domenica 30 maggio 2010

Al via il 2° congresso nazionale. Il CN ha approvato le norme -UN PATTO FONDATIVO PER IL PARTITO. UN PROGETTO PER L'ITALIA


sabato 29 maggio 2010
“La domanda che dobbiamo porci davvero non è se questo partito può continuare a vivere, ma come cambiare per continuare a vivere”.Così, all’inizio della relazione (leggi la sintesi) con cui ha aperto i lavori del Consiglio nazionale di sabato 29 maggio, il segretario del partito Riccardo Nencini, ha sintetizzato il tema di fondo che il Congresso che si terrà a Perugia a luglio, deve affrontare.“La crisi in corso – ha detto tra l’altro Nencini - provocherà una radicalizzazione delle posizioni. Noi oggi dobbiamo dire che la manovra era necessaria, che ha sbagliato Berlusconi a sostenere fino a ieri che non serviva alcuna correzione ai conti dello stato, che è una manovra finanziaria iniqua, ma dobbiamo anche riunire il centrosinistra per emendarla, per fare delle proposte aggiuntive e non per aderire allo sciopero generale della Cgil senza dare prova di senso di responsabilità. Siamo in presenza della somma di tre crisi: economica, di rappresentanza, di coesione. Ma tutto ciò non provoca necessariamente una sconfitta di questa maggioranza perché l’esperienza ci insegna che in questa situazione il Paese fa scelte moderate e che se il centrosinistra si presenta con posizioni radicali è destinata a non vincere mai”.

Al termine del dibattito al quale sono intervenuti, tra gli altri, Besostri, Benzoni, Biscardini, Carugno, Giunchi, Craxi, Schietroma, Bartolomei, Di Lello, Falcone, Carmelo Nucera. Palillo, Rebuschi, Matasso. Il CN ha approvato a larga maggioranza (3 voti contrari e 2 astenuti) le norme congressuali proposte dalla segreteria nazionale.



(sintesi della relazione di Riccardo Nencini al CN nazionale del 29 maggio 2020)

“La domanda che dobbiamo porci davvero non è se questo partito può continuare a vivere, ma come cambiare per continuare a vivere”.
Così, all’inizio della relazione con cui ha aperto i lavori del Consiglio nazionale, il segretario del partito Riccardo Nencini, ha sintetizzato il tema di fondo che il Congresso deve affrontare.

Il Psi che dobbiamo immaginare deve essere sempre di più un “partito di militanza e di campagne pubbliche” perché “il partito di identità non ci basta più”.
D’altra parte tutti i partiti stanno affrontando i limiti delle singole identità politiche, rinunciando a nomi e simboli mentre “gli italiani stanno cominciando ad affezionarsi a questo sistema di voto, non al bipartitismo che non è mai nato”.
Intanto il Pd continua a manifestare un’ambiguità di fondo, mentre è destinato comunque a occupare un ruolo importante, ad essere alternativo, ma senza riuscire a schiodarsi dalle percentuali che ha raccolto perché vive l’ipotesi bipolarista, ma non quella del bipartitismo che ispirava anche la segreteria Veltroni.

“Se il Psi non esistesse e dovessi decidere a quale partito aderire, avrei fortissimi dubbi perché non vedo attorno a me nulla che assomiglia abbastanza agli ideali in cui ho sempre creduto” e “la somma di una storia non può essere ripiegata in nessuna delle forze politiche che sono nate dopo il 1992” anche questa diventa dunque una ragione importante perché continui a esistere il nostro partito, ma a delle condizioni”.

“L’Italia è cambiata. L’Eurispes ha recentemente illustrato con le sue ricerche come gli italiani non siano più disposti a farsi mettere la campanella al naso da una lettura troppo semplicistica e gioiosa della situazione. Questo però non porta ipso facto a un cambio di maggioranza”.
Perché questo avvenga deve esserci uno schieramento alternativo, con un leader e un programma.

Il ruolo per il Psi è in una cornice di 4 punti: sobrietà e rigore (campagna sulle indennità da proseguire); una coalizione coesa perché coesa significa credibile e competitiva; un progetto per legare e tenere assieme questa Italia; un leader che la rappresenti.
“Penso che il centrosinistra debba fare meno attenzione alle battaglie tradizionali che fa il sindacato e invece guardare di più al mondo dei lavoratori atipici, che debba guardare con più attenzione alle imprese artigiane, alle microimprese che proprio la settimana scorsa hanno riunito le loro rappresentanze dando vita a una rete che raccoglie oltre cinque milioni e mezzo di piccole aziende”. Tutto questo è legato a una proposta programmatica che è scritta nel documento congressuale.

Quanto alle prospettive strategiche delle alleanze, “la nostra opinione è che il centrosinistra da mettere in campo debba essere legato alla sinistra riformista, al mondo cattolico democratico ma non a partiti della sinistra radicale”.
Dentro questa alleanza i socialisti rappresentano una delle gambe su cui costruire un’ipotesi di lavoro convincente per gli italiani. Un’altra gamba, il Pd, non è più quello del suo progetto iniziale, né in termini numerici né di prospettiva politica e culturale. Oggi appartiene di più all’ispirazione socialdemocratica che non a quella del partito immaginato da Veltroni. L’area cattolica ha una posizione marginale e la mancata nascita del bipartitismo ha messo il Pd veltroniano nella condizione di non decollare più.
Intanto la crisi provocherà una radicalizzazione delle posizioni. Per questo “dobbiamo dire che la manovra era necessaria, che ha sbagliato Berlusconi a dire fino a ieri che non serviva alcuna correzione, che è una manovra iniqua, ma dobbiamo anche riunire il centrosinistra e non per aderire allo sciopero generale della Cgil senza dare prova di senso di responsabilità, ma per emendarla, per fare delle proposte aggiuntive”.
“Siamo in presenza della somma di tre crisi: economica, di rappresentanza, di coesione. Ma tutto ciò non provoca necessariamente una sconfitta di questa maggioranza perché l’esperienza ci insegna che in questa situazione il Paese fa scelte moderate e che se il centrosinistra si presenta con posizioni radicali è destinata a non vincere mai”.

“Il nostro partito deve contribuire a preparare la vittoria del centrosinistra organizzando delle campagne tematiche, soprattutto sul lavoro e sui grandi temi della laicità. Deve prevedere la nascita di circoli dove possano partecipare anche i non iscritti, e continuare sulla strada delle ‘primarie delle idee’. “Dobbiamo mantenere la nostra autonomia nel centrosinistra incalzando il Pd a essere un partito socialdemocratico europeo. Dobbiamo riaprire le porte del partito, non solo a Roma, ma anche in periferia. Anzi prima in periferia e poi al centro”.
Ma la condizione essenziale è che vi sia una forte coesione tra di noi, una totale unità interna.

