venerdì 28 novembre 2008

*A TUTTI I SOCIALISTI OVUNQUE COLLOCATI*

Cari amici e compagni, se il vecchio Psi è finito, e se dal suo seno si è messa in movimento una diaspora in diverse direzioni, tutte legittime, è vero che i valori di cui è stato artefice il vecchio Psi restano oggi più attuali che mai. La fine dei partiti identitari, conseguenza piuttosto discutibile della fine delle contrapposizioni ideologiche, ha creato contenitori vuoti di valori e divisi sulle questioni essenziali che attengono la vita e la morte degli esseri umani. Il vecchio Psi ha saputo essere unito e solidale nella più intransigente difesa dell’etica laica, ha mostrato, senza mai scadere nell’anticlericalismo ottocentesco, la sua volontà di scindere le questioni attinenti le collaborazioni di governo dalle convinzioni sul tema della laicità. E attraverso una figura limpida come Loris Fortuna è stato protagonista delle battaglie vinte sui temi del divorzio e dell’aborto, mettendo questi temi al primo posto nella sua agenda politica, al contrario del Pci, che li ha sempre considerati secondari. Mi chiedo perché oggi tutti i Socialisti di qualsiasi tendenza e ovunque collocati non possano ritornare uniti su questi temi, scindendo, come fece il vecchio Psi, le opinioni sulle collocazioni politiche dalle battaglie sui temi delle convinzioni etiche. Sarebbe assai utile su questi argomenti riprendere un discorso insieme. Sarebbe utile perché la cultura laica non ha oggi eguali interpreti del Psi degli anni passati, perchè queste battaglie possono essere vinte con la comune adesione ai principi nostri tradizionali, perchè così si può rendere un nobile contributo ai diritti civili nell’Italia moderna. Perché non fondare allora tutti insieme proprio nel nome di Loris Fortuna un’associazione di parlamentari, ex parlamentari, dirigenti politici, scienziati e uomini di cultura, che potrebbero insieme sviluppare un’efficace azione nelle istituzioni e nella società?

Sarebbe assai utile una tua risposta al riguardo.

Grazie per la tua attenzione.

Mauro Del Bue

mauro.del.bue@tin.it

6 commenti:

  1. Ho molta stima per Del Bue che ho avuto occasione di incontrare e sentir parlare a Chianciano in occasione dell'assemblea che fu convocata dai radicali.
    Se per motivi di confronto
    e di vitalità politica posso anche essere d'accordo con la sua proposta di creare un'associazione politica, con le finalità e le idealità da lui proposte, avrei però maggiore piacere se l'azione politica espressa dal nuovo partito socialista si manifestasse con maggiore consistenza.
    Credo che il nuovo partito socialista possa essere il luogo di appartenenza di tutti quei socialisti, vecchi e speriamo nuovi, che abbiano voglia di discutere e fare.
    Non vorrei che il moltiplicarsi di associazioni finisca per incrementare quella che è una strana tendenza dei socialisti all'individualismo, con quell'atteggiamento dell'"appartengo ma a modo mio".
    La crisi economica che stiamo vivendo impone ai socialisti di recuperare la massima concretezza ed aderenza con i problemi della gente. Non è il momento per filosofeggiare. Bisogna essere concreti al massimo delle nostre capacità.
    Questa la mia opininione.
    Roberto Vezzoso

    RispondiElimina
  2. Caro Del Bue, perché pensi che sia importante una risposta da parte di "tutti i socialisti ovunque collocati" se poi immagini di fondare un'associazione elitaria di parlamentari, ex parlamentari, dirigenti politici, scienziati e uomini di cultura? Non sarebbe meglio che ti rivolgessi solo a loro? Comunque, visto che la chiedi ti dico con estrema franchezza la mia opinione: se proprio hai il problema di come trascorrere le giornate (beato te, pensa che c'é addirittura chi deve tribolare per mettere insieme il pranzo con la cena!) vai pure avanti con la tua idea, ma poi non ti stupire se il PS viaggia su percentuali che tendono allo zero e uno come Di Pietro vola verso il 10%!

