giovedì 29 aprile 2010

Dibattito su Ignazio Silone, personaggio misterioso ed enigmatico.

Dibattito su "Ignazio Silone"
Personaggio misterioso ed enigmatico

Per gli studenti è soprattutto l’autore di “Fontamara”, ma per gli studiosi e gli storici in particolare, Ignazio Silone (1900-1978) è stato anche un politico con una travagliata e complessa vicenda umana.

Proprio di questo aspetto del letterato italiano si è parlato al teatro “Marchetti” di Camerino nel corso del convegno “Ignazio Silone, l’uomo, lo scrittore” organizzato dalla Provincia di Macerata in collaborazione con il Comune e l’Ateneo camerte e con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, nell’ambito del programma di iniziative storico-culturali per la celebrazione del 25 aprile, “Dalla Liberazione alla Repubblica”.

Introdotto dal presidente del Consiglio provinciale, Umberto Marcucci e dal sindaco di Camerino, Dario Conti, il convegno ha visto confrontarsi tesi e studi di due docenti di diversa formazione, Mauro Canali, che insegna storia contemporanea a Camerino e Andrea Paganini, docente svizzero di letteratura italiana. Nel corso del dibattito, moderato da Serena Sileoni, dell’Università di Firenze, il prof. Canali ha illustrato al folto e attento pubblico di giovani studenti degli istituti camerti di scuola superiore la tesi secondo la quale Silone, dal 1920 circa fino al 1930, sarebbe stato una spia al servizio della polizia politica fascista. Il docente dell’Università di Camerino ha riferito i risultati delle sue indagini, frutto di anni di analisi dei documenti di prima mano raccolti insieme al prof. Biocca.

Silone, personaggio illustre della politica italiana, padre costituente, mito della storia repubblicana, fervente antifascista ma soprattutto antitotalitarista, militante comunista prima e socialista poi, resta pertanto una delle figure più enigmatiche e umane al tempo stesso della cultura italiana. La ricerca di Canali contribuisce a fare luce su un personaggio misterioso e enigmatico, la cui produzione letteraria è stata definita, non a caso, dalla critica come una “scrittura lunare”.

Nelle sue opere – è stato fatto osservare – costante è il richiamo all’inganno, all’enigma, alla doppiezza e alla necessità dell’uomo di riscattarsi dalle sue azioni meno nobili. Della produzione letteraria come esigenza liberatoria di confessione ha parlato il Andrea Paganini, il quale ha aiutato gli studenti a comprendere le vicende personali di Silone leggendo tra le righe delle sue opere, in particolare della pièce teatrale “Ed egli si nascose”. Proprio questa pièce è stata scelta dalla Provincia per essere allestita dall’Istituto Tecnico commerciale di Macerata, per la regia di Sauro Savelli il 31 maggio a Macerata (aula magna Istituto “Gentili”) e il 4 giugno a Civitanova Marche (Teatro Cecchetti).
dalla Provincia di Macerata
www.provincia.macerata.it

Interrogazione sulla situazione della spiaggia delle “Due Sorelle” a Sirolo.

Al Presidente dell'Assemblea Legislativa delle Marche - Sede

Oggetto: Interrogazione sulla situazione della spiaggia delle “Due Sorelle” a Sirolo.

INTERROGAZIONE - a risposta orale

* Considerata la situazione pubblicamente segnalata dal Sindaco di Sirolo della grave condizione, in termini di sicurezza, in cui si trova la spiaggia denominata “Due Sorelle” a causa di fenomeni erosivi e di ripetuti smottamenti franosi che si sono, anche recentemente, verificati;

* Considerato che il permanere o, peggio, l'aggravarsi dell'attuale situazione comporterebbe la prosecuzione della chiusura della spiaggia proprio in coincidenza con la stagione turistica arrecando, così, un danno enorme a tutta la riviera del Conero ed all'intera regione Marche. La spiaggia delle “Due Sorelle” è, infatti, un vero e proprio “testimonial”, suggestivo e spettacolare, della nostra regione nel mondo. Oltre a ciò si verificherebbe anche un danno altrettanto grave, a livello economico, per tutto l'indotto che l'attività turistica legata alle “Due Sorelle” produce;

* Considerato inoltre che il Comune di Sirolo ha approntato un progetto volto alla messa in sicurezza dell'arenile proprio per evitare la chiusura prolungata della spiaggia delle “Due Sorelle” attualmente interdetta al pubblico sia via terra, dopo un'ordinanza del Sindaco di Sirolo, e sia via mare a seguito di un'ordinanza della Capitaneria di Porto di Ancona;

* Preso positivamente atto che il tempestivo ed urgente incontro tra il Comune di Sirolo ed il competente Assessorato della Giunta Regionale, svoltosi martedì 27 aprile u.s., dal quale è emersa la necessità di un intervento finanziario di circa 60 mila euro per attivare il primo stralcio dei lavori, da deliberare in sede di Conferenza dei Servizi, necessari per ripristinare la sicurezza della spiaggia e per consentire la sua riapertura;

* Visto che, però, sembra non esserci ancora una certezza né sul fatto che sia la Regione a provvedere al finanziamento, almeno, del primo stralcio dei lavori, né sui tempi e le modalità degli stessi;

SI INTERROGA

la Giunta Regionale, e per essa l'Assessore competente, in merito a:

1) ritenendo indispensabile che sia la Regione ad assicurare il finanziamento di 60 mila euro, necessario per consentire la messa in sicurezza della spiaggia delle “Due Sorelle” e, quindi, per la sua riapertura nei tempi più brevi, essendo già iniziata la stagione turistico balneare, quali iniziative si intendono, a tal fine, assumere;

2) quali procedure si intendono seguire per la rapida realizzazione del primo straslcio dei lavori necessari a tale riapertura;

3) ritenendo opportuno e necessario un intervento di rilancio dell'immagine turistica ed ambientale della spiaggia delle “Due Sorelle” inevitabilmente colpita dall'attuale situazione, se e quali iniziative si intendono assumere in tale direzione.

Ancona, lì 29 Aprile 2010

GRUPPO CONSILIARE "ALLEANZA RIFORMISTA - PSI"

Il Presidente
Moreno Pieroni

INGHILTERRA - LE PROPOSTE ELETTORALI E GLI SCENARI DOPO IL VOTO

http://www.criticasociale.net/img/titolone.jpg
Cosa divide e unisce Brown, Cameron e Clegg

LABOUR, TORIES E LIB-DEM, I PROGRAMMI

A poco più di una settimana dalle elezioni in Gran Bretagna, i sondaggi relativi al voto popolare indicano un incremento del vantaggio dei conservatori, una tenuta dei liberaldemocratici e un arretramento dei laburisti. Tuttavia, se si valuta la probabile distribuzione dei seggi alla Camera dei Comuni, l'incertezza rimane assoluta. Diversi sono gli scenari possibili: un'alleanza Lib-Lab, un governo Tory di minoranza o, più improbabile, una convergenza tra conservatori e liberaldemocratici. Quali tuttavia i contenuti che dividono o avvicinano le tre forze politiche principali? Alla vigilia dell'ultimo dibattito televisivo tra i leader, il quotidiano britannico The Independent analizza le posizioni dei partiti su tematiche cruciali quali economia, politiche sociali, istruzione, sanità, giustizia, ambiente, Europa e difesa