Quanto alle critiche sui risultati delle ultime regionali, dico che 14 consiglieri eletti è un risultato che non conviene a nessuno gettare via anche se sono stati eletti su tre posizioni differenti. “Ricordo a chi ha voluto che ci fosse l’autonomia del partito nelle regioni che poi non può dire che alcuni di quegli eletti sono figli bastardi di qualcun altro” altrimenti si “cambia lo statuto e si scrive che il partito dal centro stabilisce l’orientamento in tutte le elezioni. Non possiamo dimenticare ciò che è stato deciso al congresso di Montecatini due anni fa” e “ricordo che nel frattempo non ho ascoltato voci di dissenso su questo tema”.

Sono convinto che la nostra unità debba essere legata a un percorso politico e che “non possiamo farci condizionare da sempiterni maestri, compagni a cui chiedi 50 euro di finanziamento al partito e che poi alla cena non vengono perché dicono che hanno la gastrite”. Invece “se abbiamo riaperto Mondoperaio, l’Avanti! della domenica, la Fondazione socialista, l’abbiamo fatto perché c’è chi è tornato a dare una mano e a questi dobbiamo dire grazie e aprire veramente le porte del partito”.
La mia idea è che “linea condivisa e unità siano le condizioni – uso il concetto espresso da Alberto Benzoni - per un ‘patto fondativo’ che rilanci il socialismo riformista e faccia vivere all’Italia una nuova stagione di progresso e di giustizia sociale”.


LE NORME

Norme per il II Congresso Nazionale del Partito Socialista Italiano

Il II Congresso nazionale del Partito Socialista Italiano è convocato nei giorni
9,10 ed 11 luglio 2010 a Perugia.
Il Consiglio Nazionale approva le norme per l’elezione dei delegati e per lo
svolgimento del Congresso ai sensi dell’art. 8 comma 8 del vigente statuto.

Gli adempimenti preliminari

I soggetti legittimati secondo le norme che seguono depositano le Mozioni,
ovvero il Documento di Tesi Congressuali, entro le ore 19 del 5 giugno 2010
presso la sede della Direzione del Partito in Piazza san Lorenzo in Lucina 26,
Roma.
Entro il successivo 8 giugno la Segreteria nazionale trasmette ai Segretari
Regionali gli elenchi degli aventi diritto al voto e il documento congressuale
nazionale o le mozioni congressuali.
Partecipano al Congresso,con diritto di voto, coloro che hanno rinnovato
l’iscrizione al Partito per l’anno 2009 entro il 2 febbraio 2010. Le commissioni
congressuali provinciali e regionali possono, con decisione unanime, ammettere
al voto, anche gli iscritti dell’anno 2009 che abbiano rinnovato l’adesione nel
2010.

Il Congresso può svolgersi su un unico Documento di Tesi Congressuali o su
Mozioni politiche concorrenti tra loro.
Il Documento Congressuale o la singola Mozione deve essere presentata da almeno
il 15% dei componenti il Consiglio nazionale o sottoscritta da non meno di 600
firme di iscritti aventi diritto al voto, residenti in almeno 5 regioni ed in
numero non inferiore a 80 firme per ciascuna regione.

Nel caso in cui il Congresso o l’assemblea congressuale venga svolto su base di
mozioni concorrenti, i delegati al Congresso nazionale sono eletti sulla base
dei risultati ottenuti da ciascuna mozione presentata, con sistema
proporzionale.
E’ possibile altresì la presentazione di documenti integrativi al Documento di
Tesi congressuali se presentati da almeno il 4% dei componenti il Consiglio
nazionale.
I Documenti integrativi sono discussi nelle assemblee congressuali ma non sono
posti in votazione e non determinano delegati al livello congressuale superiore.

Le Commissioni Congressuali

Nel caso in cui il Congresso venga svolto su unico Documento le operazioni
congressuali sono coordinate dalla Segreteria Nazionale che assume le funzioni
di Commissione Nazionale Congressuale (C.N.C.).
In presenza di più Mozioni congressuali la Commissione Nazionale Congressuale è
composta da 3 rappresentanti di ciascuna mozione presentata.
La Commissione nazionale congressuale nomina con analoghi criteri le commissioni
congressuali regionali che a loro volta nominano le Commissioni provinciali.
Le Commissioni nominano al loro interno un Coordinatore.
Questi convoca la Commissione anche se a chiederlo è un solo membro della
stessa.
Le Commissioni decidono all’unanimità.
In caso di dissenso decide la Commissione di livello superiore.

La Commissione verifica poteri

La Commissione verifica poteri è nominata all’inizio dei lavori delle Assemblee
congressuali.
La Commissione verifica poteri controlla ed accredita gli aventi diritto al
voto. Accerta, qualora lo ritenga opportuno, la loro identità ed esercita le
funzioni di scrutinio nelle operazioni di voto.

Le Assemblee Congressuali sezionali, territoriali e provinciali

Nell’ipotesi di un solo documento Congressuale, si procederà alla convocazione
di assemblee provinciali e regionali, per la elezione dei delegati alle
assemblee congressuali superiori da tenersi nel periodo tra il 11 giugno ed il 4
luglio 2010.
Le assemblee congressuali provinciali si celebrano su convocazione degli
iscritti dandone comunicazione, agli stessi, almeno 3 giorni prima, a mezzo
comunicato stampa, ad affissione manifesti, della data e degli orari del
dibattito congressuale e delle operazioni di voto.
Le federazioni possono autorizzare assemblee di sezione o per territori omogenei
per la formazione della platea congressuale sulla base del principio di
rappresentanza espressi dai singoli territori o sezioni comunali.
Nell’ipotesi di più mozioni saranno celebrate le Assemblee Congressuali
sezionali, territoriali e provinciali per la elezione dei delegati alle
assemblee congressuali di livello superiore da tenersi nel periodo compreso tra
il 11 giugno ed il 1 Luglio 2010.
Le commissioni provinciali territoriali autorizzano lo svolgimento delle
assemblee congressuali sezionali laddove vi siano almeno 30 iscritti.
Nel caso in cui si registri la presenza di sezioni con meno di 30 iscritti o nel
caso in cui vi siano comuni o sezioni con iscritti ma privi di sezione
territoriale, le Commissioni provinciali convocano assemblee congressuali
territoriali accorpando più comuni in modo omogeneo.
Le Commissioni congressuali provinciali informano gli iscritti, almeno almeno 3
giorni prima, a mezzo e-mail o sms o, nel caso non sia possibile, con posta
ordinaria, nonche' attraverso comunicati stampa ed affissione di manifesti,
della data e degli orari del dibattito congressuale e delle operazioni di voto.
Le Federazioni provinciali con un numero di iscritti inferiore a 500 svolgono un
unica assemblea congressuale di federazione

Le Assemblee Congressuali regionali

Le assemblee congressuali regionali devono si svolgono entro il 4 luglio 2010
per eleggere i delegati al 2° Congresso nazionale come da allegata tabella (all.
A) nonché i membri di propria competenza del Consiglio Nazionale come da tabella
allegata (all. B).