    RispondiElimina
  3. Mi meraviglio sempre quando verifico la potenza di una (sotto)cultura che, dopo decenni di egemonia, è stata capace di contagiare anche le persone migliori, creando luoghi comuni e riflessi automatici.
    La divisione vetero-marxista tra struttura e sovrastruttura, nonostante ampiamente sconfessata dalla storia, fin dal fatto che la prima rivoluzione comunista NON è avvenuta in un Paese a capitalismo avanzato, così come la teoria prevedeva, permane tuttavia nel background quasi antropologico della nostra generazione di 50enni, sotto forma, appunto, di riflesso automatico.
    Lo stesso riflesso, per la verità un po' meno automatico, che faceva scrivere all'Unità fino a 15 giorni prima del referendum sul divorzio che Pannella era da considerare un nemico della classe operaia perchè, con le sue preoccupazioni piccolo borghesi (sovrastrutturali), la distoglieva dai suoi veri problemi (strutturali).
    Dovremmo quindi smettere di "filosofeggiare" e, magari, prendere esempio dal "successo" di Di Pietro? No, non ci sto!
    Considero la battaglia per la laicità dello Stato un aspetto della lotta per l'affermazione di uno Stato di diritto, attualmente inesistente in Italia, contro la patente e dilagante illegalità che ormai alligna perfino ai massimi livelli istituzionali. In quanto tale, non solo non è in contraddizione con l'affrontare i problemi "struttrali" ma, anzi, ne costituisce un presupposto indispensabile: senza una reale praticabilità democratica nessun serio (non demagogico) intervento "strutturale" è possibile.
    Ed infine, in senso più stretto, inviterei ad una riflessione sul fatto che una Stato laico è condizione assolutamente necessaria anche per la libertà di professare una fede religiosa. Ma questa è, forse, una preoccupazione piccolo borghese, o no? :-)
    Con affetto e stima,
    Adelio

    RispondiElimina
  4. Caro Adelio, ma chi l’ha detto che “dovremmo smettere di filosofeggiare e prendere esempio dal successo di Di Pietro”?
    Il ragionamento che faccio è un altro. Posto che anch’io considero”la battaglia per la laicità dello Stato un aspetto importante della lotta per l’affermazione dello Stato di diritto” non vedo perché, per condurre quella battaglia, si debba ricorrere all’ennesima associazione. Inoltre, poiché considero la politica uno strumento a disposizione dei cittadini per concorrere alla vita democratica della società, ritengo che essa debba preoccuparsi di come essere efficace e produrre effetti reali. Una forza politica che voglia operare in tale contesto, oltre a definire gli obiettivi della propria azione (e in ciò rientra a buon diritto il “filosofeggiare”), deve preoccuparsi di come attuarli (ovvero: elaborare strategie). E per farlo, bisogna quanto meno esistere (ovvero invertire la tendenza allo zero), perché chi non esiste non può neanche fare. Questo non significa affatto prendere ad esempio Di Pietro (che è l’altra faccia del populismo), ma non può significare nemmeno non sforzarsi di entrare in sintonia con una platea la più larga possibile per far circolare in maniera riconoscibile le nostre idee e proposte.
    L’idea di Del Bue (si badi bene, la costituzione di un’associazione, non la lotta per l’affermazione dei valori cui si riferisce) io la vedo - e chiaramente questa è solo la mia personale impressione - come non utile, in questo particolare momento, a realizzare le condizioni per dare consistenza al partito e, con esso, alla possibilità di attuare le proprie idee e progetti.
    Con altrettanta stima ed affetto e con la disponibilità di sempre - consapevole dei miei limiti - ad approfondire, confrontare e rielaborare idee e convinzioni.
    Luigi

    RispondiElimina
  5. Ho sempre creduto che laicità dello stato, aborto ed altri temi che quì non voglio ricordare, fossero parte fondamentale del nostro essere socialisti. O no?
    Dobbiamo pensare a rafforzare la struttura di partito che già ci siamo data con azioni di pensiero e capacità realizzativa. Tutti insieme con chiarezza e priorità di obbiettivi.
    Nessuno vieta al compagno Del Bue di creare l'associazione di cui parla. Resta il dubbio che questa servirebbe solo per dare visibilità alla sua azione politica.
    "Filosofeggiare":argomentare, ragionare da filosofo;atteggiarsi a filosofo (in senso ironico) tratto da Dizionario italiano Sabatini Coletti.
    Per me usato nel senso positivo di avere la capacità, partendo da dati reali, di elaborare un pensiero nuovo nei contenuti, capace di innovare la visione delle cose,ampliandone significato e valori e dovrebbe essere una delle missioni della politica.
    Il dove e il come farlo può fare la differenza.
    Del mio precedente intervento la cosa più significativa era:Non vorrei che il moltiplicarsi di associazioni finisca per incrementare quella che è una strana tendenza dei socialisti all'individualismo, con quell'atteggiamento dell'"appartengo ma a modo mio".
    Roberto Vezzoso

    RispondiElimina
  6. Per la verità, ho preso un po' a pretesto il tuo commento, Luigi, e quello di Roberto, per fare un discorso che più volte sentivo la necessità di fare, in termini generali.
    Nello specifico sarei d'accordo con te se l'associazione auspicata da Mauro fosse una specie di "circolo degli scacchi", ma conoscendo Del Bue non lo credo. Credo invece che avere uno strumento in più serva ad allargare la capacità operativa, sia in termini di informazione, che in termini di iniziativa e di supporto di azioni concrete e molto vicine al sentire della gente, quale, solo per dire la più prossima, quello che incardineremo sul testamento biologico il 20 dicembre (vedi post specifico).
    Adelio

    RispondiElimina