venerdì 9 aprile 2010

Pensieri di uno ScOcCIALISTA, intorno ad un partito che non riesce a capire

Pensieri di uno ScOcCIALISTA,
intorno ad un partito che non riesce a capire

Elezioni concluse. Ha il suo cominciamento l'abituale lotta delle interpretazioni dei risultati: le sconfitte, che per alcuni sono debacles, per altri leggere flessioni. Le vittorie, che, a seconda della parte politica, diventano, buoni risultati oppure "eccezionali imposizioni". Non c'è da stupirsi, se è vero che in Italia il grosso della campagna elettorale comincia proprio alla chiusura dei seggi e nel mondo relativo ogni visione è buona.
Vero è, però, che certi dati sono oggettivi. L'ascesa della Lega Nord, fenomeno di cui si parla da anni, è un fatto molto più che consolidato. Alla prova dei fatti, le liste facenti capo al movimento nato dal blog di Grillo hanno ottenuto un risultato di altissimo livello, in particolare in Emilia e in Romagna. Che ci piaccia o no (e a me, lo ammetto, non piace molto) questi sono fatti, così come è un fatto la crisi del Partito democratico, CRISI DI IDEE, CRISI DI UOMINI E OGGI SEMPRE PIU' CRISI DI RISULTATI. Direi chiaramente che l'aspirazione alla vocazione maggioritaria, termine di gran moda non più tardi di due anni fa, è, adesso, solo una pia illusione.
Il Partito Democratico, nato sul finire del 2007 doveva essere un nuovo grande punto di riferimento per l'opposizione antiberlusconiana, doveva essere il partito all'americana, senza tessere, ed è il partito in cui le guerre delle tessere sono le più cruente; doveva essere il partito senza correnti ed è lacerato dalle correnti; doveva essere il partito della novità, ma si è rivelato solo il partito della mediocrità.
Io sfido chiunque a raccapezzarsi nella miriade di opinioni, linee e parole d'ordini diverse lanciate dagli infiniti leaders del Pd negli ultimi anni, e di trovare un tratto comune che non sia la banalità. Basti pensare che il "nostro signore della novità" Walter Veltroni, che doveva assumere la guida di questo partito rinnovato e rinnovatore ammetteva il fallimento e lo stato di crisi un anno dopo la formazione del soggetto politico. Come fa un partito nato da due anni ad essere entrato in una fase di stallo così forte da far sì che il Pd solo, prenda, in molte regioni, meno voti degli ex-Ds e dell'ex-Margherita messi insieme. MA NON DOVEVANO AUMENTARE I VOTI DEI DUE SINGOLI SOGGETTI? NON DOVEVA ESSERE UN PROGETTO COESO E SENTITO DA TUTTI? QUANDO, INVECE, ANCORA ADESSO I POSTI DI COMANDO VENGONO ASSEGNATI PER CORRENTE E LE RIUNIONI CARBONARE FRA FAZIONI OPPOSTE ABBONDANO.
LA SOCIALDEMOCRAZIA ERA MORTA CI DICEVANO.
IL SOCIALISMO E' MORTO CI DICEVANO.
BASTA CON I VECCHI SCHEMI CI DICEVANO.
La volontà, insomma, era quella di far divenire "partiti democratici" tutti i partiti socialisti europei, così come quando volevano "ulivizzare" tutta la sinistra mondiale.
In casa PSI, in casa nostra, tanti compagni avevano già ben chiaro ciò che sarebbe accaduto…ma ora la realtà mi sembra talmente limpida che non occorre un'idea politica per comprenderla, ma solo un po' di sana onestà intellettuale che, si sa, è merce piuttosto rara in un partito i cui iscritti sono ancora convinti che i soldi per fare la politica venissero tutti dalle salsicce e dalle piade delle Feste dell'Unità.
Sinceramente, elencare i difetti di questo partito, diventa per me complicato, tanti ne vedo, tanta è l'incoerenza che sento, pur consapevole che il Pd resta un partner importante per un partito come il nostro che la sinistra in Italia l'ha fatta nascere e che ora ne è solo una parte, piuttosto marginale. S'invita alle critiche costruttive, ma mi scuseranno gli amici del Pd se io di costruttivo non riesco a dire niente riguardo un progetto di cui, secondo me, AD ESSERE SBAGLIATE SONO LE FONDAMENTA.
Il fatto è che questa opinione sta diventando sempre più realtà oggettiva, così come, intendiamoci, è realtà oggettiva che il P.S.I non sia un partito appetibile elettoralmente come lo era 20 o 30 anni fa.
Solo che quando parlo e litigo con i miei cari compagni della F.G.S vedo la voglia di restare nella luce del nome e della grande tradizione socialista, evolvendosi e migliorando ciò che di sbagliato c'era e ciò che c'è ancora, sempre fieramente socialisti. Nelle nuove generazioni del Pd vedo l'opposto, il distinguersi nelle sigle e negli slogan, ma il rimanere uguali nello spirito, nella mentalità e nella politica. Se mi sbaglio, come può benissimo accadere, vorrei essere smentito, ma non colle parole, coi fatti, con la dimostrazione che essere giovani democratici non significa essere i polli dell'allevamento PD, che i giovani di questo partito non sono solamente disposti ad ingurgitare la pappa pronta dei vecchi, che troppe cose hanno sbagliato.
Mi sembra assurdo che quando i partiti socialisti europei perdono le elezioni significa che il socialismo ha perso la sua ragion d'essere, quando invece ottengono buoni risultati, come di recente in Francia, in Grecia e in Portogallo, è il centrosinistra ad aver vinto. Questi equilibrismi verbali, che per alcuni possono essere insignificanti, credo, denotino la voglia di portar avanti un progetto CHE E' SOLO NELLA TESTA DI ALCUNI, qui in Italia, ma non è suffragato dai fatti e dall'azione politica. Un affermazione come quella di D'Alema: "Col Pd abbiamo voluto togliere il trattino dal centro-sinistra" mi appare sinceramente assurda, così come, ancora, non capisco come un partito possa essere di centrosinistra. Cosa significa? Cosa vuol dire essere di centrosinistra per un partito? Posso capire una coalizione, ma un partito? . Sono invenzioni verbali, una formazione politica che regge la sua parte ideale, quindi il suo fondamento, su invenzioni verbali ed un'identità che non esiste, ancora sospesa fra un passato di cui ci si vergogna, ma non lo si rinnega, ed un futuro che non si sa come realizzare, ma si è già convinti che sia l'unica possibilità per una sinistra ( ed in questo caso la parola è usata a sproposito ) che si possa definire moderna.
Io ho visto con i miei occhi sedi del Partito Democratico dove la faccia sorridente di Moro e quella di Berlinguer erano appese allo stesso muro, a pochi centimetri di distanza, vittima e colui che fece di tutto per non salvarlo, e mi urtava profondamente questa sbandierata mancanza di coerenza. E' LA COERENZA LA VERA QUESTIONE MORALE DEL PAESE, ma mi sembra nessuno se ne accorga. In quei momenti pensavo allo slogan del meeting F.G.S Emilia Romagna di qualche mese fa: "Le radici della storia e le prospettive del futuro" e mi rendevo conto di quanta distanza ci fosse e logicità nella politica che noi cerchiamo di fare, rispetto a quella che vedo, spesso, nel Pd.
Non vorrei essere frainteso e che il mio passasse per un anatema vuoto, è solo che mi sembra che la sinistra di questo paese, di cui anch'io faccio parte stia prendendo una direzione che non la porterà mai a vincere, mai a governare decentemente, lasciando l'Italia in mano ad una demagogia ogni giorno più subdola e, quel che peggio, ogni giorno più approvata e considerata la normalità.
Il Pd ed i suoi predecessori politici, in Romagna, realtà che conosco bene, ha sempre amministrato dignitosamente, a volte molto bene, ma queste isole felici stanno scomparendo e gli esempi di malgoverno e calo di voti aumentano, per un partito che magari sa ancora amministrare localmente, in alcune regioni, ma si dimostra incapace di proporre un disegno politico nazionale, adagiandosi su se stesso.
Se continua così il Pd non morirà per mancanza di voti. Morirà di noia.