Uscire dalla crisi insieme all'Europa

Il governo si è impegnato nel sostegno alla ripresa economica e ha tentato di mettere in atto un piano credibile per ridurre il deficit di bilancio. Sono stati esclusi tagli della spesa pubblica nel breve termine, ma si prevede un aumento della tassazione dei redditi più elevati. E' stato preso un impegno legislativo a dimezzare il deficit in quattro anni con l'obiettivo di portarlo in pareggio entro la fine di questo decennio. Vari tagli della spesa sono già stati programmati, sebbene i servizi essenziali, quali sanità e scuola, non saranno toccati: il budget stanziato per l'istruzione rappresenta una delle poche aree che sperimenteranno una crescita reale negli investimenti. Gli stipendi dei funzionari pubblici verranno invece congelati. I ministri laburisti hanno sottolineato l'intenzione di implementare progetti infrastrutturali di alto profilo (collegamenti veloci su rotaia), nonostante la difficoltà ad attivare investimenti pubblici. Infine, in linea con le promesse degli altri partiti maggiori, il Labour prefigura le creazione di nuovi "green job".



Controllo del deficit e riassetto della pubblica istruzione

I conservatori vogliono intervenire immediatamente sul deficit, nei primi cinquanta giorni di governo. "Un'azione non necessariamente ampia, ma tempestiva", ha detto David Cameron. Si propone di bloccare i salari degli alti funzionari pubblici, pur difendendo le posizioni a basso reddito e le spese sanitarie fondamentali. Il ruolo della Financial Services Authority (un'autorità indipendente che vigila sui mercati finanziari, ndt) dovrebbe essere ridotto a garantire la tutela dei consumatori, poiché molte della sue funzioni verrebbero conferite alla Banca d'Inghilterra. Cameron ha definito inflazionaria la creazione di moneta da parte della Banca d'Inghilterra, il quantitative easing, che ha iniettato 200 miliardi di sterline nel sistema economico. E' prevista la creazione di un ufficio indipendente per la responsabilità budgetaria, il taglio della tassazione alle imprese e dell'imposta di successione, oltre all'abolizione dell'aliquota del 50% sui redditi di chi guadagna più di 150.000 sterline all'anno (voluta da Brown).




La riforma del sistema elettorale in cima alle priorità

Si auspicano tagli immediati, ma non avventati, per paura di danneggiare la ripresa economica. Vince Cable, portavoce economico dei liberaldemocratici, ha valutato la possibilità di risparmiare 15 miliardi di sterline mediante la riduzione delle spese relative al deterrente nucleare, l'interruzione del contributo governativo al Child Trust Fund (un programma di sostegno finanziario all'infanzia, ndt), la minimizzazione dei crediti di imposta ai redditi elevati e l'accantonamento del progetto governativo di reintrodurre la carta di identità in Gran Bretagna. I 3,6 milioni di cittadini che guadagnano meno di 10.000 sterline l'anno non dovranno più pagare tasse sul reddito, mentre si prevede un giro di vite sugli aumenti salariali e i bonus nel pubblico impiego. Inoltre, si metteranno in condizione le banche di concedere con più facilità prestiti alle imprese. Infine, i Lib-Dem promettono che ai giovani tirocinanti che completeranno uno stage o un'esperienza lavorativa assimilabile verrà riconosciuto uno stipendio di 55 sterline a settimana per tre mesi.

mercoledì 28 aprile 2010

Non servono analisi sofisticate !

Non servono analisi sofisticate !
di Cesare Serrini

Non servono analisi sofisticate (che peraltro non sarei in grado di fare) per comprendere ch dopo il fallimento della "Rosa nel Pugno", della Costituente socialista e del progetto di Sinistra e Libertà, le ultime elezioni regionali hanno inferto un colpo probabilmente definitivo a ciò che resta del PSI nazionale che - bisogna dirlo - non esiste più.

Le responsabilità sono chiare ed attribuibili ad un gruppo dirigente nazionale mediocre, logorato dalla marginalità cui è costretto e privo della necessaria passione politica. Ebbene, piuttosto che impegnarsi in un grande sforzo dal quale far scaturire un preciso indirizzo politico, in grado di rendere percepibile una visione, una idea di società, magari parziale, ha invece lasciato che fossero le miniburocrazie locali a scegliere soluzioni che nell'ottica esclusiva della convenienza consentisseloro di sopravvivere, magari consolidando qualche modesta rendita di posizione.

Come era ampiamente prevedibile, zero strategie, zero progettualità-mi si passi da juventino la banalità della citazione - "zeru tituli, anche in termini di credibilità.


Nelle poche realtà (le Marche tra queste) in cui sono stati ottenuti consensi, questi per la gran parte sono con evidenza apparsi estranei ( in qualche caso addirittura ostili al Partito e nella esclusiva personale disponibilità del singolo candidato, dunque non solo inidonei a contribuire alla crescita del Partito sul piano sia qualitativo che quantitativo, ma- se così si può dire - anche meno spendibili, meno utili da un punto di vista politico, come il risultato connesso alla formazione della Giunta Regionale Marche conferma.


I meno di duemila voti ottenuti dal PSI a Milano (dicasi Milano) costituiscono comunque, insieme come è ovvio ad altri dati a cui per brevità non faccio cenno, la rpova inequivocabile della inadeguatezza di quel gruppo dirigente e della inaccettabilità etica e politica del tentativo di nascondere o di strumentalizzare i risultati elettorali attraverso veri e propri escamotages, tra i quali il titolo apparso sull'Avanti di qualche giorno fa :" Il Partito Socialista terza forza del centro sinistra ", risibili e patetici al tempo stesso.

Dal fallimento della Costituente socialista è emerso con chiarezza come non vi sia più spazio per una presenza elettorale e politica del PSI ; quando si subisce una sconfitta politica è doveroso riconoscerla, cercare di capirne le ragioni e creare subito i presupposti per una nuova classe dirigente, giovane e coraggiosa, che abbia la forza e la dignità di mettere in discussione l'attuale assetto politico attraverso l'avvio di una battaglia vera, visibile, non condizionata da tentazioni di collocazioni purchè siano.

Esattamente l'opposto del "tirare a campare", degli accordi toscani, della rinuncia a giocare un ruolo politico serio, frutto di logiche di fatto preordinate alla liquidazione di una grande storia.


L'obiettivo è il ripristino in Italia di una democrazia rappresentativa, vittima da tempo del prevalere delle corporazioni sulle istituzioni, delle leggi elettorali e sul finanziamento pubblico che limitano la partecipazione di molti alla vita politica del Paese ed assicura invece a PDL e PD che insieme raccolgono il consenso di meno di un terzo della popolazione di disporre di circa due terzi degli eletti oltre che di ingentissimi finanziamenti.


E' auspicabile che per consentire l'emergere di uan nuova classe dirigente i responsabili della situazione che si è determinata si mettano a disposizione, lascino i loro incarichi e sostengano la costruzione di un Partito che non può partire da quello che c'è, anzi, meglio, che NON c'è.