Documenti locali

Nelle assemblee congressuali territoriali, provinciali e regionali possono
essere presentati e messi in votazione documenti che non si riferiscano a temi
di carattere nazionale e attengano alla politica locale. Sulla loro
ammissibilità decide la Presidenza dell’ assemblea. Tali documenti non
determinano delegati al livello congressuale superiore.

Il voto congressuale

Il voto sulla mozione o sul Documento di Tesi congressuale è palese.
L’iscritto esercita il diritto di voto nella struttura di partito del Comune di
residenza.
Ad ogni livello le Commissioni congressuali possono autorizzare, in caso di un
impedimento di un delegato a partecipare, l’attribuzione dei voti congressuali
da lui rappresentati ad altro delegato che comunque non potrà rappresentare più
di una delega oltre alla propria.

I Delegati

Il numero dei delegati al II Congresso Nazionale è stabilito in 621 dei quali
365 delegati eletti in rappresentanza degli iscritti al partito (1/66 iscritti)
e 242 delegati in rappresentanza dei voti socialisti alle elezioni Politiche del
2008 ed Europee del 2009), oltre al Segretario nazionale, i 10 componenti la
segreteria nazionale, il Presidente del Consiglio nazionale, il Tesoriere
Nazionale ed il segretario nazionale della Fgs, delegati di diritto.
Le assemblee congressuali regionali dovranno eleggere i delegati nazionali in
modo rappresentativo degli iscritti e dei voti elettorali di tutte le
Federazioni provinciali.
Nell’elezione dei delegati, a tutti i livelli, nessuno dei due sessi può
essere rappresentato in misura superiore ai 2/3.

Congressi sezionali, territoriali, provinciali e regionali

I Congressi sezionali, territoriali e provinciali per la elezione degli
organismi dirigenti, si tengono nel periodo compreso tra il 1 ottobre ed il 15
dicembre 2010.
La Base Congressuale dei rispettivi congressi è data dagli iscritti aventi
diritto al voto al 1 settembre 2010.
I Congressi regionali eleggono gli organismi dirigenti entro il 15 dicembre 2010
con una platea di delegati rappresentativa degli iscritti di tutte le
Federazioni provinciali.
Tali Congressi possono altresì essere celebrati tra il 15 giugno ed il 1 luglio
su richiesta, approvata dalla CNC, del segretario/a ovvero dalla maggioranza dei
membri il relativo direttivo (sezionale, territoriale, provinciale o regionale).
In presenza di congressi anticipati la base congressuale dei rispettivi
congressi è data dagli iscritti al 2 febbraio 2010.

Modalità di votazione

Nel caso in cui il Congresso o l’assemblea congressuale sezionale, territoriale,
provinciale e regionale si svolga con un solo documento si procede con votazione
a scrutinio segreto per l’elezione dei delegati. Unica deroga è prevista nel
caso in cui il 90% degli aventi diritto al voto presenti decida per il voto
palese.
La votazione a scrutinio segreto per i delegati avviene a lista aperta ed
esprimendo un numero di preferenze non superiore ai 2/3 dei candidati da
eleggere.
Nel caso di presentazione di più mozioni congressuali, la votazione sui
documenti è palese mentre quella sulle persone è segreta con la sola esclusione
dei casi in cui il 90% degli aventi diritto al voto presenti non decida di
votare a scrutinio palese.
Ogni mozione presenta una propria lista con un numero di eligendi pari al numero
di coloro che devono essere eletti oppure con il meccanismo della lista aperta
ed esprimendo un numero di preferenze non superiore ai 2/3 dei candidati da
eleggere.
Per quanto riguarda l’elezione dei delegati la ripartizione avviene in misura
proporzionale ai consensi ottenuti dalla lista stessa.
Nel caso di un solo documento nazionale si possono mettere in votazione uno o
più candidati alla carica di Segretario/a.
La presentazione di ogni candidatura deve essere sottoscritta da un quinto dei
delegati dell’istanza congressuale interessata e deve essere depositata alla
Presidenza del Congresso all’ apertura dello stesso.
In presenza di più mozioni che abbiano ottenuto delegati le stesse possono
presentare candidature alla carica di Segretario/a.
Tali candidature vanno presentate alla Presidenza del Congresso al momento della
sua apertura.
E’ eletto Segretario/a chi ottiene la maggioranza assoluta dei votanti alla
prima votazione.
Nel caso in cui nessun candidato abbia ottenuto il quorum richiesto si procede
al ballottaggio tra i due candidati che abbiano ottenuto più voti nella prima
votazione.

Verbali congressuali

I verbali Congressuali, sottoscritti dalle Presidenze e dagli scrutatori, devono
essere trasmessi alle Commissioni Congressuali superiori entro il giorno
successivo lo svolgimento delle Assemblee congressuali.
I verbali devono contenere il risultato dei lavori delle Assemblee congressuali,
specificando il numero degli aventi diritto al voto, dei votanti, i nomi dei
delegati eletti per ciascuna mozione, nonché eventuali eccezioni o
contestazioni.

Elezioni organismi

I congressi provinciali, regionali e nazionale eleggono i propri rispettivi
segretari e comitati direttivi entro i termini innanzi descritti.

Incompatibilità

Come da Statuto la carica di Segretario Nazionale è incompatibile con quella di
componente del Governo.
Le cariche di Segretario/a regionale, provinciale e comunale sono incompatibili
rispettivamente con quelle di componenti della Giunta regionale, provinciale e
comunale.

