venerdì 4 giugno 2010

CACCIA GROSSA AI MASSONI PD…


Caccia alle streghe. Si è aperta all’interno del Pd una campagna contro la massoneria. Sono gli esponenti cattolici, ex Dc, che sono ostili nei confronti di coloro che sono iscritti al Pd e sono affilati alla massoneria, perché “minerebbero alla base il patto di convivenza dentro il Pd”. Si fanno scudo del “Codice etico” che vieta agli iscritti di far parte di associazioni segrete e, per questa ragione, non dovrebbero stare nel Pd e se ci fossero, dovrebbero essere espulsi.

All’interno del Pd, si è aperto un dibattito lacerante nonché inedito dagli esiti incerti, dato che i massoni sono presenti e numerosi, che ricoprono importati incarichi politici e pubblici. Hanno scelto questo partito, perché nel panorama politico italiano era una novità, con una chiara peculiarità liberale, laica e riformista, tuttavia, non si aspettavano che nei loro confronti si aprisse la caccia alle streghe. O, meglio dire, un maccartismo antimassonico, che, per la verità, la “dottrina” di McCarthy era di tutt’altra natura: la caccia agli uomini e donne di sinistra che venivano marchiati come comunisti. Fu il senatore americano Joseph McCarthy che segnò il periodo, tra gli anni Quaranta e Cinquanta, come “paura rossa”.

Nelle vesti maccartiste è sceso in campo, Beppe Fioroni, facendo della massoneria la nuova “questione morale”.

Come mai contro l’istituzione tradizionalmente laica e, per giunta, non più segreta, e non contro le altrettanti numerose istituzioni cattoliche, in primis l’Opus dei? Ci sarà pure una ragione? Non è che Fioroni, e chi per lui, pensa che la campagna contro i preti pedofili sia organizzata dalla massoneria e per questo ha aperto la caccia al massone, all’interno del suo partito? La nostra è una mera supposizione, ma visto i tempi, è meglio pensarle tutte. Pure che la lotta contro la massoneria nasconda nel Pd una lotta politica tra maggioranza e minoranza

In proposito, uno come Francesco Cossiga che di massoneria se ne intende fin troppo, è di parere contrario e, nella sua ultima fatica:” Fotti il Potere”, alla domanda dell’intervistatore se “la massoneria è in grado di influenzare la politica”, risponde con un” motto” di Alcide De Gasperi:” Sapere che esiste, ma non parlarne mai e avere almeno due ministri massoni nei governi che si formano”.

C’era da aspettarsi che il Pd, nato da due culture illiberali, quella comunista e quella cattolica, fosse intollerante verso il pensare laico della massoneria. Tant’è che la Dc e il Pci hanno avuto nei loro statuti una sorta di conventio ad excludendum nei confronti dell’istituzione massonica.

Storicamente, per l’esattezza all’inizio del Novecento, la massoneria è sottoposta a violenti attacchi provenienti dai versanti più disparati e tra loro contrapposti. In primo luogo, il Vaticano, in secondo luogo, l’Urss ( attuale Russia).

Pubblicato nel 1917, il canone 2335 del Codice di diritto canonico prevedeva la scomunica per i massoni. Nel novembre 1922, il IV congresso dell’Internazionale Comunista proclamava l’incompatibilità tra militanza nei partiti comunisti e appartenenza alla massoneria.

Nondimeno il regime fascista fu un accanito oppositore della massoneria. Nella seduta del 13 febbraio 1923 presieduta da Benito Mussolini, il Gran Consiglio del fascismo dichiarava l’incompatibilità tra militanza fascista ed appartenenza alla massoneria.

Di fronte a questa prese di posizione, la Gran Loggia di Piazza del Gesù tentò di trovare una mediazione per ammorbidire gli effetti della deliberazione del Gran Consiglio fascista, ma fece un buco nell’acqua , perché il 19 maggio 1925, la Camera dei deputati approvò il progetto di legge sulla disciplina delle associazioni, presentato da Mussolini e mirante soprattutto allo scioglimento della massoneria.

Difatti Mussolini era convinto che la moderna democrazia di origine illuminista non fosse altro che una “subdola dittatura massonica”. A ben pensarci, il Duce scelse la “scomunica” anche per non dispiacere la Chiesa,

Nel passaggio tra l’Ottocento e il Novecento, in Italia,ci fu un cambiamento di idee sulla questione massonica. Per dirla con Francesco Cossiga, “la massoneria era la religione civile del Risorgimento contro la Chiesa e accomunava monarchici e repubblicani. Allora, la massoneria coincideva con lo Stato e massoni erano i vertici delle forze armate e dei carabinieri”. E conclude:”Oggi la massoneria è ancora influente, ma sicuramente meno d’un tempo”.

Il pretesto per questa crociata lo hanno dato due episodi avvenuti ultimamente, in cui esponenti democratici “sorpresi” a far parte di logge segrete non sono stati “puniti” dal partito.

Il primo caso è successo ad Ancona dove l’assessore Ezio Gabrielli ha fatto “outing”: “Faccio parte della loggia massonica Guido Monina”. Dopodiché ha anche risposto alle sollecitazioni de Il Foglio dove, con una lettera, ha spiegato la sua doppia appartenenza, politica e massonica, per cui non vede le ragioni per essere espulso dal Pd, dato che il “Grande Oriente d’Italia non è una associazione segreta e i suoi scopi sono conformi alla Carta costituzionale, tanto che qualunque cittadino intenda divenire massone deve promettere la scrupolosa osservanza della Carta costituzionale e delle leggi della Repubblica”.

Non sentendo alcuna ragione di sorta, il sindaco Gramillano l’ha sollevato dall’incarico per il venir meno “del rapporto fiduciario”.

Il secondo episodio si è svolto a Scarlino (Grosseto). Il sindaco Maurizio Bizzarri ha ricevuto una foto che ritraeva l’assessore al Bilancio Guido Mario Destri durante una riunione della loggia Guarrazzi di Follonica. Anche in questo caso il sindaco è stato categorico: “O rinunci alla massoneria o ti dimetti”.

Entrambi gli “assessori massoni” sono iscritti al Pd: tutti e due sono stati puniti dai rispettivi sindaci, mentre il partito, in tutt’altre faccende affaccendato, ha guardato altrove, in entrambi i casi.

A conforto di ciò, si sono avvalsi di quanto c’è scritto nel codice etico dello statuto democratico: “Gli aderenti si impegnano a non far parte di associazioni che comportino vincoli di segretezza o comunque a carattere riservato, ovvero che comportino forme di mutuo sostegno tali da porre in pericolo il principio di uguaglianza di fronte alla legge e l’imparzialità delle pubbliche istituzioni”. Il riferimento alla massoneria, seppur non in modo esplicito, è sottointeso.

Cosa succederà, lunedì 7 giugno pv, all’interno della Commissione di garanzia sulla compatibilità fra iscritti al Pd ed iscritti alla massoneria, non è prevedibile. Certo che gli ex Dc, con il supporto di Veltroni, al caso massoneria vorranno dare una chiave di lettura statutaria, ma il problema sottende uno scontro politico, volendo mettere alle strette la maggioranza attorno al segretario Bersani. Che, finora, ha scelto una posizione pilatesca, lasciando la patata bollente nelle mani della Commissione di garanzia e del suo presidente, Luigi Berlinguer.

In conclusione, la battaglia contro la massoneria nuocerà parecchio alla immagine del Pd, nato come partito aperto e pluralista, in realtà, è una sorta di partito chiuso e intollerante.

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