martedì 14 ottobre 2008

PD: un anno vissuto pericolosamente


Repubblica, 14 ottobre 2007.

Alle 23 e 50 minuti del 14 ottobre 2007, il Partito democratico concepito dodici anni fa da qualche parte tra Bologna e Roma, vede il suo atto di nascita ufficiale. Papà-Prodi esce dal portone della sede di Santi Apostoli dopo un brindisi al secondo piano e si tira dietro quelli che chiama i i "maratoneti". Ci sono tutti, Veltroni, la Bindi, Letta, Adinolfi, Schettini. Entrano in sala stampa, nella tensostruttura alzata in piazza, salgono sul palco e uniscono le mani al centro, come fanno le squadre, tutti-per uno-uno-per-tutti. "La maratona adesso è finita" dice Prodi, "adesso comincia un altro capitolo, la costruzione di un partito che sarà il punto di riferimento della politica italiana e rafforzerà in modo vitale il governo". Applausi, flash, sorrisi. Veltroni non parla, lo ha fatto solo nell'altra piazza, tra i suoi.

Repubblica, 14 aprile 2008

ROMA - Il colore della sconfitta è il verde speranza che tappezza i pavimenti e le pareti del "loftone". E' uno spazio a pochi metri dalla sede del Pd nel centro di Roma. Presto diventerà il Museo di Valentino, lo stilista. Per adesso, per l'occasione, è la sala stampa del Pd. E' sul palco in mezzo a quei pannelli verdi che Walter Veltroni compare, poco dopo le 20, con lo stato maggiore del partito - tutti insieme, non più l'uomo solo delle 110 città - per dire che "la sfida non ha raggiunto l'obiettivo" e "il risultato è chiaro, la destra governerà il paese". Che lo scenario avrà due dimensioni: "L'opposizione, e la convergenza sulle riforme delle quali il paese ha grande bisogno". E che ha telefonato a Silvio Berlusconi per fargli i complimenti e gli auguri di buon lavoro "come si fa in ogni grande democrazia occidentale".

Repubblica, 16 aprile 2008

ROMA - Romano Prodi si è dimesso dalla presidenza dell'assemblea costituente del Partito Democratico. La notizia, smentita questa mattina dal suo portavoce Silvio Sircana, è stata confermata dallo stesso premier che si trova a New York per la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Prodi ha messo per iscritto la sua decisione in una lettera inviata a Veltroni il giorno di Pasqua: "Il giorno di Pasqua ho ribadito con una lettera a Walter Veltroni che il mio impegno per il Partito democratico stava per terminare e sarebbe terminato il giorno delle elezioni. L'ho fatto perchè fosse chiaro che non dipendesse dal risultato elettorale". A un'ulteriore domanda, ha risposto: "E' chiaro che il Pd dovrà cercare un altro presidente".

Repubblica, 28 aprile 2008

Con la trionfale marcia su Roma di Alemanno la sconfitta del Pd diventa disfatta. Una disfatta che non è orfana, ma stavolta ha almeno due padri.
C'è un padre, sul piano della proiezione politica romana. Si chiama Francesco Rutelli. Nonostante l'ottimo passato da sindaco negli ormai lontanissimi anni '90, stavolta Rutelli è stato un handicap, non una risorsa.[...]
Di questa disfatta, quindi, c'è un padre anche sul piano della dimensione politica nazionale. Quel padre si chiama Walter Veltroni. [...]
L'analisi è rozza, ma ha un suo fondamento. Ora il Pd corre un rischio mortale. All'indomani della disfatta, un regolamento di conti al vertice sarà inevitabile. Ma a un anno dalle elezioni europee, nelle quali si voterà con il proporzionale, un possibile ritorno al passato (cioè alla vecchia e agonizzante divisione Ds-Margherita) sarebbe imperdonabile.

Repubblica, 15 luglio 2008

I due leader del Pd /Veltroni e D'Alema, n.d.r.) parlano a breve distanza nel giro di venti minuti concludendo il seminario sulle riforme organizzato da Italianieuropei, Astrid e altre 12 fondazioni. È un confronto che ha il sapore dell'antipasto congressuale, di una sfida di linee e di prospettive: su alleanze, riforme, dialogo. Ma al residence di Ripetta ci sono anche molti ospiti di partiti diversi, professori, un pubblico non solo democratico. È un seminario, non una sede di partito. Il confronto dentro il Pd è rimandato, ma avverrà. Anche presto, se è vero che Veltroni pensa a un'occasione di confronto sul sistema elettorale tutta interna al Partito democratico "perché la nostra posizione non si può costruire in un'arena nobile ma estranea al Pd. Così si fa confusione su un tema molto rilevante". Insomma, sulle riforme non ci si deve far dettare l'agenda, né da Casini né da Rifondazione e neanche da D'Alema, naturalmente. Dunque se ne riparlerà o in un appuntamento ad hoc o al congresso tematico di autunno. Quella di ieri è stata solo un'anteprima.

