giovedì 23 ottobre 2008

Polizia contro studenti. C'è qualcosa che non funziona: o nelle teste o nel sistema 
 
Contrapporre le forze di polizia alle manifestazioni e alle occupazioni degli studenti, come fossero spazzatura napoletana da eliminare, è un sistema bizzarro prima che violento”. Lo ha sostenuto il segretario socialista Riccardo Nencini dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio Berlusconi sulla necessità di riportare ordine nelle aule scolastiche e nelle università.
Quando si replica con la forza alle proteste giovanili oppure a quelle dei lavoratori – ha concluso Nencini - c’è sempre qualche cosa che non funziona.
O nelle teste, o nel sistema che si vuole instaurare
”.
Con l’atteggiamento di superiorità e di disprezzo verso il parlamento e le opposizioni che hanno tenuto i ministri del Governo - ha dichiarato Bobo Craxi - la libera protesta di piazza di insegnanti, studenti e personale del pubblico impiego era il minimo che potesse accadere”.
Il riformismo è graduale nel metodo e democratico nella sua applicazione: Gelmini e Brunetta sono stati brutali. Ed imporre le riforme con la polizia non promette nulla di buono”.

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Scuola. Battilocchio: la protesta dilaga, il Governo ci ripensi

La protesta degli studenti sta dilagando in tutta Italia: mi auguro che il Governo ci ripensi”. E’ l’auspicio dell’eurodeputato socialista, Alessandro Battilocchio. “Non si contesta – afferma Battilocchio -  la necessità di una riforma del sistema scolastico: se vogliamo stare al passo delle altre nazioni europee dobbiamo promuovere dei cambiamenti che consentano di adeguare il nostro sistema formativo ai mutati scenari internazionali. Nel contesto attuale, aumenta la possibilità di cooperazione ed interazione con gli altri Stati, ma aumenta di conseguenza la ‘competition’ ed il nostro sistema-Paese deve farsi trovare preparato alle nuove sfide”.
“Cio che contestiamo – osserva l’eurodeputato – è innanzitutto il voler partire nella riforma dalla nostra scuola elementare, che, dicono i dati, è il comparto educativo che pur necessitando aggiustamenti e maggiori sforzi  funziona meglio nel nostro Paese. Tra l'altro, la Gelmini va a stravolgere l'impianto della Moratti, sua compagna di Partito che incredibilmente non ha finora detto una parola in materia. Ciò che comunque proprio non va è l'impostazione complessiva: le scelte non vengono dettate da esigenze pedagogiche e formative, ma solo da esigenze di natura economica, con tagli pesanti che riguarderanno soprattutto le scuole più disagiate e periferiche”. “Sta crescendo una mobilitazione spontanea e trasversale, con una seria preoccupazione dei docenti, dei genitori e degli studenti: il Governo ne prenda atto e faccia marcia indietro, riaprendo subito un tavolo di confronto e discussione. Uno Stato che non investe sulla formazione delle nuove generazioni – conclude Battilocchio – è destinato inesorabilmente al declino”.

 

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