sabato 28 febbraio 2009

*DAL CONSIGLIO PROVINCIALE*

di Luigi Tomassucci*

Nella seduta del Consiglio Provinciale di ieri 27/02 ho ritenuto di sostenere, emendandolo ed estendendone la portata, un odg proposto dalla minoranza volto sostenere le famiglie in difficoltà, in questa dura fase di crisi economica. L’odg invita la Giunta, ove i fondi non siano specificamente vincolati all’iniziativa “si raccontano le favole”, a destinare la risorsa (50.000 euro) a sostenere l’accesso ai servizi di asilo nido e mensa scolastica per le famiglie di licenziati, cassaintegrati e precari. L’odg emendato ha incontrato il sostegno – non ricercato né concordato – di altri consiglieri di maggioranza determinandone l’approvazione. La minoranza ha voluto dare di ciò una lettura politica sottolineando una inesistente spaccatura politica della maggioranza: semplicemente ho esercitato liberamente e senza secondi fini una prerogativa propria dei consiglieri. Con la mia iniziativa ho inteso riaffermare l’attenzione dei Socialisti alle fasce sociali in difficoltà e la volontà di impiegare il massimo delle risorse disponibili per venire incontro ai problemi quotidiani della gente comune, anche togliendole, ove ciò sia possibile da iniziative – pur interessanti e lodevoli – ma che in situazioni eccezionali credo che possano cedere il passo per incrementare al massimo l’intervento della Provincia – già molto ampio - a sostegno di chi non ce la fa.

Sarnano - 28/02/2009

Consigliere Provinciale – Gruppo Socialista*


GAZA: BATTILOCCHIO (PSE),
SITUAZIONE DIFFICILE, SERVE TREGUA DURATURA

L’eurodeputato in missione a Gaza
con la delegazione del Parlamento Europeo


26/02/2009 - “Stiamo vedendo con i nostri occhi ciò che spesso è stato negato ai mezzi di comunicazione e cioè lo stato di assoluta emergenza in cui versa la striscia di Gaza dopo gli scontri delle scorse settimane. Al Parlamento Europeo riporteremo le richieste delle donne e dei bambini, le vittime più colpite dal conflitto, che implorano un aiuto immediato e concreto per la ricostruzione delle proprie abitazioni e quelle della cooperazione internazionale, che sta compiendo un’opera assolutamente lodevole per affrontare l’emergenza umanitaria tra le molteplici difficoltà di un territorio tormentato dalla guerra”. E’ quanto afferma l’eurodeputato del Partito Socialista, Alessandro Battilocchio, da Gaza, dove partecipa in queste ore ad una delegazione del Parlamento Europeo. Il gruppo di parlamentari, guidato da Luisa Morgantini, vice presidente del Parlamento europeo, nei prossimi giorni visiterà anche ospedali, scuole e aree industriali di Israele e dei Territori Palestinesi, oltre alle città di Tel-Aviv, Jaffa, Gerusalemme, Betlemme, Hebron, Ramallah, dove incontrerà il primo ministro palestinese, Salam Fayyad, rappresentanti di organizzazioni politiche e per i diritti umani, Ong israeliane e palestinesi e membri della Knesset. “E’ necessario – aggiunge Battilocchio – isolare le frange estremiste di entrambi gli schieramenti e giungere al più presto ad un accordo: l’auspicio è che la diplomazia al lavoro in queste ora riesca a guidare la situazione verso una pace duratura che garantisca alla popolazione di tirare un respiro di sollievo”.



IL PIANO COPIATO E CHI E'
"SENZA PECCATO..."



di Ivo Costamagna*

Sulla vicenda del Piano Energetico Ambientale del Comune di Civitanova Marche non intendo fare il "bastian contrario" ma mi sembra che si stia sollevando un polverone che va molto oltre la gravita' reale del fatto stesso. Se non vogliamo essere ipocriti occorre dire che una cosa simile e' gia' capitata, o puo' capitare, a tutti coloro che hanno amministrato o amministrano, magari da anni, un qualsiasi Ente. Io, personalmente, ho amministrato, per 17 anni, varie Istituzioni ed Enti Pubblici di livello Nazionale, Regionale e Locale. Ho proposto ed approvato decine di migliaia di Delibere, centinaia di Atti Amministrativi e di Leggi. Chiunque l'abbia fatto come me, PUO' GIURARE DI AVER LETTO TUTTE LE PROPOSTE DEGLI UFFICI? IO NO E SE QUALCUNO LO FACESSE SAREBBE UNO SPERGIURO. Nessuna difesa d'ufficio di nessuno ma soltanto una banale verita'. Se solo per questo motivo si dovesse dimettere un Assessore, il... "Turn-Over" infinito renderebbe ingovernabile qualsiasi Amministrazione. Restano DUE questioni su cui e' doveroso fare chiarezza:
1) individuare il Responsabile del Procedimento Amministrativo a cui, attraverso formale addebito, chiedere puntuali spiegazioni dell'avvenuto con, eventuali, conseguenti, provvedimenti;
2) recupero immediato, da parte della Giunta, attraverso l'esercizio dell'autotutela amministrativa, delle somme a qualsiasi titolo pagate per tale Piano, valutando anche le possibili responsabilita', contabili e giudiziarie, di coloro che lo hanno redatto/copiato. Cari amici e compagni del PD, legittima la vostra "battaglia amministrativa", ma, ancora una volta, abbiamo un diverso criterio di valutazione DELLA PRIORITA' delle cose. Su questa vicenda, a mio avviso, bastava una interrogazione consiliare contenente i due punti prima indicati. Le vere responsabilita' di questa Giunta di Centrodestra sono altrove e sono MOLTO GRAVI ma, purtroppo, sulle stesse, che in "pochi" abbiamo pubblicamente e da tempo denunciate, voi continuate, sostanzialmente, a... non sentire ed a tacere. Insomma, la Giunta non sapra'... "leggere" ma voi vi ostinate a non... "scrivere". PERCHE'??

Civitanova M., li 28/2/2009

Segretario Provinciale Partito Socialista*


venerdì 27 febbraio 2009

Caro Marco, pronti a un patto sulla libertà

• da La Repubblica - ed. Firenze del 26 febbraio 2009, pag. VII
dalla Rassegna Stampa di www.radicali.it

Caro Marco,

benvenuto in Toscana, una terra che ha fatto della libertà un valore cui ispirarsi. Come voi. Qui, per la prima volta nella storia, sono state abolite la pena di morte e la tortura. Il 30 novembre 1786. Una ragione di più per difendere e promuovere i diritti fondamentali di ogni donna e di ogni uomo, ovunque siano nati ed ovunque vivano. E' alla 'libertà' che ci richiameremo guardando alle prossime elezioni europee. Noi siamo pronti. Pronti a mettere in campo una proposta rivolta alla sinistra democratica e liberale, federalista ed ecologista che sia un segno di novità in questa Italia dal bipolarismo coatto, incerta nell'affrontare la crisi economica, prigioniera dell'ortodossia pontificia sulle grandi questioni etiche, ferma sui diritti di terza generazione. Coalizzare queste forze per rendere l'Italia un paese più civile e più libero. Questo il nostro obiettivo. Da condividere con chi, come voi, combatte da sempre su questa difficile frontiera. Un patto che promuova diritti sociali e diritti civili, che si fondi su 'merito, rigore ed inclusione', che guardi ad un nuovo Statuto del Lavoro a protezione delle migliaia di precari che non godono di nessuna tutela, che garantisca l'antico motto 'libera Chiesa in libero Stato', che si ispiri al rigore ed alla responsabilità, a cominciare dalla difesa e dalla applicazione della nostra Costituzione in tutte le sue parti.
Se la sinistra riformista non impone queste priorità, l'Italia sarà meno libera, meno giusta, più povera.

