domenica 31 agosto 2008

Intervista a Spacca: "Porte aperte ai Socialisti"


Spacca: «Adesso la coalizione è più forte»
«Rimpasto per guardare alle provinciali del 2009, le new entry indicate dai territori»

di CLAUDIA GRANDI
- www.ilmessaggero.it - 31/08/2008

ANCONA - La parola fine sul rimpasto di Giunta non è stata ancora scritta. Le porte di Palazzo Raffaello, per i socialisti alle prese con la difficile composizione della frattura tra gruppo consiliare e partito, sono ancora aperte. Ma alla ripresa dell'attività amministrativa dopo la pausa estiva e dopo il rimpasto “parte prima” andato in scena giovedì, l'attenzione del governatore Gian Mario Spacca è rivolta avanti. L'energia, il confronto con i sindacati per una politica dei redditi che dia respiro alle fasce più deboli, la sanità: è su questi temi, ma non solo, che Spacca annuncia di voler concentrare la propria azione. Il rimpasto formalizzato giovedì, però, è ancora “caldo”. Presidente, sostituzione dell'ex assessore Agostini a parte, perché intervenire sulla Giunta? «Abbiamo già iniziato a guardare in prospettiva, l'anno prossimo ci saranno le Provinciali. In quest'ottica sentivamo l'esigenza di rafforzare la coalizione di governo, anche alla luce dei segnali che provengono dalla politica nazionale che stanno mettendo in fibrillazione l'alleanza. E il rafforzamento della coalizione passa per la verifica programmatica prima e per il consolidamento della rappresentanza politica poi. Così abbiamo avviato una lunga trattativa per avere un socialista in Giunta». Il Ps, però, è fuori dall'esecutivo... «Purtroppo dai socialisti non è arrivata una proposta condivisa. Per loro, però, le porte restano aperte». E si spalancheranno... «Quando, e se, riusciranno ad esprimere un candidato condiviso». Se non sarà così, chance per altre forze della Sinistra? O, magari, il Ps troverà spazio nell'Ufficio di presidenza del Consiglio? «C'è già un assessore di Rc, uno dei Verdi e il presidente del Consiglio è del Pdci. La Sinistra è ben rappresentata. Quanto al Ps nell'Ufficio di presidenza, è possibile, ma questo non compete a me». Ma perché, presidente, intervenire anche sul Pd, con l'avvicendamento Solazzi-Minardi e potenziare così gli ex Margherita? «E' l'esigenza di avere rapporti coesi dentro il Pd sul territorio ad aver dettato l'intervento. Quanto agli ex Margherita, non esistono più ex Ds ed ex Dl, esiste il Pd. E poi guardi, la scelta dei due nuovi assessori è stata fatta nel rispetto delle indicazioni dei territori: Donati è il nome che il Pd di Ascoli ha indicato, quanto a Solazzi è il presidente dell'Assemblea regionale del partito». Minardi, avrà letto, non l'ha presa bene... «Anzitutto lo ringrazio per il suo lavoro. Poi mi faccia dire questo: prima di essere un amministratore, Minardi è un rappresentante politico di lungo corso e sarà quindi in grado di leggere il passaggio politico che si è compiuto. Lo può fare da un'ottica personale o collettiva: in quest'ultimo caso saprà capire la prospettiva in base alla quale è maturato il rimpasto». L'azione amministrativa, ora. Partiamo con l'energia: il suo documento di fine legislatura “salva” la filosofia del Pear. Una sconfitta per gli industriali? «La filosofia del Pear non si tocca, è vero. Ma siamo di fronte a scelte impegnative: ci sono i progetti dei rigassificatori e poi abbiamo innalzato i limiti per le dimensioni degli impianti di cogenerazione, una risposta forte per il nostro sistema produttivo». Resta il nodo centrali termoelettriche: quale sarà il parere della Regione? «In coerenza con la nuova lettura del Pear. Negativo, dunque, a meno che non si tratti di impianti di cogenerazione, per i quali, ripeto, sarà innalzato il limite di produzione». Altri temi caldi: aeroporto e porto. Calano i traffici... «Per l'aeroporto, incidono cause esterne: l'aumento dei costi delle materie prime, le difficoltà strutturali nazionali. Ma la via dello sviluppo è avviata. Presto, poi, ci confronteremo coi soci privati per la nuova presidenza del cda. Quanto al porto, c'è un problema di governance: manca un condiviso piano di sviluppo e degli investimenti sul lungo termine. E' necessario quindi che il cambio della guardia all'Ap avvenga con la convergenza di ministero, Regione, enti locali, privati». Avanti, la sanità: dopo il direttore della Zona di Ascoli, Carmosino, erano annunciate altre sostituzioni. Manager a rischio? «La valutazione degli obiettivi, da allora, è proseguita e il resoconto del primo semestre 2008 è tale da non giustificare la sostituzione di altri direttori». Settembre sarà poi il mese della ripresa del confronto con i sindacati... «Con Cgil, Cisl e Uil il rapporto è positivo. Abbiamo chiuso la partita sul Fondo per la non autosufficienza, avviato il progetto Prezzi bloccati: altrettante risposte alle richieste dei sindacati. Ora lavoreremo sulla politica dei redditi. Per una maggiore tutela dei salari bisognerebbe abbassare la pressione fiscale per le fasce deboli, ma su questo siamo già intervenuti: i due terzi dei marchigiani non pagano l'addizionale Irpef. Un gruppo di lavoro Regione-sindacati sta lavorando per trovare ulteriori strade». Su quali settori dell'attività della Giunta suonerebbe la sveglia? «Su turismo e cultura c'è da lavorare e aver unificato le deleghe assegnate a Solazzi darà nuovo impulso ai due settori. C'è poi l'informatizzazione che può portare a nuovi risparmi. L'opposizione ci critica su tutto ma non su questo e così ci critichiamo da soli: su questo versante siamo in ritardo». Con il capoluogo i rapporti non sono mai stati ottimi. Schiarite in vista? «Vuole un esempio? Tutti dicevano che avrei sostituito un assessore anconetano per penalizzare il capoluogo. Così non è stato. Al di là dei rapporti altalenanti con il sindaco Sturani, dettati da una normale dialettica, c'è grande attenzione per Ancona».

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