domenica 7 settembre 2008

*LE REGOLE DELLA DEMOCRAZIA*

di Adelio Bravi*

Sono stupefatto dal ritrovarmi sempre più spesso, vi assicuro assolutamente mio malgrado, a dover ricordare l'abc della democrazia a persone che, per militanza e/o anzianità, dovrebbero, loro, insegnarlo a me. Mi ripugna l'idea di assumere un tono paternalistico e saccente, cercherò di evitarlo nonostante l'argomento e mi scuso fin d'ora se non dovessi riuscirci.


Quando Gelsomino mi telefonò per chiedermi di sottoscrivere la famosa lettera gli risposi che nel merito non avevo una posizione pregiudiziale ma soltanto alcune idee che avrei avuto piacere di confrontare con tutti gli altri, nella sede adeguata. Nell'occasione convenni con lui sul fatto che questo partito ha bisogno di dotarsi di una maggiore democrazia interna, cosa che, peraltro, ho sempre detto in tutte le occasioni, a partire dall'intervento che ho fatto al congresso provinciale.
Nei comportamenti successivi ho dovuto però verificare che propio coloro che parlano di scarsa democraticità, agiscono in un modo per me assolutamente incomprensibile e che però, purtroppo, sembra la prassi prevalente nel partito.
Lo schema è quello per cui quando un compagno o una serie di compagni non è d'accordo su qualcosa, si chiede una adesione degli altri alle proprie idee, non attraverso un confronto tra tutti, ma in via pregiudiziale, o con me o contro di me e se tale adesione non c'è, ci si nega al dibattito e al confronto, rifugiandosi sdegnosamente su un improbabile Aventino, ad aspettare..."una risposta" (sic).

Davvero c'è qualcosa che non va. Sembra quasi che le assemblee, le riunioni di organi istituzionali e deliberanti del partito siano considerati solo dei luoghi in cui si registrano posizioni e maggioranze formatisi altrove. La mia formazione politica mi ha invece insegnato che è proprio nel confronto, anche scontro nelle sedi preposte che si formano le idee e si costituiscono le maggioranze e, di conseguenza, le minoranze: maggioranze e minoranze, appunto, non vincitori e vinti, non carnefici e vittime, non prevaricatori e traditori, non che ogni dissenso determina una scissione o una dimissione. Mai viste tante dimissioni in vita mia, peraltro sempre puntualmente rientrate.

Io, personalmente, non ho nessuna difficoltà a stare in un partito nel quale mi sento minoranza, come dire, quasi strutturale :-) Non solo, credo che non esista nessun partito che possa essere in grado di somigliarmi in tutto e per tutto, da cui io non debba, per uno a l'altro aspetto, distinguermi. Non solo, credo anche che un tale partito non sia nemmeno auspicabile. Figuriamoci........
Non ho nessuna difficoltà a ricoprire anche ruoli di responsabilità, avendo sempre come scopo quello di dare il mio contributo, non so se maggioritario o minoritario, ma il mio, sbaglio? Ha invece ragione Simonetti che si fa togliere dall'esecutivo a cuasa del fatto che una sua proposta non è stata approvata dall'assemblea? Se qualcuno non condivide la mia idea e non è riuscito a convincermi della sua io non scappo, anzi cercherò il più possibile di confrontarmi per tentare di convincerlo.

Io funziono così e per me la politica è quanto ho cercato di descrivere, il resto mi pare poca cosa, le chiacchiere da cortile le lascio alle.....portinaie. Absit iniuria verbis.

Direzione PS-MC*

5 commenti:

  1. Ecco, il post di Adelio e quello di Luigi, uniti al commento di Simone, sono il migliore esempio dell'avvio di questa nuova fase del Partito Socialista. Più attenzione alle regole della democrazia, agli obiettivi strategici, definiti nel confronto aperto fra tutti, simpatizzanti, iscritti e dirigenti del Partito. Più partecipazione e meno personalismi. Condivisione, vera collaborazione, dibattito, idee nuove ed entusiasmo. Meno speculazioni astratte e più contatto con i problemi reali di oggi, nell'interesse anzitutto dei cittadini. Il blog saprà rispondere a queste esigenze, e si rivelerà strumento ancora più agile ed utile nell'elaborazione delle proposte politiche. Non è ancora un programma, ma è già un NUOVO INIZIO: esattamente quello che stiamo cercando.

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  2. Non intendo replicare a Bravi anche perché non ho molto ben capito cosa c’entri io con il suo richiamo ad una maggiore democrazia nel Partito. Non ho nemmeno capito per quale motivo tenti di banalizzare una decisione assunta a ragion veduta e non certo a cuor leggero, da parte di un compagno che non farà , come non ha mai fatto, mancare il proprio appoggio al Partito.
    Prendo invece atto, con vera preoccupazione, del fatto che questo intervento testimonierebbe del nuovo corso che si intende aprire in Federazione di Macerata. Spero solo non sia così e mi auguro di trovare presto altri più gratificanti esempi.
    Claudio Simonetti

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  3. Il nuovo corso è il coraggio di affrontare pubblicamente un dibattito sulle regole che gli uomini e le donne di questo partito intendono darsi per convivere nello stesso spazio democratico. Sta nella libertà e nella franchezza con cui ciascuno ha espresso il proprio pensiero. Non condivido la tua preoccupazione, Claudio: mi spaventerebbe molto di più un partito nel quale si avesse paura di dire ciò che si pensa, in cui ci si trattenesse, per qualsivoglia ragione, dall'esprimere giudizi sulle idee e sulle persone che le portano avanti.

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  4. Adelio tu si' un radicale: cusscì sì natu e cusscì ce muri!
    Quissi socialisti non te capisce perché ad'è sembre li stessi!!

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