Ciascuno di noi dovrà rinunciare ad una parte della propria sovranità per far vincere questa idea di futuro. Noi siamo pronti.

Riccardo Nencini



*ASSEMBLEA PS TOLENTINO*
Cari compagni,

credo non sfugga a nessuno che il momento che stiamo vivendo in tutta Italia e nella nostra città sia uno dei più difficili dell’ intera storia socialista.

E’ a rischio la stessa possibilità per noi tutti di continuare a militare all’interno di una forza che legittimamente voglia continuare a chiamarsi socialista.

L’approssimarsi del prossimo appuntamento elettorale (Europee e Provinciali), pertanto, impone a tutti i veri socialisti una mobilitazione senza precedenti.

Compagni, in una situazione di emergenza, si può reagire in modi diversi:

si può smobilitare, rinunciare ad una militanza attiva perché ritenuta senza prospettive; si può decidere di abbandonare il campo e continuare l’impegno politico sotto altre bandiere e punti di riferimento.

Non credo siano queste le conclusioni cui vorranno giungere i socialisti di Tolentino.

I Socialisti di Tolentino non smobilitano, non sgombrano il campo, non vestiranno altre casacche.

I Socialisti continueranno a battersi perché l’Italia non resti l’unico Paese in Europa senza i Socialisti. La storia socialista non può finire qui e così, proprio quando il Paese sta scoprendo quanto sia difficile, per esso, misurarsi con una realtà che vede ridimensionata la presenza di una qualificata forza socialista riformista.

Compagni, so bene che queste sono soltanto parole!!, ma so anche altrettanto bene che se resta una sola speranza per un futuro socialista, questa risiede nella capacità che sapremo tutti dimostrare di continuare ad avere fiducia e di saper ripartire dal territorio.

I Socialisti hanno sempre fondato tutti i loro successi in un proficuo rapporto con la gente, sapendone interpretare meglio e prima degli altri, bisogni ed esigenze.

Si riparta, allora, dal territorio, partiamo dalle sezioni, partiamo dalla sezione di Tolentino.

Ancora una volta Tolentino può dare l’esempio a tutta la realtà maceratese.

E’ un compito difficile quello che ci aspetta ma per questo anche entusiasmante. Ma occorre soprattutto unità e condivisione degli obiettivi e delle strategie. Occorre recuperare il massimo della solidarietà fra iscritti e simpatizzanti. Per questo, compagni, confrontiamoci, con sincerità e serietà, subito, nella nostra sezione; affrontiamo, in un’ottica positiva, tutti i punti di frizione che possano aver impedito, in passato, il migliore sprigionarsi delle nostre energie e risorse. Solo così potremo uscire allo scoperto a testa alta, con l’orgoglio di una gloriosa storia alle spalle e un futuro che può offrire ancora motivi di soddisfazione alla nostra militanza.

Partecipiamo alla riunione fra iscritti e simpatizzanti socialisti Martedì 3 Marzo 2009, presso la sede del PS in Piazza della Libertà alle ore 21,15.

Claudio Simonetti - Segretario PS Tolentino



giovedì 26 febbraio 2009

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Il pane e le rose... Ovvero: riprendiamoci la sinistra
Movimento Radicalsocialista - giovedì 26 febbraio 2009

COMUNISTI ED EUROPEE. NENCINI:

*FERRERO GUARDA INDIETRO*



26/02/2009 -"L'anacronistico Ferrero, che pensa di aver vissuto sulla luna per il solo fatto di non aver perso da segretario di Rifondazione Comunista le ultime elezioni politiche, definisce 'guazzabuglio', sbagliando di grosso, il progetto politico degli altri partiti di sinistra in vista delle elezioni". Lo afferma il segretario del Ps, Riccardo Nencini. "Credo invece - aggiunge Nencini - che una sinistra riformista, socialista e laica con Fava, Vendola, la Francescato, Pannella e noi socialisti possa difendere i diritti civili e sociali, e rappresentare un punto di riferimento per chi vuole guardare avanti e concordare sui programmi. Che Ferrero voglia guardare indietro non mi stupisce. Che lui pensi che tutti debbano farlo si".



EUROPEE: LOCATELLI,
COSI’ ELEZIONI RISERVATE AI RICCHI



26/02/2009 - “Ci sono leggi brutte e cattive, questa sulle elezioni europee e’ sia brutta che cattiva”. E’ quanto afferma Pia Locatelli, capodelegazione del Ps a Strasburgo e presidente dell’Internazionale socialista donne.
“La scelta di riportare la soglia per i rimborsi elettorali al 4% - continua la Locatelli – e’ la conferma che le modifiche apportate alla legge elettorale a ridosso della consultazione, non hanno affatto l’obiettivo di ‘semplificare’ il quadro politico viste anche le caratteristiche istituzionali dell’europarlamento, ma uno scopo assai meno nobile e confessabile: quello di blindare i partiti esistenti e impedire nei fatti ogni concorrenza. Se si tiene conto dell’investimento economico necessario per partecipare alle elezioni e delle difficolta’ a superare la soglia del 4%, anche a causa del deprecabile effetto ‘voto utile’, appare evidente che d’ora in poi o si e’ parte della consorteria al potere, o all’opposizione, oppure bisogna avere alle spalle una solida fortuna economica. D’ora in poi, insomma, le elezioni sono riservate ai ricchi. Ci spiace dirlo, ma l’opera legislativa di questa maggioranza, vuoi che si tratti di immigrazione, di intercettazioni, sicurezza, testamento biologico o quant’altro – conclude l’esponente socialista – e’ contrassegnata ormai da un costante riduzione delle liberta’ e delle garanzie democratiche di questa Repubblica”.



mercoledì 25 febbraio 2009

Lettera aperta al segretario del PD Dario Franceschini sul testamento biologico

da Micromega

Umberto Veronesi, Andrea Camilleri, Stefano Rodotà, Paolo Flores d'Arcais: Gli emendamenti del Pd sulla legge "fine-vita" non sono una mediazione, sono una resa.