Fabio Faini
Giovani socialisti Rimini

1 commento:

  1. Leggendo le parole appassionate di Fabio un SOCIALISTA giovane, orgoglioso di esserlo, che non può essere certo "accusato" di... reducismo, mi vengono in mente alcuni giovani della nostra provincia, anche preparati ed intelligenti, che si definiscono (o si definivano?) socialisti.

    Sono quelli che hanno preferito, magari per legittime ambizioni personali, scegliere altri partiti e/o addirittura lo schieramento di centro-destra, innaturale per chi, in Italia come in Europa, voglia ESSERE DAVVERO SOCIALISTA.
    La situazione politica è destinata a cambiare ed anche nel nostro Paese tornerà ad esserci lo spazio e la necessità degli ideali e dei programmi socialisti.

    Chi, come loro, ha l'anagrafe dalla sua parte che gli consente di attendere può, intanto, lavorare per contribuire a far uscire l'Italia da questa, pericolosa, infinita, "transizione" che stiamo vivendo da oltre 15 anni.

    Mi auguro che lo facciano riprendendo la... "STRADA MAESTRA", quella del Partito Socialista Italiano, dove è naturale, fisiologico, che costituiscano, da subito, con il prossimo Congresso, la nuova classe dirigente.

    Ivo

    RispondiElimina