Avv. Cesare Serrini
(Presidente Circolo Pertini Jesi)

"Mozione sulla realizzazione del rigassificatore in località Porto Recanati - Riviera del Conero"

Al Presidente dell'Assemblea Legislativa delle Marche - Sede

Oggetto: "Mozione sulla realizzazione del rigassificatore in località Porto Recanati - Riviera del Conero".

MOZIONE

L'ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE

PREMESSO CHE

*
Esiste un progetto per la realizzazione di un impianto di rigassificazione,proposto dalla società Gas de France-SUEZ, da posizionare difronte alla Riviera del Conero a 18 miglia dalla costa del Comune di Porto Recanati nel cui territorio la società proponente intenderebbe realizzare le opere di approdo delle tubazioni che, dalla nave rigassificatrice,dovrebbero immettere nelle reti a terra il gas, una volta che il GNL sarà stato riportato allo stato gassoso;

* Il Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha già pubblicamente espresso, con importanti prese di posizione riportate da tutti gli organi di informazione locale, il proprio parere contrario alla realizzazione del rigassificatore di Porto Recanati - Riviera del Conero;

* Il Consiglio Provinciale di Ancona ed i Consigli Comunali dei Comuni di Camerano, Castelfidardo, Loreto, Numana, Potenza Picena, Recanati, e Sirolo, Comuni limitrofi alla zona dove si ipotizza la realizzazione di tale impianto di rigassificazione, hanno espresso un parere contrario alla sua costruzione;

CONSIDERANDO CHE

* La contrarietà alla realizzazione dell'impianto di rigassificazione si basa sulle seguenti motivazioni:

A) Motivi di impatto ambientale

La realizzazione dell'impianto prevede l'utilizzo di ingenti quantitativi di ipoclorito di sodio (se ne prevede l'immissione in mare di 40 tonnellate all'anno) al fine di mantenere in efficienza l'impianto stesso, salvaguardandolo dalla formazione di incrostazioni e/o da fenomeni di ossidazione derivanti dalla presenza nell'acqua marina di organismi viventi destinati, ove non vi sia un processo di sterilizzazione dell'acqua stessa, ad intaccare i meccanismi di funzionamento della nave rigassificatrice con danni che potrebbero condizionare il funzionamento degli apparati. L'utilizzo continuo dell'ipoclorito di sodio produrrà, inevitabilmente, la morte della fauna e della flora nelle acque circostanti la nave rigassificatrice con effetti che, nel medio e nel lungo periodo, possono causare veri e propri sconvolgimenti dell'ecosistema marino. Inoltre il processo di rigassificazione prevede, come indicato dalla stessa società Gas de France-SUEZ, l'utilizzo di enormi quantitativi di acqua che dovrà essere impiegata per permettere di rigassificare il GNL. L'acqua del mare circostante verrà, perciò,risucchiata in un processo continuativo, per un quantitativo indicato in 14.000 metri cubi all'ora, da pompe che, come è immediatamente intuibile,insieme all'acqua risucchieranno tutti gli organismi viventi in essa presenti con le ovvie conseguenze in ordine alla loro distruzione. Le problematiche che si sono evidenziate preoccupano ancor di più se si considera che i fenomeni descritti si verificheranno in un mare che, per le sue caratteristiche, non garantisce un ricambio di acqua tale da permettere di sottovalutare la gravità dei rischi connesi al processo di rigassificazione.

B) Motivi legati all'immagine dei luoghi, al turismo e alla pesca

Le considerazioni svolte ai precedenti punti a) e b) fanno immediatamente intendere le preoccupazioni che sorgono in ordine alle conseguenze che produrranno sia l'enorme impatto ambientale e sia l'assenza di una sicurezza "certa". L'ambiente è destinato, inevitabilmente, a subire modifiche i cui effetti di lungo termine non sono stati neppure affrontati negli elaborati prodotti della società proponente l'impianto. La Riviera del Conero, se i progetti relativi ai rigassificatori previsti davanti alla costa di Porto Recanati e di Falconara verranno portati avanti,si troverà ad essere "incastonata" tra due impianti industriali, che condizioneranno inevitabilmente anche la scelta delle mete turistiche, con danni inestimabili per la zona e per l'intera Regione Marche, che, anche attraverso la stessa Riviera del Conero, sta lanciando la propria immagine in ambito internazionale.

C) Motivi di sicurezza

Il GNL verrà trasportato da "navi traghetto", dalle quali verrà immesso nei serbatoi della nave rigassificatrice attraverso braccia meccaniche rigide. Verranno, quindi, avviati i processi tesi a rigassificare il gas liquido. Ove, nel corso dello svolgimento di tali attività, dovessero verificarsi inconvenienti derivanti da qualsiasi problema (guasto meccanico, errore umano o incidente), le conseguenze di una fuoriuscita di gas liquido potrebbero rivelarsi letali. Si verificherà, un progressivo riscaldamento del GNL che, quando è allo stato liquido a -161 gradi, non è infiammabile ma che, quando raggiunge la condizione gassosa e la sua percentuale nell'aria diventa tra il 15 e il 5%, diviene una miscela pronta ad esplodere, tanto che l'incontro con una fonte di combustione (che potrebbe anche essere costituita dal motore di una qualsiasi imbarcazione di passaggio) potrebbe determinare un'esplosione dagli effetti devastanti. In relazione ai prospettati rischi non sono state fornite sufficienti spiegazioni e garanzie da parte della società proponente. Dagli elaborati della stessa non si evince, infatti, che siano state prese in esame ipotesi di sversamenti importanti di liquido che potrebbero derivare anche da un incidente.

D) Motivi legati alla mancanza di un programma energetico

Il progetto viene presentato senza uno studio delle conseguenze che lo stesso potrà produrre nel medio e lungo termine, anche in relazione alla contemporanea proposta di realizzare altri impianti di rigassificazione nel mare Adriatico. La situazione appare aggravata se si considera che la mancanza di un piano energetico nazionale non garantisce alcuna razionalizzazione tesa a salvaguardare dal rischio che non siano autorizzati impianti non assolutamente necessari ed anzi
dannosi alla salute dei cittadini, all'ambiente e al territorio. L'impianto, inoltre, non appare rispondere alle esigenze di approvvigionamento energetico della Regione Marche, che si pone come una regione in grado di auto-produrre il proprio fabbisogno, bensì è evidentemente teso a garantire l'approvvigionamento di altre aree che non sono neppure da individuare in Italia ma in altre nazioni. Tutto questo con l'ovvia conseguenza che la nostra regione rischierebbe di diventare una piattaforma industriale dove le risorse del turismo e della pesca verrebbero, progressivamente, esautorate.

E) Motivi legati al contrasto con i progetti in materia di energia della Regione Marche

L'impianto proposto non si inserisce nel progetto energetico che intende perseguire la Regione Marche, teso a privilegiare le energie pulite rinnovabili e, anzi, si pone in contrasto con esso, distogliendo fondi e risorse che potrebbero essere proficuamente e diversamente impiegati.

Tutto ciò premesso e considerato, L'Assemblea Legislativa delle Marche
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE


ad opporsi alla realizzazione di tale impianto e a non dare il consenso alle eventuali richieste di intesa da parte del Governo o dei Ministeri competenti, a resistere e ad impugnare gli atti che siano adottati per il via libera all'impianto, a sollevare conflitti di competenza e ogni altra iniziativa utile diretta a salvaguardare la salute dei cittadini, l'ambiente ed il territorio della Regione Marche.

