venerdì 5 settembre 2008

*Le 24 ore di vita del voto agli immigrati *

Jacopo Matano, 04 settembre 2008, 19:08 - www.aprileonline.info

Le 24 ore di vita del voto agli immigrati Il flebile "perchè no?" del Presidente della Camera alla proposta di Walter Veltroni sull'estensione del diritto di voto amministrativo agli immigrati ha avuto vita breve. Dalla Lega ai colleghi di An, fronte compatto - ed imbarazzante - contro le parole di Fini. E in serata l'affossamento definitivo di Berlusconi

Il teatrino dell'apertura sul voto amministrativo agli immigrati è durato poco più di una giornata, almeno quanto la speranza per quei 3 milioni che pagano regolarmente le tasse nel nostro Paese di poter esprimere la propria preferenza sulla gestione amministrativa delle regioni, province e comuni in cui vivono e lavorano.

A scatenare la bufera è bastato il flebile si pronunciato dal presidente della Camera nella serata di ieri, poco entusiastico e molto cauto: "non è un'ipotesi sciagurata, né un'idea criminale", aveva commentato Fini alla festa del Pd lanciando il sasso. Ma Fini è solo a pensarla così, se è vero che le bordate contro la sua posizione, sono partite dai ranghi bassi del suo partito e dalla Lega ed hanno bersagliato la proposta per 24 ore consecutive, per arrivare poi alla bocciatura definitiva del grande capo.

LEGA LA PRIMA - Il ministro dell'Interno Roberto Maroni è stato il primo a rompere l'asse tra il leader del Pd ed il presidente della Camera, e le uova nel paniere a chi sperava di mettere sul tavolo una proposta di legge costituzionale (su cui il Pd si sta già muovendo). "La Lega - aveva commentato Maroni- è sempre stata nettamente contraria e confermiamo la nostra contrarietà" "Non credo -aveva poi chiuso- che questa iniziativa vada avanti non è all'ordine del giorno". A sancire la disfatta dei possibilisti è stata poi la discesa in campo sul tema del premier, che ha seminato il sale sulla terra bruciata fatta intorno alle proposte di Fini. Quello del Presidente della Camera, per il premier, è infatti un "parere personale". "Il voto agli immigrati non è nel programma della Pdl", ha detto Berlusconi rispondendo ad una domanda nel corso della conferenza stampa sull'emergenza rifiuti a Napoli. "Credo che il presidente Fini abbia espresso un suo parere - ha commentato - ma non mi risulta che ci sia all'ordine del giorno del Parlamento un intervento di legge per la concessione del voto ai cittadini stranieri".

AN (SI) APRE - Liquidato così il Presidente della Camera, si riparte. L'uscita di Berlusconi desta critiche nell'opposizione, se non altro per modalità e toni. E' il ministro ombra degli esteri Piero Fassino a commentare che "Il modo arrogante con cui Berlusconi ha liquidato la disponibilità di Fini a ragionare sul diritto di voto amministrativo per i cittadini immigrati, è la più chiara conferma di quanto l'obiettivo della fusione in un unico partito di An e Forza Italia sia minato da profonde contraddizioni e, peraltro, conferma quanto Berlusconi sia prigioniero dei settori più chiusi e oltranzisti della Lega".

In realtà, più che il presidente del Consiglio, è stata la stessa compagine politica della terza carica dello Stato a distruggere le sue aperture. Il più "violento" è stato Ignazio La Russa, reggente in casa ex-msi. "Quella di Fini - ha spiegato il ministro della Difesa in veste di interprete - è l'opinione del presidente della Camera. La posizione di An è che dare il voto agli immigrati non è una priorità". Punto. Anzi, punto e virgola: "Fini- ha continuato il ministro- ha messo in equilibrio diritti e doveri, andando anche oltre il suo compito di puro notariato. Per An comunque la priorità resta la lotta all'immigrazione clandestina. Non si deve mandare il messaggio che nel nostro Paese si può venire tranquillamente. Poi, ovviamente, il nostro partito non è una caserma e si discute liberamente". Ma non sembrano pensarla così neanche gli ex vicini di banco dell'Udc, che attraverso Pionati commentano la "polemica razzista che divide la maggioranza di Governo e fa emergere le profonde contraddizioni nel centrodestra". L'Udc resta favorevole al voto agli immigrati "che paghino le tasse e rispettino le nostre leggi", dopo 5 anni.

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