TABELLA A

Delegati al 2°Congresso Partito Socialista Italiano
TOTALE 607

ABRUZZO 12

BASILICATA 16

CALABRIA 35

CAMPANIA 55

EMILIA ROMAGNA 42

FRIULI V.G. 5

LAZIO 48

LIGURIA 26

LOMBARDIA 53

MARCHE 23

MOLISE 7

PIEMONTE 21

PUGLIA 58

SARDEGNA 25

SICILIA 26

TOSCANA 85

TRENTINO A. A. 6

UMBRIA 38

VALLE D'AOSTA 1*

VENETO 26

* Diritto di tribuna

TABELLA B

Membri del Consiglio nazionale del PSI da eleggere regionalmente
TOTALE 201

ABRUZZO 4

BASILICATA 5

CALABRIA 11

CAMPANIA 18

EMILIA ROMAGNA 14

FRIULI V.G. 2

LAZIO 16

LIGURIA 8

LOMBARDIA 17

MARCHE 8

MOLISE 2

PIEMONTE 7

PUGLIA 18

SARDEGNA 8

SICILIA 9

TOSCANA 28

TRENTINO A. A. 2

UMBRIA 13

VALLE D'AOSTA 1*

VENETO 9

* Diritto di tribuna

*Convegno del Comune di Recanati - Istituto Gramsci e CGIL su 40' anniversario approvazione Statuto dei Lavoratori e su Giacomo Brodolini*

La Federazione Provinciale di Macerata del P.S.I. esprime
apprezzamento per l'iniziativa del Comune di Recanati di patrocinare,
ieri 29 maggio, un convegno nazionale con il quale si sono voluti
ricordarare i quarant'anni della promulgazione della Legge conosciuta
come Statuto dei Lavoratori, la cui paternità è giustamente attribuita
da tutti al socialista recanatese Giacomo Brodolini, Ministro del
lavoro, che in tal modo concluse la Sua luminosa vita politica e,
purtruppo, anche quella terrena.

Con questa Legge i lavoratori hanno potuto finalmente esercitare,
senza rischiare misure repressive,fondamentali diritti di libertà
necessari per un giusto equilibrio tra le parti protagoniste del
rapporto di lavoro.

Logica tipica di un riformismo maturo e moderno, che ha largamente
caratterizzato il centro-sinistra di quegli anni.

Chiusure spiegabili soltanto con un miope settarismo,con un viscerale
ed irragionevole antisocialismo,che tanto danno hanno portato alle
sorti della sinistra del nostro Paese e che, purtroppo, anche se con
minore virulenza,sussistono ancora,indussero allora il P.C.I. a non
votare quella Legge in sede parlamentare.

Vicende altamente divisive e dolorose che, per onestà intellettuale,
una SINISTRA, sindacale, culturale e politica, davvero RIFORMISTA
almeno dopo 40 anni dovrebbe risanare senza mezzi termini con un
PALESE RICONOSCIMENTO DELLA VERITA' STORICA, cosa che ancora non
abbiamo ritrovato nell'impostazione complessiva del Convegno
organizzato da CGIL ed Istituto Gramsci delle Marche.


Recanati, li 30 Maggio 2010


Ivo Costamagna
(Segretario Prov.le P.S.I. Macerata)

Gianni Bonfili
(Direzione Prov.le PSI MC - Recanati)

venerdì 28 maggio 2010

Fu assassinato il 28 maggio 1980 WALTER TOBAGI, TRENT'ANNI DOPO


Ci manca Walter Tobagi.
Manca a questa Italia il suo spirito critico e ostinatamente alla ricerca della verità, animato da un riformismo socialista non astratto ma tradotto in un'altissima professionalità e dedizione al lavoro.
Riuscì più di ogni altro a sviscerare il fenomeno del terrorismo e lo fece senza mai cadere nella tentazione, molto in voga tra una parte dei giornalisti del tempo, di condividere le presunte ragioni di chi sparava e uccideva.

Tobagi non ebbe mai dubbi su chi avesse torto, capì l'essenza e la matrice ideologica dei brigatisti e non esitò a denunciarne la contiguità, quando non l'organicità, a certi ambienti. Come ebbe a dire Pansa, “il terrorismo era tutto il contrario della sua cristianità e del suo socialismo” e per questo Walter era convinto che “poteva annientare la nostra democrazia”.

Qualcuno ha detto che Tobagi fu ucciso due volte: il 28 maggio del 1980 dai terroristi della Brigata XXVIII Marzo, negli anni successivi nel corso di una vicenda processuale che fu riaperta per evidenti incongruenze solo grazie alla determinazione di Craxi e del Psi, che sostennero che dietro ai giovani incriminati vi fosse un humus ben più esteso. Ne era convinto anche il generale Dalla Chiesa, molto meno coloro che, soprattutto a sinistra, bollarono quella ricerca di verità come una ossessione socialista.

Da anni chiediamo che ci sia più attenzione alle vittime del terrorismo e che i protagonisti di quella stagione, coloro che hanno ucciso, gambizzato o anche solo teorizzato la rivoluzione armata, non siano considerati alla stregua di miti. Se di miti o di eroi in quegli anni vogliamo parlare, questi sono Walter Tobagi, Mario Calabresi, Fausto Dionisi e quanti pagarono con la vita la loro dedizione al lavoro, la loro ricerca di verità e di giustizia.
Vite oneste e preziose interrotte dall'odio, dalla violenza e dal furore ideologico.

Se il terrorismo è stato sconfitto nelle sue peggiori espressioni lo dobbiamo anche a Tobagi e non ci stancheremo mai di sottolineare il vuoto che ha lasciato nel nostro paese.


Riccardo Nencini

MAGGIORDOMI E CAMERIERI di Matteo Zorzi

Maria Luisa Busi, giovedì scorso, ha chiesto di essere rimossa dalla conduzione del Tg1 delle 20 con una lunga lettera indirizzata al direttore e ai vertici della Rai. La lettera, comunque la si pensi sulla vicenda, contiene alcuni passaggi di grande valore che meritano di essere riportati.

Scrive tra l’altro la giornalista:

“Oggi l'informazione del Tg1 è un'informazione parziale e di parte. Dov'è il Paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro titolo.

E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri?

E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè falliti? Dov'è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata.

Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel Tg1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale”.

Ecco, ci sentiamo di condividere al 100% queste affermazioni. Aggiungiamo una sola domanda: e dove sono gli altri giornalisti della Rai? Cosa dicono? A differenza di tanti colleghi che non lavorano in un’azienda pubblica, non rischiano neppure lo stipendio perché la Rai a memoria d’uomo non licenzia nessuno; al massimo vengono emarginati dai direttori. Però la stragrande maggioranza – salvo eccezioni – tace, apparecchia la tavola, riceve gli ospiti e serve la cena. E’ anche così che nasce un regime.

AVANTI! N. 16 DEL 30 MAGGIO 2010

Gli auguri e la soddisfazione di Nencini e del PSI - ONOFRIO INTRONA ELETTO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA


Con 42 voti a favore e 28 schede bianche, Onofrio Introna e' stato eletto ieri presidente del Consiglio regionale della Puglia. Il voto e' avvenuto a scrutinio segreto, come previsto dallo Statuto. Restera' in carica per l'intero quinquennio di questa nona legislatura.

