martedì 8 luglio 2008

IL CONGRESSO DEL PSOE

Psoe, le idee del futuro

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Elena Marisol Brandolini, da Madrid, 07 luglio 2008, 18:15

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Psoe, le idee del futuro Giunge a conclusione il 37° congresso dei socialisti spagnoli riuniti a Madrid. Un'assise con cui questa forza politica ha provato a ritrovare una connessione con la realtà e con il paese, che ultimamente sembrava smarrita. Al centro della proposta, il cittadino come protagonista del cambiamento. Una ricetta squisitamente zapateriana

Le note dell'Internazionale accompagnano le ultime immagini del 37° congresso dei socialisti spagnoli, riuniti a Madrid. Sul palco, il nuovo gruppo dirigente del partito: tante donne e giovani. Per tutti, l'appena eletta segretaria d'organizzazione del PSOE, Leire Pajín, 31 anni ed un curriculum da fare invidia, sostituisce José Blanco, che diventa formalmente il numero due del partito, il vicesegretario.

Così, in un rituale dove s'incontrano l'antico col moderno, si è chiusa l'assise del partito socialista spagnolo, all'inizio della sua seconda esperienza di governo dopo i difficili anni della dominazione del PP.

Un congresso facile, probabilmente, dopo la vittoria elettorale di marzo; dove non ne è mai stato messo in discussione il leader, tutt'altro. Eppure, collocato in una congiuntura politica difficile, con la crisi economica che incalza ed il modello di coesione istituzionale in continua evoluzione.

Un congresso che ha provato a ritrovare una connessione con la realtà e con il paese, che ultimamente sembrava smarrita. "Abbiamo parlato più che ai socialisti ai cittadini, più che al partito al paese", ha detto, nelle sue conclusioni, il segretario generale José Luis Rodríguez Zapatero, affrontando, finalmente, i temi economici. Un'analisi che ha preso il via riconoscendo l'esistenza di difficoltà serie e riaffermando un'impostazione squisitamente socialdemocratica, quella che vuole i socialisti schierati a difesa degli interessi dei più deboli della società. Partendo dalla tradizione secondo cui il socialismo è un progetto di convivenza, integratore delle classi subalterne nel benessere sociale ed economico, per giungere, o meglio tornare, all'innovazione di quel socialismo dei cittadini che fu motore della sua vittoria dentro il partito, otto anni fa, e dell'iniziativa dei primi anni della passata legislatura di governo.

Passaggio visibile anche nel vocabolario scelto ad indicare il futuro del socialismo, al cui programma ideale sarà impegnata una nuova fondazione del partito guidata da Jesús Caldera, ex-Ministro del Lavoro. Si chiamerà "IDEAS", acrostico di "Igualdad", "Derechos", "Ecología", "Acción", "Solidaridad".

Capitoli che il congresso ha già iniziato a declinare nella sua discussione, con il testo del documento di base emendato in vari punti. In primo luogo, sui temi dei diritti e della laicità dello Stato, vera icona, ora come allora, della nuova fase del percorso socialista: ammettendo la necessità della revisione dell'attuale normativa sull'aborto e della sua depenalizzazione; aprendo il dibattito sul diritto ad una morte degna ed a una sua prima regolamentazione; impegnandosi a riconoscere il voto agli immigrati per le elezioni comunali. Prevedendo, inoltre, la revisione della Legge Organica sulla Libertà Religiosa, con la soppressione progressiva della simbologia religiosa negli spazi ed atti pubblici.

Interessanti anche alcune notazioni riguardanti il modello di sviluppo economico. In particolare, si è voluto attenuare la pericolosità insita nel concetto di "flexiseguridad", riconducendolo all'interno della contrattazione collettiva; è stata ribadita la contrarietà alla proposta europea di allungamento della giornata lavorativa a 60-65 ore; si è voluto esplicitare il valore positivo della progressività del sistema fiscale; si è ragionato di prolungamento della vita attiva; si è voluto indicare, come condizione d'efficienza, la necessità che qualunque bilancio pubblico venga accompagnato da un rapporto sull'impatto di genere delle politiche indicate; si è rafforzata l'opzione del ricorso alle energie pulite e rinnovabili.

Ed ancora, il riconoscimento della realtà plurale della Spagna, di quella Spagna "che parla in una lingua e in varie", ha sostenuto Zapatero; anche qui rinnovando un'idea sostenuta nel passato e tornata efficace contro l'attacco in corso da parte dei popolari nei confronti delle lingue diverse dal castigliano.

Nella suggestione proposta da Zapatero, il cittadino è al centro della politica socialista e si vuole fare del cittadino il protagonista del cambiamento. Un tentativo di uscire dalla crisi dei sistemi ideali dei movimenti socialisti e progressisti del Novecento, riproponendo un'idea di sinistra che, consapevole delle proprie radici, cerca una risposta nuova nelle trasformazioni delle società.

Ne emerge un partito dall'accentuata connotazione progressista, che usa il governo come strumento, cammino verso il futuro.

Ma, ovviamente, sarà proprio nell'azione del governo che si misurerà questa capacità di proiezione futura.

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