giovedì 3 luglio 2008

*Liberata Ingrid Betancourt*

Liberata Ingrid Betancourt

www.partitosocialista.it
02/07/2008

Ingrid Betancourt e altre 15 persone tenute in ostaggio dalle Farc sono state liberate con un blitz dalle forze armate colombiane. Lo ha annunciato il ministro della difesa colombiano Manuel Santos. Il ministro ha reso noto, nel corso di una conferenza stampa, che l'ex candidata presidenziale francese-colombiana, nelle mani delle Farc dal 23 febbraio 2002, e gli statunitensi Thomas Howes, Keith Stansell e Marc Gonsalves, sequestrati nel 2003, sono stati liberati in un accampamento delle Farc.

“E’ con immensa gioia che accogliamo la notizia della liberazione di Ingrid Betancour, che finalmente dopo oltre sei anni di prigionia viene restituita alla sua famiglia e ai suoi affetti” Lo afferma Pia Locatelli, presidente dell’Internazionale socialista donne e capodelegazione del Ps al parlamento europeo, che si è battuta a lungo per la liberazione della senatrice francese, richiamando l’attenzione sul suo caso in occasione della seduta plenaria della commissione sulla condizione delle donne alle nazioni Unite e attuando una raccolta di firme che sono state consegnate all’ambasciatore colombiano. “Simbolo della lotta a corruzione e narcotraffico in Colombia, prosegue l’esponente socialista - la Betancourt ha sopportato con coraggio e la dignità una lunga e difficile prigionia, pagando un altissimo prezzo per il suo impegno sociale e politico. La sua liberazione rappresenta una vittoria e una speranza per tutte le altre donne che si trovano tuttora private della libertà a causa dei loro ideali.”
"E' una notizia straordinaria. – ha aggiunto Vittorio Craxi - Apre un raggio di sole per la situazione colombiana. E' una vittoria della comunita' internazionale".
“La liberazione di Ingrid Betancourt 'e' motivo di felicita' e soddisfazione per la Toscana e per tutti coloro che hanno a cuore il rispetto dei diritti umani. La Toscana e il suo Consiglio regionale sono da sempre impegnati nelle battaglie per la difesa dei diritti della persona: quello di oggi e' per tutti noi un giorno di gioia e di speranza”. Cosi' il presidente del Consiglio regionale toscano, Riccardo Nencini, ha accolto la notizia della positiva conclusione della prigionia di Ingrid Betancourt e della liberazione di altri 14 prigionieri. Nencini ha ricordato che pochi giorni fa, a Firenze, era stata la figlia Melanie a ritirare, a nome della madre ancora ostaggio dei guerriglieri, il Premio Galileo per la liberta' del pensiero che una giuria internazionale le aveva assegnato “per il suo straordinario impegno civile e la sua coraggiosa resistenza”.


Ingrid Betancourt è libera

02 luglio 2008, 22:38
www.aprileonline.info


Dopo oltre sei anni, è finito il calvario di Ingrid Betancourt: l'esercito colombiano ha liberato l'ex candidata presidenziale e altri 14 ostaggi in mano alle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) - tre americani e undici militari colombiani - in un blitz nella regione meridionale di Guaviare

L'incubo è finito. Ingrid Betancourt è libera. Lo ha annunciato il ministro di Difesa colombiano, Juan Manuel Santos, in una conferenza stampa a Bogotà, nella quale ha definito il blitz "una operazione senza precedenti, che passerà alla storia".

Figlia della senatrice Yolanda Pulecio, e senatrice a sua volta, Ingrid Betancourt, liberata oggi da un blitz dell'esercito colombiano, era da oltre sei anni (23 febbraio 2002) in mano alle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), e le numerose campagne condotte in tutto il mondo per la sua liberazione, l'avevano trasformata di fatto nel simbolo di tutte le persone prese in ostaggio nella lunga crisi colombiana.

Nel video e nella lettera inviate dalla guerriglia nel novembre 2007 come prove della sua sopravvivenza, la Betancourt appare come una donna senza speranza, praticamente allo stremo, solo l'ombra della leader politica combattiva e di carattere, che aveva retto con coraggio i primi anni di prigionia. Da donna finalmente libera i bollettini medici parlano di "buone condizioni fisiche", facendo trarre un sospiro di sollievo. Lei stessa ha chiarito che le immagini diffuse nel febbraio scorso la mostravano mentre era convalescente. Ingrid Betancourt ha parlato a lungo, sulla pista della base militare di Catam.
'Prima di tutto - ha detto - voglio ringraziare Dio e i soldati della Colombia'. 'Credo - ha aggiunto - che la liberazione degli ostaggi 'sia un segnale di pace per la Colombia'. Ha anche espresso la sua gratitudine per l'appoggio datole dai media internazionali: 'Devo molto ai mezzi di comunicazione, se non fosse per loro, forse adesso non sarei viva', ha detto alternando frasi in francese ad altre in spagnolo.

