martedì 10 marzo 2009

*LA FUSIONE CALDA*


di Riccardo Morelli*

10/02/2009 - La strategia che ispirava i soggetti politici costituenti il PD aveva come obiettivo l’unificazione tra le forze progressiste e quelle del cattolicesimo democratico. L’evidente insuccesso di quel progetto è stato dai più attribuito alla incapacità delle classi dirigenti di DS e Margherita di andare oltre la riproposizione dei rispettivi establishment, di proporre un progetto politico che, con meno enfasi e più pragmatismo, desse corpo all’auspicio paradossalmente formulato da Veltroni il giorno della conferenza stampa d’addio: un partito che sappia chiedere a ciascuno “dove vai” piuttosto che “da dove vieni”. Erano i limiti di quella “fusione fredda” denunciata con implacabile lucidità (e dolente sarcasmo) da Emanuele Macaluso, che ha saputo diagnosticare il male che attanagliava due partiti ormai al capolinea e intuire che la terapia avrebbe soltanto accelerato quel processo di declino.

Non è questo, peraltro, l'unico esempio di "amalgama mal riuscito" che la storia politica recente ci ha consegnato. La Sinistra Arcobaleno, nata sulle ceneri di una stagione di coalizioni "contro" e non "per", come risposta tattica alla comparsa sulla scena politica di un PD a vocazione maggioritaria, ha mostrato sin da subito le proprie lacune, dalla carenza di progettualità politica alla riproposizione della vecchia classe dirigente, alcuni dei cui componenti non avevano brillato per equilibrio e capacità di governo. Pure la Rosa nel Pugno, vera novità politica delle elezioni 2006, sembrò destinata a far emergere una compagine liberalsocialista capace di esercitare una notevole forza attrattiva sull'elettorato laico e riformista, fintantoché reciproche indisponibilità (all'uso del simbolo da un parte, alla contaminazione radicale dall'altra) la fecero naufragare.

Oggi scegliamo di iniziare un percorso di costruzione di un soggetto unitario della Sinistra, e dobbiamo farlo puntando a non commettere gli stessi errori che sono stati fatali per altre formazioni politiche. Questo significa evitare facili soluzioni: tirar fuori, dalla somma dei partiti preesistenti, una creatura multiforme, in cui ciascuno custodisca gelosamente (ed altrettanto inutilmente) la propria identità; ricercare una mediazione al ribasso, un comune denominatore che, a furia di eliminare i temi sui quali le sensibilità divergono, si assottiglia fin quasi a scomparire. Prima di ogni altra cosa, è utile che ciascuno di coloro che simpatizzano per questa nuova forza politica inizi ad impadronirsi di un'attitudine pragmatica, fatta di collaborazione e confronto con i propri compagni di ventura. E' saggio iniziare ad uscire fuori dal nostro steccato e sperimentare il mondo fuori, dividere con gli altri il proprio tempo, la propria passione, le proprie idee, cooperare su iniziative concrete, spendersi. Questa stagione di crisi penalizzerà, ne siamo convinti, chi vuole chiudersi nella sicurezza dei suoi bastioni ideologici e premierà chi, al contrario, vuole sporcarsi le mani con la realtà.

Direzione provinciale PS-MC* Consiglio Nazionale FGS*


1 commento:

  1. eh sì, è proprio una fusione calda. Così tanto che sembra sciogliersi.

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