giovedì 19 marzo 2009

*OASI NEL DESERTO*


di Francesco Maria Gennaro*


Macerata 19/03/2008 - Che sollievo e che piacere aver avuto l'occasione di sbirciare l'edizione di ieri del Messaggero Marche… inizio a credere agli Angeli! Non posso che condividere pienamente quanto asserito dall'On. Angelo Tiraboschi, nella sua intervista. (sotto riportata)

Dall'incapacità del Pd, che versa ormai in una condizione di crisi irreversibile, alla fine del riformismo e della vera sinistra con il tramonto di Craxi, alla necessità di mettere mano alla Costituzione, che non deve assolutamente rappresentare un tabù.

Mi sembra di cogliere, quale sintesi concettuale dell'articolo, la qualità insostituibile delle idee socialiste.

Effettivamente era l'unico punto fermo che il Ps aveva, a seguito della sonora disfatta delle urne di aprile. Un partito fiaccato, demoralizzato, dal responso da prefisso telefonico, poteva rinvigorirsi, solamente se ripartiva dalla ricette della propria storia, cultura e tradizione, aggiornandole al 2009.

La demagogia veltroniana, le novelle (im)morali della Di Pietro's family, gli spot talvolta inconsistenti del governo, gli isterismi anti-sistema della Lega ci aprivano spazi importanti. L'abbrivio della crisi economica ci spalancava un'autostrada. Le condizioni vi erano tutte, pertanto, per far valere il nostro pensiero, nel solco della più nobile piattaforma lib-lab. Occorreva concentrarci su un unico terreno, il più importante per il Paese ed il più consono al popolo socialista: il riformismo economico. Accantonando per un attimo la stella polare, in taluni casi ossessiva, della laicità. La storia ci ha dimostrato che il dirigismo statalista(salvo eccezioni necessarie in casi estremi), la mano invasiva dello stato, assieme alla deformazione delle politiche Keynesiane siano stati definitivamente superati con la caduta del muro di Berlino. E, parimenti, il recente crack globale, targato Usa, ha dimostrato sul campo che il liberismo selvaggio abbia prodotto maggiormente abusi, prevaricazioni e disastri. "Qualcuno" lanciò più di qualche lustro or sono la teoria "dei meriti e dei bisogni", "qualcun altro" titolò un congresso "governare il cambiamento"… senza dilungarmi, è ovvio che il PSI ne fu precursore, dando i natali, inoltre, al vincente corso blairiano del New Labour di marca Fabian Society, che resterà l'esperienza di riferimento degli indirizzi riformatori e propulsivi per le democrazie moderne e governanti. Avremmo, in un sol colpo, riscattato e riabilitato il buon nome dei socialisti agli occhi dell'opinione pubblica ed al contempo, rilanciato il Ps, ponendolo nelle condizioni di guardare al traguardo delle consultazioni europee con rinnovato ottimismo. Naturalmente, ora, invece, con la svolta gauchista e neo-frontista, diviene impensabile spiegare a Occhetto che per uscire dalla crisi bisogna in primis innescare la crescita e lo sviluppo. Assolutamente velleitario, dimostrare a Mussi che questa fase delicata necessita di un pacchetto di riforme strutturali. Barzelletta vera e propria, convincere Paolo Cento, dell'urgenza di grandi opere ed interventi infrastrutturali nel Paese. E'stato commesso un grave errore, abbracciando un coacervo nettamente dissonante ed impotabile.

I socialisti, però, hanno creato il riformismo; ed essere riformisti, vuol dire avere il coraggio e la lungimiranza di guardare al "giorno dopo" con straordinaria "creatività pragmatica". Per questo motivo, era doveroso tutelare la nostra identità e riconoscibilità politica. E' troppo tempo che ragioniamo col paradigma"altro non c'era, che potevamo fare?" I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Una parabola involutiva, discendente dalle tante occasioni perse in passato.

Quando penso all'esperienza del liberalsocialismo riformista, mi viene in mente "Pablo", la canzone di De Gregari: "hanno ammazzato Pablo, Pablo è vivo" per quello che possiamo, proviamo a non dimenticare "Pablo"; tentando, almeno noi socialisti, di rivolgere, proprio oggi, a 7 anni dalla sua scomparsa, un pensiero al compagno Marco Biagi. Icona del riformismo nostrano; assassinato per le sue idee innovative. Idee di un socialista.


Consiglio Nazionale Partito Socialista*



«Craxi, l’ultima vera Sinistra in Italia»
L’ex sottosegretario Psi Tiraboschi: «Il Pd è solo un agglomerato di potere, non si sperimenta» «La prima Repubblica non era migliore Ma almeno c’erano spinte riformiste Oggi tutti si riducono solo ad essere a favore o contro Silvio Berlusconi».
di FRANCO DE MARCO - www.ilmessaggero.it