E' una consiliatura che nasce all'insegna della responsabilità -ha detto il neoeletto Introna, appena appreso l'esito della votazione. Introna ha annunciato che, tra le prime questioni che saranno affrontate dal Consiglio - c'è sicuramente quella relativa alla riduzione del numero dei consiglieri e quindi i costi della politica.
La Puglia - ha rilevato il neopresidente - è al centro di una manovra politica che sul campo economico annuncia pesanti disagi, sacrifici ai lavoratori, ai pensionati e ai giovani. Quindi - ha aggiunto - dobbiamo innanzitutto continuare a tutelare il valore delle nostre giovani generazioni che non devono subire la mortificazione di emigrare verso altre regioni d'Italia o d'Europa. Occorrerà inoltre introdurre un meccanismo che garantisca con maggiore efficacia la parità di genere e dunque - ha concluso - garantire il diritto delle donne a essere messe in grado di rappresentare in tutte le assemblee elettive la comunità pugliese.

Socialista dal 1962, tra i fondatori del SI e dello SDI, Onofrio Introna, 67 anni e padre di tre figli, è membro della Direzione nazionale del PSI.
Appresa la notizia dell'elezione di Introna, Riccardo Nencini, nell'augurargli buon lavoro, ha espresso al neoletto presidente la propria soddisfazione e le congratulazioni di tutto il partito.

MANOVRA. CRAXI: IL PARLAMENTO MODIFICHI LE INGIUSTIZIE E LE INIQUITA'

Bobo Craxi, dalla Sardegna, dove sta compiendo un tour a sostegno delle liste del Psi alle elezioni amministrative che si terranno domenica prossima,

ha dichiarato che - la manovra di Tremonti era indubbiamente necessitata dalle condizioni generali dell’economia continentale, ma di certo non ci si può riparare dietro il ‘velo’ europeo per giustificare alcuni iniqui rigorismi.

Se noi socialisti fossimo in parlamento- ha proseguito Craxi - non ci sottrarremmo dall’adottare un atteggiamento responsabile e non pregiudiziale, così come auspicato dal presidente Napolitano.

Mi auguro- ha continuato l’esponente socialista - che il libero parlamento si possa esprimere sulla manovra e che si apportino modifiche laddove vi sono insostenibili ingiustizie e iniquità.

Il centro-sinistra- ha concluso Craxi - avrebbe l’occasione per sviluppare un confronto pubblico serio sul futuro del Paese dal quale mi auguro non si sottragga”.

ARRESTARE LA RETORICA DELL'AUSTERITA' di Luca Cefisi


(Luca Cefisi) Il Corriere della Sera canta il requiem per lo stato sociale, ma il finale è più ambizioso ancora: la fine del socialismo (quante volte l’avete già sentita, ‘sta canzone ?).

Lo fa attraverso due sue firme autorevoli, Piero Ostellino (“Stato sociale dieta forzata” pubblicato il 17 maggio), e Angelo Panebianco (“La fine del socialismo della spesa”). Entrambi sono dei liberali ideologici, e non c’è niente di male in questo, ognuno si batte per le idee in cui crede: magari sarebbe più elegante dichiararlo, invece di recitare gli “esperti” al di sopra delle parti, ma tant’è.

Ostellino scrive Individuo con la maiuscola, come una volta i comunisti scrivevano Classe Operaia, e con lo stesso spirito di mistica astrazione. Panebianco è uno che vorrebbe addirittura cambiare la nostra Costituzione, secondo lui troppo poco “liberale”.

La tesi di entrambi è che la crisi finanziaria dimostra che lo stato sociale è insostenibile, e nel sostenere che questa è una dura realtà non riescono però a celare la loro soddisfazione, anzi la loro felicità: loro non la sopportano l’anomalìa europea, cioè gli alti salari (sempre meno alti, veramente), i sistemi sanitari universali, le pensioni pubbliche, il reddito ai disoccupati (che in Italia comunque non c’è, saranno contenti).

Alla fin fine, si direbbe, leggendo il quotidiano milanese, che la colpa della crisi sia dei disoccupati, dei pensionati, tutte bocche da sfamare, braccia inutili; che il tempo dell’austerità sia arrivato per gli eccessi di spesa pubblica. Nemmeno una parola sulle vere responsabilità della crisi, la speculazione finanziaria, le vacche grasse delle borse, l’assenza di regole nei mercati, le sperequazioni e la distruzione di risorse provocate dalla finanza parassitaria e virtuale ai danni dei lavoratori e delle imprese.

Noi socialisti europei pensiamo che il modello sociale europeo sia la ricchezza e la risorsa dell’Europa: educazione, salute, sicurezza sociale sono diritti per i cittadini e sono doveri di una comunità civile verso i propri membri. Sono anche “cose” che fanno funzionare l’economia, garantiscono il capitale umano, alzano i consumi, fanno vivere meglio la gente. Il Partito del Socialismo Europeo è impegnato in questi mesi per arrestare la retorica dell’austerità, a cui cornrapponiamo due semplici convinzioni (non essendo come Ostellino e Panebianco, non osiamo chiamarle “verità”, anche se ci sembrano veritiere): la prima, è che tagli indiscriminati alla spesa pubblica rischiano di rendere ancora più grave la disoccupazione, allontanando la ripresa; la seconda, è che ci sono misure indispensabili da prendere per mettere la finanza sotto controllo democratico, con una tassa sulle transazioni finanziarie, e impedendo la speculazione selvaggia.

Le risorse che sfuggono oggi completamente alla tassazione devono essere quindi rimesse in circolo nel sistema, sostenendo al tempo stesso l’economia reale, quella che produce beni e servizi e non profitti speculativi. Non è possibile tagliare la spesa pubblica produttiva, che anzi deve crescere: altrimenti come faremo con la riconversione ecologica, la ricerca, la coesione sociale dei nostri Paesi ?

Noi socialisti europei lavoriamo per la ripresa economica al più presto, per ritornare ad un ciclo espansivo dell’economia: ci sembra un obiettivo più interessante dell’austerità economica di lungo periodo, l’austerità strutturale, forse eterna, senza prospettive, che la destra europea, e il governo Berlusconi stanno preparando (e per questo Ostellino e Panebianco, zelanti, offrono munizioni ideologiche).

giovedì 27 maggio 2010

*Strumentale ed infondata la polemica del Consigliere Reg.le della Lega Nord, Enzo Marangoni, sulla Mozione contro il rigassificatore di Porto Recanati* di Moreno Pieroni

COMUNICATO STAMPA

*STRUMENTALE ED INFONDATA LA POLEMICA DEL CONSIGLIERE REGIONALE DELLA
LEGA NORD, ENZO MARANGONI, SULLA MOZIONE CONTRO IL RIGASSIFICATORE DI
PORTO RECANATI*


Il Consigliere Marangoni mi chiama oggi in causa, sulla vicenda della
Mozione contro il rigassificatore della Riviera del Conero - Porto
Recanati, con affermazioni che dimostrano chiaramente che sia lui che
la Lega Nord sono privi di un serio progetto e cultura di governo per
la nostra regione e che cercano soltanto la rissa strumentale.

