lunedì 22 settembre 2008

*Alitalia, c'è solo Fantozzi*

Andrea Scarchilli , 22 settembre 2008, 17:09 - www.aprileonline.info

Alitalia, c'� solo Fantozzi

Il commissario straordinario incassa l'ultimatum dell'Enac (ha tempo fino a giovedì per presentare un piano di sostenibilità finanziaria, pena la revoca della licenza) e fa pubblicare il bando di vendita. Segnali di interesse per trenta aerei da una società svizzera, i sindacati autonomi mettono a disposizione il Tfr degli iscritti per creare un nocciolo duro finanziario per un piano di rilancio. Ma il governo vede solo Cai.

Sempre sospesa in una dimensione surreale, continua a consumarsi la vicenda Alitalia. Il fine settimana e le prime ore di oggi sono state all'insegna delle mosse del commissario straordinario, Augusto Fantozzi. Scelto dal governo con il poco più che burocratico mandato di liquidare i rottami della compagnia di bandiera (la cosiddetta "bad company"), visto che la "polpa" pareva già consegnata all'italianissima cordata di imprenditori messi assieme da Banca Intesa, Fantozzi si trova ora nella scomodissima veste di potenziale e improbabile salvatore della patria. Ha fatto pubblicare sul sito Internet di Alitalia un vero e proprio annuncio di vendita, dove "invita chiunque sia in grado di garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell'intervento nonché il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione nazionale, ivi compresi i Trattati di cui è parte l'Italia, a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisto di uno o più rami di azienda di Alitalia". Domani il medesimo bando comparirà su quattro quotidiani: "Corriere della Sera", "Il Sole 24 Ore", "la Repubblica" e "The Financial Times". Eventuali acquirenti hanno tempo, per farsi avanti, fino a mezzogiorno di martedì 30 settembre. Gli svizzeri dell'Asset Management Advisor hanno già formalizzato l'offerta per l'acquisto o il noleggio di trenta aerei.

Alitalia, insomma, è sempre più con l'acqua alla gola. Stamattina il commissario straordinario ha ricevuto un ultimatum dal presidente dell'Enac, Vito Riggio: entro giovedì presentate un piano di sostenibilità finanziaria, altrimenti vi revochiamo la licenza. Che è, va detto, provvisoria e rilasciata in virtù dell'offerta d'acquisto lanciata dalla Compagna aerea italiana, il gruppo di sedici imprenditori capitanato da Roberto Colaninno tiratosi indietro dinanzi allo scetticismo di sei sindacati su nove.

La notizia dell'annuncio di vendita era nell'aria già da ieri, e il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani aveva fatto sapere, alle prime indiscrezioni, di essere disposto a trattare con Fantozzi. Ma che il commissario straordinario si muova solo per espletare doveri formali, lo si evince da quello che in mattinata ha mandato a dire a Epifani, pur senza nominarlo: "Non ci può essere una trattativa tra me le organizzazioni sindacali. Devono trovare tra loro un accordo e questo sarà la base per far venire i grandi vettori internazionali". Il commissario, insomma, dice di poter fare "una moral suasion, ma non intavolare un negoziato". L'interessamento di Lufthansa è ormai cosa nota. I tedeschi, tuttavia, per farsi avanti pretendono il preventivo sì dei sindacati e del governo. Ma l'esecutivo insiste nel considerare la naufragata offerta della Cai l'unica alternativa al fallimento. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, lo ripete ininterrottamente da giovedì sera. Oggi ha detto: "Spero che nei prossimi giorni si ricostruisca il filo del dialogo fra l'unica soluzione che conosciamo, la Cai, e tutte le organizzazioni sindacali, nel rispetto di quelle che già hanno sottoscritto gli accordi". Quanto alle offerte dall'estero, Sacconi ha assicurato che finora si sono manifestati soltanto per "partecipazioni minoritarie". Quelle, insomma, che erano autorizzate dal "piano Fenice" della Cai.

Un'alternativa stanno tentando di crearla gli autonomi di Unione piloti, Sdl, Anpac e Avia, che stamattina hanno reso noto di essere disposti a mettere sul piatto il Tfr degli iscritti per costituire una sorta di zoccolo duro finanziario (si parla di 340 milioni di euro), che dovrebbe costituire la base di un'offerta da lanciare assieme a uno o più partner di investimento, siano essi italiani o stranieri. Se si considera che la Cai metteva sul piatto un miliardo di euro, l'offerta ha un presupposto economico di tutto rispetto. Ma il proprietario della compagnia di bandiera, ovvero il governo, continua a ignorare le alternative a Cai. Secondo il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, l'esecutivo così facendo commette "una turbativa d'asta grossa come una casa, con evidenti risvolti di responsabilità civili e penali". L'ex pm ha chiesto, su queste basi, l'intervento ad Antonio Catricalà, garante a tutela della concorrenza e del mercato. Anche Pierluigi Bersani, ministro ombra dell'Economia del Partito democratico, ha criticato l'atteggiamento del governo ed esortato a verificare, con Cai e sindacati, le "flessibilità reciproche per giungere a un accordo". Inoltre, ha detto Bersani, "il governo deve dire con chiarezza che qualora la prima offerta su cui si sta lavorando (ancorché verbalmente revocata) non avesse successo, gradirebbe senza riserve altre proposte".

L'impressione, tuttavia, è che il governo le altre proposte non le gradisca più di tanto, e che il tavolo Alitalia rientri e sia funzionale a in un'altra battaglia, quella della riforma del sistema contrattuale, sul tavolo di Confindustria e dei sindacati confederali, con il sì sostanziale di Cisl e UIl e l'opposizione della Cgil alla piattaforma presentata dall'associazione degli industriali. Il solito Sacconi, arbitro sospetto di parzialità anche in questa partita, ha reso esplicita oggi la connessione tra le due trattative. Dopo aver sponsorizzato senza riserve la linea della Confindustria, che vuole una decisa sterzata verso la contrattazione di secondo livello, il ministro del Lavoro si è detto a favore "della distribuzione degli utili ai lavoratori", aggiungendo: "Mi ha fatto molto piacere che Colaninno abbia lanciato questa idea nel suo ultimo appello per salvare Alitalia". Di seguito, attacco alla Cgil che sulla questione viene paragonata a un automobilista che guida contromano in autostrada. Al fianco, Sacconi ha un presidente del Consiglio che continua a sparare contro il sindacato di Epifani e ad addossargli le colpe dell'eventuale fallimento della compagnia di bandiera. Per la cui salvezza, a quante pare, dalle parti di Palazzo Chigi vogliono spendersi fino a un certo punto.

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