venerdì 24 ottobre 2008

DAL MONDO DELLE IDEE
A QUELLO DELLE COSE

Loredana Biffo - 23 ottobre 2008 - www.aprileonline.info
Si è svolto lo scorso 18 ottobre a Galliate il Convegno interregionale di cultura politica ed azione sociale dei circoli ed associazioni di area Socialista del nord ovest dal titolo "Il socialismo al tempo della globalizzazione". Un primo bilancio e alcune proposte concrete

L' iniziativa promossa da alcune associazioni politico-culturali di Piemonte e Lombardia, tutte in un modo o nell'altro riconducibili all'ispirazione storica del Socialismo liberale, libertario e soprattutto antiautoritario, si colloca ovviamente al di fuori del perimetro dei partiti di sinistra e di centro-sinistra esistenti e non aspira certo a prefigurare incongrui collateralismi o velleitarie ingerenze con i medesimi. L'esigenza di partenza è invece essenzialmente di metodo. Riaprire la (logora?) cassetta di strumenti concettuali, ideali, storici finora a disposizione. Verificare la loro idoneità ad analizzare la realtà della presente società. Eventualmente prospettare l'acquisizione di nuovi strumenti di sperimentazione e soprattutto di modelli interpretativi adeguati.

Si tratta insomma di riprendere la grande lezione dei classici del pensiero sociale, che è infine sempre quella di dotarsi della capacità di comprendere il corso delle cose e non di galleggiare sulle stesse, di formulare ipotesi sui fenomeni storico-sociali tali da permettere, al pari che nelle scienze della natura, ragionevoli e sperimentabili previsioni sul loro divenire. Premessa, quest'ultima, ineludibile per chiunque non voglia limitarsi a conoscere il mondo, ma addirittura speri di cambiarlo. Occorre provare a decidere se la politica sia ancora quella attività umana che pensa di poter conoscere, prevedere e decidere per mutare gli eventi o se al contrario debba limitarsi a registrarli in un rassegnato fatalismo che azzera il futuro nella reiterazione del presente e distorce il passato a improbabile caricatura del presente stesso.

Se questa è oggi la grande sfida culturale e politica per tutti i partiti e le forze che in Europa e nel mondo si richiamano al socialismo, ancora più urgente essa appare per l'Italia, dove il collasso elettorale ha colpito impietosamente la sinistra tutta, moderata e radicale, e dove soprattutto evidente risulta la sua perdita di radicamento sociale e di egemonia culturale, se non addirittura della sua stessa capacità di percezione identitaria. Il seminario si è proposto di cominciare ad affrontare metodi di lavoro e contenuti tematici di aprire una prima, pur minima, sede di confronto libera ed esente da pregiudizi di appartenenza. Nella quale, finalmente, si smetta di patire la petulante e puerile domanda (con risposta già incorporata e sottintesa per ciascuno) "di chi è la colpa di tutto questo?" e si incominci invece ad analizzare che cosa è realmente avvenuto e come, che cosa potrebbe servire invece per riprendere il cammino interrotto.

E tuttavia, se non si vuole restare in una dimensione puramente teorica, se non si vogliono rimandare a tempi imprecisati le prime risposte che, prima o poi, bisognerà pure dare, è necessario anche uno sforzo di immaginazione operativa, lo scandalo di una proposta immediatamente spendibile sulla scena politica del presente. Fallibile, certo, probabilmente velleitaria, ma in un modo o nell'altro in grado di calare dal mondo delle idee a quello delle cose, o, se si preferisce, di tornare a camminare con le gambe per terra e gli occhi al cielo e non sempre viceversa.

Perché allora non provare a lanciare, in tutte le sedi idonee e con tutti i mezzi possibili , la proposta che alle prossime elezioni europee del 2009 TUTTI i partiti che fanno parte del gruppo parlamentare del Partito Socialista Europeo si presentino con quello stesso simbolo in tutti i paesi dell'unione? E magari candidando reciprocamente candidati nei diversi e rispettivi paesi? E se ciò si rivelasse impraticabile per alcuni o anche per tutti, perché non proporlo almeno in Italia, così da offrire un segno chiaro, una sponda riconoscibile per tutti coloro che fanno parte o potranno far parte del Parlamento europeo e che vorrebbero iscriversi allo stesso gruppo del socialismo europeo? "Possibile - si domandava Virginia Woolf - che la vita sia sempre allarmate, imprevedibile, sconosciuta?.... che anche per le persone più mature sia sempre un precipitarsi giù da una torre?" Forse essere di sinistra oggi vuole anche dire riconoscersi in quella profetica, dolente, ma anche audace e umanissima constatazione della grande Virginia.



Commenti


#1 · romano
23 ottobre 2008, 18:14 "Perché allora non provare a lanciare, in tutte le sedi idonee e con tutti i mezzi possibili , la proposta che alle prossime elezioni europee del 2009 TUTTI i partiti che fanno parte del gruppo parlamentare del Partito Socialista Europeo si presentino con quello stesso simbolo in tutti i paesi dell'unione?" Ottima idea!! L'ho detto qui già parecchie volte che occore lavorare su una prospettiva europea a sinistra (Ormai si è in ritardo, le confindustrie lavorano da anni su livello europeo). Ormai gran parte delle linee politiche vengono scelte a Bruxelles. Quel posto deve diventare piú politico e perdere lo spirito delle scelte puramente tecniche. Purtroppo la competenza piú evoluta a sinistra è la framentazzione, perciò .... e quella delle confindustrie l'unitá. Putroppo le Confindustrie hanno delle idee chiarissime, mentre la sinistra, bohh, non si sá, mille ricettine, personalismi reali e non costruiti, concezioni di politica economica che in concreto difficilmente sembrano poter/voler dire no all'eros del tecnocapitalismo individualistico e il suo showmanagement.

#2 · ic

23 ottobre 2008, 19:38 DAI COMUNISTI AI SOCIALISTI. UN GRANDE PARTITO PER IL SOCIALISMO. Ma noi ci vergognamo a pronunciare queste parole e allora nasce la proposta di una indistinta SINISTRA che non verrà mai alla luce, vista l'aria che tira.
#3 · bellavita
24 ottobre 2008, 09:45 per IC: hai ragione. E poi "sinistra" è una faccenda geometrica, non politica. Al convegno "il socialismo al tempo della globalizzazione" eravamo un centinaio, divisi in due seminari, quello storico (con partenza da Rosselli) dove c'erano 5 bravissimi studenti, e quello politico, più caotico. Documento conclusivo in preparazione. 11 le associazioni partecipanti, di cui una di Genova. Documento conclusivo in preparazione, con l'adesione di una dodicesima associazione.

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