martedì 8 luglio 2008

Cesare Serrini - Opinioni e Commenti - cesare.serrini@tin.it

I SOCIALISTI E IL CONGRESSO
di Cesare Serrini

La soluzione unitaria sancita dal documento politico che ha recepito la parte più significativa della mozione 2 (“Prima la politica”) consentendo la convergenza sulla nomina a segretario del Ps di Riccardo Nencini e a presidente della assemblea nazionale di Pia Locatelli, costituisce un passo in avanti importante per tutti coloro – come è stato scritto – che vogliono provare a resuscitare un nome, una tradizione, una passione annichilite dagli eventi e dagli errori.

Non rappresenta ovviamente la soluzione dei problemi perché molte sono le cose non fatte e che devono invece essere fatte.

Il rispetto rigoroso delle regole spesso violato nella fase congressuale, il recupero della capacità di elaborazione programmatica attraverso il coinvolgimento per gruppi di interesse (o per progetti) di iscritti, simpatizzanti, associazioni culturali, il superamento di logiche padronali caratterizzanti il comportamento di alcuni, sono il vero banco di prova dei gruppi dirigenti usciti da Montecatini.

Molto opportunamente Riccardo Nencini ha anticipato un percorso che dovrebbe portarci rapidamente a nuoveprimarie delle idee” ed agli “ stati generali del lavoro e della conoscenza”.

Ebbene, cominciamo sin d’ora a definire per le Marche i temi su cui sviluppare un progetto di qualità, coinvolgendo i non pochi giovani inseriti nei nuovi organismi, le energie e le intelligenze che ci sono e che sono disponibili a lavorare per una nuova stagione del Ps, sia pure ad una condizione: che venga cioè segnata una discontinuità netta rispetto a pseudo dibattiti monotematici su assessorati da richiedere non in funzione di una “visione” di società ma della prevalenza dell’un candidato sull’altro (salvo poi non ottenerne alcuno), su presidenze di bocciofile, parcheggi, case di riposo e/o simili.

In questi giorni i socialisti sono scesi in piazza per sostenere il Presidente Napolitano contro il giustizialismo becero dei Flores, dei Di Pietro, dei Pancho Pardi e compagnia bella (o brutta).

Si tratta di un bell’inizio.

Massimo Seri, cui il congresso regionale di Sirolo ha assegnato un compito delicato può – se vuole – rendere possibile un salto di qualità e contare in tal modo sul sostegno di quanti lo ritengono indifferibile: l’alternativa di un presente di basso profilo destinato a rimanere privo di futuro, impedirebbe infatti a molti di dedicare al nuovo soggetto politico anche un solo minuto del proprio tempo.

Se son rose, fioriranno.

Cesare Serrini

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