sabato 14 marzo 2009

Sinistra, è guerra ''Simbolica''

di Marzia Bonacci - www.aprileonline.info

13 marzo 2009 - Rimandata la conferenza stampa in cui si sarebbero dovuti presentare il logo e il nome della lista comune di Sd, Mps, Verdi e Socialisti. Permangono lontananze su come debba essere realizzata anche a livello grafico, mentre il Gue-Se esorta i compagni italiani (Vendola) a non usare l'ondina che rappresenta i comunisti europei, come chiedeva il Prc di Ferrero.

Pur con tutti i forse del caso, era prevista per oggi (venerdì), almeno fino a ieri (giovedì), la conferenza stampa per la presentazione della lista della sinistra unita. Un aggettivo, quello dell'unità, che si fa fatica ad utilizzare in riferimento alle forze costituenti, visto che l'appuntamento è saltato per una serie di ragioni, tutte comunque riconducibili ad un dato inequivocabile: la strada per arrivare ad una quadra, sul simbolo e sulle candidature, ma anche sul nome, appare ancora in salita per Nencini, Fava, Francescato e Vendola. Così, voci interne, danno la conferenza di debutto rimandata a martedì. Ma anche in questo caso domina l'incertezza e il dubbio: visti i precedenti come potrebbe essere altrimenti? Così come per il 21 marzo sarebbe prevista la prima uscita pubblica con tanto di testimonial illustri del mondo della cultura, dello spettacolo, della ricerca. Si aspetta di vedere, dunque, visto lo slittamento dei tempi.

Strano, perché le dichiarazioni sull'intesa, che ad oggi appaiono più come fughe in avanti che commenti allo stato dell'arte, lasciavano intendere che l'accordo fosse chiuso sotto ogni aspetto. Vendola due settimane fa da Napoli aveva indicato anche il nome Sinistra per le libertà. Ci si era riferiti ai simboli: quello del Pse (per Socialisti e Sinistra democratica), quello del Gue (per i vendoliani) e il Sole che ride per i verdi. Quest'ultimo utilizzato per evitare lo stillicidio della raccolta delle firme a cui la lista, al suo debutto europeo, sarebbe stata costretta.

Un fattore, quel riferimento alla Sinistra, che non convinceva i riluttanti verdi, una parte dei quali (Bonelli e Boato, in primis) non ha mai fatto mistero di temere che dietro la corsa comune per Strasburgo ci sia nascosta - nemmeno troppo velatamente - la trappola del futuro scioglimento nel nuovo partito unico, obiettivo sempre dichiarato dai vendoliani e da Sinistra democratica (soprattutto questa). Ma alla fine, dopo il week end scorso, il partito di Francescato aveva dato via libera alla corsa insieme, approvando un documento che sancisce "la partecipazione ad una lista elettorale" che però "non comporta alcuno scioglimento né la partecipazione all'eventuale progetto costituente della Sinistra", e chiedendo una "pari dignità" passante per una revisione del simbolo, affinché sia garantito, per esempio, che sulla lista unitaria si possa "aggiungere la congiunzione E, dando alla scritta libertà il colore verde".

Ieri, occasione per chiudere su nome, logo, colori, qualcosa non è andata in porto, nonostante le nove ore di riunione fra i soggetti interessati, tanto che la conferenza stampa odierna è stata rimandata. Il nome, che mediando mediano è passato da "Sinistra delle libertà" (12 febbraio) a "Sinistra per le libertà" (2 marzo), per poi ritrasformarsi in "Sinistra per la libertà" (4 marzo), pareva fosse arrivato alla sua versione definitiva: "Sinistra e libertà". Una endiadi che piace a tutti, tranne che ai Socialisti, che preferiscono la versione mediana "Sinistra per la libertà", con l'intento di insistere affinché ci sia un'allusione chiara e promettente verso una futura formazione unica laica e di sinistra, con l'imbarazzo conseguente dei verdi. Già i Socialisti di Nencini, gli stessi che "fino all'ultimo" si augurano l' entrata del movimento di Pannella. Eventualità che divide il Sole che ride e rispetto a cui appaiono pessimisti gli altri compagni di strada.

Certo qualche dubbio che le cose non filassero liscissime sul fronte grafico-simbolico permaneva. Soprattutto fra i Vendoliani, preoccupati da un altro fattore, tutto loro e tutto legato ai trascorsi recenti, ovvero che la Sinistra europea e il raggruppamento dei comunisti oltre confine avessero potuto sollevare obiezioni sull'uso del simbolo comune europeo da parte dei rifondaroli fuoriusciti. Rifondazione, quella di Ferrero, infatti, resta fedelmente ancorata al gruppo comunista dell'Ue e ha sollevato tutto il suo potenziale polemico verso gli ex compagni, esortando il Gue ad impedire che questi utilizzassero il simbolo, che rappresenta i comunisti in Europa, in tandem con quello dei socialisti del vecchio continente. E' cronaca politica come spesso i due soggetti nell'euroemiciclo si siano trovati su posizioni tutt'altro che vicine (immigrazione, welfare e via elencando). I vedoliani, dal canto loro, si difendevano con l'argomentazione che l'adesione al Gue-Se avviene a titolo personale e che dalla dirigenza del gruppo europeo c'era stato un sostanziale via libera. "Questa è una polemica tutta italiana. Il Gue non è un partito e dunque le adesioni degli eventuali eletti al gruppo parlamentare sono tutte individuali. Non c'è nessuna obiezione", liquidava l'ex capogruppo alla Camera Migliore parlando con Il manifesto il 5 marzo da Berlino, dove insieme a Vendola aveva appena incontrato il leader di Se-Gue Lothar Bisky.

