giovedì 1 aprile 2010

*La "nota politica" - di Gianni Bonfili*

Gran parte, quasi la totalità,della sinistra italiana nelle sue
analisi, nelle sue proposte, nei suoi indirizzi programmatici, fa
sistematicamente
riferimento a ideali e valori socialisti.


Quella del riformismo socialista oculatamente progettato, infatti, è
una delle poche, forse l'unica,direttrice di marcia per realizzare una
concreta e
doverosa giustizia sociale, oggi più che mai necessaria alla luce dei
fenomeni sconvolgenti generati dal processo economico in corso.


Logica e senso politico vorrebbero che sulla base di questi presupposti si
desse vita ad un soggetto politico, un partito, che avesse nella sua
intitolazione il termine "socialista", senza tante metafore o
riferimenti ad aspetti parziali, seppur non secondari, e tuttavia
impliciti in quel termine, senza i quali lo stesso non avrebbe senso.
Alludo a riferimenti alla
libertà o alla democrazia..


La parola "socialista" deve avere, e penso che abbia ancora, una enorme forza
evocativa, perché simboleggia le speranze, le rivendicazioni, le lotte
di tante generazioni che ci hanno preceduto.
I nostri padri, i nostri nonni, i nostri bisavoli ed oltre hanno
affidato le loro giuste aspettative di riscatto
sociale ed umano a questa categoria politica:

il S O C I A L I S M O.

L'elettorato di sinistra, tanto vistosamente disorientato e dubbioso, come
evidenziato da tutti gli analisti politici, ha bisogno di simboli fortemente
evocativi per un indispensabile raccordo con culture già
metabolizzate, magari derivanti da tradizioni famigliari, o con significative
esperienze intensamente vissute a livello personale o comunitario.


Privare l'elettore di sinistra di questi riferimenti ancorché soltanto
formali o emblematici è una sostanziale forma di violenza che male si
mimetizza dietro la necessità di un rinnovamento determinato ed
imposto da precedenti esperienze non più sostenibili come il
comunismo.

E', d'altro canto, deprimente e riprovevole che a livello
internazionale il movimento socialista italiano, con un chiaro nome e
cognome, sia rimasto rappresentato da un Partito, il P.S.I., al quale
per questo motivo vanno resi tutti gli onori, che,tuttavia, ha una
rappresentatività elettorale non adeguata a quella delle maggiori
realtà nazionali che, a pieno titolo, siedono
al tavolo dell'Internazionale Socialista.


Il tempo delle mezze misure è finito: occorre onestà, coraggio e
lucidità per aprire una stagione realmente nuova.


GIANNI BONFILI
(Direzione Provinciale PSI Macerata)

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