Marangoni si "rifugia" in affermazioni infondate, che vanno contro gli
interessi del nostro territorio, e nell'insulto tipico del suo partito.

Nel merito della questione la risposta è molto semplice:
IO NON HO AFFATTO RITIRATO LA MOZIONE, NON HO ALCUNA INTENZIONE DI
FARLO ESSENDO DA TEMPO IMPEGNATO, COERENTEMENTE E CONVINTAMENTE,
CONTRO LA
REALIZZAZIONE DEL RIGASSIFICATORE E, TRA L'ALTRO, NESSUNO DELLA
MAGGIORANZA MI HA CHIESTO DI RITIRARLA.

Si tratta, lo ripeto, di un normale confronto nella maggioranza e
della necessità, espressa da alcuni, di un approfondimento di qualche
giorno per ricercare la più ampia convegenza in Consiglio. Una
convengenza ampia che, se si realizzasse nel voto sulla Mozione in
Consiglio, rafforzerebbe la Regione nel confronto con il Governo
Nazionale e con gli Organi cui spettano le decisioni definitive sulla
realizzazione o meno del rigassificatore.

E' stata, infatti, già
stabilita la seduta del Consiglio Regionale dell'8 Giugno come quella
in cui verrà discussa la Mozione presentata dal sottoscritto.

Concludo ponendo io, seriamente, a Marangoni una domanda:

QUALE LA POSIZIONE, SUA E DELLA LEGA NORD, SUL RIGASSIFICATORE DELLA
RIVIERA DEL CONERO - PORTO RECANATI? (senza se e senza ma)

Come si può essere così politicamente spregiudicati da accusarmi di
fare io una... "clamorosa retromarcia", che si sa non essere vera,
quando, invece, è stata proprio la Lega Nord a smentire se stessa
proprio su questo argomento?!?


Ancona, li 27 Maggio 2010


MORENO PIERONI
(Presidente Gruppo
ALLEANZA RIFORMISTA/PSI/MRE/DCM
Assemblea Legislativa
Regione Marche)

*Interrogazione a risposta scritta presentata dal Consigliere MORENO PIERONI, Presidente Gruppo ALLEANZA RIFORMISTA della Regione Marche, su "CRITERI ED INDIRIZZI PER LA PIANIFICAZIONE FAUNISTICO - VENATORIA 2010/2015"*

-Al Signor Presidente
Assemblea Legislativa
Regione Marche

Oggetto: INTERROGAZIONE, A RISPOSTA SCRITTA, SU "CRITERI ED INDIRIZZI
PER LA PIANIFICAZIONE FAUNISTICO - VENATORIA 2010/2015"


PREMESSO CHE:

- la Legge Regionale n.7 del 5 Gennaio 1995 stabilisce : "Norme per la
protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio
ambientale e disciplina dell'attività venatoria;

- l'articolo 4 della stessa l.r. 7/1995 prevede che "criteri ed
indirizzi per la pianificazione faunistico - venatoria" vengano
stabiliti dall'Assemblea Legislativa Regionale con apposito Atto
Amministrativo di valenza quinquennale;

VISTO CHE:

- l'Atto Amministrativo n.139/09, presentato ad iniziativa della
Giunta Regionale in data 18 Dicembre 2009, non è stato approvato nelle
ultime sedute dell'Assemblea Legislativa della scorsa legislatura per
una ripetuta mancanza di numero legale da far risalire più alle
contingenze e criticità del particolare momento politico che non ad un
approfondito esame del contenuti specifici dell'atto stesso;


CONSIDERATA:

- la grave "vacatio" normativa che la mancata approvazione di tale
Atto produce venendo a mancare i criteri e gli indizzi necessari per
dare piena attuazione alla l.r. 7/95 per il periodo 2010-2015;

- la rivelanza ambientale, sociale ed economica che una corretta
pianificazione faunistico - venatoria ha nella realtà marchigiana;

- la rilevanza, anche numerica, dei soggetti e degli operatori che
sono interessati a tale normativa ed, attualmente, bloccati dalla
mancanza della stessa;

CONSIDERATO INOLTRE:

- che si tratta di compiere un rilevante adempimento specificatamente
previsto all'articolo 4 della l.r. 7/95;


SI RITIENE:

-Necessaria ed urgente l'approvazione, da parte dell'Assemblea
Legislativa delle Marche, di uno specifico Atto Ammistrativo che, in
ottemperanza alla Legge vigente, disciplini "criteri ed indirizzi per
la pianificazione faunistico - venatoria 2010/2015";


TUTTO CIO' PREMESSO E CONSIDERATO

*SI INTERROGA*

Il Presidente della Giunta Regionale e, per esso, l'Assessore
competente in materia per sapere:

1) se concorda o meno sulla necessità e sull'urgenza che tale Atto
Amministrativo venga sottoposto all'approvazione dell'Assemblea
Legislativa delle Marche;

2) quali iniziative intende assumere in tale direzione, con quali
tempi e se intende farlo con una linea di continuità rispetto ai
criteri ed agli indirizzi contenuti nell'Atto Ammistrativo n.139/09
già iscritto all'Ordine del Giorno dell'Assemblea Legislativa ad
iniziativa della
scorsa Giunta Regionale.

Ancona, li 26 Maggio 2010

MORENO PIERONI
(Presidente Gruppo Alleanza Riformista/PSI/MRE/DCM Assemblea
Legislativa Regione Marche)

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www.partitosocialista-mc.org
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domenica 23 maggio 2010

23 Maggio 1992 - 2010: "UCCISERO FALCONE E LA DEMOCRAZIA"

23 Maggio 1992 - 2010:
"UCCISERO FALCONE E LA DEMOCRAZIA"

di Ivo Costamagna

UN RICORDO PERSONALE:

Mi trovavo a Roma, precisamente al Foro Italico, al Torneo di Tennis degli Internazionali d'Italia, quando ci raggiunse, piu' o meno a quest'ora, la notizia della STRAGE DI CAPACI e della MORTE DI GIOVANNI FALCONE.

Ero li per partecipare, quale Delegato della Regione Marche, alle votazioni per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. La mattina successiva la maggioranza di Quadripartito (DC-PSI-PSDI-PLI) superate le divisioni interne, che avevano fatto mancare sino ad allora il quorum, si apprestava ad eleggere il proprio candidato ARNALDO FORLANI a cui, nell'ultima votazione, erano mancati solo 6(sei) voti. Con lui eletto, BETTINO CRAXI avrebbe ricevuto l'incarico di formare il Governo e sarebbe tornato ad essere il Presidente del Consiglio. LA STORIA D'ITALIA AVREBBE AVUTO UN ALTRO CORSO!