Ancona, lì 28 Aprile 2010

ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE

GRUPPO CONSILIARE "ALLEANZA RIFORMISTA - PSI"

Il Presidente
Moreno Pieroni

martedì 27 aprile 2010

L'AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI MACERATA HA DECISO DI VENDERE L'EX LICEO SCIENTIFICO DI CIVITANOVA !

LA SCONCERTANTE DECISIONE DELL'AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI VENDERE L'EX LICEO SCIENTIFICO DI CIVITANOVA NON DEVE ESSERE ACCETTATA !

Leggo che la sconcertante decisione dell'Amministrazione Provinciale di vendere l'ex Liceo Scientifico di Civitanova sembra che trovi, in qualche modo, contrari anche importanti esponenti del centro-destra che governa la nostra città.

Bene.


Va intanto, però, preso atto di un dato di fatto inconfutabile che neanche i "fumogeni" di Pettinari o i "petardi"di Brini, scagliati contro Silenzi, possono modificare.


CON SILENZI PRESIDENTE, IL SOCIALISTA DARIO CONTI ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI E CON I CIVITANOVESI CARLA MONACHESI E LUIGI CARLOCCHIA IN GIUNTA PROVINCIALE, LE SCUOLE (...E NON SOLO) A CIVITANOVA SI SONO COSTRUITE (i nuovi Licei, Classico e Scientifico) ED INVECE CON L'ACCOPPIATA DI TREIA...... "C.&P." (Capponi&Pettinari) LE (EX)SCUOLE SI VENDONO !!


Questo è dovuto al differente peso politico REALE dei Civitanovesi nel Centro-Sinistra rispetto al ruolo di "pura immagine", usata per le battaglie già perse in partenza (v. Marinelli alle Regionali), che hanno, invece, nel Centro-Destra Provinciale. Li, finita l'era Brini, forse anche per "reazione", si decide... "altrove", comunque lontano da Civitanova.

Vogliono i Marcucci, i Morresi e gli altri (a proposito, AUGURI SINCERI al Sindaco Mobili) dimostrarsi "classe dirigente" per e della nostra città??


C'è un modo molto semplice per rinviare al mittente lo "schiaffo" (economico, urbanistico e politico) che questa GIUNTA PROVINCIALE vuol dare a Civitanova Marche.


La maggioranza di Centro-Destra che governa la nostra città faccia come la Giunta di Sinistra (Frinconi - Belardinelli) con l'Area Cecchetti (poi, purtroppo, "rimodificata" dalla prima Giunta
Marinelli):

CAMBI LA DESTINAZIONE URBANISTICA DELL'AREA DELL'EX LICEO SCIENTIFICO, *UN BEL PARCO PUBBLICO* CHE TANTO MANCA A CIVITANOVA !


Che poi la Provincia apra pure tutti i contenziosi amministrativi che riterrà opportuno ma, in questo modo, l'ex Liceo, intanto, non verrebbe venduto.


E' una buona occasione per affermare una nuova classe politica dirigente nel centro-destra, voltando pagina, almeno, rispetto a 15 anni di cementificazionie che sarebbe la conseguenza immediata della vendita dell'area dell'ex Liceo.


Sareste doppiamente utili a Civitanova !

Civitanova M., li 27 Aprile 2010


Ivo Costamagna

(Segretario Provinciale PSI Macerata)

sabato 24 aprile 2010

*25 APRILE: FESTA DELLA LIBERTA' A CIVITANOVA MARCHE*

FESTA DELLA LIBERTA' A CIVITANOVA MARCHE ORGANIZZATA DALL'ANPI:
DOMENICA 25 APRILE, ALLE ORE 10.00, RITROVO DI TUTTE LE FORZE ANTIFASCISTE IN PIAZZA GRAMSCI - SEGUIRA' CORTEO E COMIZIO.

PARTECIPARE, PER UN SOCIALISTA, E', ALLO STESSO TEMPO, UN DOVERE MORALE, UN IMPERATIVO CATEGORICO MA ANCHE LA PIU' BELLA E LIBERA DELLE OCCASIONI PER RITROVARE I PROPRI IDEALI MIGLIORI.


Ivo Costamagna
(Segretario Provinciale PSI Macerata)



Monica Minnozzi parla dell'ANPI ad Annozero - 15 Aprile 2010

"Monica Minnozzi" parla dell'ANPI ad Annozero - 15 Aprile 2010

*25 APRILE. NENCINI: E' IL MONUMENTO AI VALORI DELLA DEMOCRAZIA*

''Il 25 aprile non e' un semplice anniversario ne' la festa di una sola parte politica, ma un vero e proprio monumento ai valori fondanti della nostra repubblica e della nostra democrazia''.

Lo afferma Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, che ricordera' la Liberazione a Firenze rendendo omaggio ai valori della Resistenza.

''Fin da giovane - prosegue Nencini - ho festeggiato questo giorno come una festa di unita' nazionale, e negli anni passati l'ho celebrato distribuendo la Costituzione italiana e rendendo onore a luoghi e simboli spesso dimenticati''.

Domenica, alle 10,30, Nencini sara' in piazza Tasso, a Firenze, e si fermera' dinanzi alla lapide che ricorda l'uccisione di cinque civili inermi da parte dei fascisti comandati dal successore di Mario Carita' Giuseppe Bernasconi, mentre alle 11,30 si spostera' al cimitero di Falciani, per onorare la memoria dei soldati americani caduti durante la campagna di liberazione d'Italia.

''Il 25 aprile - conclude Nencini - sta tutto nelle parole che Sandro Pertini pronuncio' quarant'anni fa da presidente della Camera, sta nella 'vitalita' attuale e perenne' degli ideali che animarono la Liberazione, ovvero la 'liberta' e la giustizia sociale, che costituiscono un binomio inscindibile: non puo' esservi vera liberta' senza giustizia sociale e non si avra' mai vera giustizia sociale senza liberta'''.

*CRAXI: SPOSTATO A DESTRA L'ASSE POLITICO DEL PDL*

“E' andato in scena, nella maggioranza, un irresponsabile scontro di potere, che mette a nudo l’inadeguatezza del gruppo dirigente del nostro Paese da 15 anni a questa parte”.

E’ quanto ha affermato Bobo Craxi nel corso del proprio intervento al Comitato regionale del PSI del Lazio.

“Le conseguenze politiche di tutto ciò”, ha proseguito Craxi, “aprono prospettive per chi, nel campo democratico e riformista, sarà capace di coglierle sviluppando politiche moderne e alternative.

La crisi del Pdl”, ha aggiunto Craxi, “si sviluppa su questioni di carattere vitale per la nazione, come ad esempio la sua unità e gli equilibri economici che la rendono possibile.

E’ evidente - ha osservato Craxi - che si è aperta una fase nuova e imprevedibile: l’unità nazionale, i temi laici, il riequilibrio nord-sud, l’integrazione e i diritti degli stranieri, mettono indubbiamente in difficoltà e in contraddizione la cosiddetta area riformista del Pdl. Se si esclude l’evidente lotta di potere in atto, le argomentazioni di merito e il rifiuto ad assumerle spostano a destra, nella linea ufficiale, l’asse politico di questo Partito, rendendo incompatibile”, ha concluso l’esponente del Psi, “l’esistenza stessa dei socialisti all’interno del Popolo delle Libertà”.

