martedì 16 settembre 2008

*CARO SOFRI, RESTA UN PO' IN SILENZIO........ *

di Anna Germoni - http://www.imgpress.it - 15/09/2008
Sofri

Caro Sofri,

ti sei messo sul ring da solo. Ora è il caso che tu stia in silenzio per un po’ di tempo. Basta con le tue farneticazioni quotidiane. Non abbiamo bisogno delle tue chiavi di lettura da intellettuale, politologo o editorialista o da consulente degli anni di Piombo. Non né ha urgenza la gente, che ha ben altro a cui pensare e non ne ha bisogno la famiglia di Luigi Calabresi. E soprattutto rifletti bene quando scrivi. Sembrano idee deliranti queste: "...Penso a Pinelli come a una vittima del terrorismo di stato, l'ultima vittima della strage di piazza Fontana. Penso a Calabresi come alla vittima di una violenza politica omicida che, salvo prova contraria, non aveva nulla a che fare con un intento terrorista". Lasciamo perdere il vaneggiamento su Pinelli. Su Calabresi l'assurdo è che tu continua a discutere su un problema che alla gente non interresa proprio nulla. Cosa cambia se sia stato ucciso per un atto terroristico o meno. Alla vedova Calabresi o ai suoi figli, credo interessi poco sapere se il loro caro sia stato ammazzato per fini terroristici o no. E' stato comunque ucciso. Punto. E un bel punto mettilo anche tu. Sei e lo sarai, sempre, perché la coscienza, per me, non è un interruttore on/off che con un dito la si accende e con l’altro la si spegne, un mandante di un omicidio. Avrai fatto un tuo percorso interiore e questo è rispettabile per la tua coscienza di uomo. Ma il fatto che tu abbia letto un po’ più di libri degli altri, non ti fa acquisire l’onniscienza. Non sei il detentore della pietra filosofale. Nessuno ti nega la libertà intellettuale. Ma tu, non offendere la nostra.

Anna Germoni



SOFRI & CALABRESI: LA VICENDA È ASSAI PIÙ COMPLESSA
Culturedi Riccardo Morelli - http://www.imgpress.it
(15/09/2008)

Cara Anna,

ho letto il tuo articolo di commento agli interventi che in questi giorni Sofri ha fatto sulla propria vicenda, giungendo a definire "persone non crudeli" gli esecutori dell'omicidio Calabresi perchè giustificati in qualche modo dal clima politico e dalla buona fede ideologica di chi commetteva simili atti. Sono farneticazioni, autoassolvimenti, inaccettabili distinguo tra delitti giusti ed ingiusti, questo è vero. Ma la vicenda Sofri è assai più complessa persino di quello che le migliaia di carte processuali sono riuscite a descrivere, per ragioni non solo storiche - la sequenza incredibile strage - morte di Pinelli - omicidio Calabresi - ma giudiziarie. In un processo indiziario, le sentenze si sono avvicendate giustapponendo tesi più o meno plausibili su un nodo controverso: se e quando Sofri abbia conferito il mandato omicidiario agli esecutori. Il pentito Marino, oltre 15 anni dopo l'omicidio Calabresi, parla di un incontro avvenuto in occasione di una manifestazione in cui si sarebbe assunta la decisione del delitto. E' sufficiente questo per comprendere quanto sia delicata la vicenda. Per questo dissento quando dici: per me sei e sarai sempre soltanto il mandante di un omicidio. Ne sei così sicura?