Stimato onorevole Franceschini,
appena eletto segretario del Partito democratico, lei ha fatto riferimento alla laicità come valore irrinunciabile del suo partito, in quanto valore irrinunciabile della carta costituzionale. Il banco di prova della coerenza pratica rispetto a questa affermazione è costituito dall'atteggiamento che il suo partito assumerà nella discussione sulla legge cosiddetta "fine-vita".
Laicità significa che nessuna convinzione religiosa o morale viene imposta per legge da un gruppo di persone, per quanto ampio, alla totalità dei cittadini. E questo vale più che mai per quanto riguarda ciò che è più proprio di ciascuno, che fa anzi tutt'uno con la propria esistenza, la sua stessa vita, e la parte finale di essa.
E infatti la Costituzione della Repubblica nel suo articolo 32, e la convenzione di Oviedo ratificata dall'Italia, la legge sul servizio sanitario nazionale, e numerose e univoche sentenze della Cassazione negli ultimi anni, stabiliscono in modo tassativo che nessun cittadino può essere sottomesso a "interventi nel campo della salute" senza il suo consenso (debitamente informato) e che tale consenso può essere ritirato in qualsiasi momento. La convenzione di Oviedo evita ogni distinzione tra "cure" e altri interventi ("di sostegno vitale", ecc.) proprio perché non si possa giocare sulle parole e violare così il diritto del paziente di rifiutare qualsiasi trattamento medico e/o ospedaliero (tranne che per gli eccezionali motivi di sicurezza pubblica: epidemie, vaccini e simili).
Sulla propria vita, insomma, può decidere solo chi la vive, e nessun altro. Questo l'abc della laicità che l'Europa tutta ha adottato in campo medico, confermando l'essenzialità del consenso informato nell'articolo 3 della carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
Il disegno di legge Calabrò distrugge tale diritto. All'art. 2, comma 2 dice infatti: "L'attività medica, in quanto esclusivamente finalizzata alla tutela della vita e della salute, nonché all'alleviamento della sofferenza non può in nessun caso essere orientata al prodursi o consentirsi della morte del paziente, attraverso la non attivazione o disattivazione di trattamenti sanitari ordinari e proporzionati alla salvaguardia della sua vita o della sua salute, da cui in scienza e coscienza si possa fondatamente attendere un beneficio per il paziente".
Il che significa che Piergiorgio Welby non potrebbe far disattivare il respiratore artificiale, e che Luca Coscioni non avrebbe potuto rifiutare la tracheotomia, e che l'amputazione di un arto che va in gangrena diventerebbe coatto, e così la trasfusione di sangue anche a chi la rifiuta per motivi religiosi (tutti rifiuti garantiti oggi dalla legge e più volte applicati fino al "prodursi della morte del paziente").
Non basta. L'articolo 5 comma 6 stabilisce che "Alimentazione ed idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze e non possono formare oggetto di Dichiarazione Anticipata di Trattamento". In tal modo il cosiddetto testamento biologico diventa una beffa. Qualsiasi cosa abbia stabilito il cittadino, davanti a un notaio e reiterando le sue volontà ogni tre anni, il sondino gli sarà messo in gola a forza. I medici delle cure palliative hanno del resto spiegato drammaticamente che alimentazione e idratazione non alleviano ma moltiplicano e intensificano le sofferenze nei malati terminali. Queste sofferenze aggiuntive, che è difficile non definire torture in malati in quelle condizioni, diventano con questa legge obbligatorie.
E' evidente il carattere anticostituzionale di tale legge, ma anche il suo carattere semplicemente disumano. Purtroppo gli emendamenti proposti dal suo partito (primo firmatario Anna Finocchiaro) lasciano intatta la violenza dell'articolo 2 comma 2, e aprono solo un modesto spiraglio rispetto a quella dell'articolo 5 comma 6. Non parliamo della cosiddetta "mediazione" di Rutelli, praticamente indistinguibile dal disegno di legge della maggioranza, e che non a caso è stata benevolmente accolta dall'on. Quagliariello.
Il Partito democratico aveva il suo progetto di legge da anni, e con tale programma andò alle elezioni che portarono al secondo governo Prodi: la legge firmata da Ignazio Marino. Ogni passo indietro rispetto a tale proposta sarebbe una rinuncia pura e semplice ai diritti elementari sanciti dalla Costituzione, dalla convenzione di Oviedo, dalle sentenze della Cassazione.
Abbiamo letto che il suo partito sarebbe comunque orientato a dare ai suoi parlamentari "libertà di coscienza" al momento del voto. Ci sembra che tale atteggiamento sia frutto di un fraintendimento molto grave.
Se venisse presentato un disegno di legge che stabilisce la religione cattolica come religione di Stato, proibisce il culto ai protestanti valdesi e obbliga gli ebrei a battezzare i propri figli, sarebbe pensabile - per un partito politico che prenda sul serio la Costituzione - lasciare i propri parlamentari liberi di "votare secondo coscienza", a favore, contro, astenendosi? O non sarebbe un elementare dovere, vincolante, opporsi a una legge tanto liberticida?
La legge ora in discussione sulle volontà di fine vita è, se possibile, ancora più liberticida (e disumana) di quella sopra evocata. Non costringe al battesimo forzato, costringe al sondino forzato, al respiratore forzato, a qualsiasi accanimento che prolunghi artificialmente una vita che, per la persona che la vive, non è più vita ma solo tortura. Peggiore quindi della morte.
In ogni caso la libertà di coscienza del parlamentare non può essere invocata per violare e cancellare la libertà di coscienza delle persone.
Siamo certi perciò che nulla di tutto questo accadrà, e che in coerenza con il valore della laicità da lei riaffermato, il Partito democratico non tollererà scelte che violino, opprimano e vanifichino l'elementare diritto di ciascuno sulla propria vita.

Andrea Camilleri
Paolo Flores d'Arcais
Stefano Rodotà
Umberto Veronesi


(25 febbraio 2009)
 TESTAMENTO BIOLOGICO: DOCUMENTO DEL PARTITO SOCIALISTA ALLA  COMMISSIONE SANITA'
"Documento dei socialisti alla Commissione sanità del Senato dove è in corso di discussione il disegno di legge sul testamento biologico. L' iniziativa – si sottolinea in una nota - viene dopo un colloquio telefonico del segretario del Partito, Riccardo Nencini, con il presidente del Senato, Renato Schifani, che fra l'altro si è dichiarato d' accordo sul diritto di tribuna per i partiti non rappresentati in Parlamento. Essendo chiuse le audizioni in commissione sanità la posizione dei socialisti verrà illustrata diffusamente nel documento. Anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, sentito per telefono da Nencini, si è detto d'accordo sul diritto di tribuna e anzi ha ribadito al segretario socialista che quando il ddl approderà in commissione sanità a Montecitorio, inviterà il presidente della commissione, nel caso procedesse ad audizioni, a sentire i rappresentanti del Partito Socialista."