*L'ERRORE DI FINI*

(Mauro Del Bue)

Fini è matto. Vuole trasformare il Pdl in un partito democratico, con tanto di correnti organizzate. Ma con chi credeva di avere a che fare?

Con una forza politica composta da dirigenti eletti, da militanti con il diritto di voto libero, da strutture che si autofinanziano?

Il Pdl è Berlusconi. Non è Berlusconi più Fini. E i suoi dirigenti non sono eletti, ma assunti nel partito azienda in cui è il capo a eleggere la base e non viceversa. E il capo non deve rivolgersi ai suoi aderenti, ma al suo popolo. E’ il popolo, quello che si affaccia dai balconi e che nelle piazze applaude e grida i suoi osanna al capo, l’unico referente.
E il predellino è l’unico vero congresso.

Se Fini vuole contare, dunque, si faccia il suo popolo, le sue piazze, si prenda i suoi osanna negli stadi, che gli consentano di costruire i suoi predellini. Il partito è il Partito del popolo, non degli iscritti e dei militanti e neppure dei dirigenti che non hanno altra possibilità che di assentire, altrimenti il ricorso al popolo diventa inevitabile.

Il merito di Fini, semmai, è di aver fatto codificare quel che del resto chiaro sembrava già. Ad esempio che è il capo a potere espellere chi dissente e che il partito non ammette le correnti. Cosa che nella storia dei partiti politici italiani non era praticata formalmente, almeno la prima, nemmeno dal vecchio Pci.

Ecco, se vogliamo intendere il vero precedente del modello di partito del Pdl, almeno in alcune forme di repressione del dissenso, dobbiamo rintracciarlo proprio nella storia del comunismo italiano e internazionale. Con il referente “popolo” che sostituisce il referente “classe”. E con Fini nelle vesti di Silone, Tasca e della “banda dei tre”.

Naturalmente si fa tutto questo per non scimiottare i vecchi
partiti, il vecchio sistema delle correnti, i vecchi congressi e tutto quel che la parola vecchio si porta con sè. Con la mia naturale considerazione che, se la democrazia dei partiti e nei partiti è cosa vecchia, allora “viva il vecchio”.

Anche perchè, come prima dicevo, questo nuovo modello di partito, non è vecchio, ma vecchissimo e appartiene all’epoca dei partiti totalitari e carismatici. "Lunga, lunga vita ad Aldo Brandirali e sotto la sua guida il popolo vincerà", si scandiva nel partito marxista-leninsta della fine degli anni sessanta. Questo dovrebbe dire Bersani, anzichè rifugiarsi nella misteriosa e improduttiva equiparazione di Fini e Berlusconi. L’idea di una forza politica liberaldemocratica con una forte sensibilità sociale contrapposta a una di tipo napoleonico-integralista, non può suscitare indifferenza anche a sinistra.

Lascio perdere il comportamento degli ex socialisti che tra le due hanno optato per quest’ultima. Cosa che trovo più innaturale della separazione della maggioranza degli ex An da Fini, che è certo meno traumatica sul piano della coerenza alle idee
tradizionali.

Come finirà lo scontro è presto detto. Tutto dipende dal numero di parlamentari che Fini riuscirà a portarsi dietro. Se Berlusconi si accorgerà che il numero mette a rischio il suo governo (ma non credo) o che il presidente della Camera svolgerà le sue funzioni (e questo è assai più probabile) per intralciare il lavoro del governo, allora ci saranno le elezioni anticipate.

SOCIALISMO, LA MEMORIA NEGATA

Il libro di Bruno Pellegrino
SOCIALISMO, LA MEMORIA NEGATA
di Pierluigi Battista*

Ma come è possibile che il trionfo del lessico del socialismo riformista in Italia abbia coinciso con la morte politica dei socialisti?

È per via di questo paradosso che sulla storia della cultura riformista italiana ristagna ancora un'atmosfera da damnatio memoriae.
Grava su di essa il silenzio intimidatorio di un interdetto storiografico. La sua memoria è stata cancellata, la sua storia espunta dalle vicende politiche e culturali della Prima Repubblica. Quando, nella legislatura nata nel 1996, gli ex comunisti della coalizione prodiana andarono al governo, si parlò di una prima volta della «sinistra a Palazzo Chigi»: come se il centrosinistra con i socialisti nella «stanza dei bottoni» non fosse mai esistito, come se a Palazzo Chigi non fosse già entrato il socialista Bettino Craxi.

Vittorio Foa, racconta Bruno Pellegrino nel suo “L'eresia riformista” in uscita presso Guerini e Associati (pagine 224, € 19,50), si stupì molto con Paul Ginsborg che gli aveva dato da leggere i primi capitoli del dattiloscritto della sua Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi: «C'era un vuoto: non si parlava dei socialisti. E Paul: "Non ne parlano perché non c'erano"». La storia del socialismo italiano come un «guscio vuoto». Ecco il frutto della strabiliante amnesia collettiva di cui ha sofferto, e continua a soffrire, la nostra Seconda Repubblica.

Il libro di Pellegrino ricostruisce con puntiglio le tessere del mosaico riformista annegate nell'oblio. Non il riformismo antico di Filippo Turati e, di Anna Kuliscioff, che pure è ricordato in queste pagine come la sorgente prima, la matrice originaria perduta e rinnegata negli anni del frontismo e della subalternità culturale nei confronti dei comunisti. Ma la rinascita di un orgoglio riformista che politicamente prende fiato e forma con l'ascesa di Craxi ai vertici del Psi, Midas 1976.

Negli anni in cui il Pci mieteva il massimo dei suoi consensi elettorali e stuoli di intellettuali sentivano il richiamo irresistibile dell'egemonia culturale esercitata dalle Botteghe Oscure, la cultura socialista ritrovava se stessa e portava un nuovo vento di orgoglio riformista nel cruento «duello a sinistra» descritto da due protagonisti del nuovo corso culturale come Giuliano Amato e Luciano Cafagna.

Nascevano associazioni, centri culturali; una rivista come «Mondoperaio» (allora diretta dal giolittiano Federico Coen) prese un posto di primo piano nella discussione ideologica; il Club Turati rendeva ancora più smagliante il suo blasone di voce di un socialismo milanese che aveva nel riformismo la sua bandiera: le glorie antiche della Società Umanitaria, la fierezza del municipalismo, la solidità del pragmatismo meneghino. Nasceranno su quel tronco espressioni vivaci di un rinnovato spirito riformista: dal Club dei club, di cui Pellegrino è stato promotore e forza motrice, all'associazione Politeia. Impossibile menzionare tutti i nomi coinvolti in questa nuova primavera riformista restituita nelle pagine di Pellegrino.