Clandestino web, 22 agosto 2008

22 ago. - Si allarga il fronte dei favorevoli a un congresso ancipato del Pd. Dopo Massimo Cacciari, anche Sergio Cofferati scende in campo e chiede che si metta l'appuntamento in agenda al piu' presto. La leadership di Walter Veltroni, spiega il sindaco di Bologna, ''non e' in discussione, ma un congresso e' necessario per costruire la struttura del partito''.
Arrivare senza alle prossime scadenze elettorali, avverte il primo cittadino, sarebbe ''un guaio''. Parole accolte con favore dagli ulivisti, tra i piu' tenaci a chiedere l'indizione delle assise dei Democratici. A volerlo ''non sono piu' solo gli ulivisti impenitenti e impertinenti'', rimarca Franco Monaco, che esprime anche la posizione di Arturo Parisi, tra le voci piu' critiche della gestione del partito.
''Due tra i piu' autorevoli e convinti sostenitori di Veltroni alle primarie, Cacciari e Cofferati -sottolinea il deputato prodiano- si associano alla richiesta del congresso''. E si aprono spiragli anche dalle parti della segreteria. Giorgio Tonini, vicino a Veltroni, ammette che sarebbe ''utile'' un congresso ''prima delle elezioni europee''.

Il Giornale, 10 ottobre 2008

«La manifestazione del 25 ottobre non sarà anti-governativa», assicura il coordinatore del governo ombra del Pd, Enrico Morando. E se nell’opposizione c’è «qualcuno che pensa di trarre vantaggio dalla crisi, si sbaglia di grosso: quando ci sono emergenze del genere è inevitabile che l’opinione pubblica si stringa attorno al governo».
Senatore Morando, il 25 ottobre il Pd sarà in piazza. Ma dai tempi della convocazione della manifestazione, tre mesi fa, il mondo è cambiato. Cambia anche il senso della vostra mobilitazione?
«Certo, la manifestazione non può non cambiare. Anche se paradossalmente il suo slogan, “Salvare l’Italia”, è più appropriato adesso che quando era stato pensato. Ora ci ritroviamo in una situazione davvero molto grave».
E in questo frangente l’opposizione che deve fare?
«Dobbiamo fare due cose: intanto incoraggiare e sostenere il governo nello sforzo che sta facendo per fronteggiare l’emergenza. E devo dire che l’iniziativa che è stata presa col decreto varato la sera scorsa per dare una risposta immediata mi sembra condivisibile. E lo condivideremo, se le parole scritte corrisponderanno a quelle pronunciate, anche quelle dette oggi dal ministro Tremonti in Parlamento».
E il secondo compito che deve darsi il Pd qual è?
«Dobbiamo chiedere con forza al governo che cambi il segno della sua politica economica: deve passare da una politica restrittiva ad una espansiva e fortemente anti-ciclica. Quindi la nostra manifestazione del 25 sarà in equilibrio tra queste due esigenze: il sostegno all’iniziativa per far fronte ad una crisi che rischia di avere un forte impatto negativo sull’economia reale. E insieme una nostra grande capacità di mobilitazione per ottenere un cambio di marcia nella politica economica».
Quindi niente cortei anti-Berlusconi?
«Non è una manifestazione anti-governativa. Anche perché l’intervento messo a punto dal governo per rassicurare i risparmiatori e sostenere il sistema bancario è giusto, è quello che avevamo chiesto anche noi e dunque merita un giudizio positivo. Ma, tanto più in una situazione così drammatica, dobbiamo insistere e farci sentire dal governo Berlusconi e dal ministro dell’economia Tremonti per chiedere di intervenire sul tema fondamentale della pressione fiscale sui salari, che va allentata. Speriamo che ci ascolti».

Adnkronos, 13 ottobre 2008

Torino, 13 ott. - (Adnkronos) - La manifestazione che si terra' a Roma il 25 ottobre "non sara' di protesta, ma sara' una manifestazione di popolo, per portare avanti con grande forza all'attenzione del Paese le nostre idee, le nostre proposte, il nostro modo di vivere questa fase di responsabilita' nazionale". E' quanto ha affermato il ministro ombra Enrico Letta oggi a Torino a margine della presentazione delle 'Proposte del Pd per un'altra politica economica'.


Corriere.it, 14 ottobre 2008

Nasce YouDem, la tv del Pd col benvenuto del "rivale" D'Alema
Studi a sfondo verde, partono le trasmissioni della web tv voluta da Veltroni. Proprio con l'intervista al leader Pd
C'è il «buongiorno» di Barack Obama, il videomessaggio di Piero Fassino («quando in una famiglia arriva un nuovo nato è un momento di felicità), il saluto amichevole e i consigli di Gianni Ippoliti. Ma soprattutto c'è l'«in bocca al lupo» di Massimo D'Alema sul sito di YouDem, il canale satellitare del Partito Democratico fortemente voluto da Walter Veltroni, che il 14 ottobre dà ufficialmente il via alle trasmissioni. «In un panorama così sconfortante quando "si sfogliano" le televisioni, credo sia importante che ci sia una voce nuova, diversa e incisiva per arrivare ai più giovani» è il benvenuto a YouDem (via videomessaggio) di Massimo D'Alema, "bruciato" sul tempo dalla nuova web tv del Partito democratico: l'ex ministro degli Esteri ed ex vicepremier dovrà infatti attendere il 4 novembre perché anche la sua Red Tv apra i battenti.


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