martedì 24 febbraio 2009


UNA FINE ANNUNCIATA


di Giulio Scarrone - www.avanti.it

24/02/2009 -
All’inizio degli anni Duemila, Massimo D’Alema ha fatto una dichiarazione, contenuta in un libro edito da Longanesi, che può essere considerata propedeutica agli avvenimenti che, negli anni seguenti, hanno segnato la crisi del Pd, fino ad arrivare alle dimissioni di Veltroni da segretario del partito.
Riferendosi alla caduta del Muro di Berlino e alla fine dell’Urss, D’Alema dice: “Dovevamo cambiare nome. Non avevamo alternative. Eravamo come una grande nazione indiana chiusa tra le montagne, con una sola via d’uscita, e lì c’era Craxi con la sua proposta di unità socialista. Come uscire da quel canyon? Craxi aveva un indubbio vantaggio su di noi: era il capo dei socialisti, in un Paese europeo occidentale. Quindi rappresentava lui la sinistra giusta per l’Italia, solo che poi aveva lo svantaggio di essere Craxi. I socialisti erano storicamente dalla parte giusta, ma si erano trasformati in un gruppo affaristico, avvinghiato al potere democristiano. L’unità socialista era una grande idea, ma senza Craxi. Allora, avevamo una sola scelta: diventare noi il partito socialista in Italia”.I comunisti, socialisti non lo sono mai diventati. Dal tempo delle dichiarazioni di D’Alema in poi, attraverso i vari passaggi - Pci, Pds, Ds e Pd - hanno cercato di essere tutto e il contrario di tutto, ma socialisti mai. Anzi, proprio in mancanza di questa scelta precisa, alla fine nel Pd, come è stato scritto, si sono date appuntamento il peggio della tradizione comunista e di quella democristiana, col risultato di un partito che nel corso del tempo ci si è sforzati di definire “aperto”, “leggero”, “liquido”, “fluido”, “all’americana”, tutto fuorché “socialista”. Col risultato che, in assenza di una connotazione politica chiara, il Pd come partito non è mai nato: tanto è vero che, ieri, tre milioni di italiani, nelle primarie - dall’esito scontato - avevano eletto Veltroni segretario di un partito senza statuto e senza iscritti, e oggi, nelle stesse condizioni, è stato eletto Franceschini.Il nuovo segretario è stato scelto dall’apparato, prima ancora che dagli iscritti, perché oggi come oggi il Pd non ha un leader a disposizione e quelli che ci sono “in pectore”, vista l’aria che tira, si guardano bene dall’esporsi in prima persona. Quindi è passata l’idea - come ha detto con una battuta di spirito un delegato all’assemblea costituente - che valesse la pena di mettere un democristiano alla guida del Pci. Ma, battuta di spirito a parte, la contraddizione c’è tutta. E la conferma viene proprio dalla vittima di questa contraddizione, vale a dire lo stesso Franceschini, il quale, nel suo discorso d’investitura, anziché indicare delle soluzioni politiche alla crisi del Pd, si è rifugiato nel più scontato antiberlusconismo, indicando nell’attuale governo e nel suo presidente la causa di tutti i mali, presenti e futuri, del Paese. Ma perché Veltroni ieri e Franceschini oggi avessero potuto indicare delle politiche alternative, si richiedeva una condizione molto semplice e chiara: avere alle spalle un partito con una strategia politica. Cosa che invece non c’è mai stata. Ed è in questa mancanza di fondo che si ritrova la causa principale della fine annunciata dello stesso Pd. Dove, anziché scegliere una politica, si preferisce continuare ad affidarsi a espedienti, pur di tirare a campare.Si è detto che le dimissioni di Veltroni abbiano colto di sorpresa i dirigenti del Pd. E già questo fatto la dice lunga sullo stato dei rapporti nel gruppo dirigente del partito. In ogni modo, anziché incanalare la discussione sul merito politico delle dimissioni, si è preferito ancora una volta orientarla sul calendario, continuando quella navigazione a vista tra un appuntamento istituzionale e l’altro, senza che a nessuno venisse in mente la semplice domanda: ma che cosa andiamo a raccontare alla gente? In queste condizioni, Franceschini è stato chiamato a tenere assieme i cocci del Pd, in vista delle elezioni europee del prossimo mese di giugno, che rappresentano un po’ il “big bang” per il partito. Nel caso di un’ennesima sconfitta (come tutto lascia prevedere) non ci sarebbe più collante capace di tenere assieme le due anime - ex Pci ed ex Dc - che finora hanno coabitato nel Pd. Da questo punto di vista, assumono un significato ben preciso gli incontri che gli esponenti dell’ex Margherita - a partire da Rutelli - hanno sempre più frequentemente con Casini e gli altri leader dell’Udc, in vista di quella grande coalizione di centro della quale si continua a parlare.Per tutte queste ragioni, il cammino del neosegretario del Pd, Franceschini, resta legato a un filo. E che questo filo sia quanto mai sottile, lo dice - tra l’altro - una battuta di Pierluigi Bersani, il quale, confermando la sua candidatura a segretario del Pd nel Congresso di ottobre, ha affermato: “Proverò a rimettere il dentifricio nel tubetto”. Ma non sarebbe più facile provare a scegliere una politica? Magari, decidendosi a passare attraverso quel canyon cui D’Alema faceva riferimento nella dichiarazione citata all’inizio? O è troppo tardi?


NENCINI SPINGE PER UN' EPINAY ITALIANA


24/02/2009 - "La federazione laica, riformista e socialista a cui il Partito Socialista fa riferimento oggi è molto più vicina politicamente alla federazione decisa dal Congresso d' Epinay in Francia che a un cartello per le elezioni". Lo ha affermato il segretario socialista Riccardo Nencini, riassumendo il significato della riunione della segreteria del partito dopo gli ultimi incontri con i Radicali, la Sinistra Democratica, il Movimento di Vendola e i Verdi. Per Nencini - si legge nel comunicato ufficiale della segreteria - il cammino del Ps deve prendere in prestito l'ispirazione che negli anni'70 portò, in Francia, alla fusione tra la 'Convention des Institution Rèpublicaines' promossa da Mitterrand con il Partito socialista francese, e che sfociò nella firma di un programma comune con il Partito comunista francese e il partito radicale di Robert Fabre. "Credo - ha infatti aggiunto Nencini - che la difesa dei diritti civili e sociali possano essere in questa difficilissima fase della democrazia italiana il giusto motore di un nuovo percorso delle forze di sinistra e consentire, la nascita di un'Epinay italiana. Successivamente un accordo sul programma con il Partito Democratico e le altre componenti della sinistra potrebbe incontrare il voto positivo dell'elettorato progressista e riconsegnare il governo del Paese al centro - sinistra".


CONGRESSO NAZIONALE
DI SALERNO DELLA FGS


Cari compagni,

mi permetto di pubblicare, con il consenso dell'autore, il testo dell'intervento del compagno Paolo Cola, Vicesegretario regionale FGS Lazio, al recente congresso nazionale di Salerno, che offre degli interessanti spunti di riflessione sulla problematica delle tutele da garantire ai lavoratori, posti di fronte ad una crisi economica sempre più grave, e dinanzi ai sistematici attacchi portati avanti dall'attuale Governo ai diritti dei lavoratori.

Riccardo Morelli


Care Compagne e cari Compagni,

Come giovani e socialisti, in questo Congresso abbiamo il dovere di analizzare le inevitabili ripercussioni che la crisi economica avrà sul nostro futuro. A tal proposito c’è l’urgenza di prendere assolutamente una posizione rispetto alla sostanziale e scandalosa immobilità del Governo Italiano nell’ affrontare l’emergenza, pena, un nostro ulteriore allontanamento dai bisogni delle persone. Assistiamo sgomenti dinanzi all’ottimismo di Tremonti, il quale dice che va tutto bene, e afferma che con soli 5 miliardi tutto tornerà a posto. Ma basta guardare i dati sulla Cassa integrazione per renderci conto della gravità della situazione in cui viviamo: secondo l'Osservatorio Cgil, il ricorso alla Cassa integrazione nel 2008, ha fatto registrare, per i settori dell'industria e del commercio, un aumento del 27,04%, e per il solo mese di dicembre, del 129,66%. Al centro della crisi c'è l'auto in primo luogo, tutto il settore dei beni durevoli, quello delle macchine utensili e l'edilizia. A partire da marzo si registrerà il culmine di questo andamento, a fronte del quale le risorse ipotizzate, per il sostegno ai settori produttivi e per gli ammortizzatori sociali, sono assolutamente insufficienti. Non possiamo nemmeno tacere i dati dell’organizzazione internazionale del lavoro, la quale afferma che a livello mondiale la disoccupazione oscilla tra il 15 e il 51%. Purtroppo l’Italia secondo le previsioni europee, parteciperà attivamente a questo dato negativo, , con una percentuale stimabile tra l’1% e il 3%. Dinanzi a questi dati cosa sta facendo il Governo Berlusconi? Assolutamente niente! E assolutamente inefficacie è il decreto cosiddetto “anti crisi”, il quale non stanza un euro in più per gli ammortizzatori sociali, e istituisce inutili e moralistiche “porno tax”. Ma soprattutto istituisce la “Social Card”…Compagni, questa è l’invenzione più stupida che Tremonti possa aver fatto. Sono all’ordine del giorno i racconti di anziani che si sono ritrovati alla cassa senza che la card fosse ricaricata. E sono all’ordine del giorno casi di depressione causati dalla vergogna che questa “tessera della povertà” ha causato in molti di essi. Provo profonda vergogna dinanzi a tutto ciò. E tale vergogna, che ora si mescola a rabbia, è rafforzata dai dati: solo 450 mila persone hanno ottenuto la social card rispetto all’ 1,3 milioni previsti dal Governo, e molte di esse non hanno soldi nella tessera! A Tremonti vorrei chiedere: perché non utilizzare la social card solo per ottenere sconti nei negozi e trasferire i soldi nei conti correnti di coloro che ne hanno diritto?