Con la stima di sempre,
Avv. Riccardo Morelli

9 commenti:

  1. Io sono molto grato ad Adriano Sofri che continua a parlare lo scomodissimo linguaggio della Verita'. Per questa Verita', stavolta "storica", sta' trascorrendo la sua vita in carcere SENZA CHIEDERE LA GRAZIA, ANZI RIFIUTANDOLA! Una vita in carcere da innocente (per me) o, comunque, senza che, guardando allo stesso iter (condanne - assoluzioni) dei suoi 8 (OTTO) GRADI DI PROCESSI, qualcuno possa piu' affermare la SUA COLPEVOLEZZA ALDILA' DI OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO. "In dubbio favor rei"... qui a Radicofani vale ancora questo principio, e in Italia?? Vorrei sapere se per la cultura e la civilta' giuridica e per il diritto positivo italiano per uno come Sofri e' ancora giustificata la detenzione (questo a prescindere dal numero di libri che ha letto). La tragedia della famiglia Calabresi resta tale ma il barbaro assassinio del Commissario non fu' un atto di terrorismo. E' vero che il potere ed il terrorismo, negli anni settanta, hanno avuto il loro rapporto ma questo non c'entra nulla con la storia di Adriano Sofri e con questa storia. Sofri sta' dando un estremo "esempio di vita" e di lotta non violenta proprio per chiedere a chi conosce la verita' di quella storia DI PARLARE. Ricordiamolo sempre. Cosi' come non dobbiamo dimenticare il "caso Pinelli", una vergogna che lo Stato italiano deve ancora sanare. Oggi siede in Parlamento, nel PD, il giudice D'Ambrosio che "chiuse" il suo caso con la, testuale, motivazione che: PINELLI IN QUESTURA EBBE UN... "MALORE ATTIVO"... Evidentemente fu' un malore tanto "attivo" da farlo volare da solo dalla finestra della Questura... Questo, a mio avviso, e' il vero... "fascismo dell'antifascismo". Rocca di Radicofani, Addi 16 Settembre 2008 d.C. GdTj

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  2. Io non so se Sofri sia stato oppure no il mandante dell'omicidio Calabresi, ma sarei molto più prudente del nostro novello (?) Ghino di Tacco che afferma con certezza (basata su cosa?) che Sofri parla il linguaggio della Verità (addirittura con la maiuscola!).
    Sofri sta dando un "estremo esempio di vita"? Magari é vero. Ma io guardo con un rispetto ed un'ammirazione infinitamente maggiore altri "estremi esempi di vita" come quelli di uomini e donne che si spaccano la schiena per far vivere dignitosamente le proprie famiglie, o di pensionati che tutti i giorni debbono scegliere tra il pane e il latte, perché insieme sono un lusso, o di lavoratori precari a vita.
    Questo genere di discussione cari compagni socialisti ed amici del blog, ha un sapore salottiero che non mi piace per niente.

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  3. SALOTTIERO? CARO LUIGI NON MI RISULTA CHE IN UNA CELLA 4x3, CONDIVISA DA QUASI 20 ANNI CON ALTRE TRE PERSONE, CI SIA LO SPAZIO PER UN.... SALOTTO! PARLARE DI QUESTO NON SIGNIFICA NEGARE I DIVERSI ESEMPI DI VITA DI CHI AFFRONTA, TUTTI I GIORNI, LE DIFFICOLTA' DEL... PANE QUOTIDIANO, ANZI! NON SI PUO', PERO', SEMPRE DIRE CHE... IL PROBLEMA E' UN ALTRO. SE I SOCIALISTI NON SENTONO PIU' COME PROPRI ANCHE QUESTO GENERE DI DIBATTITI CREDO CHE PIACERANNO SEMPRE MENO AGLI ITALIANI. ROCCA DI RADICOFANI, ADDI 17 SETTEMBRE 2008 d.C. GdTj P.S.:ho scritto tutto in maiuscolo soltanto per mettere in rilievo quanto mi stiano a cuore e senta come mie sia la condizione di incivilta' giuridica che e' costretto a vivere Adriano Sofri e sia le difficolta' quotidiane di chi, lottando con la precarieta', cerca di far vivere dignitosamente la propria famiglia.

