giovedì 26 marzo 2009

CLAUDIO FAVA
E I BUONI MAESTRI DI SINISTRA


di Anna Germoni*
Claudio Fava

25/03/2009 Claudio Fava, leader di Sinistra Democratica è oberato di impegni. Per ottenere un’intervista va “placcato”, dopo ore di estenuante attesa per una tavola rotonda politica o per un incontro-seminario per la promozione del suo ultimo libro. Alla fine, ci concede un lungo colloquio e senza mezzi termini mette nero su bianco su tutto: dalla politica all’antimafia.

In un convegno a Genzano di Roma, ha detto: “I partiti sono solo scatole vuote, riempite dagli interessi privati e forti”. Lei però, è un uomo di partito e segretario nazionale di Sd e suonano strane queste parole. Quali soluzioni propone?
“Dare attuazione all'articolo 49 della Costituzione: una legge che regoli i partiti, ne garantisca le regole di democrazia, dia garanzia di trasparenza. Oggi in Italia esistono sedicenti partiti che non hanno mai celebrato un solo congresso, che vivono all'ombra del leader, che presentano gestioni finanziarie assai opache. E che sono permeabili a qualunque interesse o potere forte. Riscattare la politica da questa condizione di subalternità, restituirle autonomia é la prima condizione per riformare la politica e avvicinarla al paese reale”.

Dopo Veltroni, Franceschini. Il Pd cambia volto o intraprende una nuova strada?
“Cambia volto. Sulla strada, vedremo. Allo sciopero sulla scuola non hanno partecipato, a quello della Cgil del 4 aprile non hanno aderito, sul testamento biologico si sono divisi in tre posizioni, dicono di non voler più andare da soli ma non dicono con chi vorrebbero accompagnarsi: la sinistra ma anche l'Udc?”.

Parliamo di passato recente: il famoso dualismo tra Veltroni e D’Alema. Chi era Joker e chi Batman?
“Veltroni-Batman? D'Alema-Batman? Troppa grazia...”.

Sbarramento al 4% alle europee, lei ha dichiarato: “Nel baratto Pd-Pdl sulla legge elettorale c’è la lotta alla mafia”. Ha prove di questo o e’ solo esternazione a caldo?
“Hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Cosentino, accusato da cinque collaboratori di giustizia di essere uomo della Camorra. Poi però in aula non l'hanno votata. Ha spiegato la Sereni, vicecapogruppo del PD: era cambiato il clima politico. In quel baratto c'è finito di tutto, soprattutto la faccia del PD, costretto a piatire una legge elettorale a due mesi da voto, caso unico tra i ventisette paesi europei”.

Lei, insieme al Compagno Nencini, Vendola e Francescato avete creato Sinistra e libertà, per le elezioni europee. Ma, detto tra noi, è un cartello elettorale o un’alleanza programmatico politica?
“I nuovi partiti politici, quando non nascono per decreto dal predellino di un'auto, passano anche attraverso il confronto tra storie diverse e percorsi diversi. Se volevamo fare un cartello, lo facevamo più largo, da Pannella a Ferrero. Questa è una lista che sta dentro un progetto politico, che non si conclude il 7 giugno ma in questo voto cerca, com'è naturale, ottimismo e legittimazione”.

Parliamo di Antimafia…spesso l’antimafia “ufficiale” ha prese di posizione “strane” nei confronti del Ros. Perchè questa lotta interna ad un corpo militare che ha permesso molte operazioni di polizia giudiziaria, infliggendo colpi strategici alle criminalità mafiosa?
“No comment”.

Cosa ne pensa di Tano Grasso e delle sue "dimissioni" dall'antiracket?
“Credo che abbia sentito venir meno lo spirito positivo che le istituzioni di questo paese - e perchè no? - la sinistra seppero investire nella lotta alla mafia negli anni passati. Adesso, nel dibattito politico, mafia e antimafia sono diventate parole fuori moda, inutili, superflue. E taluni strumenti operativi che c'eravamo dati stanno lentamente arrugginendo”.

Se mafia e antimafia come dice lei sono parole fuori moda, perché non c'è stata mai una azione seria di controllo nella provincia tirrenica messinese?
“No comment”.

Chi sono ora gli attuali professionisti dell'Antimafia?
“Non esistevano e non esistono professionisti dell'antimafia. A meno di non considerare una professione "antimafiosa" fare il giudice, il giornalista o il "civil servant" con il senso di normale decenza che dovrebbe sempre appartenere alle nostre esistenze”.

Un giudizio sul capitano Ultimo, Sergio De Caprio, ora colonnello del Noe.
“Non lo conosco. So solo il suo ruolo nella cattura di Riina. E le talune "distrazioni" che sono seguite a quella cattura”.

Cosa pensa dei pentiti?
“Utili. Senza la collaborazione di alcuni di loro, saremmo alla preistoria della mafia”.

Ha letto il libro su Maurizio Avola di Roberto Gugliotta e Gianfranco Pensavalli, “Mi chiamo Maurizio, sono un bravo ragazzo e ho ucciso 80 persone”?
“Sì”.

Un commento a caldo ?
“Mi ha lasciato senza fiato l'assenza, in lui, di un solo dubbio: ammazzare era il suo mestiere, era un bel mestiere, peccato che sia andata male...”


CONSIGLIO NAZIONALE Partito Socialista - SINISTRA e LIBERTA'*
UFFICIO STAMPA - IMGPRESS*


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