martedì 30 settembre 2008

*Importante ripensamento di Veltroni - Angelo Sollazzo*

L'uscita di Veltroni sulla pericolosità delle sortite berlusconiane relative alla concezione putiniana della democrazia rappresenta un importante ripensamento della linea fin qui seguita. Continuare con gli attacchi a Berlusconi su fatti personali e specifici non ha portato a nessun risultato, anzi ne ha fatto una vittima. Seguire i giustizialisti e la mania scandalistica e pettegola è inutile e lascia il tempo che trova nella pubblica opinione oramai stanca di scaramucce inconcludenti. Il vero attacco va condotto sul tentativo di scippo di democrazia che il premier vorrebbe realizzare in particolare sulla nuova legge elettorale europea. Quando Berlusconi afferma che per evitare che vengano eletti gli incapaci, che danneggerebbero la reputazione dell'Italia in Europa e che bisogna impedire che "il popolo ignorante" li possa scegliere con le preferenze, rivendica solo per sè, con le liste bloccate, il diritto di scegliere i migliori. Finalmente ci si è resi conto della gravità di tale affermazione che, come i socialisti per primi hanno fatto rilevare, di questo passo si potrebbero evitare persino le elezioni ed arrivare all'assembleaismo di altri tempi, visto che il popolo non sa votare. Nel passato questa è stata la tesi di una certa sinistra spocchiosa che diceva: "perdiamo le elezioni perchè il popolo non capisce" La sinistra italiana, invece di lottare su temi, pur importanti, come quelli dei diritti civili o dei vari "lodi" dovrebbe far sentire forte la sua voce sul rispetto delle regole democratiche e sull'impoverimento del Paese. Sono importanti i PACS, il divorzio breve, la tutela dei discriminati, ma evitiamo di esagerare nel sollevare temi giusti, ma che riguardano minoranze esigue della popolazione. O si pensa che, specie nel sud, se si fanno matrimoni tra persone dello stesso sesso, o fidanzamenti da "Morte a Venezia", possa interessare più dei salari da fame, delle pensioni basse, e della possibilità di poter vivere in Paese realmente democratico?

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