Ma non un comparto della cultura fu risparmiato da questa ondata di riflessioni e innovazione: dalle nuove professioni all'informazione, dal cinema all'arte, dall'architettura alle scienze giuridiche, dalla storiografia alla politologia. Era un nuovo lessico che si imponeva nella cultura, come chiusura e ripudio dei plumbei anni Settanta. Quella fioritura conobbe però una fine traumatica con l'inabissarsi dell'esperienza politica dei socialisti italiani, a cominciare da quella, anche personale, di Bettino Craxi. Ma questo inaspettato tramonto ne ha messo in luce, necessariamente, anche la fragilità e la debolezza. Tanto che la storia raccontata da Pellegrino finisce per somigliare in qualche passaggio al lavoro certosino dell'archeologo che si china trepidante sui reperti ormai fossilizzati di una civiltà scomparsa.

E infatti proprio quando, con la caduta del muro di Berlino, la guerra culturale riformista sembra prendere il sopravvento sulla cultura di derivazione comunista, sempre più esausta, ossificata, senza più nessuna fiducia in se stessa, le convulse vicende politico-giudiziarie segnano un paradosso: la scomparsa dei riformisti e la contestuale vittoria nella sinistra di chi, ingiuriato il riformismo fino a un minuto prima, ha cominciato a farsene all'improvviso interprete e vessillifero (insincero). Al di là delle accuse, dei rimpianti e dei rancori, sarebbe il caso di cominciare a spiegare questo paradosso.


Bruno Pellegrino traccia le linee, i volti e le tendenze di una storia vivace, interessante e gloriosa. Per capire perché questa storia non solo abbia subito una drammatica interruzione, ma addirittura sia stata fagocitata, depotenziandola, dagli ex nemici, si rende necessaria una spiegazione. Oppure, domanda complementare, ci sarebbe da chiedersi perché la cultura di governo, l'attenzione alla modernità, il rifiuto dei pregiudizi ideologici, il gradualismo, il garantismo, il rifiuto dell'autoritarismo, insomma tutto il meglio del riformismo socialista, sia stato così dimenticato nella nuova stagione politica: come dimostra la desolante parabola dei partiti che pure hanno voluto esibire le insegne del riformismo senza però riconoscersi fino in fondo nella sua cultura. Domande che presuppongono la riscoperta di un filone culturale che ha conosciuto momenti migliori e di cui il libro di Pellegrino è una prima, per fortuna molto dettagliata, ricognizione.

Una storia da studiare. Perché il socialismo riformista, malgrado le perplessità di Paul Ginsborg, è esistito davvero.

*da il Corriere della Sera del 14 aprile 2010

venerdì 23 aprile 2010

*Convocazione Assemblea Associazione Radicali Marche: Sabato 24 Aprile, ore 16.00, presso sede PSI "Bettino Craxi" in Via Recanati, 6 a Porto Recanati*

E' convocata

L'ASSEMBLEA DELL'ASSOCIAZIONE RADICALI MARCHE

per sabato 24 aprile, alle ore 16.00, presso la sezione
Bettino Craxi del Psi a Porto Recanati, in Via Recanati, 6
(sede già utilizzata in occasione della prima riunione elettorale).

L'incontro vuole essere di preparazione all'assemblea
ordinaria dell'Associazione Radicali Marche, una sorta di dibattito
precongressuale finalizzato ad individuare programmi e candidature
dell'associazione.

Si tratta di un incontro in cui non verrà deliberato nulla
per cui evito i formalismi di una convocazione di un'assemblea VI
INVITO INVECE A FAR CONOSCERE L'ESISTENZA DI QUESTO APPUNTAMENTO A
TUTTI QUANTI I VOSTRI
CONOSCENTI ED AMICI DELL'ASSOCIAZIONE RADICALI MARCHE.

Chi non potesse presenziare fisicamente potrà partecipare in video
conferenza collegandosi con Skype sull'account radicali.marche.

Saluti.

ANDREA GRANATA

--
www.partitosocialista-mc.org

--

*Convegno su DOMENICO SUSI: sabato 24 Aprile, ore 17.00, a Sulmona*

Importante iniziativa del Centro Studi "Domenico Susi", in prossimità del
quinquennale della scomparsa del Leader Socialista Abruzzese.

Il Convegno sul senso e sul significato, nell'attuale quadro politico, del
"riformismo" ispirato all'azione politica dell'On.Domenico Susi, quale
leader politico e uomo di governo,

si terrà a Sulmona, nel centralissimo Auditorium del Palazzo della
SS.Annunziata, Sabato 24 aprile alle 17.00.

Previsti gli interventi di qualificatissimi relatori e di nuimerosi
esponenti Socialisti Abruzzesi.

Un irrinunciabile appuntamento per tutti i Socialisti.


----
*Un vero amico, un grande Socialista.*

Ivo Costamagna
(Segretario Provinciale PSI Macerata)


--
www.partitosocialista-mc.org

--

*[mondosocialista.it] Luca Cefisi : Italiani nel mondo, l’esempio socialista*

Da: clan.dib@t-online.de

Data: 22/04/2010 20.06

A: <robertovezzoso@libero.it>

Ogg: [mondosocialista.it] Luca Cefisi : Italiani nel mondo, l'esempio socialista

Mercoledì 5 maggio a Bruxelles (rue Voglaert 4, St. Gilles) i circoli
del centrosinistra italiano in Belgio incontreranno Beppino Englaro:
tra gli altri il PSI, il PD, SEL, e diversi circoli indipendenti.

"Libertà,diritti, laicità" è il titolo dell'incontro: e molti sono
ormai i paesi europei dove, in tema di diritti civili, gli italiani
residenti misurano l'arretratezza dell'Italia rispetto all'Europa. Le
attività politiche e culturali nella comunità italiana in Belgio sono
frequenti, ma non si tratta soltanto di Bruxelles: nell'intero paese
la comunità italiana, che ha oltre un secolo di storia, e un
particolare legame con le tradizioni della sinistra italiana, mantiene
solide radici nel mondo associativo, sindacale,partitico della patria
d'origine. I figli e i nipoti dei minatori possono ora essere
diventati funzionari comunitario dirigenti di enti e cooperative,ma la
memoria delle tradizioni operaie e sindacali rimane solida nella
cultura, nella vita quotidiana, nel legame con una tradizione di
lavoro e di battaglie democratiche che hanno contribuito a fare
l'Europa.


Il "caso Di Girolamo", il parlamentare eletto nel collegio estero
senza averne nè i requisiti giuridici che quelli morali, ha messo in
luce non solo delle clamorose infiltrazioni affaristiche e mafiose in
certi settori del PDL, ma anche le insufficienze della "legge
Tremaglia" sul voto all'estero (una legge che a suo tempo Ugo Intini,
a nome dei socialisti,denunciò subito come demagogica e piena di
falle). Questa vicenda rischia però di gettare discredito sull'intero
mondo dell'associazionismo e dei centri culturali e politici degli
italiani all'estero, che sono invece una risorsa di cultura e idee,
condotti quasi sempre sulla base del volontariato, o con i redditi che
derivano da un'attività di patronato e tutela dei diritti degli
emigrati. Questo, fatto di umiltà e di dignità, è il vero volto del
lavoro italiano nel mondo: non basterà un Di Girolamo a sporcarlo.

fonte : "Avanti! della domenica" DOMENICA 25 APRILE 2010

--
Postato da Gioacchino Di Bernardo su mondosocialista.it il 4/22/2010 07:37:00 PM
--

--
www.partitosocialista-mc.org
--

mercoledì 21 aprile 2010

INCONTRO NENCINI BERSANI: COSTRUIRE OPPOSIZIONE AMPIA

“Preoccupazione per la deriva populista del Pdl e impegno comune a difendere e rafforzare i valori fondanti della Repubblica”.

