venerdì 16 gennaio 2009

VITTORIO SGARBI E LA SUA LOTTA ALLA MAFIA

Vittorio Sgarbidi Anna Germoni*

Simpatico o antipatico, Vittorio Sgarbi, storico e critico d'arte, famoso al grande pubblico per le sue intemperanze in quasi tutte le trasmissioni, in questo momento ha accentrato su di sé i media, sparlando di mafia e antimafia. Egocentrico, presuntuoso, animale politico, da buon narcisista mediatico, accetta al volo e con molto garbo la nostra intervista.

Siamo abituati alle sue provocazioni, ora che è sindaco di Salemi, ha attirato su di sé le polemiche dell’Antimafia. Quando finirà di fare il guastatore?

“Non sono un guastatore. Volevo dare la cittadinanza onoraria ad Agnese Borsellino, che era lusingata da questa scelta. L’antimafia non penso sia esclusiva di nessuno, se si vuole davvero combattere la mafia. Trovo arcaica, sterile e imbarazzante la polemica che hanno innescato Rita e Salvatore Borsellino, con la complicità di Sonia Alfano. Hanno creato un forte imbarazzo nella famiglia del giudice e un impatto negativo, che non giova all’antimafia né alla memoria di Paolo Borsellino. Le parole del Procuratore Grasso e di Rosario Crocetta che hanno appoggiato la mia iniziativa mi hanno confortato”.

Può chiarire meglio il suo concetto d’antimafia?


“Basta ricordare Leonardo Sciascia sui professionisti dell’Antimafia, suppergiù scriveva così: “L’Antimafia serve pure per fare carriera”. Non dimentichiamole mai. Oggi, nel 2009, all’interno di molteplici associazioni antimafie, ma non in tutte, c’è la tendenza ad essere protagonisti unici e indispensabili. Insomma è un valore di tutti e per tutti, sì o no? Bene, se lo è, smettiamola con il vittimismo e con le crociate medioevali! Non serve gareggiare su chi è più antimafioso. Così non arriviamo da nessuna parte. E questo Sonia Alfano e altri, ancora non lo hanno capito”.

Si, ma Sonia Alfano ha una storia drammatica alle spalle…


“Non mi permetterei mai di giudicare il dramma umano di una persona. Ma se Sonia Alfano si lamenta che il giorno dell’anniversario della morte di suo padre, durante la commemorazione a Barcellona Pozzo di Gotto le scuole e gli alunni non c’erano, insinuando sempre e solo al complotto, non costruisce né una cultura antimafia né una società migliore”.

Parliamo di Sgarbi sindaco. Quale impronta vuole dare a Salemi?


“Salemi già sta crescendo. Prima la conoscevano solo per il terremoto e per Antonino e Ignazio Salvo. Ora la gente viene, per vedere Salemi, città bellissima del Belice, ricca di storia, cultura e arte. Inoltre dopo Messina, porteremo qui la mostra di Rubens e sarà una grande operazione culturale per dare un restyling nuovo alla mia città”.

Con l’arte si crea indotto turistico culturale, a quando ricettività e infrastrutture viarie?

“Salemi non ha bisogno di infrastrutture viarie, certamente di alberghi e ricettività sì. Infatti sono in progetto dei blocchi, case e stanze per ampliare l’indotto turistico”.

Operazione trasparenza negli appalti, considerati come il cordone ombelicale della mafia. Come pensa di monitorarli?


“C’è già una delibera in cui tutte le gare d’appalto bandite nella mia città saranno gestite dall’UREGA, l’ufficio regionale per l’espletamento delle gare per l’appalto dei lavori pubblici. Siamo i primi in Sicilia ad aver adottato questa decisione. Il presidente è il prefetto Gaetano Piccolella. Un atto concreto e inequivocabile di trasparenza amministrativa e di antimafia, alla faccia del vittimismo arcaico antimafioso”.

Cosa pensa di Tano Grasso?


“Non l’ho conosciuto quindi non posso esprimermi. Credo fortemente in Paolo Bocedi di Italia Libera, impegnato nel progetto di costituzione di un coordinamento nazionale antiracket. Un piano di lavoro trasparente, dove non c’è spazio per le finte vittime dell’antiracket. So che questo ha creato forti dissapori, tra i professionisti dell’antimafia…bene! Perché l’antimafia è di tutti. Ho già annunciato al prefetto di Trapani di voler coinvolgere Bocedi e altri, nella gestione dei beni confiscati alla mafia. Diffido sempre da chi dice: “affidateli a me perché sono un professionista dell’antimafia”.

.Leoluca Orlando?


“Gioca a fare l’eroe antimafia pur di avere il suo spazio di popolarità e di carriera. Dopo aver accusato di mafia Andreotti e il giudice Falcone, deve avere una bella coscienza tosta a cavalcare ancora l’onda antimafia”.

A Milano Xante Battaglia, famoso scultore calabrese, inaugurerà alcune opere effimere di panini, i “panini mafiosi”. Ne “assaggerà” qualcuno?

“No, perché Xante Battaglia è una persona di cattivo gusto. Altrimenti li avrei assaggiati…”.

Il marchio MAFIA non è stato assegnato, è ufficiale. Ora proverà con CAMORRA?

“Carina questa… ma dovrebbe chiederlo a Oliviero Toscani. L’idea del marchio MAFIA è nata da lui, appoggiata dal suo grande amico Renato Soru, del Pd. Ma questo alcuni professionisti dell’antimafia non lo sanno”.

IMG PRESS*
(16/01/2009)

Nessun commento:

Posta un commento