ANCONA 18/03/2009 - «Il Pd è al fallimento. Il Psi è scomparso, anche per i suoi errori, ma la sua politica e la sua cultura vivono. E’ una sorta di contraddizione. Penso che le sigle valgano ma non siano tutto. Quel che è certo è che i partiti, i movimentis enza un’identità culturale, senza passione e con poca qualità non hnno grandi prospettive da coltivare». La vede così l’ex potentissimo sottosegretario socialista Angelo Tiraboschi, oggi fuori dalla mischia. ma Tiraboschi da che parte sta? «Per mia fortuna mi sento libero e senza vincoli. Tuttavia, penso, senza essere prigioniero di schemi, che la sinistra così com’è oggi non abbia in Italia, come nelle Marche, una validità sulla quale fare affidamento. A volte i “manovratori” devono essere disturbati perché, attraverso un dibattito e uno scontro serrato, possono verificare la pochezza e la malattia delle quali soffrono. A livello locale si decostruirà lo schema destra-sinistra. E’ un processo in atto. Entreranno in gioco sempre di più nuove implicazioni. Il giudizio su chi ha governato, i programmi, gli uomini».
Si poteva prevedere la crisi al Comune di Ancona con il sindaco Fabio Sturani costretto a dimettersi e le elezioni anticipate?
«Una cosa è certa. Il centrosinistra anconetano è logoro da un pezzo. E non solo quello anconetano. E’ stato decisionista in alcuni settori (vedi l’edilizia privata). Meno attento a riqualificare la città. Era ed è privo di un progetto. Ha limiti di proposta e di riforma con i quali si è scontrato e si scontra. Qual è la strategia per i prossimi decenni? Nessuna. Una delusione che non reca soltanto il nome di Sturani. Il Pd è un agglomerato di potere. Ecco l’errore. Le divisioni presenti in tutte le Marche sono lo specchio di un partito di potere in declino. La città di Ancona non è facile da governare. Ha compiti rilevanti per se stessa e per una comunità più vasta. Non bisogna dimenticare che essere capoluogo di regione vuol dire qualcosa. Ha bisogno dunque di buone idee e buona qualità di governo. Essere riformisti non è come indossare un abito, esibendo un’etichetta. Le riforme necessarie pretendono una cultura di fondo verso le novità da studiare, sperimentare, realizzare. Del resto ci si deve interrogare su come viene selezionata oggi la classe dirigente. E come è stata selezionata nel furore degli anni Novanta. Per molti saper governare voleva significare accusare i vecchi assessori e i sindaci che li avevano preceduti. Le primarie fino ad ora sono una kermesse plebiscitaria, una sorta di festa per convincere e convincersi che le scelte fatte da pochi vanno bene per tutti. Prioritaria è la selezione preventiva. Sono il dibattito, la formazione, la ricerca, il confronto serrato, la vicinanza ai cittadini, l’apertura verso chi ha qualcosa da dire».
La differenza rispetto ai “suoi” tempi?
«La prima Repubblica non era migliore. Era un’altra cosa. Mancano le spinte riformiste. Tutto si riduce ad essere per Berlusconi o contro Berlusconi. E’ importante. Ma in questo gioco la sinistra è perdente. Urta contro i propri limiti. Non compie analisi severe su come può prendere campo una sinistra di governo. Ha scritto Veneziani: “E’ Craxi l’unica efficace sinistra di governo che ha prodotto l’Italia”. Si può non essere d’accordo. In tutto o in parte. Ma nella prima Repubblica la sinistra era vivace. Era alla ricerca di nuove prospettive. Aveva una cultura socialista liberale che si è voluta seppellire. Ma è stato ed è – a mio parere – un grave errore. Poi, certamente il sistema politico, troppo incentrato sulla partitocrazia, andava rinnovato. Ma i frutti successivi non mi pare stiano dando buoni risultati. Per modificare nel profondo l’Italia occorrerebbe una vera revisione dell’assetto istituzionale. Altro che la Costituzione non si tocca. Una cura dimagrante urgente e senza pietà. Anche a livello locale».

PS Tolentino: comunicato stampa - www.sdiancona.it

16/03/2009 - (dal Segretario della Sezione di Tolentino)La sezione del Partito Socialista di Tolentino esprime soddisfazione e consenso per l’iniziativa messa in campo dal Partito per il raggiungimento di una fra le forze laiche, riformiste e di sinistra del Paese. “Condividiamo quanto sostenuto dal segretario nazionale Riccardo Nencini sul fatto che, oggi questa alleanza è indispensabile perché la difesa dei diritti civili e sociali rappresenta la vera ragione dello scontro politico che una sinistra moderna deve saper portare avanti in Italia come in tutta Europa. Il Paese ha bisogno di una chiara risposta alla crisi di laicità, di democrazia politica ed economica che sta allarmando sempre più ampi strati della nostra popolazione. I Socialisti di Tolentino auspicano che questa intesa si mantenga nello spirito del Manifesto del Partito del Socialismo Europeo approvato a Madrid il 1 dicembre scorso perché si metta fine a divisioni nocive per la presenza in Italia di una sinistra riformista fondata sui valori del merito, della inclusione, del rigore, della libertà” e perché i nostri europarlamentari, eletti sulla base di un progetto comune e di un programma condiviso per il governo dell’Europa in questo tempo di crisi, possano sedere accanto ai rappresentanti laburisti, socialisti e socialdemocratici di tutta Europa. Per queste ragioni non potremmo condividere la nascita di un cartello allargato a forze, certo importanti della sinistra Italiana, che non dispongono, però, dei nostri stessi punti di riferimento europei e non sono interessate alla costruzione di una sinistra moderna, riformista e liberale; si tratterebbe di una operazione destinata alla sconfitta non solo sul piano politico ma anche su quello elettorale.

Nessun commento:

Posta un commento