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  4. Io non so se Sofri sia innocente o colpevole, cioè ho una personale opinione che però vale, come quella di tutti gli altri, quanto il due di coppe.
    Diciamo che, per la legge italiana, per la, anzi, le travagliatissime sentenze egli è colpevole, e sia! Ammettiamolo pure.
    Non entro nella disamina tecnico giuridica affrontata da Riccardo, che però, credo, meriti una qualche attenzione; nonostante ciò, per la legge è colpevole, e sia!
    Non posso dimenticare che la magistratura italiana, tra infiniti pregi, è però anche quella che ha, nei fatti, condannato a morte Enzo Tortora; nonostante ciò Sofri è colpevole, e sia!
    Ma NON è questo il punto.
    La cosa veramente fastidiosa è che qualcuno si arroghi il diritto di intimare il silenzio a qualcun altro, sia anche esso colpevole del più efferato delitto.
    Potrà non piacere, ma Sofri pone questioni che, ben lungi dall'essere salottiere, ci interrogano TUTTI su un periodo cruciale della nostra storia, sia personale che collettiva.
    Non da un sofà, ma da un luogo di detenzione, ci offre spunti e riflessioni che, potranno non piacere, ma hanno il pregio della chiarezza e, per chi sa coglierlo, di sofferta e spietata profondità e complessità.
    Potrà non essere importante per qualcuno, ma non si può non aggiungere, come fa GdT junior, non solo il rifiuto socratico della grazia, ma anzhe la dignità e la compostezza con cui Sofri ha affrontato il carcere, proclamandosi tuttavia sempre innocente.

    Tutto questo potra sembrare irrilevante per qualcuno che, dal pulpito della superiorità che ritiene di avere,cerca di zittire una voce dal carcere solo perchè viene da un carcere, presumendo, senza dirlo, che esistano cittadini di seria A e di serie Z, con diritti diversi.

    Purtroppo, non mi stupisce la posizione di Anna di cui ho imparato a conoscere, come dire, "lo stile", rimango invece perplesso e un po' deluso dalla posizione espressa da Luigi che stimo per persona sicuramente acuta ed attenta e che ha perso l'occasione per una riflessione meno banale che, spero, queste poche righe potranno spingerlo a fare.

    Adelio

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  5. Lo immaginavo. Come altre volte in precedenza, è accaduto ancora che la sintesi a cui costringe i dibatti attraverso i blog, non mi abbia permesso di esprimere il mio pensiero con la necessaria chiarezza. Chiedo venia e provo a chiarire.

    Quando parlo di discussioni “salottiere” non mi riferisco a quelle di Sofri, sulla cui vicenda personale e processuale io non ho verità da dispensare ad alcuno. Egli è un uomo che si trova nella penosissima condizione della privazione della libertà e che, per le “stranezze” del nostro sistema giudiziario, è stato giudicato e condannato in tempi così lontani dall’evento che, sicuramente, i giudici hanno giudicato e condannato – in ogni caso – una persona diversa da quella eventualmente coinvolta nei tragici fatti che gli vengono imputati. Credo, pertanto, che egli abbia tutto il diritto di parlare.
    “Salottiera” mi pare la discussione che altri fanno attorno al caso Sofri, ma non perché esso non meriti attenzione per le questioni importanti che pone, quanto perché ho la sensazione che alcuni parlano di quello che è comunque un caso che trova particolare attenzione nei media proprio perché c’è questa attenzione particolare.
    Magari mi sbaglio e come dice Adelio, le mie sono considerazioni banali. A tutti capita di farne e a me, probabilmente, più che ad altri.
    Rischio ancora di banalizzare, ma io credo che i socialisti dovrebbero essere capaci di farsi riconoscere per idee e progetti forti e che non possano esaurire tutta la capacità di lotta e di proposta nel rivendicare fette di potere e leggi elettorali che gli consentano di sopravvivere.
    Temo che così facendo cadiamo nel trappolone di Berlusconi che vorrebbe far credere all’Italia che il problema sono i suoi processi, l’Alitalia, il ponte sullo stretto ed intanto i supermercati, dopo il venti del mese, sono pressoché vuoti e qualcuno, tra coloro che li frequentano, si aggira tra i banchi non per fare acquisti "legali", ma per appropriarsi di una porzione di spaghetti.
    Magari anche questo potrà sembrare (ed essere) banale, ma io credo che una scelta dovremmo farla e decidere se dobbiamo occuparci dei diritti dei più deboli, comprese le vittime di un sistema giudiziario a volte aberrante, o se questo tema lo dobbiamo lasciare alla c.d. sinistra radicale ed ai centristi di Casini.