Questa proposta è stata avanzata anche dalla Cgil, ma vorrei che oggi da qui, fossero anche i Giovani Socialisti a proporla al Governo. Dobbiamo smascherare questo Governo di pubblicisti e di manipolatori: occorre avere il coraggio di dire che queste azioni non risolvono assolutamente i problemi delle persone in difficoltà, anzi le costringono dinanzi agli uffici postali e a scene umilianti nei supermercati.

Un’altra perla del Governo è la cosiddetta riforma dei Contratti. Berlusconi e la Confindustria hanno pensato bene di sfruttare questo momento di crisi per dare la botta definitiva all’ultimo baluardo dei diritti dei lavoratori: il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro. La Cgil stima che ogni anno i lavoratori perderanno 300 euro e diritti fondamentali che noi giovani non avremo più.

I punti critici di quell’accordo assurdo, che ha visto la più grande organizzazione dei lavori esclusa, sono 3:

  1. Il salario da contrattare nel CCNL: L’accordo introduce un indicatore di tipo europeo, che viene depurato di tutta l’inflazione importata dei prodotti energetici , e quindi si calcoleranno gli aumenti del CCNL con un indice che è depurato ora e sempre di questo valore. Significa che se ad esempio la media dell’inflazione è al 6% e l’inflazione dei prodotti energetici è al 2%, il CCNL recupererà solo la differenza, cioè il 4%, perdendo quel 2%: siccome i prezzi vanno su e giù è difficile fare dei conti, ma credo che se questo fosse un accordo valido per sempre, ogni che aumentano i prezzi, c’è qualcuno che lo paga due volte: e quello che lo paga due volte sarà il lavoratore perché lo pagherà alla pompa di benzina e si vedrà togliere i soldi al momento del rinnovo del CCNL. La proposta riformista è di mettersi attorno ad un tavolo e ripartire solidalmente e intelligentemente il costo dell’energia importata. Si chiama politica di tutti i redditi! Oltre a questo, quando devo fare la richiesta uso questo indice, se poi i prezzi vano in su, non ho mai la verifica dopo due tre anni di quello che eventualmente ho perso verso l’inflazione reale, perche anche la verifica si fa in base all’inflazione importata dei prodotti energetici : non ci sarà mai un adeguamento al costo della vita.

Un’altra questione è il tentativo previsto nell’accordo, di non utilizzare il valore della base di calcolo che oggi i contratti hanno, e che sono stati decisi sempre assieme tra le parti. Questa base di calcolo la si vuole abbassare! Cosa vuol dire abbassare? Se fosse confermata questa scelta, e l’inflazione fosse ad esempio al 6%, quel 6% non va a moltiplicare un valore che è quello oggi di base, ma un valore più basso. Nei meccanici, che hanno un valore del punto di circa 19 euro, lo hanno abbassato di un punto e mezzo, e quando vai a fare la moltiplicazione, la somma è più bassa; vuol dire che non recupera il 6% ma il 4%, e così pure tutte le altre categorie. In questo modo: se sommiamo l’inflazione che viene depurata, il fatto che non si recuperi mai l’inflazione reale, e il fatto che si abbassi il valore del punto, genera una conseguenza: che con il CCNL, strutturalmente non si recupererà il potere d’acquisto perso. E neanche può compensare, l’idea di mettere nel CCNL un’indennità per chi non ha il secondo livello, perché mentre la prima proposta riduce di molto la media di tutti, questa cosa che può essere positiva, riguarda solo una minoranza di imprese e di lavoratori: anche contando tutto, il salario del CCNL tende a scendere rispetto a quello che è oggi.

  1. Secondo punto: il tema della “derogabilità”, messa come principio generale, in cui si dice che quando c’è la crisi o nascono nuove aziende, si può derogare dal CCNL. Cosa vuol dire? Ad esempio c‘è una crisi aziendale, e di fronte ad una crisi vedi come puoi salvare l’azienda e i posti di lavoro. Cosa vuole dire derogare quando nascono nuove aziende? Ad esempio nasce un supermercato in una zona difficile, e li ci si chiede di rinunciare al 20% di salario, di aumentare del 20% l’orario di lavoro, e cosa peggiore, di rinunciare a qualche diritto fondamentale. Poi apre un altro supermercato in un’altra zona, che ci dice: rispetto a quello noi vorremmo ancora andare più in basso; ancora meno salario, ancora più ore lavorate, ancora meno diritti fondamentali. Si può capire che nei settori dove non c’è una forte presenza sindacale, dove c’è una dispersione del lavoro, dell’occupazione, questo vuol dire non avere più il CCNL! Tale criterio sarà catastrofico per le successive generazioni di lavoratori come la nostra!
  2. Infine c’è la terza perla; di questa poi nessuno parla: La verifica della rappresentatività delle organizzazioni sindacali. Giusto: perché è bene che si capisca se uno ha 100 iscritti o 10.000 iscritti, perché noi siamo il paese dove ci sono sindacati che dicono di avere centinaia di migliaia di iscritti, e non ce li hanno, e per saperlo occorre fare le verifiche. A quest’affermazione, l’accordo fa seguire un’altra perla, che dice: una volta misurata la rappresentatività, le parti possono decidere, che chi è maggiormente rappresentativo, decide chi abbia il diritto di scioperare. Ci avevano insegnato che lo sciopero è un diritto costituzionale che fa capo alle persone, e che viene esercitato in forma collettiva! Ci avevano insegnato che se vuoi cambiare la costituzione e le leggi, su materie delicate che riguardano i diritti dei cittadini, sarà bene che lo faccia il Parlamento, sentite le parti sociali, e non le parti sociali! E’ uno stato corporativo quello che fa decidere alle parti chi ha diritto allo sciopero. Mentre è giusto che le parti decidano come utilizzare l’esercizio del diritto allo sciopero, scioperare in modo responsabile per non arrecare danni ai cittadini. D’altronde Turati diceva nei primi del 1900: “lo sciopero deve rispettare i servizi pubblici essenziali”.

Compagni, dinanzi a tale tentativo da parte delle destre di ipotecare il nostro futuro, occorre che la sinistra riformista e socialista alzi la voce a favore dei lavoratori. Occorre che i Socialisti tornino in fabbrica a parlare con i lavoratori, con i migliaia di precari sfruttati e senza tutele. Da questo punto di vista è positiva la proposta di legge del Partito che mira ad istituire uno statuto dei precari, ma non basta. Non si può pensare di far ripartire l’economia se si abbassano i salari ai lavoratori. E non possiamo pensare di costruire una società più giusta, se ci sono giovani e meno giovani senza tutele di alcun tipo. Occorre ripensare l’economia, e proporre con forza il modello socialista europeo della “flex security”: flessibilità, ma garanzia da parte dello Stato di trovare una nuova occupazione mediante corsi formativi. Solo così saremo in grado di presentarci dinanzi agli elettori, e solo così potremo sperare di scalzare la sinistra estrema e il Partito Democratico dalle loro opposte demagogie. Veltroni (e finisco), nei giorni scorsi ha dichiarato che per finanziare gli ammortizzatori sociali occorre tagliare i rendimenti delle pensioni…questa è pazzia allo stato puro. L’Italia ha bisogno della forza propositiva dei Socialisti: sta a noi metterci in gioco e proporre un nuovo modello di società a misura d’uomo.

