mercoledì 30 giugno 2010

Il Ps+i tra post-craxismo micro-notabiliare ed il progetto politico di Vendola.

Il PS+I tra Post - Craxismo micro - notabiliare ed il progetto politico di Vendola.
di Giuseppe Giudice

I “post” sono spesso più deleteri dei “pre”. Come diceva Marx riferendosi ad eventi storici che apparentemente si ripetono “la prima volta è tragedia, la seconda è farsa”.
Il craxismo è un progetto politico fallito ma aveva una sua dignità politica e culturale. Il post-craxismo non ha dignità perché del primo pretende di perpetuare solo gli aspetti più deleteri e pacchiani. Gli aspetti giustamente più criticati del craxismo stanno nel liberalsocialismo di destra che pretendeva di sostituire la più autentica tradizione del socialismo italiano (Nenni, Lombardi) e la deriva personalistica e bonapartista nella gestione del partito frutto di in patto scellerato con il “partito degli assessori”.
Il postcraxismo costretto a in piccole formazioni autoreferenziali con scarso potere contrattuale si è sviluppato su un sistema micro-notabiliare e sul micro-leaderismo che ha reso ancor più distante i soggetti politici da esso prodotti dalla tradizione socialista rispetto al craxismo stesso.
Quando il PSI (storico) si sciolse nel 1994 i due piccoli soggetti che ne vennero fuori, il SI e la Fed Laburista (che erano poi quelli rappresentati in parlamento) presero due strade diverse. Io (come sapete) aderii ai laburisti e la scelta la rifarei anche se sono pienamente consapevole del fallimento di quella nostra scelta. Perché? Ma perché la Fed Laburista, magari ingenuamente, si muoveva lungo un progetto strategico di una certa portata: costruire un grande partito socialista di massa. L’ingenuità fu nel pensare che il PDS fosse disponibile a tale percorso. Noi pensavamo che i post-comunisti anche per legittimarsi a livello europeo fossero disponibili a mettersi in discussione. Lì sbagliammo seccamente perché essi concepirono il PSE come pura formalità e perseguirono coerentemente, affossando poi la intera sinistra, il disegni di ricongiunzione con pezzi ex DC.
Ma comunque noi avevamo un orizzonte strategico, lo SDI no. Esso nasce per auto tutelare pezzi di ceto politico di terza o quarta fila, concependo le alleanze come optional intercambiabili (Segni, Dini, Girasole, RNP fino a SeL) volte a garantire la micro-nomenclatura nazionale e locale.
Certo noi laburisti sbagliammo (una volta constatato il fallimento della cosa 2) a non prendere in mano l’iniziativa per ricostruire una area socialista sottratta al post-craxismo. E sono errori che si pagano.
Così come è stata grave la responsabilità di Sinistra Democratica nel non aver voluto avviare (dopo la nascita del PD) una costituente del socialismo europeo che sottraesse a Boselli e Villetti il marchio socialista ed evitasse la puttanata dell’Arcobaleno. Così la Costituente Socialista in mano a quelli dello SDI non poteva che essere l’ennesima buffonata.
Ma veniamo all’oggi. Alla costituente purtroppo hanno aderito anche compagni che certamente nulla avevano a che fare con Boselli, Villetti e …Nencini; così come nello stesso SDI c’era una minoranza di socialisti autentici. Ma la loro voce non poteva venir fuori. Oggi la Lega dei Socialisti dà la possibilità a tutti questi socialisti (iscritti al Ps a SeL o a nessun partito) di poter esprimere collettivamente il proprio punto di vista.
Ma qui sorge un problema: La Lega dei Socialisti ovviamente non è un partito ma esprime una propria precisa soggettività che si sostanzia nel progetto di ricostruzione della sinistra nella rifondazione a sinistra del socialismo europeo. E in tale prospettiva strategica vede in Vendola e nel suo progetto di rifondazione dell’intero centrosinistra il referente politico privilegiato. E’ evidente che il micro-notabilato che costituisce l’ossatura del Ps non la pensa affatto così.
I compagni della sinistra interna al PS hanno fatto un lavoro importante e pregevole; esso ha consentito di recuperare a sinistra molti compagni disorientati è sbandati nel PS.
Ma se il PS riconfermasse Nencini come segretario in piena continuità con l’opportunismo ed il trasformismo che ha caratterizzato la sua gestione, che si fa? Ha senso restare nel partito a fare una testimonianza inutile? Le tesi del partito confermano la totale assenza di un orizzonte strategico da parte del PS. Non c’è assolutamente alcun avanzamento. Anche l’accenno ad “una ripresa dei rapporti con SeL” è vista all’interno di una ripresa di rapporti politici a 360° che include pure l’UDC!! Ho fin troppa esperienza di congressi per capire che è solo una piccola furbizia. La mozione della sinistra è radicalmente alternativa a questa impostazione. Certo se salta Nencini , sia pure in una poco nobile manovra di palazzo, si apre la possibilità di ricostruire un rapporto preferenziale Ps-SeL. Ma resterebbe tutto all’interno di un discorso tra ceti politici.
I nostri obbiettivi vanno molto al di là di uno stanco politicismo di terza mano. Facciamo ed operiamo nel senso che sia la Lega l’espressione collettiva della posizione socialista nella sinistra e mettiamo in campo iniziative a tal fine. I micro-notabili lasciamoli al loro non invidiabile destino.

PEPPE GIUDICE

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