La Betancourt ha voluto ricordare anche la sorte degli altri ostaggi in mano alle Farc ed a altri gruppi armati colombiani, vivi o morti. Agli ostaggi in mano alle Farc, ha promesso che 'vi porteremo tutti fuori', aggiungendo che 'dobbiamo ricordare anche chi non è tornato, chi non potrà più tornare', ha aggiunto, includendo nel suo pensiero tanto i sequestrati in mano a gruppi guerriglieri, che li usano come moneta di scambio per accordi umanitari, come quelli 'sequestrati per profitto' Ingrid ha avuto anche un pensiero particolare per la Francia, la sua seconda patria, nelle sue dichiarazioni dopo la liberazione: ha usato varie volte il francese, ringraziato il presidente Nicolas Sarkozy.

Nata il giorno di Natale del 1961, ha studiato a Parigi, dove il papà, Gabriel Betancourt, era ambasciatore presso l'Unesco.
Che avrebbe fatto strada lo predisse il poeta cileno Pablo Neruda, che un giorno, dopo aver letto una sua poesia, sentenziò: "Questa bambina andrà lontano".

Il blitz per liberarla è stato, secondo il ministro dell'Interno Fabio Valenzia, un'operazione come "uno non se la immaginerebbe nemmeno in un film". La liberazione, ha precisato, è stata resa possibile da un inganno: ai guerriglieri che detenevano gli ostaggi è stato comunicato un falso ordine interno delle Farc secondo cui i sequestrati dovevano passare sotto il controllo del comandante del gruppo armato, Alfonso Cano. E' così, ha raccontato Valencia, che è stato possibile mandare un elicottero nella zona dove si trovavano gli ostaggi senza destare i sospetti dei guerriglieri.
Da parte sua, il generale Jaime Padilla de Leon, descrivendo in dettaglio la 'Operazione Scacco' con la quale sono stati liberati gli ostaggi, ha aggiunto che due guerriglieri delle Farc sono stati catturati durante il blitz.
L'operazione, ha spiegato, era organizzata in tre fasi: la prima ha consistito nell'individuazione della zona dove gli ostaggi erano trattenuti dalle Farc, nella regione di Guaviare (sud del paese) un 'lavoro di intelligence e infiltrazione' della cupola del gruppo guerrigliero e la seconda nell'operazione di riscatto.
La terza fase, ha aggiunto Padilla de Leon, consisteva nel piano alternativo preparato in caso l'operazione di riscatto fallisse, il che non è avvenuto.

L'operazione militare è stata definita 'brillante' e 'un grande successo' dal Dipartimento di Stato americano, che ha sottolineato che Washington 'è stato informato prima' sul blitz ma non ha avuto alcun ruolo nel suo svolgimento. I tre 'contractors' statunitensi liberati sono Thomas Howes, Marc Gonsalves and Keith Stansell. Eppure non è passato inosservato il fatto che proprio nelle ore immediatametne antecedenti al blitz militare si trovasse in Colombia il senatore John McCain, candidato repubblicano alla Casa Bianca. Una visita durante la quale l'esponente repubblicano ha incontrato il presidente Uribe e ha riconfermato "l'amicizia" e la "totale sintonia politica" tra i due paesi.

La liberazione di Ingrid e degli altri 14 ostaggi delle Farc rappresenta una sconfita militare durissima per l'organizzazione ribelle e, al contrario, un grande successo politico e militare per il presidente colombiano Alvaro Uribe, e aumenta considerevolmente la possibilità di una sua rielezione per un terzo mandato, sebbene la costituzione del paese attualmente lo proibisca. Gli osservatori politici infatti concordano nel ritenere che il blitz abbia rafforzato la posizione di Uribe -accusato di connivenza con le formazioni paramilitari di estrema destra e di essere stato rieletto, nel maggio 2006, in modo irregolare - nel braccio di ferro che lo vede opposto alla Corte Suprema di giustizia.




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