E’ quanto hanno convenuto il segretario del Psi, Riccardo Nencini, e quello del Pd, Pierluigi Bersani, nel corso di un lungo e cordiale colloquio che si è svolto nel primo pomeriggio al Nazareno.

Tema principale il cammino di “costruzione di un’opposizione ampia capace di proporsi come alternativa realmente riformista all’attuale maggioranza di governo”.

Successivamente, nella sede della direzione del Psi, Nencini ha incontrato il segretario dei Verdi, Angelo Bonelli, per una valutazione comune della situazione politica.

CRAXI: “L’ "ODG GRANDI" VERRA' VOTATO CONTRO FINI E I SUOI

“Gli scontri all’interno del Partito di maggioranza relativa definiscono l’incrinatura del sistema bipolare, bipartitico e ‘bisolare’, poiché sanciscono la crisi dei Partiti senza identità e cultura, uniti solo dal potere o dall’obbedienza al capo carismatico”.

E’ quanto afferma in una nota Bobo Craxi, del Partito socialista italiano.

“Fini e i suoi seguaci”, aggiunge l’esponente del Psi, “risulteranno in minoranza: l’ordine del giorno ‘Grandi’ verrà votato, ma contro di loro”.

martedì 20 aprile 2010

*VERSO IL CONGRESSO DEL PSI - sono in arrivo le tessere*

--
Ivo Costamagna
--
www.partitosocialista-mc.org

--

*VERSO IL CONGRESSO DEL PSI - di Roberto Biscardini*

*Verso il Congresso del PSI*

*di ROBERTO BISCARDINI*


Riccardo Nencini dalle pagine del ultimo numero dell'Avanti! ha aperto la
fase preparatoria del prossimo Congresso.

Considero centrali tre questioni, con l'obiettivo di definire nelle prossime
settimane una piattaforma comune, per evitare le divisioni che ridussero il
congresso di Montecatini ad una inutile contrapposizione di rapporti
interni.

PRIMO. Chi ritiene essenziale l'esistenza di una forza politica
d'ispirazione socialista nel nostro paese, ma nega (più o meno
esplicitamente) che questa possa essere identificata nel PSI, di ieri,
di oggi e di domani, ha il dovere di proporre l'autoscioglimento del
partito e di assumersi la
responsabilità delle proprie scelte. Chi come noi, d'altra parte,
ritiene che non si possa avere una cultura e una politica socialista
senza un partito che formalmente le rappresenta, ha il dovere di
misurarsi con le sue
debolezze e le sue insufficienze, indicando una linea di rilancio
dell'iniziativa politica.

SECONDO. Dobbiamo evitare, anche nel prossimo congresso, il perdurare
di un equivoco che ci trasciniamo da più di un decennio. E cioè la
convivenza nello stesso partito tra coloro che pensano che l'idea
socialista possa vivere e possa persino avere più successo da un'altra
parte, nel PDL, nel PD come in SEL, e chi, come noi, non ci crede.
Anzi crede persino nell'opposto.
E i fatti lo dimostrano: nulla di socialista è nato, in questi anni,
da coloro che hanno pensato di andare a far germogliare la pianta del
socialismo in un altro partito.

Non è successo per chi è andato nel PDL e non è successo per chi, fin
dal 1994, andò in quello che oggi si chiama PD.

*Quindi, continuare a tenere insieme chi pensa al PSI come forza autonoma e
chi non ci crede, ma ci sta per altre ragioni e altri interessi, rischia di
diventare autodistruttivo. Anzi chi "non ci crede o non ci ha mai
creduto" non fa altro che indebolire l'iniziativa del partito. Chi
"non ci crede", ma
rimane in attesa di tempi migliori, non crea le condizioni perché si possa
lavorare insieme ricostruendo il valore della "comunità" e confonde la
prospettiva politica del partito, tutta da costruire, con la
prospettiva di finire altrove*.

TERZO. Anche alla luce dei risultati, emerge che sul piano elettorale
il partito è sostanzialmente fermo ad una percentuale che oscilla tra
l'uno e il due per cento dal 1994 ad oggi. E la nottata non è passata.
Nello stesso tempo, fatte le debite proporzioni, le difficoltà dei
socialisti sono parte
più generale delle difficoltà dell'intero centrosinistra. E i dati del
Nord lo dimostrano in modo evidente.

In questa situazione, il prossimo congresso non può avere per tema il
dibattito sulle "prospettive", se con ciò si intende discutere "con
chi ci alleiamo o dove portiamo il partito". Puntare su chi, per
andare con, non ha molto senso. Ciò non farebbe che dividere, in modo
devastante e persino ridicolo, i sostenitori dell'alleanza con il PD,
da quelli che la vorrebbero con Vendola o con Casini, da coloro che pensano
che prima viene la politica e poi le alleanze.

Di conseguenza il congresso
non può avere per tema neppure la creazioni di ipotetiche federazioni,
quella con i piccoli partiti, quella con SEL o quella con il PD. Anche
questa opzione aprirebbe solo un dibattito divisivo e dissolutorio. Il
punto è un altro e riguarda la capacità concreta e l'esame delle
risorse umane a disposizione per un'iniziativa di rilancio del PSI,
come alternativa ad un
lento declino.

Una linea da perseguire con coraggio e con la barra dritta fino al
2013, convinti di poter arrivare "vivi" a quel appuntamento. Solo
allora, anche in ragione della legge elettorale che avremo di fronte,
si porrà il tema delle alleanze. Ma se non saremo nulla o non avremo
costruito nulla, il problema delle alleanze non si porrà neppure.

Quindi. Perfezionare un progetto politico chiaro. Essere per prima cosa
quelli che stanno nel centrosinistra per cambiarlo. Per trasformarlo
in una forza socialdemocratica, come lo sono le forze del socialismo
europeo. Stare nel centrosinistra con la propria autonomia e le
proprie diversità. Se necessario, polemizzando e scontrandoci. Perché
se non si cambia, non si
vince. Stare nel centrosinistra per qualcosa, non contro qualcuno. Ma
contro l'idea che si abbiano solo due alternative, una peggio
dell'altra: battere
Berlusconi per via giudiziaria o allearsi con la Lega contro il PDL.

Perfezionare una proposta programmatica. Puntare sul rilancio
dell'iniziativa del partito, intorno a poche proposte forti e ben
identificabili. Da sostenere con continuità. Riconoscibili. Caratterizzanti.
Per aprire nuovi varchi di interlocuzione con l'opinione pubblica e i media.

Non partiamo da zero. Sul lavoro, sulle riforme istituzionali e sul terreno
delle politiche sociali abbiamo le carte in regola per farci sentire. Porre
la questione settentrionale insieme a quella socialista.