Nella notte, invece, parlando di una sorta di "emergenza nazionale", legata alla strage di Capaci, LUCIANO VIOLANTE, a nome del PCI-PDS, dichiaro' la disponibilita' dei comunisti a votare un esponente del Quadripartito purche' fosse... "concordato".


UNA NOTTE INTERMINABILE E SCIAGURATA al termine della quale, dopo mille riunioni, venne "accettata" la convergenza sul nome dell'ex Ministro degli Interni del Governo Craxi, OSCAR LUIGI SCALFARO che fu' eletto la mattina successiva.

IO VOTAI, DOPO AVERLO CHIESTO A CRAXI, PER GIULIANO VASSALLI.

Direi una stupidaggine se volessi far passare quel gesto come quello di uno che aveva... capito e previsto tutto.


Non era così ma, più semplicemente, lo feci perchè detestavo SCALFARO e, soprattutto, perchè non volevo perdere l'occasione per esprimere, CON IL VOTO, LA RICONOSCENZA POLITICA A QUELLO CHE RITENEVO UNO DEI MIEI "MAESTRI": GIULIANO VASSALLI, "QUELLO" DI GIUSTIZIA E LIBERTA' DEI FRATELLI ROSSELLI, DEL CARCERE FASCISTA CON SANDRO PERTINI, DELLA LOTTA PARTIGIANA, DELLA MOZIONE "CRITICA SOCIALE" CON IGNAZIO SILONE E DELL'UNITA' SOCIALISTA CON GIUSEPPE SARAGAT AL CONGRESSO DI PALAZZO BARBERINI, DEL PROGETTO PER IL "NUOVO CORSO" SOCIALISTA DOPO IL MIDAS, IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA DEL "REFERENDUM TORTORA", L'INSIGNE GIURISTA, POI PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE.


In quel momento non lo conoscevo personalmente pur avendo partecipato a molte riunioni con lui presente, tanto era il rispetto nei suoi confronti. Mai avrei pensato che lo avrei conosciuto, e molto bene, più di 6 anni dopo quando, nel Novembre del 1998, MI DIFESE E MI FECE ASSOLVERE, COMPLETAMENTE E DEFINITIVAMENTE, DINANZI ALLA SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE.


Ricordo, e anni dopo, meravigliandomi, se lo ricordò anche lui, la risposta che mi diede Craxi quando gli chiesi di poter votare Vassalli: "Sei leale ma "rompiscatole" come sempre, va bene fallo, TANTO NON CAMBIA NULLA"


PURTROPPO NON FU' COSI'.

QUESTI I FATTI. CIO' CHE ACCADDE DOPO, NEL BIENNIO 1992 -1994, LO CONOSCETE TUTTI.
Proprio alla luce di cio' che avvenne dopo e' da allora che mi chiedo:

FU' DAVVERO SOLTANTO UNA TRAGICA COINCIDENZA??

Civitanova Marche, li 23 Maggio 2010


Ivo Costamagna

(Segretario Provinciale Partito Socialista Italiano Macerata)


OH MIO WELFARE, SI' BELLO E PERDUTO. LETTERA CON REPLICA

OH MIO WELFARE, SI' BELLO E PERDUTO.
LETTERA CON REPLICA

Al Direttore - Roma locuta, causa finita. Roma ( il Corriere della Sera ) ha parlato, la causa ( il socialismo ) è finita. Era già finito il socialismo reale ( il comunismo ) e i moderati di tutto il mondo attendevano la fine del " socialismo dellla spesa " ( traduzione maligna della antica e osannata espressione: " Coompromesso socialdemocratico " ).
Perché " il Compromesso socialdemocratico " è in agonia?
Perché la travolgente globalizzazione del capitalismo finanziario ha travolto gli equilibri istituzionali, politici e sociali nazionali e ha scaricato sul capitalismo della produzione reale e sulle aree del lavoro nazionale il peso delle sue rapine.
Il prof. Panebianco annuncia austerità e conservazione di un minimo di stato sociale residuale, ma non ci spiega perché siamo ridotti in queste condizioni. Non siamo vetero se affermiamo che il decisore di prima istanza ( il capitalismo finanziario ) ha rotto il patto dei decisori nazionali ( capitalismo e lavoro ). E se le cose stanno così, è illusorio immaginare che il sacrificio di massa possa passare pacificamente senza che non vi sia una profonda rottura sociale.
Ma ciò non è già scritto nel grande libro della storia. Vi è un'altra strada maestra: portare tra i decisori globali di prima istanza il mondo del capitalismo della produzione e quello del lavoro.
In politica gli errori si pagano con uno spostamento dell'asse del potere di decisione.
Chi ha sbagliato deve pagare.
Il revisionismo socialdemocratico tedesco negli anni Venti del secolo scorso aveva già parlato dei pericoli del capitalismo finanziario.
I conservatori italiani sono sempre in ritardo. La nostra sinistra è disorientata.
Per fortuna ne comincia a parlare Papa Ratzinger!

Fraterni saluti
Rino Formica, leader socialista ed ex ministro delle Finanze

Caro Formica, la globalizzazione non è una rapina, è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente ( per usare la lingua del marxismo cara ai nostalgici del compromesso socialdemocratico ), è lo sviluppo nell'epoca tecnologica e dell'informazione digitale, è l'immissione di masse storicamente diseredate in un mercato nel quale si pagano alti prezzi sociali, ma in vista di una eredità finalmente positiva, fattiva, vitale. La globalizzazione ha già ridotto le povertà da sottosviluppo, dice con buoni numeri e argomenti l'Economist. E non mi sembra una vulgata ideologica. Naturalmente la globalizzazione ha anche generato paurosi squilibri e pazze tendenze speculative, ma questo è il sale, in senso schumpeteriano, di un capitalismo che distrugge e ricostruisce, sistema semper reformandum, danzando intorno al tema della ricchezza e non, come il suo inverso storicologico, intorno al fantasma della povertà egualitaria. Rottura sociale? E' nel conto. Ritorno al potere dei decisori nazionali? Mi sembra improbabile.

Giuliano Ferrara

Tratto da " Il Foglio "
di giovedì 20 maggio

Voi che ne pensate?
GIOVANNI MUZI


Orgoglio ed Unita' Socialista a Recanati !

Orgoglio ed Unita' Socialista a Recanati !

