle sue capacità, mentre si deve andare incontro alle necessità basilari di tutti.

Non ci fermeremo finché la nostra civiltà non saprà prevalere sull'oscurantismo della barbarie che si abbatte sulle categorie più povere e disgraziate di cittadini: giovani, precari, sfruttati, cassintegrati, licenziati, pensionati, disabili, e via dicendo.

La nostra forza sarà molto più grande e più potente di quella di quei criminali mercenari comuni mascherati da «protestanti neri» che hanno cercato di inquinare solo il ramo di un fiume in piena in tutto il mondo, poiché condivisa da un mondo intero che rifiuta che il costo della crisi del capitalismo debba essere pagato soltanto dalle masse popolari. Non passeranno! Non prevarranno, la nostra civiltà prevarrà sulla loro barbarie.

SOCIALISMO O BARBARIE !

martedì 11 ottobre 2011

*Inaccettabili e vessatorie verso gli abitanti di Civitanova Alta le decisioni di Sindaco e Giunta in merito alla sosta*


Manifesto di protesta contro l'esproprio dell'unico spazio di sosta
(cortile ex liceo classico)
affisso lungo Via A. Caro
da cittadini indignati dalle decisioni del Sindaco Mobili e dei suoi... "amici".

FRANCIA. NENCINI: LE PRIMARIE DEL PS DIMOSTRANO LA VITALITA' DEL SOCIALISMO





"La straordinaria affluenza alle urne dei francesi alle primarie socialiste è la rappresentazione del desiderio di partecipazione dei cittadini e della vitalità del ruolo della cultura socialista europea,di cui il Ps è da sempre un punto d'eccellenza." Lo ha detto il segretario nazionale del partito socialista italiano, Riccardo Nencini .





"I cittadini francesi -continua il leader socialista - hanno dato un forte segnale dipartecipazione democratica, nonostante la grave crisi economica e politica che non li ha risparmiati, rappresentando una forte volontà di cambiamento".





Come i socialisti francesi, anche in Italia vogliamo fare la nostra parte, rilanciando le `Primarie delle Idee´ nel centrosinistra, per ridare speranza ad un Paese ormai sfinito dallo stallo in cui il governo ci ha fatti piombare´.





A questo processo - conclude Nencini - offriremo il nostro contributo con l'assemblea congressuale straordinaria del 2, 3 e 4 dicembre prossimi, in cui presenteremo il nostro "Progetto per l´Italia".





Anche per Bobo Craxi, responsabile esteri del Psi: " Le primarie socialiste in Francia, con il successo di Francois Hollande e Martine Aubry, sono state un segno di vitalità democratica in un momento in cui la politica europea è scossa nella sua credibilità.





E’ stato - aggiunge Craxi -un segno di unità tra i socialisti francesi e un inequivoco rilancio del socialismo democratico europeo, che si appresta a sfidare le destre in Europa. Su questo, rifletta bene la sinistra italiana, dove il socialismo è minoritario o assente. E rifletteranno i socialisti stessi, se non sia il caso di fare come fanno in Europa e provare a lanciare una propria candidatura alle primarie, come prospettiva”, conclude il dirigente socialista, “di un avvenire che ci avvicini e non ci allontani dall’Europa mediterranea”.

CSX. NENCINI: PIU' CHE UN 'BIG BANG' SERVE UNA RIVOLUZIONE RIFORMISTA



“Auguro a Matteo Renzi ogni successo, ma lo slogan scelto per la Leopolda II non è affatto foriero di buoni auspici.


Sotto questa insegna, esattamente la stessa – 'Big bang' – Michel Rocard, nel 1993, promise lo scioglimento del Partito Socialista francese e si autopromosse rifondatore della sinistra d'Oltralpe. Le cose sono andate del tutto diversamente”.


A dirlo è Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, commentando l'annunciata convention di Matteo Renzi.
“Oggi i sondaggi – prosegue - considerano il candidato socialista alle Presidenziali francesi, probabilmente Francoise Hollande, vincente contro l'attuale Capo dello Stato.


