sabato 10 gennaio 2009

*Quell’ordinanza mi ferisce*
"E' un vero atto di intolleranza"

Il presidente della Provincia Silenzi e l’azione anti accattonaggio posta in essere dal Comune con un provvedimento sindacale.

CIVITANOVA - L’ordinanza antiaccattonaggio continua a tenere banco. Del resto, Civitanova è stato l’unico comune della provincia di Macerata ad adottare un provvedimento così forte. Provvedimento sul quale sono intervenute, contrariamente, le associazioni del volontariato che vivono a Civitanova, Ant, Ancescao, Apo, Arcat, Avis, Avulss, Come Ginestre, Gvv, Legambiente, Associ, Aloe, Anfass, Aido, Cooperativa Mondo Solidale e Gaia, il mondo laico e cattolico tramite il Partito Socialista guidato da "Ivo Costamagna", il gruppo di acquisto solidale, l’associazione ambientalista Citt@verde.

Oggi dopo aver chiesto al sindaco Mobili la revoca dell’ordinanza e dopo l’intervento dell’assessore Fabrizio Ciarapica di An, è il presidente della Provincia Giulio Silenzi a tornare sull’argomento.

“L’assessore Ciarapica – precisa Silenzi - non entra sulle argomentazioni delle mie riflessioni circa l’ordinanza sull’accattonaggio, ma banalizza sul piano elettoralistico. Serietà vuole, invece, che su una questione così seria e delicata ci si confronti nel merito, senza ricorrere a luoghi comuni. Personalmente mi sento ferito da un’ordinanza inutile la quale, di fatto, stabilisce che chi mendica va punito e represso. Penso che una città come Civitanova Marche non debba essere macchiata da questo atto di intolleranza e ci si debba opporre ad una cultura tanto iniqua quanto inconcludente. Per la Giornata mondiale della Pace il Papa ha invitato a riflettere sul tema: “Combattere la povertà e costruire la pace” ed ha invitato “ad abbandonare la mentalità che considera i poveri come un fardello e come fastidiosi inopportuni…”A Civitanova agiscono circa quindici banche, ogni giorno si mobilitano milioni di euro, ma non c’è una minestra calda o un giaciglio per chi ne ha bisogno. Su questo bisogna che tutti si impegnino e la Provincia farà la sua parte. Legare l’ordinanza alla lotta allo sfruttamento minorile o alla rilevazione del fenomeno è una giustificazione che non tiene sia per i risultati ottenuti, sia perché si potevano fare ben altre scelte. In maniera conformistica, invece, si è voluta un’ordinanza autoritaria e lesiva della dignità umana. Penso che ci sia stata una grave sottovalutazione nel momento della sua firma e comunque il ritiro di un provvedimento che indica “una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro” per chi tende la mano per ricevere un’elemosina, toglierebbe un’ombra pesante e determinerebbe un clima diverso in una Città come Civitanova, che ha ben presente i doveri di solidarietà”.

http://www.corriereadriatico.it - 10/01/2009

1 commento:

  1. Negli ultimi tre mesi del 2008 ho vissuto a Milano.
    Mi è capitato li di vivere un’esperienza che mi ha fatto venire a contatto con un mondo che non conoscevo affatto.
    Desideroso di iniziare ad insegnare italiano agli extracomunitari, mi sono presentato presso la parrocchia di Sant’Antonio, dove avevo saputo tramite la Caritas milanese che stavano organizzando tale tipo di insegnamento e che forse cercavano insegnanti (non retribuiti).
    Quella mattina di fine Luglio – ero a Milano per organizzare la mia futura permanenza – mi presentai, previa telefonata per appuntamento, nella parrocchia di Sant’Antonio.
    Suonai al campanello e la porta mi fu aperta da un sorridente e giovane (39 anni ) frate. Fra Luca.
    Ho saputo così che in quel centro si svolgevano alcune attività caritative.
    C’era un centro d’ascolto, un servizio guardaroba, una mensa – 150 pasti caldi tutti i giorni – e poi la scuola di lingua italiana.
    La cosa che più mi ha sorpreso è stata di sapere che la maggior parte dell’utenza dei primi tre servizi fosse italiana. Non rare situazioni di uomini che avevano perso il lavoro e con questo la loro famiglia. Spesso persone vittime della depressione, dell’alcol, comunque sole.
    Se a Milano la solitudine si sente come e forse più di ogni altra parte del mondo, almeno li si sono organizzati per soccorrere nell’emergenza chi ha bisogno di un pasto caldo e più spesso di un sorriso e della capacità di altri di ascolto.

    Da noi come siamo messi? Possiamo fare qualcosa di meglio?
    Io sono a disposizione e non mi interessa sapere di che colore sarà un eventuale iniziativa.

    Roberto Vezzoso

    RispondiElimina