sabato 17 aprile 2010

SUL PARTITO DELL’AMORE L’OMBRA DELLA SCISSIONE


La rottura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini è ormai conclamata. Al punto che lo stesso Cavaliere, all’indomani del faccia a faccia con il confondatore del partito da cui è emerso che le distanze tra i due sono sempre più evidenti, ha deciso di convocare l’ufficio di presidenza del Pdl per comunicazioni urgenti.

Una procedura piuttosto irrituale per Berlusconi, più avvezzo ai mini vertici con i coordinatori o con singoli leader nella propria residenza di Palazzo Grazioli. La convocazione dell’ufficio di presidenza – di cui fanno parte 37 membri tra cui lo stesso Berlusconi e i tre coordinatori Bondi, La Russa e Verdini, ma non ad esempio Gianfranco Fini – ufficializza uno stato di tensione.

FINI FIDUCIOSOTuttavia, quasi in contemporanea all’annuncio della convocazione dell’ufficio di presidenza (prevista per le 16), le agenzie hanno diramato una dichiarazione di Gianfranco Fini che parla in positivo della convocazione della direzione nazionale del Pdl (un organismo composto da 171 membri) allargata ai gruppi parlamentari già fissata per giovedì della prossima settimana: «E’ sul piano del metodo, una prima risposta positiva ai problemi politici che ho posto ieri al presidente Berlusconi» ha detto il numero uno di Montecitorio. «Mi auguro – ha aggiunto – che a partire dalla riunione, cui parteciperò, possa articolarsi una risposta positiva anche nel merito delle questioni sul tappeto, a cominciare dal rapporto tra il Pdl e la Lega», ha aggiunto.

ERA GIA’ IN PROGRAMMA Tuttavia ambienti del Pdl citati dalle agenzie di stampa fanno sapere che quella della direzione nazionale è una convocazione che era già stata messa in cantiere, nel quadro della convocazione degli organi di partito decisa dopo le regionali. Dopo l’ufficio di presidenza dei giorni scorsi doveva riunirsi anche il Consiglio nazionale ma dato il numero dei componenti del «parlamentino» Pdl, circa mille tra parlamentari e rappresentanti ai diversi livelli locali, si è data priorità alla direzione, più «asciutta».


La prima pagina del «Secolo d’Italia»IL SECOLO: SERVE UNA «RUPTURE» -Che quelle in atto non siano semplici scaramucce verbali lo confermano la minaccia di costituire gruppi autonomi in Parlamento da parte degli ex di An rimasti fedeli a Fini. E lo certifica anche il Secolo, l’ex quotidiano di An oggi considerato vicino alle posizioni del presidente della Camera, che sottolinea come «nel gioco a carte scoperte che ieri si è aperto nel Pdl, dopo un anno di schermaglie e mezze verità, c’è un elemento poco valutato dei media e che invece conta moltissimo: la sensazione che senza un atto di “rupture”, di autentica discontinuità nel modus operandi del partito e della maggioranza, i prossimi tre anni possano segnare la fine della storia della destra italiana, sostituita da un generico sloganismo e dall’ottimismo dei desideri in luogo dell’antico ottimismo della volontà».

La prima pagina del «Riformista»

GLI SCENARIResta dunque da vedere se le comunicazioni di Berlusconi saranno propedeutiche alla riappacificazione tra i due, che potrebbe dunque essere sancita dalla direzione nazionale. O se, piuttosto, non sia la decisione di mettere subito le cose in chiaro da parte del premier, che nei retroscena raccolti dopo l’incontro di Fini aveva quasi auspicato una resa dei conti finale. Un divorzio annunciato, secondo molti (e secondo la prima pagina del Riformista, che fa un richiamo diretto al caso Veronica). Il Velino, l’agenzia di stampa che ha come editoriale Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, scrive che «le prospettive di una ricucitura restano vacillanti. Il clima resta segnato da tensione e incertezza». Mette tuttavia le mani avanti e cerca di ammonire sui rischi di gesti avventati il ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, secondo cui Berlusconi e Fini «troveranno la quadra». Anche perché, fa notare, «l’elettorato del Pdl non ci perdonerebbe scissioni. Il nostro dovere è quello di realizzare il programma di governo».


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