sabato 7 febbraio 2009

Liberi tutti!

da La Stampa del 7.2.2009
*Processo penale, meno poteri ai pm*

Il ministro Alfano
Passa la riforma. Berlusconi: in futuro niente appello per gli assolti in primo grado

FRANCESCO GRIGNETTI
Siamo alla riforma del processo penale. Un disegno di legge voluto fortissimamente da Berlusconi in persona e portato avanti dal ministro Angelino Alfano. Trentasei articoli che faranno discutere all'infinito. C'è di tutto: dalla competenza sugli arresti, all'autonomia della polizia giudiziaria, alla fine delle indagini avviate dai pm, all'ampliamento della competenza delle corti d'assise (vaglieranno anche associazione mafiosa, narcotraffico e terrorismo). Ma tutto ciò è solo l'antipasto. La vera riforma della giustizia è quella che verrà. Epperò le polemiche sono già partite. Secondo Antonio Di Pietro, la riforma è tutta una scusa di Berlusconi «per inseguire la sua impunità». Un codicillo prevede in effetti che le sentenze definitive non potranno più essere utilizzate come prova in altri procedimenti, salvo che per i reati di mafia e terrorismo. A Di Pietro sembra una norma perfetta per il caso Mills: qualora l'avvocato inglese venga condannato, e se mai il Lodo Alfano fosse bocciato dalla corte costituzionale, questa norma sarebbe un paracadute perfetto per il premier. Si vedrà. Una rivoluzione, intanto, è in arrivo. «L'obiettivo è quello della perfetta parità tra accusa e difesa», dice Alfano. Ovvero la separazione delle carriere con la creazione di un Ordine degli avvocati dell'accusa. Annuncia Berlusconi: «Un cittadino assolto da un tribunale della Repubblica non dev'essere più chiamato ad un secondo o terzo grado dagli avvocati dell'accusa, magari solo per puntiglio».

L'abolizione del ricorso in appello sarà l'ennesima botta ai pm. Era quanto prevedeva la Legge Pecorella, smantellata nel 2007 dalla Corte costituzionale. «Se sarà necessaria una riforma costituzionale, la affronteremo», dice ancora il premier. Nel ddl tornano alcuni temi cari ad Alfano. C'è l'affidamento in prova che è subordinato ai lavori socialmente utili. E' prevista la trasmissione in via informatica, ogni tre mesi, dell'operato di ogni tribunale. Il ministro provvederà poi a rendere tutto pubblico sul sito Internet perché sia «monitorata la produttività». C'è la distruzione degli esposti anonimi (entro cinque anni). E ancora: le modifiche del regolamento penitenziario, i nuovi poteri per la procura generale presso la Cassazione in presenza di «eccezionali contrasti da uffici del pubblico ministero» (leggi la disputa Salerno-Catanzaro), l'annullamento di una richiesta di rinvio a giudizio dopo che un'ordinanza di custodia in carcere sia stata annullata (se non emergono nuove prove a carico). In arrivo ci sono anche cinque deleghe al governo in tema di: notifiche (finalmente si useranno le e-mail); diverse competenze tra gip e tribunale presso la corte d'appello su custodia in carcere e arresti; sospensione dei processi quando l'imputato sia irrintracciabile (reati con pena fino a quattro anni, più furto aggravato, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale); digitalizzazione del processo civile e del processo penale.

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