Nella foto: Gianni Bonfili (Coordinatore Zona Recanati PSI), Giovanni Garofolo (Direzione Reg.le PSI Marche), Antonio Baleani (Segretario Sezione PSI Recanati), Ivo Costamagna (Segretario Provinciale PSI Macerata), Giovanni Pierini (Direzione Prov.le PSI Macerata) e Piergiorgio Moretti (già Segretario Prov.le PSI Macerata, attualmente Consigliere e Capogruppo al Comune di Recanati).Una bella giornata, non soltanto per il sole primaverile, quella di oggi per il Socialismo Recanatese, della Provincia di Macerata e dell'intera Regione Marche.Una "duplice" occasione: da un lato i 40 anni dell'entrata in vigore dello STATUTO DEI LAVORATORI (20 Maggio 1970) e, quindi, il ricordo di GIACOMO BRODOLINI e, dall'altro, il volantinaggio informativo della MOZIONE presentata in Consiglio Regionale dal Presidente del Gruppo ALLEANZA RIFORMISTA - PSI, Moreno Pieroni, CONTRO IL RIGASSIFICATORE della Riviera del Conero - Porto Recanati.Mai come oggi vale il nostro slogan:*IL NOSTRO FUTURO HA RADICI ANTICHE* ed è alla base per una duplice manifestazione di orgoglio ed unità dei Socialisti del PSI.Prima una folta delegazione di compagni si è recata a deporre un cuscino di garofani e rose rosse sulla tomba di GIACOMO BRODOLINI e, subito dopo, TUTTI INSIEME, in Piazza, durante il Mercato, con banchetto e bandiere, a... VOLANTINARE!Finalmente davvero un... "Nuovo Inizio" unitario per il PSI di Recanati?Stamattina c'erano tutte le condizioni anche per le dichiarazioni di disponibilità da parte dei compagni.E' proprio il caso di dire:*Se son ROSE fioriranno* e visto che, finalmente, è Primavera.....!!

Ivo Costamagna
(Segretario Provinciale PSI Macerata)


*DAL CORPO DEL MALATO AL CUORE DELLA POLITICA*

*DAL CORPO DEL MALATO AL CUORE DELLA POLITICA*

22/05/2010 - Nella foto (al centro) MINA WELBY insieme con i promotori della Cellula Coscioni delle Marche tra i quali i neo eletti STEFANO PAGLIARINI (Segretario) ed ANDREA COLTRINARI (Tesoriere).

La riunione si è svolta oggi in Ancona e segna un momento molto importante per la crescita di una Associazione che si batte per una vera libertà nel fondamentale settore della ricerca scientifica e sulle tematiche bioetiche.

Ivo Costamagna

(iscritto Associazione Luca Coscioni)


*Note alla mozione congressuale della Sinistra Socialista*

*Note alla mozione congressuale della Sinistra Socialista*

di Nicolino Corrado

Ho letto con attenzione la tua mozione della Sinistra Socialista e ne prendo spunto per fare alcune osservazioni.


Non mi sembra che in Nencini ci sia stata una presunzione di autosufficienza, anzi c’è stata una costante e coerente ricerca di un ruolo ancillare rispetto al PD, riconosciuto come centro del sistema tolemaico del centro-sinistra italiano, attorno a cui il Psi ruota come minuscolo satellite che non mette in discussione le scelte di fondo del partito-leader in cambio di garanzie personali ai vertici socialisti. Che poi questi vertici per occultare le loro poco nobili pratiche si lancino in estemoporanee apologie dell’identità socialista è una contraddizione che deve risolta dal dibattito congressuale.
Occorre partire da una domanda: riteniamo che l’attuale sistema politico sia l’assetto definitivo della lunga transizione cominciata dopo Tangentopoli oppure crediamo che l’instabilità sia il carattere costitutivo della cosiddetta Seconda Repubblica? Se è valida la prima ipotesi, il comportamento del gruppo dirigente del PSI finora è stato addirittura minimalista: esso dovrebbe trattare con il PD lo scioglimento del partito e la sua confluenza nel PD. Si avvererebbe così quanto scriveva Alberto Asor Rosa verso la fine degli anni ’70, del PCI (e ora del PD sua filiazione) come erede sia del gramscismo (per la verità oggi molto annacquato) sia del socialismo riformista di Turati. Una lastra tombale metterebbe finalmente pace all’affannarsi degli ultimi gruppi organizzati del socialismo italiano. *Ma sappiamo bene che questa prospettiva è fieramente respinta, innanzitutto nelle proprie coscienze, dai militanti del PSI. Una comunità degna di onore per come è rimasta legata con orgoglio in questi vent’anni ai propri ideali, alla propria storia. Uomini, donne, ragazzi che non hanno ceduto ai conformismi di moda, rifiutando possibili carriere personali nei partiti dominanti.* A questa reazione di viscere, di istinto, si uniscono anche valutazioni più razionali. Non vedo in atto, al momento attuale, una semplificazione del sistema politico, anzi sembra delinearsi una tendenza opposta che sancirebbe il fallimento del bipartitismo e metterebbe in profonda crisi lo stesso bipolarismo uscito dal ciclo di riforme elettorali inaugurato dai referendum di Mario Segni. Noi dobbiamo essere una forza di contestazione di questo sistema politico, imperniato su varie anomalie italiane rispetto all’Europa: un partito di proprietà del più importante imprenditore del Paese (in contrasto con quell’articolo della Costituzione che parla di “metodo democratico” nella vita dei partiti), nonché proprietario del più grande kombinat di mass-media; un partito che mette in discussione l’unità nazionale; l’opposizione di sinistra rappresentata dall’ultima trasfigurazione di quello che fu il PCI, allo sbando e senza identità; un coacervo di personalità e movimenti che pensa di battere Berlusconi facendo leva sul moralismo e sull’indignazione popolare (più presunta che reale). L’anomalia più grande rispetto agli altri paesi europei è rappresentata dall’assenza di una forza politica di chiara ispirazione socialista o socialdemocratica. E’ questo il nostro progetto per il futuro ed è anche l’opzione che offriamo a chi vuole vcambiare la sinistra italiana, senza furbizie o tatticismi. Nell’Europa del XXI secolo, dopo la caduta del Muro di Berlino, la sinistra ha il suo nucleo di idee-forza nella storia e nella realtà attuale del movimento socialista. Diciamo questo a SeL e al PD. Non comprendo bene il riferimento all’asse preferenziale con una sola delle organizzazioni sindacali all’interno di SeL. Tra l’altro diminuirei i riferimenti a questa esperienza che, come ho già detto al Nord alle Europee ci fece perdere voti. Anche il discorso sui sindacati è un terreno minato: non sono più le forze progressive di quando eravamo ragazzi. Sono grossi apparati burocratici con i piedi di argilla (più della metà degli iscritti sono pensionati a cui viene fatta firmare la delega in modo, diciamo, spiccio quando vanno a fare il mod. 730 o qualche pratica di pensione), presenti soprattutto nel pubblico impiego in cui si comportano da cordate clientelari per concorsi e trasferimenti.

Per il resto mi pare che la mozione vada bene.

NICOLINO CORRADO