martedì 5 agosto 2008

Si lavora per vivere o per morire?

http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/cronaca/incidenti-lavoro-6/incidenti-lavoro-6/incidenti-lavoro-6.html

Morti sul lavoro doppi degli omicidi
"Ma tutti concentrati su criminalità"


ROMA
- Si muore di più sul lavoro o sulle strade che non ammazzati da un colpo di pistola o da una coltellata. Le vittime sul lavoro sono quasi il doppio degli assassinati e i decessi sulle strade otto volte più degli omicidi. A lanciare l'allarme è il Censis, Centro studi investimenti sociali. "Tuttavia, gran parte dell'attenzione pubblica si concentra sui fenomeni di criminalità".

Se negli ultimi 11 anni, gli omicidi sono diminuiti di un terzo (da 1.042 casi nel 1995, a 663 nel 2006), nei cantieri e sui posti di lavoro l'anno scorso sono morti 1.170 operai di cui quasi la metà in infortuni "stradali", nel tragitto casa-lavoro o travolti mentre lavoravano in strada.

L'Italia è di gran lunga il Paese europeo dove si muore di più sul lavoro. Se si escludono gli infortuni in itinere o comunque avvenuti in strada, non rilevati in modo omogeneo da tutti i Paesi europei, si contano 918 casi in Italia, 678 in Germania, 662 in Spagna, 593 in Francia (in questo caso il confronto è riferito al 2005).

Confrontando degli omicidi con i morti per incidenti stradali, il Censis ha calcolato che i decessi in auto sono otto volte gli omicidi. Nel 2006, in Italia i decessi sulle strade sono stati 5.669, più che in Paesi anche più popolosi del nostro: Regno Unito (3.297), Francia (4.709) e Germania (5.091).

Tuttavia, "gran parte dell'impegno politico degli ultimi mesi è stato assorbito dall'obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini", ha detto Giuseppe Roma, direttore generale del Censis.

"Risalta in maniera evidente - ha proseguito Roma - la sfasatura tra pericoli reali e interventi concreti per fronteggiarli. Il luogo di lavoro e la strada mancano ancora di presidi efficaci per garantire la piena sicurezza dei cittadini, e spesso si pensa che perdere la vita in un incidente stradale sia una fatalità. I dati degli altri Paesi europei dimostrano che non è così".

1 commento:

  1. Bravo Riccardo ad inserire questo articolo e bravo anche ad anticiparmi :-) Se non l'avessi pubblicato tu, l'avrei messo io.

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