domenica 28 settembre 2008

*Nencini: asse riformista PD-UDC-PS per un nuovo progetto di governo*

Prove di dialogo tra PD e PS. Autocritica di Fassino. Di Lello: "meglio tardi che mai"

27/09/2008

«Riorganizzare il centrosinistra su un asse riformista Pd-Udc-Ps, a partire dalla campagna contro l'abolizione delle preferenze dalla legge per le Europee e dalle prossime elezioni amministrative del 2009». Lo ha detto Riccardo Nencini ad Orvieto all'assemblea annuale di "Libertà Eguale" nel corso della sessione sul tema "Riformisti al governo: operazione 2013". «È questo – ha spiegato Nencini - un percorso da rafforzare nella logica che qualche giorno fa ha portato Veltroni a dichiararsi a nostro fianco nella "battaglia" che ormai da mesi stiamo conducendo in tutta Italia e che dovrà costituire la base per un nuovo progetto per l'Italia, che si incardini sulla terna di valori "Merito, Inclusione, Rigore" da contrapporre al tremontiano "Dio, Patria e famiglia". «La mia proposta – ha detto Nencini – è quella di darsi appuntamento a Milano, cuore del riformismo socialista e cattolico democratico, per definire, fino dal prossimo novembre, la matrice di un moderno riformismo». Dopo Nencini è intervenuto Piero Fassino che, sia pure a denti stretti, ha riconosciuto l'errore compiuto dal PD nelle scorse elezioni, parlando di "passaggio infelice nelle ultime elezioni politiche". Tuttavia Fassino, nella sostanza, insiste nel definire il PD "la casa di tutti i riformisti" e si domanda il perchè "quella cultura riformista che si riconosce nei socialisti non debba essere nel partito" Gli risponde a stretto giro il Coordinatore della Segreteria nazionale del PS Marco Di Lello: "Meglio tardi che mai. Tuttavia –osserva Di Lello - occorre che Fassino, di cui riconosciamo l’onestà intellettuale, finalmente prenda atto che il PD non è la casa di tutti i riformisti. Non è per tigna ma giova ricordare che essere riformisti significa anzitutto saper scegliere. In questi mesi invece - sottolinea il dirigente socialista - il PD o, su temi dirimenti è rimasto in mezzo al guado senza scegliere, o addirittura ha compiuto opzioni sbagliate ed innaturali come quella del 13 aprile scegliendo il giustizialismo di Antonio Di Pietro e non il riformismo del PS. Le parole di Fassino, la sua riflessione autocritica specie su quest’ultimo tema possono essere interpretate come l’avvio di una fase che può riavviare un dialogo che spero fecondo tra i 2 partiti che - avverte Di Lello – comunque restano tra loro autonomi ma che, dopo le elezioni europee possono trovare insieme la loro naturale collocazione nel gruppo del PSE."

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