giovedì 8 gennaio 2009

CRISI. NENCINI:
LA RICETTA DEI SOCIALISTI PARTE DAI COMUNI

Alla festa provinciale di Viterbo presenti tra gli altri anche Labellarte e Battilocchio.

08/01/2009 - Grande partecipazione alla festa provinciale dei socialisti di Viterbo che si è tenuta a Montefiascone. All’iniziativa, che è stata aperta dal Segretario Provinciale della Federazione viterbese, Aldo Filosa, si è discusso delle proposte del Ps contro la crisi economica che investe il territorio e delle iniziative da intraprendere in vista delle prossime amministrative di primavera. Al dibattito hanno partecipato tra gli altri Gerardo Labellarte, della Segreteria Nazionale, il segretario regionale Giancarlo Licari e quello romano Atlantide Di Tommaso, oltre a tanti amministratori e rappresentanti istituzionali e sindacali del territorio. Le conclusioni sono state affidate alle relazioni dell’eurodeputato Alessandro Battilocchio, che ha discusso delle prospettive del territorio e del partito in Europa, e del segretario nazionale Riccardo Nencini che ha parlato delle ricette socialiste per affrontare la crisi economica. "Leggo su alcuni quotidiani e periodici di influenza governativa – ha affermato Nencini nel suo intervento - che la crisi non esiste. Deve essere per questo motivo che il governo ha fatto ben poco per affrontare e risolvere i problemi delle famiglie italiane. E' ora di rimboccarsi le maniche e partire dalle amministrazioni locali con un reale e concreto piano anticrisi delle giunte comunali." Facendo affidamento a un "mix di investimenti pubblici e agevolazioni a investimenti privati" Nencini ha ricordato l'invito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano a un comportamento serio e responsabile a livello locale, e ha suggerito agli amministratori alcune linee di azione a sostegno del reddito dei cittadini. "L'elenco delle cose possibili subito - ha proseguito il segretario socialista - è semplice: interventi immediati nel settore delle manutenzioni e delle infrastrutture scolastiche e di servizio; incremento dei fondi per borse di studio, fondi per anziani per il pagamento delle utenze domestiche; fondi a vantaggio di studenti universitari per il contributo alle spese di trasporto, acquisto libri, tasse; interventi per la dilazione del pagamento dei mutui per l'acquisto della prima casa previo accordo-quadro tra amministrazione locale e istituto di credito; incentivi economici per imprese operanti nel commercio al minuto finalizzati a investimenti; variazione delle rette per nidi, materne, mense e trasporti scolastici; allargamento delle esenzioni sulle rette dei servizi educativi; accordi con istituti bancari per agevolare lo smobilizzo dei crediti vantati dai fornitori di beni e servizi comunali attraverso anticipi su fatture".



LIBANO. CRAXI: FRATTINI SCAMBIA
I PROPRI DESIDERI CON LA REALTA'

08/01/2009 - “Per la seconda volta in pochi giorni, il nostro ministro degli Esteri non azzecca le sue previsioni sulle rappresaglie israeliane: prima aveva escluso interventi di terra, poi ha scartato ogni possibilità di azioni mirate verso il territorio libanese che si sono puntualmente verificate”. E’ quanto afferma in una nota Vittorio Craxi, della Segreteria del Partito ed ex sottosegretario agli Affari esteri. “Abbiamo di fronte a noi”, prosegue Craxi, “un uomo politico che scambia i propri desideri con la realtà: trattandosi di un’area ad alto rischio per i nostri soldati, forse sarebbe il caso di cominciare ad intraprendere qualche iniziativa politica concreta, anziché limitarsi a commentare, sbagliando, i fatti da Roma”.