Fraternamente,

PAOLO COLA
Consligliere Comunale Socialista



LETTERA APERTA al Sindaco di Recanati
"FABIO CORVATTA"


di Ivo Costamagna*

Caro Fabio,
non ho utilizzato il termine "compagno" perche' non mi risulta che tu, quest'anno, ti sia reiscritto al Partito Socialista. Non e', pero', questo il motivo della mia lettera aperta, l'iscrizione al Partito e', infatti, un atto individuale, libero e volontario, la cui scadenza e' fissata per Sabato 28 Febbraio. La questione e', invece, un'altra. Cerchero' di trattarla con la franchezza che deriva da 30 anni di conoscenza personale e di comune militanza politica nel PSI prima, dal 1976 al 1994, nello SDI poi e nel PS lo scorso anno. Una franchezza che ci mette al riparo da possibili malintesi e che ha sempre contraddistinto il nostro rapporto politico. Ricordo il profondo contrasto, nel 1992-1993, con la tua posizione "martelliana"di "superare" il PSI, per... "ridare l'Onore ai Socialisti" e per una sostanziale fusione con il PCI-PDS ed io, allora Assessore Regionale, a difendere l'autonomia del PSI e contro la criminalizzazione di Craxi...! Poi fummo "travolti" quasi tutti, non tu e fui, umanamente e sinceramente, contento per te. Oggi ci troviamo, paradossalmente, a rivivere, in sedicesimi, ma a parti politiche "rovesciate", una vicenda simile. Ho saputo, come tanti altri in provincia, nel corso degli ultimi mesi, di una tua intenzione, poi divenuta volonta' ed oggi definibile... concreta "esplorazione" (dagli esiti molto incerti), di dar vita ad una sorta di Lista Civica, vagamente di area Laico-Socialista, a sostegno del Centro-Destra per le prossime Elezioni Provinciali con proiezione, personale, futura, verso le Regionali del 2010. Ho cercato di dirtelo personalmente, senza riuscirci, te lo scrivo pubblicamente. Legittime le tue scelte politiche che, spero altrettanto legittimamente, mi consentirai di non condividere. Ora come allora. Solo che allora a muoverti era l'idea di una vasta unita' della sinistra, addirittura con un Partito ancora Comunista, ed oggi, invece, ti dirigi verso un altro Popolo... quello delle Liberta' e la meta finale non e' piu' l'Ottocentesco ..."Sol dell'Avvenire" ma la nebbiosa... Villa di Arcore. Legittimo, anche se non condivisibile. Leggo, proprio oggi, che anche CIRIACO DE MITA, gia' campione del cattocomunismo, lo fa' e si allea con il... "Cavaliere Nero".


Cio' che, proprio come allora, non e', invece, ne legittimo ne accettabile e' il fatto che dai l'impressione di CONSIDERARE IL PARTITO SOCIALISTA IN STATO DI LIQUIDAZIONE DOVE, A PREZZI DI "SALDO", A BASSO COSTO, TU VAI NEI MAGAZZINI, ANZI NEI... RISTORANTI, A SCEGLIERTI... "I CAPI" CHE RITIENI PIU' UTILI E FUNZIONALI AL TUO, PERSONALISSIMO, PROGETTO. NON E' COSI', CARO FABIO, *I SOCIALISTI NON SONO IN SVENDITA*, NE I "CAPI" NE, TANTOMENO, GLI ELETTORI. Sulla base di una larga unita' interna che si fonda sul senso di responsabilita' di tutti, su di un percorso comune e SULLO SPIRITO DI MILITANZA SOCIALISTA, il Partito compira' una scelta condivisa. Il Partito Socialista, ed il SOCIALISMO, e', oggi, la piu' grande forza politica in Europa e tornera' a svolgere, in forme organizzative magari diverse, un ruolo fondamentale anche in Italia. In Provincia di Macerata sai bene che, nonostante gli errori del PD, *QUESTO CENTRODESTRA PERDERA'*. Mi permetto di rivolgerti un invito. Anziche' cercare i socialisti uno per uno, PERCHE' NON TI CONFRONTI CON IL PARTITO CHE, IN PROVINCIA DI MACERATA, HA DEGLI ORGANISMI ED ANCHE ALCUNE SEDI DOVE POTER TENERE UNA BELLA RIUNIONE TRA "VECCHI" COMPAGNI?? In attesa di un tuo riscontro, ti invio i piu' sinceri saluti socialisti.

Macerata, li 24/2/2009

Segretario Provinciale Partito Socialista MC*



lunedì 23 febbraio 2009

Il capolavoro ,
il centro-sinistra e noi altri.


di Bobo Craxi*

Renzo Tondo Governatore del Friuli ha argutamente definito un "capolavoro" l'elezione di un post-democristiano alla guida di un partito a maggioranza post-comunista. Un capolavoro perchè l'assenza di una profonda revisione politica della storia della sinistra contrassegnata innanzitutto dallo scontro fra socialisti, socialisti democratici e comunisti ha dato come esito la formazione di un partito di sintesi (che viene sempre rivedicata come fondativa) delle culture cattolico progressiste e comuniste. Naturalmente si deve tenere conto che quest'assenza di processo revisionistico ha tuttavia consentito al centro-sinistra di essere maggioranza per ben due volte nel paese e di costruire un ipotesi di superamento delle esperienze del novecento attraverso un nuovo partito che assumesse sempre di più le sembianze di un partito "all'americana", molto in presa diretta con il popolo, vocato alla rappresentazione di interessi larghi, diffusi financo contrapposti. Un'operazione che ha messo in moto simmentricamente Berlusconi che ha fatto esattamente la stessa cosa riuscendovi meglio. In questo caso però non é difficile sostenere esattamente lo stesso pensiero di Tondo, anche questo è un bel capolavoro perché ha assorbito,le tendenze democristiane più autonome, ha saccheggiato abbondantemente nel pensiero liberale, ha annientato comprendendola nel suo seno la destra democratica mutuandone le tematiche più strettamente legate al governo dell'ordine pubblico, ha valorizzato posizioni socialiste singole e sfuse esaltandone l'elemento della testimonianza giammai quello dell'autonomia e dell'identità,lo stesso dicasi per altre tendenze ultra-minoritarie tuttavia presenti nel patch-work populista. Il ritorno ad una chiarezza di fondo di ciò che deve rappresentare il Pd, cio che è, non ciò che non è diventato con Veltroni, può suscitare anche il compiaciuto disincanto di chi pensa allo strazio ed all'amara nemesi che ha colpito il vecchio gruppo dirigente del Pci, ma parimenti dovrebbe incominciare a far riflettere chi , in cuor suo non ha abbandonato la propria matrice socialista, riformista, liberale (non liberista) e incominciare a domandarsi se per caso non sarebbe utile un big.bang di natura politica anche per quest'area. Anzichè contestare al povero Peppino Englaro, che ha dichiarato la sua totale adesione al Socialismo di Bettino Craxi,le compagnie che lo hanno sostenuto perché non incominciare a domandarsi perché al suo fianco non ha ritrovato tutt'area politica proveniente dal PSI e non solo un residuo di quella? Perché continuare a sostenere politiche insostenibili su terreni diversi (l'economia, l'ordine pubblico,la laicità dello Stato, la politica mediterranea) e tentare di richiamarsi ad una medesima comune radice politica? Il potere é un fattore momentaneo, le mancate svolte politiche, i ritardi faranno vivere anche al paese gravi momenti, l'assenza troppo prolungata di un Partito socialista moderno degno di questo nome sta minando la stessa dialettica democratica. Il PD qualora ritrovasse smalto elettorale non potrà essere la sola risposta politica e la sola alternativa credibile a sinistra, non lo sarà, ed il "capolavoro" per noi socialisti sarà un occasione per lanciare una sfida politica che si esca o no vincitori dalle elezioni di tarda primavera, la nostra storia ha una lunga prospettiva, basta saperla cogliere.