Anche per la sinistra italiana, prima di avveniristici 'big bang', consiglierei rigore, lavoro di gomito e tre impegni da assumere di fronte ai cittadini: misure per il rilancio dell'economia (innanzitutto patrimoniale, tassazione delle rendite finanziarie, lotta all'evasione fiscale, denari nella ricerca, tutele per i precari), investimento nelle nuove idee (e nelle giovani generazioni), sobrietà nel governo della cosa pubblica.

Questa sì – conclude Nencini - che sarebbe una vera rivoluzione riformista!”.

martedì 4 ottobre 2011

Danimarca, arriva il governo delle donne e dei giovani

Età media dei titolari di dicastero: 43 anni

Sono arrivati dalla regina del Paese in bicicletta sei dei 23 ministri che la prima premier danese donna, la leader socialdemocratica Helle Thorning Schmidt ha presentato a sua maestà Margrethe. È stato questo il segnale di un nuovo stile che si fa strada nel governo di centrosinistra insediatosi in Danimarca. Perché a capo di 23 dicasteri siedono d'ora in poi dei ministri giovani, con poca esperienza parlamentare e quasi nessuna competenza ministeriale

Berlino - Il più giovane dell'esecutivo, Thor Moger Pedersen, ha 26 anni e dovrà dirigere quel ministero per il Fisco che avrà un ruolo rilevante nella riforma fiscale prevista dal nuovo governo. Una riforma, si legge nel programma, che dovrà "limitare le diseguaglianze e ridurre la povertà".

Un'altra giovanissima è Astrid Krag, 28 anni, ministro della Sanità che dovrà garantire interventi rapidi nella cura del cancro e di tutte le malattie mortali. Ida Auken, 33 anni, siede a capo del ministero dell'Ambiente con un compito impegnativo: portare la Danimarca a ridurre i gas serra del 40 per cento entro il 2020, entro la stessa data portare l'energia cinetica a coprire la metà del complessivo consumo elettrico, eliminare per legge ogni sostanza chimica nociva nel cibo, nei succhiotti per neonati e nei giocattoli.

Ma Thorning Schmidt, 44 anni, ripone estrema fiducia nel suo giovane staff (l'età media è di 43 anni) e defiinisce forte e pronta ad entrare in azione la coalizione che ha formato con i socialisti e i radicali, che qui hanno tendenze social liberali. Al suo fianco del resto ha anche alcuni consolidati politici. Il leader dei socialisti popolari Villy Sovndal ha portato per la prima volta nella storia danese il proprio partito ad entrare in un governo. Oggi presiede l'importante ministero degli Esteri e l'anno prossimo sarà sua la responsabilità nel condurre il semestre danese di presidenza dell'Ue.

La leader radicale Margrethe Vestager, che era già stata ministro in precedenti governi socialdemocratici, si è assunta il compito di dirigere due dei maggiori dicasteri , quello dell'economia e quello degli interni. Del resto è lei la vera vincitrice delle elezioni che si sono svolte due settimane fa. Il successo dei radicali e la loro scelta in favore di un governo di centro sinistra ha premiato Thorning Schmidt ma ha costretto lei e Villy Sovndal ad eliminare alcuni punti fermi della loro piattaforma elettorale: ad esempio una tassa sui redditi milionari.

Nelle lunghe consultazioni che hanno portato a definire il programma di governo le sinistre hanno dovuto ingoiare anche altri rospi. Primo fra tutti la riforma previdenziale sottoscritta dai radicali con il precedente governo di centro destra in cui si riducono in modo drastico le possibilità di ottenere il prepensionamento.

I media parlano del nuovo programma come di un insieme rosso/blu. La crisi economica non poteva che imporre dei compromessi. ''Abbiamo un programma - ha sottolineato la premier - che è pesante e che ci può fare uscire dalla crisi. Ma dalla crisi non riusciremo ad uscire se non sapremo collaborare''.