Pochi giorni dopo, qualche segnale di scricchiolamento comincia ad essere udito dalle parti di via Goito (nuova casa del Mps di Vendola) e suona piuttosto sinistro. Se l'incontro con il leader di Die Linke, presidente del Gue-Se, aveva instillato una certa serenità tra i Vendoliani, è stata l'intervista rilasciata sabato 10 marzo sempre a Il manifesto ad illuminare su quale fosse la posizione del gruppo di Strasburgo. Dopo una iniziativa organizzata a Milano con il segretario del Prc Ferrero, Bisky ha detto letteralmente: "Il Prc è membro della Sinistra europea, di cui io sono presidente. Quindi è ovvio che appoggi la loro campagna elettorale". Mentre il relazione all'incontro in precedenza avuto con Vendola sosteneva: "Come presidente di Sinistra europea ho necessariamente relazioni, diciamo 'istituzionali', anche con le altre sinistre. E in quest'ottica incontro tutti. Ma in Europa rispetto alla Sinistra europea ci sono partiti membri e partiti osservatori. Il Prc fa parte del nostro gruppo, io appoggio il loro lavoro e mi auguro che il risultato elettorale di giugno sia il migliore possibile".

Seguono lettera di Ferrero al vertici europei comunisti, incontri formali (come quello avuto dal responsabile esteri del Prc Amato con la dirigenza del Gue-Se) nel tentativo di evitare che l'ondina comunista finisca a campeggiare a fianco della Rosa Socialista nella lista italiana. Alla fine, il francese FrancisWurtz prende carta e penna e scrive ai compagni italiani: una raccomandazione a non usare il simbolo di tutti nelle competizioni elettorali. Non è un no secco e tuonante, ma un parere vincolante che non cela un certo disappunto comunista che soffia da oltralpe.

Riparte dunque la mediazione, il lavorio per un'intesa su segni grafici, colori, parole chiave per la lista. Con la consapevolezza che dietro ogni decisione in proposito non si combatte una battaglia estetica un po' naif, ma una guerra sul futuro destino politico di tutti, o forse meglio di ciascuno. Così la sfida non sembra più quel 4% da superare per accedere a Strasburgo, i rimborsi elettorali sfumati, ma la sopravvivenza a se stessi. Ma dalle parti della sinistra si fa sapere che anche in questo senso si procede, con un portavoce unico e una sede unica (dovrà essere decisa a giorni, si valutano alcune possibilità), mentre si afferma la certezza cromatica: rosso e verde sono i due colori irrinunciabili e certamente presenti...



3 commenti:

  1. E' chiaro quello che sta accadendo.
    Quasi quasi mi vedo meglio in compagnia di Casini (sto scherzando chiaramente).
    Se un nuovo soggetto nascerà nella sinistra italiana accadrà solo dopo che tutti gli altri vecchi saranno morti. Noi compresi.
    Inizio a pensare che forse sarebbe meglio aspettare il dopo elezioni dandoci la possibilità di scegliere con calma e seriamente con chi imparentarsi e lavorare per un nuovo grande soggetto politico. E poi... perchè non ripensare alla "Rosa nel Pugno".
    Sento a me molto più affini e condivisibili i radicali di Pannella che non i vendoliani.

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  2. Tutta la situazione mette davvero molta tristezza, i socialisti sono stati molto generosi a credere e spendersi per questo progetto, ma le resistenze altrui sono comprensibili solo a fatica... Bertinotti fa la rivista sul socialismo eppoi si aggrega ancora al paleolitico gruppo della Gue?! Non si va da nessuna parte con quella roba lì... mi sa che Pannella aveva visto giusto a stare fuori... io francamente non ho piú parole e sono molto sfiduciato dopo un certo entusiasmo iniziale, .... certo che la cultura della ex sinistra pci prima e sinistra ds poi si è rivelata ancora di una inadeguatezza spaventosa, non so perchè ma quelli hanno fatto sempre il passo sbagliato nel momento sbagliato, vivendo in una incertezza ammantata di tormento esistenziale, coprendosi le spalle col grande corpaccione del Partito... W la Rosa!!!

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  3. Rileggo. Ricevo messaggi e rifletto.

    La RnP è morta e sepolta ma almeno era portatrice di un progetto politico.
    Oggi stiamo cercando la fusione fra soggetti diversi senza aver avuto il tempo di elaborare e condividere nessun progetto. Finite le elezioni cosa rimarrà di quest'avventura?
    Nulla tranne l'ulteriore senso di indefinito e politicamente inconsistente che il nostro partito avrà generato nella gente.
    Forse si riuscirà anche a superare il 4% e poi...

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