Segreteria Nazionale PS*



NEWS - PARTITO DEMOCRATICO
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NEWS - LE RONDE
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domenica 22 febbraio 2009

"11 PASSI PER USCIRE DALLA CRISI"
*LE PROPOSTE DEI SOCIALISTI*
Un piano straordinario degli Enti Locali e delle Regioni per fronteggiare la crisi economica.


In ogni Comune, in ogni Provincia, in ogni Regione italiana i 5.000 Amministratori Socialisti presenteranno, entro il 1 marzo, undici proposte per sostenere le famiglie in difficoltà economica.
1. Interventi di coesione sociale: incremento dei fondi per le borse di studio; fondi per gli anziani destinati al pagamento delle utenze domestiche; fondi per studenti universitari sotto forma di contributo alle spese di trasporto, acquisto libri, tasse universitarie.
2. Intervento per dilazione del pagamento dei mutui per acquisto della prima casa previo accordo-quadro tra amministrazione locale ed istituto di credito.
3. Incentivi economici per imprese operanti nel commercio al minuto finalizzati a investimenti.
4. Variazione delle rette per nidi, materne, mense e trasporti scolastici ed esenzione dal pagamento per quanti hanno perso il lavoro lasciando la famiglia a reddito zero.
5. Fruizione allargata delle esenzioni sulle rette dei servizi educativi.
6. Accordi con istituti di credito per agevolare lo smobilizzo dei crediti vantati da fornitori di beni e servizi comunali attraverso anticipi su fatture.
7. Istituzione del ‘reddito di cittadinanza’ per chi ha perso il lavoro, vincolando l’indennità alla partecipazione a corsi di formazione
8. In attesa della entrata in vigore del punto 7), una tantum di 2000 Euro per quei lavoratori che hanno perso l’occupazione e che non possono contare sugli ammortizzatori sociali.
9. Fondo di garanzia per l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese destinato a investimenti e ripatrimonializzazioni.
10. Impiego di disoccupati in funzioni di natura civica: dal controllo delle strade alla vigilanza di parchi e giardini pubblici, scuole, monumenti, etc…
11. Mutui agevolati per giovani coppie destinati all’acquisto della prima casa.

Riccardo Nencini



EUROPEE: TAMBURRANO,
LISTA UNICA A SINISTRA PER VIVERE AL 4%
(da "La Repubblica")


Primum vivere deinde philosophari: e per le elezioni europee le forze della sinistra da quella socialista riformista alle altre componenti nessuna esclusa devono dar vita ad una lista unica per superare lo sbarramento - il 4% - della legge elettorale. Lo sostiene lo storico socialista e Presidente della 'Fondazione Nenni', Giuseppe Tamburrano a sostegno di un appello promosso da una serie di intellettuali e politici della sinistra come Alinovi Abdon, Barra Francesco, Bartocci Enzo, Benvenuto Giorgio, Besostri Felice, Boni Piero, Cafagna Luciano, Cheli Enzo, Chiarante Giuseppe, Coccia Franco, Coen Federico, De Martino Guido, Di Siena Piero, Emiliani Vittorio, Ersilia Salvato, Fanti Guido, Ferraioli Luigi, Ferrara Gianni, Ferri Mauro, Giacomino Rocco, Giugni Gino, Grandi Alfiero, Gravagnuolo Bruno, Isinelli Alfonso, Lodi Maria Teresa, Macaluso Emanuele, Mele Giorgio, Melilla Gianni, Parlato Valentino, Pasquino Gianfranco, Patta Giampaolo, Ravaioli Carla, Rinaldini Tiziano, Riviello Anna Maria, Salvi Cesare, Scivoletto Concetto, Stumpo Michele, Talamo Giuseppe, Tortorella Aldo, Vassalli Giuliano, Vigilante Gianni, Villone Massimo, Zacheo Egidio.

"L'appello si rivolge a tutta la sinistra - conclude Tamburrano, che aderisce all'iniziativa - perche' si unisca non gia' per superare gli esistenti dissensi politici ed ideologici, che vanno affrontati in altra sede, alla luce della profonda crisi del capitalismo, e tenendo conto per l'Italia della crisi del progetto del Pd: due processi che pur nella loro ovvia, profonda diversita', mettono in luce l'esigenza di riproporre il progetto di un nuovo Socialismo".



PD. NENCINI: FRANCESCHINI
NON SCIOGLIE
I NODI POLITICI


Il vicesegretario di Veltroni eletto segretario
da meno della metà dell'Assemblea nazionale.



22/02/2009 - "Attendo di capire bene se per la base del Partito Democratico il discorso di Franceschini sia un discorso di prospettiva. Se, insomma, le cose dette rappresentino una linea per il futuro. La mia prima impressione è che i nodi non siano stati sciolti e che i problemi politici siano ancora tutti sul tavolo". E' quanto affermato dal segretario del Partito Socialista Riccardo Nencini in merito alla relazione del candidato alla segreteria del Pd dopo le dimissioni di Veltroni. "Franceschini mi è parso molto vago - ha aggiunto il segretario socialista - sulla futura collocazione europea dei democratici nonostante ci separino solo tre mesi dalle elezioni. Inoltre ho notato un assordante silenzio sul tema delle alleanze. Buona invece la parte sui diritti civili e sul testamento biologico dove si è mostrato più liberale di quanto non sia stato Veltroni". “Speriamo che con Franceschini, il Pd recuperi davvero un po’ di autonomia in tema di laicita’ perche’ con la segreteria Veltroni la resa e’ stata totale e incondizionata” E’ quanto ha affermato Pia Locatelli, capodelegazione del Ps a Strasburgo e presidente dell’Internazionale socialista donne. “Su tutta la vicenda Englaro e poi sul testamento biologico – ha continuato l’esponente socialista - il comportamento del Pd è stato contraddittorio se non peggio.. Aspettiamo Franceschini alla prova dei fatti – ha concluso la Locatelli - perche’ non riuscira’ a recuperare i consensi dell’Italia laica e riformista, e sicuramente quelli dei socialisti, se continuera’, come ha fatto Veltroni, a fuggire di fronte alle pretese delle gerarchie ecclesiastiche”. Quel che mi ha stupito di più di questa assemblea generale del Pd è che nessuno, soprattutto fra i giovani, ha parlato di politica. -questo il commento di Mauro Del Bue - Il lessico usato verteva su questa abusata terminologia: primarie,congresso, rinnovamento, nuovo dialogo con la società, rilancio del progetto e via dicendo. Nessuno-ha osservato Del Bue- che abbia avuto il coraggio di dire quel che poi un pò tutti pensano. E che cioè il Pd è in crisi perchè il progetto era sbagliato, perchè non si possono incollare due partiti in uno senza un minino comun denominatore che non sia la sconfitta di Berlusconi. Per Bobo Craxi - “L'elezione del nuovo segretario del Partito Democratico non risolve le molte questioni di fondo e i numerosi problemi che lo circondano, questioni che assomigliano sempre più al ‘dilemma di Ovidio’: sono aree politiche sostanzialmente diverse e poco conciliabili, come abbiamo già visto, costrette ormai a convivere fino alla fine”. “Franceschini”, ha proseguito Craxi, “ha rivendicato i percorsi e gli errori della segreteria Veltroni, non ha aperto nessuna prospettiva di dialogo e di confronto all’interno della Sinistra Italiana, e non ha rilanciato alcun significativo cambiamento programmatico”.


