venerdì 4 luglio 2008

Socialisti, ecco il programma

Socialisti, ecco il programma

Andrea Scarchilli - 03 luglio 2008
www.aprileonline.info

Socialisti, ecco il programma Intervista a Riccardo Nencini, segretario annunciato del Ps alla vigilia del congresso fondativo. La nuova organizzazione partitica, basata sul modello federale e il ricorso costante a "primarie delle idee", le priorità dell'opposizione, la richiesta secca a Veltroni per l'alleanza: rompere con Di Pietro e sostituirlo con l'Udc

Alla vigilia del Congresso fondativo del Partito socialista, quello che porrà ufficialmente fine alla "diaspora" che è seguita alla dissoluzione di quel Psi dissolto dalle inchieste di Tangentopoli, ad "Aprileonline" parla Riccardo Nencini. Il presidente del Consiglio regionale toscano sarà con tutta probabilità il primo segretario ufficiale dei socialisti riunificati, dopo la gestione emergenziale di Enrico Boselli terminata con il deludente risultato alle elezioni dell'aprile scorso (0,9 per cento alla Camera, 0,7 al Senato). Nencini pensa a un partito nuovo, federato e strutturato attraverso l'utilizzo costante di primarie aperte, a un'alleanza con il Partito democratico a cui chiede di rinunciare all'apparentamento con l'Italia dei valori e aprire a forme di collaborazione con l'Udc. Per quanto riguarda la definizione dei rapporti con il resto della sinistra, aspetta prudente la fine del ciclo dei congressi di luglio.

Da domenica, a Montecatini, sarà il nuovo segretario dei socialisti riunificati. Dopo la brutta doccia fredda delle elezioni dello scorso aprile, su quali basi pensa di far rialzare il partito? Quale sarà la linea politica?
La imposteremo secondo campagne pubbliche che abbiamo già definito. La prima sul merito e la responsabilità, la seconda sullo statuto del lavoro e il mondo dei precari e una terza - "Restituire il denaro ai cittadini" - sulla possibilità di depurare alcune bollette (come quelle dell'energia, della telefonia, dell'acqua e dei rifiuti) dalla cosiddette voci improprie, arrivando a risparmiare 500 euro annui a famiglia. Sarà un partito nuovo, con un'organizzazione che vuole essere un modello anche per gli altri partiti.

Quali saranno le novità dal punto di vista organizzativo?
Intanto ci sarà un gruppo dirigente completamente rinnovato. Poi si caratterizzerà per una struttura federale, con le diramazioni locali che avranno un peso maggiore. Sarà, poi, un partito che si muoverà attraverso le "primarie delle idee", consultazioni su grandi questioni sulle quali i cittadini potranno stabilire le loro priorità. Sarà un partito che si muoverà in modo radicale: molta società italiana e poca politica dei partiti, diciamo così.

"Primarie delle idee"? Rivolte agli iscritti?
No, saranno aperte a chiunque vorrà parteciparvi.

Si porrà da subito il "problema" di parlare con il maggiore partito d'opposizione, il Pd. Quali proposte e idee sottoporrete al segretario Veltroni?
Faremo una proposta precisa a Veltroni, che rompa ogni forma di apparentamento con Di Pietro per creare un'opposizione con un profilo riformista decisamente forte e visibile e che quindi comprenda anche l'Udc. Un'opposizione riformista e cattolica, socialista e democratica, dentro e fuori il Parlamento.

Basata su quali priorità?
Innanzitutto l'economia, il potere d'acquisto delle famiglie. Poi viene la riforma istituzionale.

Quali proposte?
Sul tema economico siamo particolarmente sensibili. Nell'ultima campagna elettorale, al primo posto del nostro programma figurava la proposta di detassare i salari fino a mille euro. Da qui vogliamo ripartire, assieme alla richiesta di nuove tutele per il mondo del lavoro precario. In Italia ci sono più di tre milioni di lavoratori, quasi tutti tra i diciotto e i trent'anni, che hanno un contratto di lavoro a tempo determinato. Esiste una gamma di 48 contratti atipici, tutti senza garanzie. La prima cosa da fare è dare dignità a chi lavora e consentirgli di usufruire dei diritti fondamentali.

Quando fa riferimento alla necessità di una riforma istituzionale, pensa anche a modificare la legge elettorale?
No, è l'unica cosa da non fare. Negli ultimi anni abbiamo riformato indirettamente la Costituzione attraverso la stesura di nuove leggi elettorali. Ne sono usciti risultati parziali. C'è bisogno, invece, che tutte le forze politiche si occupino di ridisegnare il campo di gioco.

Ridisegnare il campo di gioco... cosa va fatto, più nel dettaglio?
Le faccio due esempi. Il primo riguarda il capo del governo: noi non abbiamo l'elezione diretta del premier esplicitamente menzionata nella Costituzione, eppure di fatto l'abbiamo introdotta attraverso le modifiche alla legge elettorale. Tanto varrebbe, allora, intervenire direttamente in questo senso sulla Carta costituzionale. Poi si può prendere spunto da un caso di questi giorni per fare un secondo esempio. Io penso che quando Maroni scheda i bambini rom commette atti di xenofobia. La Costituzione italiana, però, non parla di xenofobia visto che nel 1948 questo problema non era vissuto come primario. Andrebbe, allora, allargata la parte prima della Costituzione inserendo i cosiddetti diritti di terza generazione.

Per quanto riguarda, invece, i rapporti con la sinistra che alle scorse elezioni si è presentata sotto le insegne dell'arcobaleno, ha in mente delle forze con cui impostare da subito un dialogo?
Aspettiamo gli altri congressi, il mese di luglio li porterà a compimento. Serve a una valutazione complessiva dopo quello che, inevitabilmente, sarà un processo di scomposizione e ricomposizione ulteriore. Aspettiamo di vedere quella che succederà, con parte di quella sinistra non c'è dubbio che ci saranno possibilità di discutere e di confrontarci concretamente.

Aspetta di vedere le evoluzioni che avranno luogo all'interno di Rifondazione comunista?
Aspetto Rifondazione, aspetto i Verdi, aspetto il Pdci che potrebbe tornare a issare le vecchie bandiere.

A poche settimane dal congresso, una parte del suo partito ha aperto un dialogo con i radicali e altre personalità della sinistra per la costruzione di un nuovo soggetto liberaldemocratico. Come guarda al dibattito che ha preso le mosse dalla cosiddetta assemblea dei mille di Chianciano Terme?
Si è aperto un dibattito tra Mauro Del Bue e altri partiti, altre personalità...

Quindi è un movimento minoritario, che non intende prendere in considerazione?
Non dico questo, dico che va definito il progetto di Chianciano. C'è stata una prima riunione, il disegno non è ancora chiaro. Con i radicali c'è una vecchia amicizia e continuiamo a guardare con attenzione a quello che fanno.

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