martedì 15 luglio 2008

Il rischio del braccio di ferro

da http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=8525


E se il presidente non firmasse?

Renzo Butazzi, 14 luglio 2008, 11:15

Riflettendoci su... Un braccio di ferro tra Napolitano e il governo porterebbe ad un quadro politico allarmante, in cui potrebbe profilarsi la candidatura di Berlusconi al Quirinale. Ecco perchè chi critica il capo dello Stato sbaglia



Alcuni personaggi, la cui voce ha una certa risonanza tra gli elettori di sinistra, criticano il Presidente della Repubblica accusandolo di avere la firma facile nel promulgare leggi indecenti.

Fermo restando che quelle leggi sono indecenti, per valutare meglio il comportamento del Presidente è utile ricordare cosa dicono gli articoli 74 e 86 della Costituzione. Il primo prevede che il Presidente, con messaggio motivato, possa rinviare una legge alle Camere chiedendo una nuova deliberazione. Se le Camere approvano nuovamente la legge, anche senza modifiche che accolgano le osservazioni del Presidente, questa deve essere promulgata.

Se ciò accade il Presidente ha due alternative: ingoiare il rospo o non ingoiarlo. Se lo ingoia la sua figura viene ulteriormente indebolita di fronte al governo e agli italiani. Non si può neppure far finta che rappresenti una garanzia di qualcosa.
Se non intende ingoiare il rospo ha una sola via d'uscita per salvare la propria dignità umana e politica: dimettersi.

Ma se si dimette, l'articolo 86 stabilisce che le sue funzioni vengano esercitate dal Presidente del Senato fino a che non entrerà in carica un nuovo Presidente, le cui elezioni devono essere indette entro quindici giorni.

Se un braccio di ferro tra Giorgio Napolitano e il Governo portasse alla sconfitta del Presidente della Repubblica, come sarebbe probabile con il Parlamento che abbiamo, ci troveremmo, almeno per due settimane, con il senatore Schifani presidente supplente della Repubblica e il solito Berlusconi capo del Governo e quasi certamente candidato alla presidenza della Repubblica.

In una situazione del genere, con gran parte dell'elettorato favorevole alla politica che questi esponenti del centrodestra rappresentano, in due settimane potrebbero accadere molte cose sgradevoli e magari definitive per la nostra democrazia.

Coloro che criticano il "migliorista" Giorgio Napolitano per la sua debolezza - apparente o caratteriale che sia - vorrebbero davvero correre un rischio tanto pericoloso?

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