sabato 21 febbraio 2009

PD: DI MALE IN PEGGIO, ADESSO ABBIAMO...
RE.......FRANCESCHINIELLO !!!!


Sto ascoltando su Radio Radicale (ammetto il mio "preconcetto": guardarli su YouDem proprio non ce l'ho fatta) i lavori dell'Assemblea Nazionale del Partito Democratico che si svolge alla Fiera di Roma.
Malgrado il preconcetto che ho "confessato" e che deriva dal devastante (non solo per noi) ANTISOCIALISMO DI QUESTO PD, non sono cosi' miope da non vedere che la loro profonda crisi riguarda anche la Sinistra ed i Socialisti. Mi metto in "ascolto" ma vi risparmio la... radiocronaca. Solo alcune impressioni a caldo. Mancano 1600 componenti su 2800 (non esiste, nel PD, il numero LEGALE?) e manca-anche Walter Veltroni. Niente relazione, quindi, per spiegare al Parlamentino PD le ragioni delle sue dimissioni. Sara' il... "Partito Nuovo" mi dico ma, poi, sento Arturo Parisi, il "grande oppositore", dire la stessa cosa. E' una delle prime volte che vado d'accordo con "un'ulivista". L'Assemblea sceglie, con il consenso di 996 delegati sempre sul plenum di 2800, di eleggere un SEGRETARIO "A TEMPO", sino al (tanto vituperato ed "antico") CONGRESSO Nazionale di Ottobre, anziche' far ricorso alle tanto declamate (in passato) PRIMARIE che raccolgono, sulla linea Parisi Morando-Gad Lerner- Rosy Bindi, appena 297 voti pari al 19% dei votanti! Si passa alle candidadure: PARISI e FRANCESCHINI (...IL VICE DI VELTRONI) proposto da TUTTO il Gruppo Dirigente, come chiarito dalla Presidente (molto di parte) dell'Assemblea, Anna Finocchiaro. Mi chiedo: e D'ALEMA? BERSANI NON SI ERA CANDIDATO? E se non ora, quando? FORSE MAI PIU! Poi una speranza: si saranno accordati su una PROFONDA CORREZIONE DEL PROGETTO E DALLA LINEA POLITICA DEL PD. Prende la parola Dario Franceschini e la mia speranza svanisce subito. Siamo passati dal "MA ANCHE" di Veltroni al "TUTTO ED IL CONTRARIO DI TUTTO" di Franceschini che, di fatto, e' la stessa, identica, cosa ed anzi, se possibile, e' addirittura peggio! Solo alcune "perle" del suo intervento. Comincia facendosi beffe del senso di responsabilita' istituzionale dei possibili alleati di sinistra: "Quando abbiamo approvato lo sbarramento del 4% alle Europee avevano minacciato di far cadere tutte le Giunte locali e non ne ho vista cadere neanche una" per poi, pero', proporre "alleanze ampie" per le prossime Elezioni Amministrative di Giugno per le quali, comunque, udite udite, "il PD non rinuncia alla sua VOCAZIONE MAGGIORITARIA". Continua sulla collocazione europea del PD: "NON ENTREREMO NEL PSE MA FAREMO IN MODO CHE IL PSE SI... "TRASFORMI" IN UN PARTITO DEMOCRATICO, COME QUELLO DI... OBAMA". Prosegue con una confusa allocuzione sulla "forma Partito", su "notabili da ascoltare e giovani e donne da valorizzare", su Prodi, l'Ulivo, l'organizzazione interna e, persino, sul Testamento Biologico (...forse del PD, mi sono distratto). Poi il... gran finale. "MAI PIU' COALIZIONI CONTRO QUALCUNO" scandisce Franceschini, e, pero', 5 minuti dopo, definisce Berlusconi un... "PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA", "UN UOMO CHE VUOLE ESSERE IL PADRONE DELL'ITALIA". In tutto questo sproloquio non una parola nei confronti di Socialisti e Radicali. Mi torna in mente che si tratta dello stesso Franceschini che, tradito dai microfoni accessi a sua insaputa, facendo conoscere il suo vero pensiero, aveva esclamato: "... ANCORA QUEI ROMPICOGLIONI DEI SOCIALISTI!" e capisco quanto fosse illusoria la mia speranza. Se Veltroni si scusa per aver fallito come puo' riuscire il suo vice?!? Questa e' l'ultima, elementare, norma della politica che il "nuovismo" del PD tentera' di sfidare magari rinsaldando i rapporti con quel DI PIETRO che, dopo aver rinnegato gli accordi elettorali, sta oggi "vampirizzando" i consensi del PD. Eppure da Franceschini neanche una parola di distinguo dal giustizialismo di un uomo che non ha mai nascosto di stare nel centrosinistra solo in odio a Berlusconi ma la cui reale collocazione (dalla Sicurezza ai temi Etici, dalla Giustizia alla Politica Economica) e' molto piu' a destra della... DESTRA "SOCIALE" di Storace! Insomma, neanche un'autocritica sulla linea politica, la solita supponenza di Bettini&C., dibattito inesistente... ma perche' Veltroni si e' dimesso?? Da tutto questo traggo una sola conclusione proprio mentre sta parlando GIANNI CUPERLO. GIANNI E' CHIARO, CORAGGIOSO, SOCIALISTA, L'ULTIMA VERA RISORSA CHE E' BENE PRESERVARE PER LA "RICOSTRUZIONE" POST 7 GIUGNO. La conclusione e', infatti, che... QUESTA LINEA POLITICA E QUESTO GRUPPO DIRIGENTE DEL PD VA, DEFINITIVAMENTE, BATTUTO COSTRUENDO, ADESSO, UNA CREDIBILE ALLEANZA LAICA, RIFORMISTA E DI SINISTRA E, DOPO LE ELEZIONI, UNA GRANDE FORZA LIBERALSOCIALISTA E LABURISTA ALLEATA AD UN CENTRO CATTOLICO. UNA FORZA DI CUI IL PD SARA' PARTE IMPORTANTE, DA COSTRUIRE INSIEME, MA CON LA CERTEZZA CHE SARA' AMPIA E PLURALE E CHE, DOPO DI OGGI, ......"NON MORIREMO DALEMIANI!!"

Ivo Costamagna*
(Segretario Provinciale Partito Socialista Macerata)

ANSA - PD, Franceschini eletto Segretario dall'assemblea. Per lui 1.047 voti, a Parisi 92, assenti quasi 1.700 componenti dell'assemblea Nazionale.