MANIFESTO PSE. CEFISI:
Proteggere i posti di lavoro e il potere d'acquisto



08/01/2009 - Il numero di gennaio de Le Ragioni del Socialismo, in edicola domani con il Riformista, pubblica un'ampia sintesi del Manifesto del PSE per le prossime elezioni europee, con commenti di Philip Cordery e di Luca Cefisi, che anticipiamo qui di seguito. Si è placata la geremiade sulla "crisi della socialdemocrazia", proclamata da una folla di dotti, medici e sapienti. Sì, globalizzazione e finanziarizzazione rampante del capitalismo avevano ridotto lo spazio per l'intervento statale, e quindi messo in crisi quella prassi consolidata, nota in Europa come socialdemocrazia (di teoria, nella socialdemocrazia, non ce n'è mai stata troppa: pace e giustizia sociale, e la sacrosanta convinzione che convenga bilanciare a favore della maggioranza i vantaggi che il mercato offre ai pochi detentori di capitale). Le diagnosi più funeste giungevano dalle cattedre dell'egemonìa ideologica neoliberale e neoconservatrice: proclamata la fine delle politiche sociali, della redistribuzione, della solidarietà, finanche di scuola e sanità pubbliche, una stucchevole retorica del merito ha esaltato i vari Lapo, tutti meritevolissimi per nascita, e criticato la pigrizia dei poveri, tutti rovinati dall'assistenzialismo statale. Era tornata in auge anche la guerra, in nome di un campo occidentale definito nella sua essenza dal libero mercato, con l'accessorio di una qualche democrazia politica. Questa sbornia di valori vittoriani sembra alla fine: perchè, essenzialmente, i banchieri di tutto il mondo hanno dovuto correre dai governi con il cappello in mano. Abbiamo uno strumento nella globalizzazione: l'Unione Europea. La collaborazione tra governi ha acchiappato il sistema bancario sull'orlo del baratro. Ora, la socialdemocrazia è qualcosa di più dello statalismo; se i Tremonti e i Sarkozy son già prontissimi a rimanere in sella passando al capitalismo assistito, il compito socialista è certo più ambizioso: imporre regole solide ai mercati, proteggere posti di lavoro e potere d'acquisto. Occorrono politiche di riconversione ecologica lontane mille miglia dall'orizzonte di Berlusconi e Marcegaglia, occorre un'estensione mondiale dei diritti umani, sociali e sindacali (altro che Dio-Patria-Famiglia). La sinistra italiana appare, come d'uso, fuori tempo e fuori forma per la sfida: il partito democratico di Veltroni non esce dal suo provincialismo, tra nuovi dipietristi e vecchi democristiani, i radicali, dopo tanta transnazionalità, sono arruolati nel vecchio liberalismo europeo, i socialisti di nome e di fatto sono pochi ed emarginati: il rischio è che il messaggio, forte e innovativo, del Manifesto del PSE non giunga neppure alle orecchie degli elettori. E questo non sarebbe un male per i socialisti, ma per l'Italia.


Lucacchioni: Nuova opportunità per i giovani:
lavorare a stretto contatto con i dipartimenti del PS


08/01/2009 - “Credo sia giunta l’ora che i giovani iscritti al PS possano partecipare fattivamente e concretamente all’ elaborazione politico-programmatica del Partito a cui sono iscritti.” dichiara Chiara Lucacchioni, Responsabile Nazionale delle Politiche giovanili del PS. “ D’accordo con il nostro Segretario nazionale, Riccardo Nencini, stiamo lavorando per costituire un coordinamento di under35 iscritti al PS che possano lavorare a stretto contatto con i vari dipartimenti del Partito stesso”. “Ogni ragazzo avrà la possibilità di collaborare, a seconda delle proprie attitudini e del proprio campo di interesse, con i responsabili di ogni settore di lavoro. Le idee dei giovani, così, si tramuteranno in idee di partito.” “L’obiettivo di questo progetto è creare una scuola diretta di formazione al livello nazionale e al contempo dare dinamismo, forza e freschezza al Partito. I giovani, che vorranno, potranno essere parte integrante del PS. Solo così, incidendo dall’interno, si potrà innescare un rinnovamento serio e necessario per un partito che ha estremamente bisogno di futuro.” “ Proporrò inoltre alla segreteria tre idee: istituire un budget, anche minimo, per agevolare il lavoro e gli eventuali spostamenti dei ragazzi, organizzare per l’ estate una scuola di formazione politica e di favorire, durante le conferenze nazionali, regionali e locali gli interventi dei più giovani.” Tutti coloro che sono interessati a partecipare al progetto possono fornire i propri dati ed esprimere le preferenze sui settori di lavoro alla seguente mail: progettogiovani@partitosocialista.it


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