martedì 29 luglio 2008

Veltroni-Ferrero: non c'è leason

Frida Roy, 28 luglio 2008, 20:55

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Veltroni-Ferrero: non c'� leason Il punto


E' inevitabilmente il giorno post Chianciano anche a via del Nazareno, dove l'elezione di Paolo Ferrero a segretario certo non ha fatto piacere, ma dove allo stesso tempo non ci si abbandona alla delusione più nera. Nonostante sia tramontata ogni speranza di intese per il rilancio di un nuovo centrosinistra (e qui, forse, è più forte la delusione dalemiana, anche se ormai l'ex responsabile degli esteri sembra guardare in direzioni più centriste). Gli occhi democratici sono tutti puntati sulla componente di Nichi Vendola (preferito rispetto all'ex ministro valdese) con un interrogativo di fondo a girare viziosamente nella testa: quanto potrà resistere sotto lo schiaffo dei duri e puri di Ferrero e Grassi? Si aspetta, come l'antico detto che consiglia di sedersi sul bordo del fiume per intercettare, con pazienza, il cadavere del "nemico". L'unica urgenza, ed in questo caso la fretta è d'obbligo, riguarda gli equilibri locali.

Il Pd dimostra di non temere grandi sommovimenti e dissimula che siano arrivati segnali di possibili frantumazioni dell'asse costruito in passato con Rifondazione. Dunque l'elezione di Ferrero non dovrebbe comportare grandi stravolgimenti. Oggi è tutto sotto controllo. Ma domani, cosa accadrà? Qualsiasi situazione si determinasse, i democratici sembrano intenzionati a mantenere la linea di sempre: alleanze solo su base programmatica, ma senza pregiudiziali nei confronti di nessuno.
E, dunque, via all'analisi caso per caso.

Le elezioni amministrative incombono, ma soprattutto ad incombere è la situazione dell'Abbruzzo, dove con grandi difficoltà il Pd cerca di rimettersi in moto a seguito dello tsunami che lo ha investito con il caso Del Turco. In novembre infatti si apre la partita per la sostituzione del governatore regionale. Ma anche dalla Calabria non arrivano segnali positivi. Uscita nel 2007 dalla giunta, con l'assessore al lavoro Nino De Gaetano, Rifondazione da un mese tenta di rientrarvi. La scelta questa volta è caduta su Damiano Guagliardi. Qui nel Sud, dunque, le parole di Ferrero di oggi non sono accolte positivamente. L'ipotesi di un rentree del partito è infatti definita dal segretario "una cosa pessima politicamente e moralmente", mentre il rappresentante Pino Scarpelli tenta di minimizzare, rimarcando comunque l'autonomia decisionale locale: "non facciamo qualcosa contro qualcuno ma per il bene della Calabria". Infatti, spiega, "siamo usciti dalla giunta dopo aver chiesto una inversione di tendenza che non c'è stata. Poi è cambiata la giuta". Come a dire: valutiamo noi. A rendere evidente il carattere anche nazionale che la partita può assumere, ci pensano le parole pronunciate da Vendola domenica: "Le decisioni politiche del partito sul territorio devono essere prese dai circoli e dagli organismi dirigenti locali", spiegava il governatore pugliese di fatto mettendo in discussione la linea della fine delle alleanza del centrosinistra promossa dal neosegretario.

Anche Veltroni, in questo clima in cui vengono allo scoperto le intenzioni politiche che si vogliono seguire, rompe il riserbo e commenta l'elezione di Ferrero chiarificando l'atteggiamento che intende assumere. "Auguri di buon lavoro, ma non posso non registrare che chi ha vinto è chi ha avuto le posizioni più estreme. Questo sanziona una differenza molto profonda tra l'attuale gruppo dirigente e una prospettiva riformista". Dunque rottura, ma senza sostituzioni, perché se il Prc non è più un referente, non saranno i centristi di Casini a prenderne il posto. "Noi pensiamo solo a noi stessi, perché la cosa peggiore sarebbe metterci nel gioco dell'oca e delle alleanze. Avremo più avanti tutto il tempo di discutere di queste cose".

L'Udc no, ma Sinistra democratica, Verdi e Costituente socialista? Forse, ma sempre tenendo ferma la barra della vocazione maggioritaria. Per Claudio Fava, leader di Sd, quanto emerso da Chianciano è "un passo indietro e non per Ferrero come persona, ma per il ritorno ad un partito minoritario dalla bandiera rossa". Pur senza il Prc, fanno sapere dal movimento, si proseguirà sulla strada della Costituente e di un nuovo centrosinistra, magari lavorando con il Sole che ride di Grazia Francescato e i Socialisti di Nencini, disponibili anche a salire a bordo della nave democratica a patto che non imbarchi Casini. A sinistra infatti le acqua continuano a muoversi, certo di fronte a un quadro cambiato con la designazione della nuova segreteria falcemartello doc. La volontà di riannodare i fili comuni dopo la deriva di aprile è testimoniata dall'iniziativa prevista sabato prossimo alla festa di Sinistra democratica vicino Napoli, dove si confronteranno in un faccia a faccia proprio Fava, Vendola e Francescato.

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