sabato 7 febbraio 2009

*Contro il duopolio PD-PDL riformisti uniti nel PSE*


di Anna Falcone*
Ormai è evidente: il PD è uno dei sogni realizzati di Berlusconi. Un partito-ombra, che occupa i banchi dell’opposizione senza essere capace di fare opposizione, un partito che dice di essere riformista e non riesce a proporre neanche una riforma convincente e “di sinistra”, non riesce a dettare una sua agenda politica e cogliere le vere priorità degli italiani: lavoro, lotta al precariato, tutela del potere d’acquisto dei redditi, casa, sanità, scuola, ricerca, energie e sviluppo sostenibili. In sintesi “veri diritti”, “vere libertà” per tutti. Una democrazia compiuta, finalmente, che in Italia sembra essere un miraggio che si allontana sempre di più, dietro i colpi del governo mediatico del Premier, sfacciatamente fiducioso di fronte alla crisi - per cui non è prevista ancora nessuna misura efficace- e preoccupato solo ed esclusivamente di tutelare i suoi interessi (leggi: riforme in materia giudiziaria) e dei suoi alleati (leggi: attuazione del federalismo fiscale nel più totale dispregio del principio di solidarietà e pari dignità e diritti da garantire a tutti i cittadini italiani, da nord a sud). La Costituzione non discrimina per latitudine, questo governo semplicemente ignora le nostre latitudini. Liberarsi della zavorra. Questo è l’unico pensiero quando si pensa al Sud. Ma non è l’egoismo miope della destra a far specie. E’ l’assordante silenzio dei c.d. “riformisti” che siedono in Parlamento, che hanno voce e non parlano, che hanno potere e non lo usano, che hanno responsabilità e non le esercitano ad essere diventato intollerabile. Intollerabile soprattutto per noi calabresi. Ha ragione Pippo Callipo, nella sua denuncia alle nostre classi dirigenti, apparsa sul Sole24Ore lo scorso martedì: il Sud deve svegliarsi e deve farlo soprattutto tramite una forte presa di coscienza delle nuove generazioni. Che almeno loro abbiamo il coraggio di gridare la verità e dire a questa classe politica eterna, molle, avvinghiata al proprio potere quasi quanto alla propria vita, che il Sud non può più permettersi di mantenere inutili burocrati, preoccupati solo di perpetrare le loro carriere, spesso di generazione in generazione, uomini anche “apparentemente” di sinistra, che del “bisogno” delle genti del Sud hanno fatto l’humus con cui concimare la loro fame di potere, e che mai e poi mai potrebbero avere interesse ad emancipare, per quanto ci riguarda, la Calabria ed i Calabresi dalle secche in cui versano da sempre i loro diritti, le loro libertà i loro giusti sogni di emancipazione e liberazione storica e sociale.
Chi è e si sente veramente di Sinistra deve fare oggi una riflessione non più rinviabile. E’ coerente con i valori e gli obiettivi politici della sinistra continuare ad appoggiare questo sistema di potere? Sicuramente no. E’ coerente con i fini politici e sociali di emancipazione e liberazione del mezzogiorno continuare a foraggiare con i nostri voti coalizioni di eletti che nulla hanno a che fanno e nulla fanno per i bisogni e gli interessi dei cittadini più deboli? Sicuramente no.
E ancor di più la risposta non può che essere un fermo "no" per noi Socialisti, che della valorizzazione dei meriti e la soddisfazione dei bisogni abbiamo fatto la nostra bandiera e la chiave di volta del nostro credo politico. Sicuramente non lo è per chiunque sogni e lavori per avere anche in Italia una forza politica capace di dire e fare “cose di sinistra”, degna di essere equiparata all’azione politica degli altri partiti riformisti e di sinistra che a ragione siedono nel gruppo del PSE in Europa: il PSOE di Zapatero, SPD tedesca, il PS francese, solo per citare alcuni dei migliori esempi. Questa riflessione è resa ancor più urgente dall’incombere delle prossime