mercoledì 22 ottobre 2008

Assicurare ai giovani il mantenimento dell'occupazione - di Chiara Lucacchioni

Ricchi sempre più ricchi, classe media che va assottigliandosi e disparità economiche e sociali sempre più marcate. L'Italia è tra i paesi dell'Ocse dove la differenza di reddito tra ricchi e poveri è più ampia. Tra i 30 stati membri dell'Organizzazione, la disuguaglianza è maggiore solo in cinque paesi (Messico, dove le differenze sono in assoluto maggiori, Turchia, Portogallo, Usa e Polonia).
Tra i paesi del G7 l'Italia è seconda solo agli Stati Uniti diversamente da Danimarca, Svezia e Lussemburgo, dove le distanze sono meno profonde. I dati emergono dal rapporto dell'Ocse 'Growing Unequal' che sottolinea come la disparità di reddito sia aumentata più o meno in tutti i paesi anche se con ritmi molto diversificati.
La disuguaglianza di reddito è avvenuta perché le famiglie ricche hanno raggiunto risultati particolarmente positivi rispetto alla classe media e alle famiglie che si trovano ai livelli più bassi della scala sociale.
L'Ocse definisce l'Italia come un paese in cui le differenze di reddito sono particolarmente ampie: i salari di livello basso sono estremamente ridotti mentre i ricchi hanno standard di vita più elevati rispetto a paesi, come la Germania, dove invece le differenze di reddito sono più limitate e dove i salari minimi sono più alti. Il rapporto evidenzia quindi come la risposta dei governi alle disparità sia stata soprattutto di carattere fiscale e sociali, aumentando la spesa a favore di una popolazione che tende ad invecchiare velocemente.
Si tratta però di una risposta che può essere "solo temporanea". L'unica via sostenibile per ridurre le disuguaglianze è assicurarsi che le persone siano in grado di trovare e mantenere un'occupazione. Questo significa che i paesi sviluppati devono sforzarsi molto di più per inserire i cittadini nel mercato del lavoro piuttosto che sostenerli con indennità di disoccupazione o pensioni anticipate. Proprio in quest’ottica si inserisce la nostra iniziativa di legge popolare sulla precarietà che mira all’ incremento della diffusione del lavoro a tempo indeterminato. Importante per i giovani, fascia sociale più colpito dalle “regole” del mercato del lavoro, lavorare in due diverse direzioni: la prima è quella di favorirne l’ingresso grazie a sgravi fiscali per le imprese che assumono senza contratti atipici e l’altro è ridare impulso all’economia attraverso misure che possano far riacquistare il potere d’acquisto delle famiglie ( diminuzione del costo del lavoro, detassazione tredicesime, abbattimento costi delle tariffe di bollette, aumento serrato dei controlli sugli evasori fiscali, aumento dei salari, aumento pensioni minime…).
Un'economia di mercato socialista, che riesca a conciliare “meriti e bisogni”, che sappia cogliere i vantaggi di una società sempre più globalizzata, che si batta per uno stato sociale e un modello formativo pubblico, ma al contempo adeguato al mutare dei tempi (attraverso tagli ove necessario), che si basi su principi di individualità, sussidiarietà e solidarietà.
Solo così riusciremo a governare i mutamenti in atto.
Chiara Lucacchioni
Responsabile Nazionale PS politiche giovanili

Nessun commento:

Posta un commento