Perfezionare un diverso modo di essere partito. Un partito che sa
riorganizzare e consolidare al centro un gruppo dirigente nazionale.
Solidale e unito. Che si giochi la faccia e la "vita" da qui al 2013 per
l'affermazione del partito. Che non anteponga interessi o aspettative
locali, pur legittime, agli interessi dell'unità organica del partito
nazionale. Un gruppo dirigente nazionale, non in quanto sommatoria di
rappresentanze locali, come è stato sostanzialmente finora, ma proprio
perché nazionale, capace di promuovere nuovi gruppi dirigenti locali e
nuove energie.

Insomma recuperare autonomia e riorganizzare il partito al meglio delle sue
possibilità. Non farlo morire.

--
Ivo Costamagna
--
www.partitosocialista-mc.org
--

*VENDOLA AFFONDA SEL: TROPPE SFIDE INTERNE (nelle Marche, purtroppo, le abbiamo vissute in... "anteprima" - ndr)*

*VENDOLA AFFONDA SEL*


L'affondo è da coltellaccio: «Sapete la verità? Io nelle Fabbriche di
Nichi sto meglio che nelle sedi Sinistra ecologia e libertà. PERCHE'
SEL E' DIVENTATO UN PARTITO BERLUSCONIANO, in cui l'unica logica che
vince è quella della competizione».

Poi Vendola frena un po', ma solo un po', dicendo che
la sua è un'«asprezza».
La sostanza però è questa qua. Sinistra ecologia e libertà va maluccio. Alle
elezioni regionali è tornata al 3% solo perché la media nazionale del due è
stata tirata su dall'otto preso in Puglia. In nove regioni su tredici, la
Federazione della sinistra è avanti e, soprattutto, più passa il tempo
più le tensioni interne rischiano di mettere in crisi la casetta,
neppure enorme, costruita finora. Ma contemporaneamente, il successo
di Vendola c'è.
Non solo perché la sfida pugliese è stata vinta, ma pure perché il sasso
lanciato nel centrosinistra - quello di una candidatura alle primarie 2013
per lo stesso Vendola - ha smosso tanto i dirigenti del Pd quanto il
dibattito a sinistra, al punto che nel sondaggio on line lanciato
dall'Espresso il governatore pugliese è di poco sotto Bersani.

La contraddizione è esplosa fatalmente ieri mattina, al Consiglio nazionale
di Sel convocato al solito Centro congresso Frentani (già storica sede del
Pci, poi diventata centro dei dibattiti della sinistra di ieri e anche
di oggi). Da un lato, quelli più convinti che il partito debba essere
strutturato il prima possibile, tra i quali il coordinatore della
segreteria Claudio Fava, leader di Sinistra democratica: «E' tempo che
Sinistra ecologia libertà non sia più una somma di storie ma diventi
stabilmente
sostanza politica», ha detto aprendo la riunione. Spiegando poi che è vero,
le regionali sono andate male, ma l'«intuizione è stata giusta», ora bisogna
proseguire.

Dall'altro lato, il pezzo del non ancora partito che già guarda più in là.
Tra tutti Nichi Vendola, confortato dall'appoggio esterno di Fausto
Bertinotti. Ma pure Luigi Nieri, ex assessore e oggi consigliere regionale
nel Lazio: «Bisogna pensare da subito ad aggregazioni più ampie, il piccolo
partito della purezza ha poco senso».

Proprio a Roma del resto, è capitato l'ultimo scontro interno che ha
convinto il leader a mettere il primo piedi fuori dal partito. Mesi e
mesi di discussione per costruire una lista elettorale destinata a
prendere due
consiglieri. Finché ci si è accordati su un elenco alfabetico con capolista
l'anziano fisico Marcello Cini, punito dalle urne con neppure 100 voti.
Pensa anche a questo il governatore pugliese quando dice dal palco: «I
compagni stiano tranquilli, il partito si farà. Ma se dobbiamo farlo
dobbiamo essere più seri. I gruppi regionali non possono sequestrare
le scelte dei territori. Anzi, sta a noi segnalare al centrosinistra
la crisi che ci troviamo di fronte».

*Per l'intanto, la riunione di ieri ha rimandato alla fine di ottobre
il congresso già fissato per questa estate. Sarà anticipato da una
serie di iniziative in tutta Italia, «I 100 passi verso il congresso»,
che Vendola
non ha neppure citato nelle conclusioni.*

Ha citato invece, più volte, le
Fabbriche di Nichi, progetto decisivo per le elezioni pugliesi che
dall'autunno in poi rinasceranno in tutta Italia. E qui c'è l'altra
contraddizione. Perché ad ottobre il progetto delle Fabbriche nazionali
partirà in parallelo con quello di Sel e che non avrà nessun legame diretto
con il partito nascente. «Dovranno avere con noi il rapporto
dialettico che un tempo c'era tra i consigli di fabbrica e il
sindacato», butta lì dal
palco Alfonso Gianni, ex di Rifondazione anche lui. Ma Vendola non è
d'accordo neppure su questo. Quel progetto andrà avanti in autonomia,
«le Fabbriche non sono nella nostra disponibilità faranno i loro stati
generali in totale autonomia». E ha fatto sapere che sì, rimarrà
rimarrà in Sinistra
ecologia e libertà. Ma al ruolo di segretario non è interessato.

--
www.partitosocialista-mc.org

--

*COMPLIMENTI E BUON LAVORO AL COMPAGNO MORENO PIERONI eletto Consigliere Segretario del nuovo Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale delle Marche*

MORENO PIERONI, Alleanza Riformista - PSI (nella foto), subito dopo l'elezione, avvenuta con 23 voti, sul banco della Presidenza.

--
Ivo Costamagna
(Segretario Provinciale PSI Macerata)
--

www.partitosocialista-mc.org
--

*19 APRILE 2010. 
INIZIA LA IX LEGISLATURA:
Votato l'Ufficio di Presidenza del Consiglio e presentate, dal Presidente Spacca, le linee programmatiche e la nuova Giunta Regionale*


Mi limito, per il momento, ad un semplice resoconto:

*NASCE LO "SPACCA 2"*

PRESIDENTE: GIAN MARIO SPACCA (PD)

NOMINATI DIECI ASSESSORI:
5 PD - 2 UDC - 2 IdV - 1 Tecnico

Antonio Canzian (PD - AP)

Sandro Donati (IdV - AP)

Paolo Petrini (PD - FM)

Sara Giannini (PD - MC)

Luca Marconi (UDC - MC)

Pietro Marcolini (Tecnico - MC)

Luigi Viventi (UDC - AN)

Serenella Moroder (IdV - AN)

Marco Luchetti (PD - AN)

Almerino Mezzolani (PD - PU)

(tutti nella fila in basso della foto)

ELETTI I 5 COMPONENTI DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA DEL CONSIGLIO REGIONALE:

Presidente:
Vittoriano Solazzi (PD - PU)

Vice Presidente:
Paola Giorgi (IdV - MC)

Vice Presidente:
Giacomo Bugaro (PDL - AN)

Segretario:
MORENO PIERONI (ALLEANZA RIFORMISTA/PSI - AN)

Segretario:
Franca Romagnoli (PDL - FM)

(tutti nella fila in alto della foto)

In totale, negli incarichi di governo, queste le presenze:

8 (otto) PD -

3 (tre) IdV -

2 (due) UDC -

1 (uno) ALLEANZA RIFORMISTA - PSI


--
www.partitosocialista-mc.org

--