sabato 27 dicembre 2008

TANGENTOPOLI 2 NON ESISTE !!!

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DI ANDREA PISAURO

Ci sono due almeno due motivi per i quali non ci si può aspettare molto, nè di buono nè di cattivo, dall’ondata di indagini che sta riguardando numerose amministrazioni locali, prevalentemente in mano ad esponenti del PD, sommariamente ribattezzata "tangentopoli due".

Il primo aspetto riguarda la debolezza della politica e dei politici oggetto delle indagini: al di là dei rilievi penali dei fatti in esame, le intercettazioni riguardanti gli appalti alla ditta Romeo a Napoli così come la vicenda Castello a Firenze, rivelano come siano molto più influenti gli imprenditori nelle scelte di interesse collettivo di quanto non lo siano i rappresentanti del popolo.

E’ un’ormai cronica debolezza di una classe politica distante anni luce da quella che nella Prima Repubblica esercitava le proprie prerogative di guida della comunità anche a costo di taglieggiare a forza di tangenti la comunità stessa.

Una politica che più che indignazione e rabbia verso gli abusi di potere commessi da chi al potere ci era arrivato per meriti propri genera nei cittadini frustrazione se non voglia di espatriare nel constatare come la classe politica sia palesemente inadeguata ai compiti che le competono.

Ma vi è un’altra, forse meno evidenziata, differenza tra i fatti di oggi e quelli di allora.

Ed è l’estrema debolezza anche dell’altro fronte dell’ormai quasi ventennale guerra tra politica e magistratura. I magistrati infatti non sembrano disporre della stessa capacità di allora di avere la meglio sul potere politico. Non dispongono più dell’appoggio incondizionato dei media e dell’opinione pubblica, come quando 16 anni fa le televisioni berlusconiane soffiavano sul fuoco del giustizialismo popolare. Soprattutto però, a differenza del biennio 1992-1994, gli manca una sponda forte e organizzata nel mondo politico. Il ruolo che esercitò il PDS in quegli anni, infatti, non sembra poter essere appannaggio del partito di Di Pietro, come dimostra la diffusione delle intercettazioni riguardanti il figlio Cristiano. Al contrario appare sempre più evidente come diverse frange della magistratura agiscano perseguendo disegni diversi e anche contrastanti. Sotto questa chiave di lettura si possono leggere la mortificante battaglia sul caso “De Magistris” tra le procure di Salerno e Catanzaro, situazione esemplare dell’ennesima guerra tra bande che sta contagiando progressivamente tutti i campi del vivere civile.

Ma con una magistratura divisa al suo interno non è pensabile riprodurre fino in fondo e con la medesima efficacia il meccanismo del tritacarne mediatico che ha annientato in due anni i partiti che avevano retto le sorti del governo della Repubblica per oltre 50 anni, e la mancanza di un riferimento politico chiaro che faccia da sponda in parlamento e dia uno sbocco politico ad una questione morale strumentalizzandola come allora ad uso e consumo di una parte non permetterà come allora di avere un'alternativa bella e pronta per sostituire i partiti di governo, a destra come a sinistra.

Al più potremo assistere, come già sta accadendo, ad una gigantesca confusione, in cui i fatti sfumano nel gossip e le accuse penalmente rilevanti poggiano su elementi approssimativi o del tutto inconsistenti, dando però conto della bassezza di una politica dedita alla distribuzione di favori ai propri e all’asservimento ai poteri forti, meno forti e anche debolucci che popolano la penisola.

Si illude dunque tanto chi ipotizza un nuovo stravolgimento del sistema politico così come chi intravedeva l’opportunità di rendere finalmente pan per focaccia 16 anni dopo al gruppo dirigente del PD. Ancora una volta la classe dirigente nel suo complesso (politica, magistratura, imprenditoria etc) si dimostrerà incapace di fornire risposte adeguate ad un paese ormai da tempo sfiduciato e attonito.

La strada da percorrere dunque resta sempre la stessa. La politica deve trovare il coraggio e le capacità di autoriformarsi. Per quanto riguarda il primo ci permettiamo di offrire ai leader dei vari partiti un suggerimento forse pure abusato da parte di un loro collega di un partito che ormai non c'è più:

Craxi - intervento alla camera '1993



Per quanto riguarda le seconde, facciamo un appello di parte, la nostra. Si terranno in primavera a Firenze delle elezioni primarie per la scelta del candidato del centrosinistra alla guida della provincia. Uno dei candidati si chiama Tommaso Ciuffoletti, forse il nome vi dice qualcosa. E’ il segretario provinciale del Partito Socialista fiorentino.

Per adesso ci limitiamo a darvi il link al suo blog.

Presto, molto presto, ne saprete di più.


1 commento:

  1. TANGENTOPOLI 2 NON ESISTE !!!

    Volendo analizzare l’articolo di Andrea Pisauro, due sono i temi principalmente proposti.

    1) “Il primo aspetto riguarda la debolezza della politica e dei politici oggetto delle indagini”… “rivelano come siano molto più influenti gli imprenditori nelle scelte di interesse collettivo di quanto non lo siano i rappresentanti del popolo.”

    La politica è debole perché poco rappresentativa di una vera volontà popolare.
    L’eletto – e questo accadeva anche nella Prima Repubblica – esercita il proprio potere di scelta nelle cose da fare senza sentire l’obbligo di partecipare chi lo ha eletto. Anche facendo cose non concordate in fase elettorale. La differenza con la Prima Repubblica è che almeno in quella vi erano personalità di spicco, rappresentanti eccellenti sia del mondo della cultura italiana come di quello dell’imprenditoria.
    Possiamo pensare tutte le riforme che vogliamo ma senza una sana vita democratica questo paese vivrà sempre stagioni come quella attuale.

    2) “Ma vi è un’altra, forse meno evidenziata, differenza tra i fatti di oggi e quelli di allora.
    Ed è l’estrema debolezza anche dell’altro fronte dell’ormai quasi ventennale guerra tra politica e magistratura. I magistrati infatti non sembrano disporre della stessa capacità di allora di avere la meglio sul potere politico.”

    L’autonomia della magistratura, garante della legge uguale per tutti e quindi della libertà di ognuno, non dovrebbe neanche essere sfiorata dai problemi di carattere politico.
    L’inchiesta svolta da De Magistris avrebbe dovuto svolgersi in ambito politico se la politica avesse al suo interno regole e meccanismi di controllo che ne regolino l’operato.
    Forse è ora di ripensare alla sovvenzione dei portiti intesi come luogo di cultura della vita sociale e della democrazia, come un bene da coltivare e rispettare e non visti soltanto come confraternite con finalità delittuose.

    Roberto Vezzoso

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