mercoledì 24 settembre 2008

*CARI DEMOCRATICI, DOBBIAMO PARLARE UN LINGUAGGIO SEMPLIFICATO*

(24/09/2008) di Anna Germoni
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“Dobbiamo parlare un linguaggio semplificato. Noi siamo sempre stati gli esteti del linguaggio. E' il nostro bello ma dobbiamo recuperare il rapporto con il popolo e semplificare i nostri messaggi e importare la coerenza nella nostra ispirazione in modo che sia trasmissibile''. E' il consiglio che il segretario del Pd, Veltroni ha rivolto ai deputati riuniti in assemblea a Montecitorio. Ma nel frattempo cosa succede in Sicilia? Nel piddì palermitano si nomina un esecutivo blindato. Dal cilindro magico del segretario cittadino: nomi di fantasmi. Un organismo tecnico la cui nomina spetta solo al coordinatore palermitano o al massimo a quello provinciale. Un linguaggio molto semplice. Si attua alla lettera ciò che ha indicato Veltroni. Alcuni giornalisti, e non certo di area del Pdl, si sono scatenati nei loro blog. La frase costante è: “Minchia, che democrazia nel Pd!”. Il coordinatore, messo sulla graticola, ha spiegato a mozzi e bocconi che ha dovuto inserire nell’esecutivo tutte le “sensibilità” del Pd. Ha dovuto, quindi non era la sua volontà…Qualcuno gli ha puntato la pistola alle spalle… In soldoni dentro l’esecutivo tutte le correnti e spifferi d’aria interni, per tenere in equilibrio un partito che non esiste. Una logica ferrea! Come organismo “tecnico” non c’è male! Nell’esecutivo: nomi di fantasmi che nemmeno i militanti del pd palermitano conoscono. Gente di cui non si sa nulla, messa al comando di un apparato che non ha fondamenta e che non ha legami con il territorio. Meglio non si poteva fare… E’ evidente che non si ha più il contatto con la realtà. Si vaneggia. Tanto la democrazia è diventata solo un modo di dire e serve solo per riempirsi la bocca quando bisogna difendere posizioni, ruoli e soprattutto poltrone. E pensare che quattro giorni fa, Bersani ha lanciato un monito, tutto interno ai democratici, dicendo: ”Ora dobbiamo rafforzare il partito con un meccanismo che vada dal basso verso l’alto, con il tesseramento, dobbiamo darci un’organizzazione, mobilitarci e coinvolgere l’elettorato con proposte”. Ottime parole: proposte e non organigrammi. Proprio quello che ha fatto il piddì palermitano! Le parole di Bersani sono state condivise tra l’altro anche da Francantonio Genovese, alla guida del partito siciliano che a margine della nomina dell’esecutivo regionale ha detto: “Vogliamo rafforzare il legame con il territorio e creare un rapporto diretto con i cittadini, intervenendo in maniera più incisiva per tutelare i diritti dei siciliani”. Evidentemente anche il segretario regionale del piddì siciliano ha attuato alla lettera il “linguaggio semplificato” auspicato da Veltroni. Troppo semplificato, direi. Piccolo appunto per Genovese: di solito chi perde si dimette. Ma capisco che guardarsi l’ombelico e “giocare al Pd”, è diventata la sua professione.

Anna Germoni

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