giovedì 27 novembre 2008

Bene, coordiniamoci ma anche con Pd Idv e Ps"

http://www.sinistra-democratica.it

Allora che si fa Claudio Fava? Ci coordiniamo? Ma ci coordiniamo anche in vista delle elezioni?
Una premessa: il coordinamento delle opposizioni non è un soggetto politico, non è un cartello elettorale. Serve a rafforzare con proposte comuni l'iniziativa politica, non risolve e non esaurisce le significative differenze di orizzonte strategico che attraversano la sinistra: ci sono, e tenerne conto è anche un fatto di onestà politica. Ciò non ci sottrae all'urgenza di trovare terreni operativi di lavoro comune, non c'è alcuna ragione di arrivare alla paralisi politica.
Come possiamo definire il coordinamento delle forze della sinistra proposto da Paolo Ferrero? Una sorta di patto di unità d'azione?
Proprio per la sua funzione operativa mi sembra riduttivo aprire il coordinamento alla sola sinistra. L'invito va rivolto anche all'opposizione parlamentare del Pd e dell'Idv, anche al Ps.

Ci risiamo: Ferrero parla di coordinamento della sinistra, lei ci mette dentro anche il Pd...
Lo ripeto: penso che parlare solo di sinistra sia riduttivo. Esiste un terreno di proposta sociale ed economica che non sempre ci vedrà uniti, ma ci sono vertenze politiche e democratiche che non possiamo che condividere con tutti i partiti del centrosinistra. Come insegna l'impegno della sinistra per il referendum abrogativo del lodo Alfano.

Ma il lodo Alfano è un caso più unico che raro....
Dobbiamo dare ascolto a un'opposizione sociale che ha ritrovato passione e protagonismo. Ma c'è soprattutto l'urgenza di farsi carico dell'offensiva che il governo Berlusconi sta lanciando sui temi più vitali per la salute di una democrazia: lavoro e sapere su tutti.

Abbiamo capito, Sinistra democratica vuole allargare il fronte anche al Pd.
Insisto: trovo riduttivo un coordinamento che guardi solo alle forze della sinistra. Ciò non toglie che su alcuni temi le differenze con il Pd ci siano, e siano profonde. Penso allo sciopero del 12 dicembre, noi sosteniamo la Cgil senza alcuna riserva, il Pd resta ostaggio delle sue correnti.

Non è facile fare politica solo fuori dal Parlamento. Certo, ci sono i comuni, le province, le regioni, ma palazzo Madama e Montecitorio sono un'altra cosa...
Sicuramente è più difficile fare politica per come siamo abituati a farla noi, con i suoi riti, le sue formule. In realtà si può fare e ce lo dimostra l'opposizione sociale e politica costruita dagli studenti, la mobilitazione spontanea dei giovani del mezzogiorno contro le mafie.

Beh, pare indubbio che qualcosa da "riformare" nel vasto mare della sinistra italiana ci sia..
Oggi stiamo parlando di scelte politiche e di iniziative nel concreto. Non stiamo parlando di ricerche identitarie: altrimenti va a finire che noi commentiamo l'11 ottobre dicendo che la sinistra torna in piazza su temi concreti, mentre il segretario del Pdci parla della giornata dell'orgoglio comunista.

Che fare dunque?
La sinistra deve tornare a parlare e soprattutto deve tornare a farsi capire. Perché secondo me deve essere il luogo di sintesi di battaglie politiche per la trasformazione della realtà sociale ed economica.

Gira e gira si finisce sempre a parlare del Pd....
Non credo che la sinistra debba fare da badante al Pd, assumersi le sue contraddizioni, schierarsi nelle loro guerre tribali. Allo stesso tempo, però, la sinistra non può prescindere da un rapporto politico con il Pd. E dal mio punto di vista rapporto vuol dire confronto, non appiattimento, non subalternità. Confronto è una parola laica non è un'apertura e neppure una chiusura politica, vuol dire ascoltare e poi scegliere in autonomia. In alcuni casi l'opposizione produrrà politica insieme, in altri no. Il problema è riuscire a parlare a questo paese e farsi capire.

L'autunno è stato caldo, in questi giorni fa parecchio freddo, la crisi economica picchia duro...
La crisi finanziaria non è una bolla di sapone, leggera ed astratta. Ma una sofferenza concreta per il paese, significa che chi oggi ha un lavoro domani potrebbe non averlo più, che chi domani cerca lavoro potrebbe non trovarlo... Saranno i giovani, i precari a pagare il prezzo politico ed economico della crisi. Per la sinistra questa è sicuramente un'urgenza in più con cui misurarsi.



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