giovedì 21 gennaio 2010

*Un'interessante riflessione storico-politica del compagno Gianni Bonfili*

Nessuno mi potrà mai convincere sulla serietà o meglio sulla credibilità di un'analisi critica della figura di Bettino Craxi che finisce per liquidarlo, senza se e senza ma, sulla scorta della vicenda tangenti, vicenda,peraltro, che ha prodotto sentenze di condanna sulla base di un principio giuridico molto opinabile,vale a dire quello che l'imputato... *non poteva non sapere*.

Ognuno può sostenere le tesi che vuole, ma si sappia che tra chi ascolta ci sono meno sprovveduti di quanto si creda e che i più sanno distinguere la propaganda e la demagogia di basso profilo dai seri tentativi di sviscerare fino in fondo gli accadimenti politici per farne una lettura corretta.

Mi pare insostenibile l'equazione Craxi = malaffare, come anche l'altra: storia Craxi = storia del movimento socialista italiano.

Provo, quindi, ad allargare il campo d'indagine per una giusta valutazione del ruolo svolto da Craxi sullo scenario politico italiano, a partire dal suo insediamento alla guida del Partito Socialista Italiano.

La sinistra italiana negli anni 70, con la guerra fredda ancora ai massimi livelli, è egemonizzata dal P.C.I. e, perciò, sostanzialmente esclusa dall'area di governo del Paese.

E'vero che al Governo c'è anche il P.S.I. ma è un P.S.I.elettoralmente in fase calante e quindi non sufficientemente incisivo e sempre sotto il fuoco incessante proveniente dal versante sinistro.

Tutti i Paesi europei, prima e dopo in quel periodo,avevano affidato il Governo alla Sinistra, comprese la Spagna, la Grecia ed il Portogallo, usciti da dittature di destra parecchi anni dopo l'Italia. Va sottolineato con chiarezza che si è trattato sempre di una sinistra incentrata sul filone del socialismo democratico (governi Gonzales, Soares, Papandreu, Kreiski, Brandt, Mitterand, Labour Party Inglese, Partito Socialista e Partiti Socialdemocratici Scandinavi - Olaf Palme-)

Con un processo d'integrazione europea già da tempo avviato e sviluppato, l'Italia non riusciva a seguire le orme di tutti gli altri per quanto concerneva il ruolo della sinistra, perché aveva una sinistra diversa dagli paesi europei.

Craxi ed il gruppo dirigente del Partito, che comprendeva anche la corrente lombardiana, si posero il problema.

Per portare l'Italia a livello degli altri Paesi europei anche sotto l'aspetto politico, completandone in tal modo il processo di modernizzazione,bisognava modificare il rapporto di forza che in quel periodo caratterizzava la sinistra italiana, onde poter dar vita all'ALTERNATIVA SOCIALISTA.

Il progetto era di rilievo assoluto e se fosse stato realizzato probabilmente ne avremmo goduto i benefici financo oggi, visto anche il collasso che di lì a poco avrebbe subito il sistema comunista per le sue intrinseche carenze.

Al momento c'è, invece, un dato inconfutabile: LA SINISTRA ITALIANA E' IN CRISI PROFONDA e la Destra riesce a vivere di rendita e di questo passo rischia di riuscirci anche senza Berlusconi.

Sul conto di Craxi si continua, purtroppo e soprattutto proprio a sinistra, a dirne di tutti i colori, evidenziandone soltanto gli aspetti negativi,che certamente ci sono stati, senza alcun riconoscimento per quelli positivi da aggiungere a quanto sopra evidenziato, e la cui menzione renderebbe troppo lunga questa nota,ma sui quali bisognerebbe responsabilmente riflettere per individuare iniziative funzionali alla situazione presente.

La Storia serve e si dice che è "maestra di vita" soltanto a condizione che venga analizzata con spirito obiettivo e di verità e chi desidera, sinceramente, cambiamenti migliorativi e duraturi dovrebbe adottare integralmente questo metodo di lavoro.

GIANNI BONFILI - Recanati -
(Direzione Provinciale PSI Macerata)

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