giovedì 27 novembre 2008

*Il nodo scorsoio del PSE*

Monica Maro - 27 novembre 2008, 19:10 - www.aprileonline.info

Si spacca il Pd piemontese sulla proposta di aderire al gruppo socialista europeo a Strasburgo sostenuta dall'ex segretario Ds Piero Fassino e dalla presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso. si sostiene che "se Fassino e Bresso aderiranno al documento del PSE, ognuno nel PD sarà autorizzato a sottoscrivere documenti dei diversi partiti europei"

"Il Pd affonda in Sardegna, i Ds risorgono a Madrid". La sintesi offerta da il Riformista non poteva essere più efficace. Il governatore Renato Soru è stato costretto alle dimissioni per le divisioni esplose tra le diverse corrrenti del nuovo partito nell'isola. Il vecchio partito viene rimesso in campo per non recidere del tutto i ponti con la casa socialista in Europa.

L'ultimo segretario della Quercia, Piero Fassino sarà lunedì prossimo a Madrid, a firmare il "Manifesto del partito socialista europeo" che la componente post democristiana dei Democrat rifiuta di sottoscrivere sollevando un veto. Con Fassino anche la piemontese Mercedes Bresso.
È così che proprio dal Piemonte parte l'aut-aut: in un documento firmato da parlamentari e consiglieri regionali dell'ex Margherita (Stefano Lepri, il presidente del consiglio regionale Davide Gariglio, Alessandro Bizjak, Paolo Cattaneo, Angela Motta, Mariano Rabino, Bruno Rutallo, l'ex presidente delle Acli Luigi Bobba, Marco Calgaro, Giorgio Merlo, Gianni Vernetti (area laico-riformista ed ex sottosegretario agli Esteri), Franca Biondelli, Maria Leddi, l'europarlametnare Gianluca Susta), si attacca la presidente della Regione per la scelta di aderire al manifesto programmatico del Pse. "Se Bresso e Fassino aderiranno al documento del Pse - affermano - ognuno nel Pd sarà autorizzato a sottoscrivere documenti dei diversi partiti europei".

I firmatari del documento piemontese anti-Pse definiscono la formazione dei socialisti europei come un "contenitore glorioso ma legato a vecchi schemi ideologici". "Sorprende - è scritto nella nota congiunta - che Mercedes Bresso - pur vantando lunghissima esperienza politica e sempre aperta all'innovazione - difenda un contenitore glorioso (il PSE) ma che appare legato a vecchi schemi ideologici . Che cosa c'entra una moderna cultura riformista con la Aubry che propone il ritorno alle "35 ore" o con Jospin che, schierando i socialisti per il no al Referendum, fece fallire la Costituzione Europea? Obama è ben oltre il socialismo e, per molti versi, anche oltre gli schemi destra - sinistra. Il PD, se non vuole avere le rughe appena nato, non può aderire al PSE e all'Internazionale socialista. Adesione che, peraltro, non è prevista negli atti fondativi del PD". In altre parole, gli ex della Margherita sottolineano che l'adesione non è prevista dallo statuto del Pd, ed è quindi una forzatura che potrebbe avere come conseguenza politica una sorta di "rompete le righe".

Il Partito, sul punto della collocazione europea, è quindi drammaticamente diviso. Ed è diviso perché i post democristiani non vogliono essere "cooptati" al Pse, a differenza dei post comunisti e dei post diessini che lo hanno considerato (e tutt'ora lo considerano), dalla caduta del muro di Berlino in poi, l'approdo naturale di una lunga e travagliata storia che ha visto vinti (i socialisti) e sconfitti (i comunisti). Grave vizio originale quello di non sciogliere il nodo della collocazione europea all'atto fondativi del partito. Oggi, a pochi mesi dalle elezioni a Strasburgo, rischia di diventare un nodo scorsoio. Questo conflitto tra post democristiani e tra post Quercia fa emergere in modo plastico la crisi di identità che sta portando all'impotenza politica il Pd, che in tema di divisioni non si fa mancare nulla e si spacca quindi persino sulla scelta se esprimere o meno solidarietà a Guglielmo Epifani e aderire allo sciopero generale indetto dalla Cgil il prossimo 12 dicembre.



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