elezioni europee ed amministrative e dalle decisioni che, conseguentemente e coerentemente, le forze politiche della sinistra dovranno prendere in merito alla presentazione di liste, candidati, coalizioni. I Socialisti, già duramente colpiti dall’accordo Vetroni-Berlusconi delle scorse elezioni, che con la minaccia del “voto utile” ha per la prima volta nella storia repubblicana spazzato via artificiosamente la rappresentanza democratica dei partiti della sinistra, rischiano oggi, insieme a quegli stessi partiti, di non essere più rappresentati neanche in Europa, grazie all’accordo per la nuova legge elettorale introduce una ingiustificata soglia di sbarramento al 4%. Sappiamo tutti come il Parlamento Europeo svolga una funzione di essenziale rappresentanza dei cittadini, slegata da qualsiasi forma di meccanismo sulla “governabilità”, che solo potrebbe giustificare, altrimenti, l’introduzione di uno sbarramento.
Questa soglia serve ad altro: serve ad eliminare definitivamente la sinistra, quella vera, dalla scena politica italiana, costringendola al silenzio o ad una passiva assimilazione delle fila di un partito, PD, che, ormai in rotta, spera con questo stratagemma antidemocratico di limitare i danni di una disfatta elettorale annunciata. A questo punto la via e chiara, per chiunque sia veramente socialista: lavorare per una vera unità dei riformisti che si richiamano al PSE, a partire da nuove coalizioni e nuove liste fin dalle amministrative, e sicuramente per le Europee, uscire dalle giunte in cui rappresentiamo una mera stampella a questo sistema di potere Pd-Pdl, inaugurare una nuova stagione di lotta politica per la democrazia e i diritti. La linea del partito nazionale è già stata tracciata in tal senso: da più di un mese il Segretario Nencini ha rivolto un appello alle forze della sinistra riformista e non comunista per presentarsi uniti alle elezioni europee sotto il simbolo del PSE. L’introduzione dello sbarramento potrebbe essere uno stimolo ad accelerare processi che la Storia impone ed i militanti di sinistra auspicano da tempo. E’ sempre il Segretario nazionale Nencini aveva ribadito, giustamente e coraggiosamente che, se l’accordo “Veltrusconiano” si fosse concretizzato, com’è accaduto, saremmostati pronti ada zioni eclatanti, anche riproponendo le stesse alleanze a livello locale, per rompere il duopolio forzato e antidemocratico che soffoca la sinistra italiana. Anche in Calabria.
E’ arrivato il momento della verità: chi è veramente socialista, chi è veramente riformista e di sinistra è chiamato alla coerenza, alla dignità alla lotta politica vera. Chi non se la sente si tiri indietro. Potrà trovare mille scuse, ma gli elettori di sinistra leggeranno fra le righe la verità. Per ogni maschera calata, ci saranno mille veri militanti che finalmente potranno riprendere il loro posto nella politica vissuta e nei partiti di sinistra, orgogliosi di essere altrimenti rappresentati, ma soprattutto finalmente rappresentativi di se stessi e dei valori in cui credono sempre e che oggi reclamano più che mai adeguati progetti e rappresentanti.
L’elettorato della Sinistra meridionale è un elettorato molto migliore di chi spesso oggi l’esprime. E’ un elettorato che merita di potersi finalmente sentire rappresentato, di poter dire e fare “cose di sinistra”, a dispetto delle carriere e degli interessi personali dei “Sinistrati”. Occorre una nuova stagione, uomini e donne nuovi per le idee ed i valori di sempre, quelli del Socialismo riformista, l’unico modello e ideale politico che ha avuto ragione in Europa e nel mondo ed ha superato la prova dei tempi e della Storia. Occorre una nuova sinistra. La costruiremo e l’avremo.

Direzione Nazionale PS*
Responsabile Nazionale Pari Opportunità



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