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  6. Ecco, ora ti riconosco e, come spesso mi capita non senza una specie di trasalimento, non posso che dirmi perfettamente daccordo con te.
    Mi dovrei preoccupare?
    Adelio

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  7. Il mio articolo su Sofri, è figlio di un blog, dove numerosi giornalisti si sono riuniti in chat e hanno dato il loro contributo, con spunti, riflessioni e dichiarazioni importanti su questa vicenda. Volutamente non ho parlato di grazia, né di carcere. Dico solo che Sofri s’è spinto più in là e dovrebbe rimanere in silenzio...indipendentemente dalla sua condizione. Fare un esempio sul caso Tortora è fuori luogo. Non è affatto la stessa cosa! Allego il finale dell'editoriale di un collega, pubblicato ieri, in data 17 settembre, seguendo la scia del dibattito interno tra giornalisti in chat sul caso Sofri. E è andato molto più in là del Caro Sofri, resta un po’ in silenzio. Ed è editorialista stimato e di sinistra:

    ……In questa settimana, invece, dopo aver tentato di mettere Licia Pinelli contro Mario Calabresi, dopo essersi indignato perché il figlio del commissario era invitato «come vittima del terrorismo» all’Onu (!), Sofri è rimasto solo, nessuno di tutti questi ha parlato per lui. Oggi ha scritto persino a Il Riformista per dire che non sta scrivendo un libro con la Pinelli. Scrive dappertutto. Non lo difende nemmeno Ferrara. Tacciono gli intellettuali e i leader. Adriano Sofri è solo: vede Mario Calabresi e lo scambia per il demonio, o per la reincarnazione del padre (che forse per lui è lo stesso). Sofri è solo, è la cosa non è triste per lui. Ma per tutti quelli che in questi anni gli hanno creduto. E ora non lo seguono più”.

    Ad Adelio, so che accetterai la provocazione…Ricordati, mai sottovalutare la capacità che ha un uomo di sottovalutare una donna.

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  8. Continuo a non essere d'accordo con le argomentazioni dell'editorialista anche se e', come afferma Anna (piuttosto AUGURONI di Buon Compleanno da tutti gli... abitanti della Rocca), "stimabile e di sinistra". Debbo, pero', purtroppo, convenire con le sue conclusioni. Nel momento in cui Sofri ha sollevato una questione complessa e delicata molti pseudo intellettuali e leader, seguendo la peggiore tradizione italiota, sono rimasti in silenzio o... scappati! Io, nel mio piccolo, continuo a credere ad Adriano ed a seguirlo. Rocca di Radicofani, addi 18 Settembre 2008 d.C. GdTj

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  9. Il fatto che qualcuno abbia detto una corbelleria, dal mio punto di vista, più grossa della tua, dal mio punto di vista, non giustifica la tua che rimane, dal mio punto di vista, una corbelleria.

    Inoltre, accettando la provocazione, dico che il tuo riferimento al tuo sesso fa parte di quell'attegiamento vittimistico tipico di un certo "donnismo" di maniera, molto politically correct ma che, ti assicuro, non c'entra proprio niente: io non sottovaluto le donne, semplicemente non sono daccordo su quello che hai scritto su Sofri e il fatto che tu per avallare quello che pensi, hai bisogno di ricorrere alla citazione di altre persone e al tuo sesso è un fatto che riguarda solo te.

    Figurati che, in quanto doppia tessera, milito in un partito che, mentre gli altri cianciano di quote rosa, ha avuto contemporaneamente segretario, tesoriere, presidente e ministro quattro donne.

    Adelio

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