venerdì 7 novembre 2008

07/11/2008 - “La questione della collocazione internazionale, come confermato da una recente intervista di Tonini, finirà col lacerare il Partito democratico”. “Questo autorevole dirigente politico, infatti, è venuto a spiegarci che il Pse sarebbe un mero residuo del passato quando, al contrario, esso rappresenta l’unica famiglia in Europa che lega la maggioranza assoluta dei voti dei cittadini europei, nonché i più prestigiosi leader di Governo e di opposizione dei 27 Paesi membri dell’Unione”. “Mi domando se, di fronte a tali considerazioni offensive, i compagni D’Alema e Fassino non abbiano nulla da dire. In particolar modo quest’ultimo, reduce assieme a me addirittura da un summit internazionale del Pse tenutosi in questi giorni a Bruxelles”. “Proprio non si capisce in quale ‘deserto’ vogliano collocarsi i democratici italiani, posto che non esiste al mondo iniziativa politica paragonabile a quella dell’Internazionale socialista, tanto meno in Europa”. “La posizione di Tonini, espressa a nome della Segreteria nazionale del Pd, è dunque grave e preoccupante. Questa ‘sortita’ riapre una questione, all’interno della sinistra italiana, che in realtà non si era mai chiusa a causa dell’anomalia politica rappresentata proprio dal Partito democratico e dalla profonda ambiguità che sta contrassegnando la sua esistenza nell’ambito delle scelte internazionali”. “Io credo che il Vicepresidente dell’Internazionale socialista debba, a questo punto, assumere un’iniziativa di chiarimento definitivo nell’interesse generale di tutta la sinistra di ispirazione socialista del Paese: il Ps, dal canto suo, non potrà che incoraggiarla in questa direzione”.
ttore di sollecitazione e di solidarietà».

Craxi: ''Governo in caduta libera''

7/11/2008 - “Il Governo, come dimostra un sondaggio di stamattina, perde consensi e cade vertiginosamente il prestigio dei singoli ministri, a causa di iperattività senza reale costrutto, come nel caso del ministro Brunetta, o per manifesta incapacità o sciatteria, come nei casi dei ministri Carfagna e Prestigiacomo”. Lo afferma Bobo Craxi, del Partito socialista. “A ciò si aggiungono”, prosegue Craxi, “le imbarazzanti gaffes, sul piano internazionale, garantite dal Capogruppo del Pdl al Senato e persino dal premier. Non è una buona cosa per l’Italia, perché al momento non possiamo contare su una realistica alternativa”. “All’opposizione, una figura come quella di Barack Obama, allo stato, è introvabile. E ciò rappresenta un grave limite. Va tuttavia perseguita”, conclude il dirigente socialista, “un’alternativa a questo stato di cose”.


07/11/2008 - Il segretario socialista ha ricordato stamani a Milano le battaglie di Giacomo Brodolini, il padre dello Statuto dei diritti dei lavoratori, per dare una più alta condizione di dignità al lavoro precario.
«Non proclamazione solenne di principi, ma garanzia di una più alta condizione di dignità, di libertà e di responsabilità del cittadino lavoratore. Questo era lo spirito che animava il padre dello Statuto dei lavoratori, Giacomo Brodolini, quando affrontava anche il tema del lavoro precario e delle norme con le quali intendeva tutelarlo». Lo ha sottolineato, ricordando a Milano la figura di Giacomo Brodolini, ministro del lavoro nel 1968, il segretario del Ps Riccardo Nencini. Nell'occasione Nencini ha rilanciato la campagna pubblica dei socialisti sul precariato, con la raccolta di firme sulla pdl di iniziativa popolare in corso in questi giorni. Le altre tre proposte di legge riguardano Pacs, carovita e riforme istituzionali.
«Un socialista e un riformista esemplare – ha continuato Nencini – al quale dobbiamo guardare oggi, che ci troviamo ad affrontare, ancor più di ieri, il dramma del precariato e degli strumenti per risolverlo. Le scelte di politica economica che non risolvono il problema dei precari ma che tendono a rimuoverlo dall' agenda politica sono miopi e contengono i semi di una conflittualità sociale che il governo tende a sottovalutare». «Perfino la costruzione di una Europa democratica e unita – ha concluso Nencini - passa dalla difesa coordinata dell' interesse dei lavoratori, specialmente dei più deboli, e assegna a noi riformisti il compito di essere sempre più decisivi nel diventare un fattore di sollecitazione e di solidarietà».


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