lunedì 25 agosto 2008

Antichi vizi e nuove virtù - www.polisblog.it

Ore 12 - Il Pd fra antichi vizi e nuove virtù (che non arrivano)

di Massimo Falcioni

Si agitano, le diverse anime del Pd. Non solo schermaglie, fra il surreale e il grottesco, sotto l’ombrellone.

La battaglia che in primavera porterà alla resa dei conti interna è avviata. Con la benedizione di Romano Prodi. Il Prof sta lontano dalla mischia ma soffia sul fuoco e muove le sue pedine. Dentro e fuori il pidì. Un partito con almeno tre linee: quella di Veltroni (avanti con il Pd così com’è); quella di D’Alema (Pd rinnovato per fare nuove alleanze, dagli ex comunisti e socialisti fino alla nuova Costituente di centro, obiettivo: un nuovo centro sinistra); quella di Parisi/Prodi (ritorno all’Ulivo per evitare di condannare il Pd all’opposizione perenne).

Il refrain di Veltroni è quello sempre usato dal Pci nelle fasi delle sconfitte: “La linea è giusta ma è sbagliata l’applicazione”. Sempre, da Lenin a Berlinguer e oltre, ogni critica interna veniva spezzata, bollata a seconda delle convenienze, come “settarismo di sinistra” o come “opportunismo di destra”.

Oggi, nel Pd, ci si barcamena fra l’attacco agli “opportunismi” e l’invito al superamento dei “personalismi”. La verità è che il Pd non ha una sua linea politica e vaga tra posizioni assemblearistiche e il modello berlusconiano intriso di leaderismo casareccio e populismo dozzinale, con un gruppo dirigente oligarca e, specie nel territorio, dedito alla semplice gestione del potere.

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